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E tu, mentre parlando il tempo spendi, Occupato da mille pensier vani,

Già non t'avvedi, lasso, e non comprendi, Com' io ti son fuggita dalle mani.

EPIGRAMMA DEL MEDESIMO.

Questa notte morì Pier Soderini,
E dell' inferno s' affacciò alle porte.
Disse Pluton va al limbo de' bambini.

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VARIA LEZIONE

DELLO STESSO EPIGRAMMA.

La notte che morì Pier Soderini, Si presentò dell' inferno alla bocca; E Pluto gli gridò: anima sciocca,

Che inferno? va nel limbo de' bambini.

MICHELANGELO.

SONETTO

SOPRA DANTE.

Dal mondo scese ai ciechi abissi, e poi
Che l' uno e l'altro inferno vide, a Dio
Scorto dal gran pensier vivo salio,
E ne diè in terra vero lume a noi.

Stella d' alto valor coi raggi suoi
Gli occulti eterni a noi ciechi scoprio,
E n' ebbe il premio al fin, che 'l mondo rio
Dona sovente ai più pregiati eroi.

Di Dante mal fur l' opre conosciute, E'l bel desio da quel popolo ingrato, Che solo ai giusti manca di salute.

Pur fuss' io tal! ch' a simil sorte nato, Per l'aspro esilio suo con sua virtute Darei del mondo il più felice stato.

mmmmmm

SONETTO DEL MEDESIMO.

PARALLELO TRA L'ARTE DELLA SCULTURA
E L'ARTE DI AMARE.

Non ha l'ottimo artista alcun concetto Ch' un marmo solo in se non circoscriva Col suo soverchio, e solo a quello arriva La man che obedisce all' intelletto.

Il mal ch' io fuggo, e'l ben ch' io mi prometto, In te, donna leggiadra altera e diva, Tal si nasconde; e perch' io più non viva, Contraria ho l' arte al desiato effetto.

Amor dunque non ha, nè tua beltate,
O fortuna o durezza o gran disdegno,
Del mio mal colpa, o mio destino o sorte;

Se dentro del tuo cor morte e pietate Porti in un tempo, e che'l mio basso ingegno Non sappia ardendo trarne altro che morte.

SONETTO DEL MEDESIMO.

L' Amor perfetto non è vinto dall' ira.

Se un casto amor, se una pietà superna, Se una fortuna infra duo amanti eguale, Cui fia comune ognor la gioja e 'l male, Quando uno spirto sol due cor governa :

Se un' anima in due corpi fatta eterna, Ambo levando al cielo e con pari ale, Se un simil foco ed un conforme strale Ch' altamente in due sen vive e s' interna :

Se amar l'un l'altro, e nessun mai se stesso, Sol desiando amor d'amor mercede, l' altro precorre

E se quel che vuol l' un,

A scambievole imperio sottomesso,
Segni son pur d'inviolabil fede;
Or potrà sdegno tanto nodo sciorre 2

SONETTO DEL MEDESIMO.

Le bellezze mondane sono scala al Fattore.

La forza d' un bel volto al ciel mi sprona (Ch' altro in terra non è che mi diletti) E vivo ascendo tra gli spirti eletti,

Grazia ch' ad uom mortal raro si dona.

Sì ben col suo Fattor l' opra consuona, Ch' a lui mi levo per divin concetti; E quivi informo i pensier tutti e i detti Ardendo, amando per gentil persona.

Onde, se mai da due begli occhi il guardo
Torcer non so, conosco in lor la luce
Che mi mostra la via ch' a Dio mi guide.

E se nel lume loro acceso io ardo,
Nel nobil foco mio dolce riluce
La gioja che nel cielo eterna ride.

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