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دو

1.

Come a ingordo leon placida agnella, Han vinto Polinestore; che tutto Può de l'oro la brama in petto avaro. Ilio. Darete, io fon de' miei la più infelice. Tanti fratelli uccisi, trucidato ,, Il mio buon Genitore, arsa la Patria, "Non mi facevan misera a bastanza? "Mifi aggiunge il veder l'ultimo avanzo , De l'innocente sangue mio, tradito Da chi meno il dovea, dal mio Conforte.. Dar. Se il perder Polidoro è la tua pena, Non hai come salvarlo?

Ilie. Il fo, Darete,

..

Che il fortunato inganno a te sol noto,
Di cambiare i fanciulli, ond'è creduto,
Mio figliuolo il fratel, fratello il figlio,
Toglie, s'io voglio, Polidoro a morte
Dar. Come? Lo devi. Non giurafti al Padre,
Di salvare il fratello ad ogni costo?
E nol cambiasti allora per falvarlo?
Ilie. Ma perciò non credei perdere il Figlio...
Dar. Ne men io lo pensai; ma pur.conviene,
Che adesso tu decida o mia Regina,
Tra'l sangue del Tiranno, e'l sangue tuo.
Ilio. Deifio mio figlio è pur mio sangue,
E l'ira de gli Dei vuol Polidoro.
Dar. Anzigli Dei lo voglion salvo; il cambio,
دو Fu da loro inspirato, e fu protetto.

Ben quattro luftri; e dopo tanto tempo
, Penseresti di perderne quel frutto,
"Quel frutto, per cui solo l'eseguisti?
E' tuo sangue Deifilo, ma insieme
E' del Trace infedel la miglior parte..
Quel del fratello sì tutto è tuo sangue.
Ilio. Dunque si salvi, e si preservi in esso
L'onor del Teucro sangue, e la vendetta:
Si salvi, e pera in vece, ahi chi? mio figlio?

DAP

Dar. Adunque Polidoro. Or via i vada
A svelare l'inganno, e per salvare
La metà del Tiranno, a morte andiamo.
Ah Regina, di te cagliati almeno,
Se non ti cale più del Genitore,

Del tuo buon Genitor, ch'or fra gli Elifi Ne la tua fe, ne l'amor tuo ripofa. دو Qual colpa ha Polidoro, che spergiura ,, Sia del Cognato la forella al pari? ,, Non mertan già sì grand' oltraggio l'Ombre

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Di Priamosdei Fratelli, e dei Nipoti,. » Che attendono da te la lor vendetta. Ilio. Basta, Darete; se più parli hai vinto.. Dar. Dopo tante ragioni ancor vacilli? Ilio, La Tracia, che dira, se perdo il figlio ? Dar. El'Afia che dirà, se perdi l'altro? Ilio. Sei grande in cor di madre amor di figlio.. Dar: Meglio udirlo doveasi innanzi al cambio. Ilio. Anche allor mi parlò, nè adesso tace..

Dar. Non ci è scampo..

Ilio. Non più, lafciami in pace..
Come belva, cui rapita
Sia la prole fua gradita
Da la man del cacciator,
Fremo, smanio, piango anch'iov.
S'altra prole ancor le resta,
Empie d'urli la foresta,
E non sa qual fegua ancor:+
Tal non fo qual falvi anch' io..
Come, &c.

SCE

e

DN

دو

SCENA IV.

Darete; poi Andromaca.

On credo mai, che per salvare un figlio,
Che col cambio seguito ha già perduto

:

وو Il nome, il grado, e la ragion di figlio,
دو Voglia perder se stessa, e Polidoro.
Ecco Andromaca: al certo ella va in traccia
De la Regina; un nuovo rischio è questo
Per Polidoro. Daleman di Pirro
Gostei fuggita, e ricovrata in Tracia
Ama il Prence Deifilo, ed in esso
Crede amare il fratel d'Ettore estinto.
Andr. Darete, è vero, che ilágliuol d'Achille.

Per chieder Polidoro in Tracia è giunto ?
Dar. Così l'avesse prima il mare afforto...
Andr. Ma loconcede il Re? Di me che udisti?
Dar. Tutto si tema da un Monarca ingiusto.
Andr. Me due volte infelice! Io cerco in Tracia
Un afilo dal Greco; in Polidoro
Amo un avanzo del mio gran marito;
El'uno, e l'altro in un momento io perda.
Iliona dov'è?

Dar. Parti piangendo

And Eh vuol altro, che piato, un rischio eftremo. Dar. Che mai si può contra il voler dei Numi?

Andr. Dunque tu l'abbandoni?

Dar. E che poss' io?

Andr. Nol difende Deifilo, che l'ama?

Dar. Deifilo dovrà ubbidire al Padre.

Andr. Perder dunque il dobbiam? Misero Prence!

Dar. Bella, non lagrimare; amalo, e spera.

Spera, che la speranza

Ballamo è d'ogni mal..

Quel

An

دو

Quel ben, che non possiedes
Di posseder fi crede
Sperando ogni mortal.
Spera, &c.

SCENAV

Andromaca, poi Iliona

H'io speri? Ab che gli Dei sono sdegnati
D' Ilio col sangue, benchè sangue

CHIO

Io vidi col mio forte Ettore eslinti

loro!

A

"Gli altri Fratelli, e il Padre; un solo Figlio

,, Spinto da un' alta torre ancora io piango;

وو

E spererd, che confervar fi poffa و Anche un di loro ? Ahi, che per farlo reo ,, De lo stesso destin, basta ch' io l'ami! Ilio. Andromaca, intendesti i nostri mali? Andr. Così flata foss' io di udito priva,

O adesso almen foss' io priva di fenfon
Ilio. Non faria mal, trattone il senso, il male..
Andr. E' nota la sua sorte a Polidoro?
Ilio. Ver lui per questo io m'era posta in via;
Ma,ch ei fi avvicinava, inteso appena,
Volgo tremante a le mie stanze il paffo,
Che non mi foffre d'incontrarlo il core:

Vede venir Deifilo con le vesti di Polidoro.
Chiedilo a lui per me, ch' io non ho forza.
Eccolo. Mache miro? Ha Polidoro.
Di mio Figlio Deifilo le spoglie?
Anche di ciò il ricerca, e mel rapporta.
Qualche de l'amor loro arcano è questo;
Ah voglia il Cielo, che non sia funesto!

SCE

SCENA VI.

Andromaca, Deifilo creduto Polidoro.

Andr.

Polidoro, perchè cotesto nuovo

Cambiamento di vesti? Io ti credeva
Deifilo, se il mio povero core

Non mi dicea, che Polidoro sei.
Deif. Nol fo, mio ben, ma qualche caso al certo.
Mi predice il timor per noi molesto.
Andr. (Nele disgrazie siam spesso indovini.)
Come nol fai, se tu cangiasti spoglie?
Deif. Le cangiai di Deifilo al comando,
Perchè non so, bensì per mal pavento.
Andr. Ne fai di pin? Tombers of 1
Deif. No, ma il faprò fra pocos

Ch' ei condursi promise in quesio loco De le mie vesti, che mi chiese, adorno.. Andr. (Persalvarlo farà, ma inutilmente.) Intendesti, che Pirro in Tracia è giunto? Deif. L'inteli, ma a a qual fin m'è ancora ancora ignoto.

Lo fait

tu forle?

Andr. (Ah nol fapeffi, o Numi!)

Drif. Bella tu piangi?

Andr. Per me piango, o caro.

Deif. Se tu piangi a me dinante,

Quel tuo pianto è ancor per me.
Tanto è pianger per l'amante,

of: Quanto piangere per se.
Andr. Per me piango, o mio diletto
Che lasciarti alfin dovrò.
E partir dal caro oggetto
Senza pianto non si pud.

1

Deif. Come lafciarti? Pria morire io voglio. Andr

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