Manuale della letteratura italiana, Volumi 3-4

Copertina anteriore
G. Barbèra, 1872

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 71 - Ghibellin fuggiasco, e tu i cari parenti e l'idioma desti a quel dolce di Calliope labbro che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma d'un velo candidissimo adornando, rendea nel grembo a Venere Celeste...
Pagina 79 - Quali passioni frattanto la nostra letteratura alimenta, quali opinioni governa nelle famiglie, come influisce in que' cittadini collocati dalla fortuna tra l'idiota ed il letterato, tra la ragione di stato che non può guardare se non la pubblica utilità, e la misera plebe che ciecamente obbedisce alle supreme necessità della vita, in que' cittadini che soli devono e possono prosperare la patria perché hanno e tetti e campi, ed autorità di nome, e certezza di eredità, e che quando possedono...
Pagina 119 - Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria. Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è quella!
Pagina 127 - E tu, lenta ginestra, Che di selve odorate Queste campagne dispogliate adorni, Anche tu presto alla crudel possanza Soccomberai del sotterraneo foco, Che ritornando al loco Già noto, stenderà l'avaro lembo Su tue molli foreste.
Pagina 317 - Io vorrei anzi rompermi la mia gamba di legno, che lasciar passare l'opportunità di tornar a dire che noi non abbiamo alcun libro nella nostra lingua tanto dilettevole a leggersi quanto la Vita di quel Benvenuto Cellini scritta da lui medesimo nel puro e pretto parlare della plebe fiorentina. Quel Cellini dipinse quivi sé stesso con sommissima ingenuità, e tal quale si sentiva di essere: vale a dire bravissimo nell'arti del disegno e adoratore di esse non meno che de...
Pagina 317 - ... senza alcuna tinta di letteratura egli stesso, e senza saper più di poesia, che quel poco saputo per natura generalmente da tutti i vivaci nativi di terra toscana. Si dipinse, dico, come sentiva...
Pagina 341 - Altri accorre ; e, — Oh infelice E di men crudo fato Degno vate ! mi dice ; E, seguendo il parlar, cinge il mio lato Con la pietosa mano, E di terra mi toglie, E il cappel lordo e il vano Baston dispersi ne la via raccoglie : Te ricca di comune Censo la patria loda ; Te sublime, te immune Cigno da tempo, che il tuo nome roda, Chiama gridando intorno ; E te molesta incita Di poner fine al Giorno Per cui, cercato, a lo stranier ti addita.
Pagina 154 - O ne' tonfani sia bruna ; Nel suo amor me non invesca Questa sciocca ed importuna; Questa sciocca , che sovente Fatta altiera e capricciosa, Riottosa ed insolente, Con furor perfido e ladro Terra e ciel mette a soqquadro. Ella rompe i ponti e gli argini, E con sue nembose aspergini ' Su i fioriti e verdi margini Porta oltraggio ai fior più vergini ; E l' ondose scaturigini Alle moli stabilissime , Che sarian perpetuissime , Di rovina sono origini. Lodi pur l' acque del Nilo II Soldan de...
Pagina 128 - Né sul deserto, dove E la sede ei natali Non per voler ma per fortuna avesti ; Ma più saggia, ma tanto Meno inferma dell'uom, quanto le frali Tue stirpi non credesti O dal fato o da te fatte immortali.
Pagina 335 - Su la turba affannata. Che tu persuadesti A romper gli altrui dritti, O padre di delitti. Meco vieni al cospetto Del nume che vi siede. No, non avrà dispetto Che tu v

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