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il quale nell' istesso tempo dal signore della Guiella passato colla spada dall' un fianco sino fuori dell' altro cadde subito morto : nè fu cosi presto caduto, che da Mompesat, da Lognac e dal marchese di Mirepois (camerieri del re che erano presenti al fatto) fu gettato dalle finestre, e dal volgo dei soldati lacerato ed abbruciato, e le sue ceneri sparse nella riviera.

Il re ferito fu portato nel letto, e la ferita non fu da'medici giudicata mortale: per la qual cosa chiamati i segretari, fece dar conto dell' accidente per tutte le parti del regno, esortando i governatori a non si sbigottire, perchè sperava fra pochi giorni di poter risanato cavalcare. Il medesimo ufficio passò con i capitani e con i principali dell' esercito; e fatto subito venire il re di Navarra, commise a lui la cura del campo e la continuazione sollecita dell'impresa. Ma la sera sentì gravemente dolersi la ferita, e gli sopragiunse la febbre; per la qual cosa chiamati i medici e fatta la solita esperienza, trovarono essere perforati gl' intestini, e giudicarono concordemente che la vita sua potesse estendersi poche ore.

Il re, il quale volle che gli dicessero il vero, inteso il proprio pericolo, fece chiamare Stefano Bologna suo cappellano, e con grandissima divozione volle fare la confessione de' suoi peccati; ma innanzi l'assoluzione avendogli detto il confessore, che aveva inteso essergli stato pubblicato contra un monitorio del papa, e che però soddisfacesse nel presente bisogno alla coscienza, egli replicò ch'era vero, ma che il medesimo monitorio conteneva che potesse essere assoluto in occasione di morte; che voleva soddisfare alla richiesta del papa, e che religiosamente prometteva di rilassare i prigioni, ancorchè avesse creduto di perdere la vita e la corona; con la quale soddisfazione il confessore l'assolse, e lo munì per viatico de' sacramenti della Chiesa quella medesima sera.

Il re sentendosi a mancare le forze, fece alzare le portiere delle sue camere ed introdurre la Nobiltà, la quale con profuse lagrime e con acerbi singulti pubblicamente dava segno del suo dolore e rivolto a loro, standogli a canto al letto il duca di Epernone ed il conte d'Overnia suo nipote, disse con chiara voce che non gli rincresceva morire, ma che gli doleva di lasciare il regno in tanto disordine, e tutti i buoni afflitti e travagliati; che non desiderava vendetta della sua morte, perchè fino da' primi anni aveva appreso nella scuola di Cristo a rimettere l'ingiurie, come tante n'avea rimesse per il passato; ma rivolto al re di Navarra, gli disse, che se si metteva mano a questa usanza di ammazzare i re, nè anco egli sarebbe stato

per conseguenza sicuro. Esortò la Nobiltà a riconoscere il re di Navarra, al quale di ragione il regno s'apparteneva; nè guardassero alla differenza della religione, perchè ed il re di Navarra, uomo di sincera e di nobile natura, sarebbe finalmente tornato nel grembo della Chiesa, ed il papa, meglio informato, l'avrebbe ricevuto nella sua grazia, per non vedere la ruina di tutto il regno. In ultimo abbracciato il re di Navarra gli disse, replicandolo due volte: Cognato, io vi assicuro, che voi non sarete mai re di Francia, sc non vi fate Cattolico e se non vi umiliate alla Chiesa.2 - Dopo le quali parole, chiamato il cappellano, recitò, presenti tutti, il simbolo della Fede all' uso della Chiesa romana, e fattosi il segno della croce, cominciò il Miserere; ma nelle parole Redde mihi lætitiam salutaris tui, mancandogli la voce, rese placidamente lo spirito, avendo vissuto trentasei anni, e regnato quindici e per appunto due mesi.

GUIDO BENTIVOGLIO.

Guido Bentivoglio nacque di nobil famiglia in Ferrara l'anno 1579. Clemente VIII lo nominò suo cameriere segreto quand' egli non aveva compiuti per anco i suoi studi. Dal 1606 al 1616 appartenne alla Nunziatura delle Fiandre; poi a quella di Francia fino all' anno 1621. Allora da Gregorio XV gli fu conferito il cardinalato, e nel 1644 era in voce di dover succedere ad Urbano VIII, quando una malattia lo colse durante il conclave, e lo condusse alla morte nel diciassettesimo di settembre. Come cardinale il Bentivoglio fu tra coloro che sottoscrissero la sentenza del gran Galileo; ma lo scusa (dice il Corniani) il tempo in che visse, e l'avere avuto a comune con molti altri il suo errore. Del resto fu dotato di bell' ingegno, ed egli lo avvalorò collo studio e colla pratica grande degli affari. Scrisse le Relazioni della sua Nunziatura, le Memorie della propria vita, parecchie Lettere e la Storia delle guerre di Fiandra, cioè la Storia di quella lotta per la quale

Fu in fatti re di Francia sotto il nome di Enrico IV. Come capo degli Ugonotti era stato lungamente nemico di Enrico III, ma quando questi (dopo l'uccisione del cardinale di Guisa) si vide più che mai stretto dalle armi della Lega, lo chiamò a sè e fece la pace con lui. Enrico IV fu poi ucciso dal Ravaillac, addi 14 maggio 1610.

Enrico IV si fece cattolico li 25 luglio 1593, e solo dopo di ciò st ricevuto in Parigi.

i Paesi Bassi scossero il giogo della dominazione spagnuola. In tutte queste opere si fa palese un ingegno colto e un' attitudine non comune di addentrarsi nelle cagioni delle cose, e manifestarle con efficacia e chiarezza. Non per questo può essere annoverato fra i grandi storici, nè tra i filosofi politici propriamente detti. Considerato come scrittore, nuoce a molte sue buone doti principalmente un andamento monotono di periodi che a poco a poco lo rende stucchevole.

DALLA STORIA DELLA GUERRA DI FIANDRA. Descrizione dell' Olanda e della Zelanda. (Parte I, lib. 5.)

Giace l'una e l'altra di queste provincie fra l'aspetto settentrionale ed occidentale di Fiandra. In Olanda il Reno e la Mosa, ed in Zelanda la Schelda si scaricano nell' Oceano, e con bocche si profonde e si spaziose, che, perduta la qualità di fiumi, pare allora che portino piuttosto al mar nuovi mari.1 All'incontro l'Oceano bagnando prima le medesime due provincie per lungo tratto, convertitosi poi quasi di mare in fiume, penetra in ciascuna di esse con vari canali, e vi si nasconde con vari seni. Quindi unito con le riviere, e fendendo insieme con Loro in molte parti la Zelanda, viene a smembrarla in molte isole, e riduce l'Olanda similmente in penisola. Oltre a' nominati tre fiumi che sono i più principali di tutta la Fiandra, ne riceve l'Olanda ancora diversi altri minori; e volendo quasi competere in essa l'arte con la natura, vi si aggiungono infiniti canali a mano, che son fatti per maggior comodità del paese. Dentro v'ha pur anche un buon numero di laghi e di stagni. Onde, considerata la situazione dell' una e dell' altra provincia, può restare in dubbio, se più grande sia lo spazio che in esse dall'acqua vien rubato alla terra, oppure dalla terra all'acqua. Ne si può dubitar meno ancora, se più manchino ovvero più abbondino i loro paesi di quelle comodità che negli altri suol godere la vita umana. Per la qualità del loro sito mancano e di grano e di vino e d'olio e di lane e di legname e di canape e di lini, e quasi di tutte l'altre o comodità o delizie che si usino in regioni più temperate e più asciutte. E nondimeno dall'altra parte si vede, che non v' ha contrada non solo in quell'angolo del Settentrione, ma nel giro di tutta Europa, che ab

1 Questi nuovi mari portati al mare; poi il mare convertito in fiume che si nasconde con canali e con seni nelle terre, danno odore de' concet. tini che il secolo XVII ebbe in pregio come bellezze.

bondi al pari dell' Olanda e della Zelanda quasi di tutte le cose nominate di sopra, e di quelle che sono men necessarie ancora all' umano sostentamento: così grande è il vantaggio che ricevono queste due provincie dal mare e dalle riviere, per aver facile col mezzo delle navigazione il commercio da ogni parte con tutti gli altri paesi. E dopo averlo introdotto specialmente, e reso tanto familiare nell' Indie, non si può dire quanto in amendue sia cresciuta e la copia delle merci e la frequenza dei trafficanti. Di qui nasce che tanto abbondino anche d'abitatori, e che tanto sia popolato di città, di terre e di villaggi l'uno e l'altro paese. Ma non si vede men pieno il mar di vascelli, ed ogni sito acquoso di ciascuna altra sorte di legni, che tutti servono d'albergo particolarmente ai marinari ed ai pescatori. A queste due qualità di mestieri s' applica in Olanda e Zelanda un numero grandissimo di persone. Delle navi fan case, e delle case poi scuole. Quivi nascono, quivi si allevano e quivi apprendono la professione; e praticando poi i marinari specialmente la loro nel correr tante volte e con tanto ardire da un polo all'altro, e dovunque ai mortali si comunica il sole, ne divengono si periti, che qualche altra nazione ben può uguagliare, ma niuna già vincere in quest'arte marinesca la loro. Nel resto quei popoli generalmente sono dediti al traffico, e soprammodo si mostrano industriosi nelle cose manuali e meccaniche. Il maggior piacere che si pigli da loro è fra i conviti e le tavole. In questa maniera temprano la malinconia de' fastidiosi verni che provano; i quali però sono lunghi piuttosto che aspri, eccedendo quel clima nelle pioggie assai più che nei ghiacci. Sono ben formati ordinariamente di corpo, candidi non meno di natura che di presenza; piacevoli nell'ozio, ma fieri altrettanto nelle rivolte, e molto più abili in mare che in terra all'esercizio dell' armi. Nudrisconsi per lo più di latticinî e di pescagione, abbondandone in somma copia i loro paesi. Hanno inclinato sempre governo libero, e sempre tenacemente conservati i lor usi antichi; e dopo che l'eresia' cominciò ad introdursi fra loro, convertitasi a poco a poco in licenza la libertà, riuscì più facile poi agli autori delle novità succedute, di fargli sollevar, e partire dalla prima loro ubbidienza verso la Chiesa ed il re. È piena l'Olanda di grosse città, di buone terre e d'infiniti villaggi; ma per frequenza di forestieri e per moltitudine d'abitanti proprî, Amsterdam è stata sempre la città più principale di quella provincia. Mentre fioriva il com.

La religione calvinista.

mercio in Anversa, era grande ancora in Amsterdam il concorso de' forestieri; ed essendo poi venuta a mancare con le turbolenze della guerra la contrattazione in quella città, è cresciuta all' incontro in questa si fattamente, che oggidì Amsterdam è la più mercantile piazza non solo dell' Olanda, ma di tutto il Settentrione. In Zelanda Midelburgo è la città di maggior popolo e mercatura. Non può quella provincia paragonarsi però a gran pezza con l'Olanda nè di circuito nè di popolazione nè d'opulenza. L'uno e l'altro paese ha dell' inaccessibile per introdurvisi con la forza; poichè non solamente i luoghi più principali, ma i più comuni sono cinti o dal mare o dai fiumi o dai laghi o da terreno che non può esser più basso nè più fangoso.

Don Giovanni d'Austria. (Parte I, Lib. 10.)

Veramente in lui concorsero doti egregie di corpo e d'animo. Grazia e maestà nell' aspetto, vigor di forze per le fatiche, affabilità coi soldati, vigilanza pari al comando, prudenza nelle più gravi difficoltà, ma cuore portato ad incontrarle molto più che a sfuggirle. Non pochi furono che l'avrebbono desiderato men tenero in consentire agli amori, e men facile in dare orecchio a' rapporti. Mostrò tanta cupidigia di gloria, che molti piuttosto la giudicarono cupidigia d'imperio. Onde arse al fine l'invidia, e gli armò contro sì fattamente il sospetto, che rese dubbia la sua fede nel servizio del re; come s'egli di governatore aspirasse a diventar principe della Fiandra; e che a tal fine con la regina d'Inghilterra in particolare fosse disceso ad occulte pratiche di corrispondenza, e passato più occultamente ancora a maneggi espressi di matrimonio. E quindi nacque l' opinion sì diffusa allora, che egli mancasse di morte aiutata 1 piuttosto che naturale. Ma comunque il fatto seguisse in materia, nella quale poteva dalla calunnia restar si adombrata la verità, egli morì con fama di valor singolare, e con applauso ricevuto di somme lodi. Degno senza dubbio di godere più lunga vita; e non men degno a cui fosse stato permesso dalla fortuna di esercitare i comandi più in termine d'assoluto principe, che in qualità di subordinato ministro.

Morte del Principe d' Orange e suo elogio
(Parte II, Lib. 2.)

1

Il caso passò in questa maniera. Con fine determinato di ucciderlo s'era introdotto alla sua conoscenza, e più domesti

1 Di morte aiutata. Cioè di veleno od altro.

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