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ATTO

SECONDO

SCENA

PRIMA.

Appartamenti Reali con diversi piani corri-
Spondenti alle stanze della Regina.

Pirro da una parte, e Tolidoro creduto
Deifilo dall' altra.

Pir. Dove fic

fi cela Polidoro? Ognuno Teme di palesarlo: non sarebbe

Pentito già di darlo ai Greci il Trace? Polid. (Se non m'inganna il guardo, è questi Pirro.) Chi sei tu,che straniero in questa Reggia Porti sì ardito, e temerario il piede? Pir. Ci è in Tracia ancor, cui non sia moto Pirro? Polid. Ti conobbi a le vesti, e più a l'ardire, Ma saperlo da te forse mi giova. Pir. Ma tu chí sei? Parmi a le vesti,al volto, A la ferocia tua di ravvisarti. Polid. A che più dubitar? , Polidoro, Quel Polidoro fson, che vai cercando. Pir. O felice Trojan, tu fei quel dunque, Che per ripor di Pergamo sul Trono, Vanno cercando in questa Reggia i Greci ? Tu, che colpa non hai,tu sei quel folo, Che ver te puoi sperar la Grecia, amica Vien meco, e non temer; per te fi cangia

B

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D'Ilio

D'Ilio il destino, e sol regnar tu devi.
Polid. Mal mi conosci, o Pirro; Polidoro
Non abbisogna de le tue lusinghe.
Note mi son le vostre infidie, il vostro
Implacabile sdegno, e l'odio eterno:
So, che vengo a la morte, e non la temo,
Ch' avrei come sottrarmi ai vostri inganni.

Pir. Generoso che sei, ben si comprende,
Che nel valor punto non cedi ai tuoi.
Ma perchè vuoi far tu la Grecia rea
D'un delitto, che forse ancor non sogna?
Polid. Balta, Pirro; già so qual vengo; ho core
Per morir come gli altri, e se credessi

D'avere altro che morte, io non verrei .
Pir. Andiam qual vuoi, purchè tu venga ai Greci.
Potid. Svenami in questo loco,e col mio teschio
Rendi la Grecia tua paga, e contenta,
Se credi mai ch' io tema,ò ch' io mi penta.

Guardami pur, superbo,

:

Guardami ben in volto,
Se per svenarmi adesso
Senti furor, che basti.
Ettore ho in volto impresso,
Paride è in me raccolto,
Priamo nel cor io ferbo,
Quel Priamo, che svenasti.
Guardami, &c.

Mentre fi vogliono partire fopraggiunge Deifilo, che li ferma.

SCENA II.

Deifilo creduto Polidoro, ed i suddetti.

Greco Orator, s'io nõ travedo.)

De.

Q

Uegli è il

Deifilo va seco? Ah,ch'egli al certo)

Si

(Si finge Polidoro, e mi previene.)
O qualunque tu sia, dimmi ove guidi

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Tra guardie quasi prigioniero il Prence?

Polid. (Qui Polidoro? O inopportuno incontro!)

Pirro, quegli è Deifilo, l'erede

piano a Pirro.

Di Tracia; ei m'ama in guisa, che pretende

Fingerfi Polidoro per salvarmi.

Pir. Andiamo dunque,e non badiamo a indugi. Drif. Fermati, dico, e te lo dico in nome

a Pirro.

Del Redi Tracia, e de la Tracia tutta,
Cui del Prence dovrai render ragione:
Ferma,e dimmi ove il guidi, e perchè il guidi?

Pir. Forse tu solo sei, cui non sia noto,
Perchè meco ne venga Polidero?

Deif. Polidoro? Io lo sono,e quegli è il Figlio
Di colui, che comanda a questo Regno.

Polid. Non tel diss' io?
Pir.

a Pir.

Strana contesa è questa.
Polid. Tu Polidoro? Ah mifero! Non fai

Giò, che ti costerà fingerti tale:

Per guidarmi a morir costui mi cerca.

Deif. Lofo; per questo, che a la morte vada
Chi non è Polidoro, io non confento.
Polid. Già mi conosce Pirro; andiamo adunque.

a Pirro.

Pir. No, che al pari di lui puoi tu ingannarmi.

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a Polidoro.

Prence, se tu sei tale, io quà non venni

بع

a Deifilo.

Per essere da te, da lui deluso.

De. Giuro al Ciel, giuro uro ai Numi, e giuro a quanto

Lice giurar, ch' io sono Polidoro.

Polid. Ah Prence, non mi toglier quella morte,

Che sola mi può far lieto, econtento...

Tu Polidoro? Vedi pur, che fanno
Contraria fede ai detti tuoi le vesti,

E questa gemma, che dei Teucri è segno.
Deif. Tu le cambiasti questa mane appunto
Per ingannar, come ora tenti, il Greco.
Polid. Già Pirro non lo crede. Andiamo, andiamo.

Pir. Non sono pago ancor..

Polid. Ma le mie spoglie

a Pirro.

Son pur di Polidoro; e ancor paventi ?
Pir. Vogliamo Polidoro, e non le spoglie.
Deif. Eccomi dunque; in me s'adempia il fato
Di Troja, in me fi sfoghi tutto il vostro
Sdegno, e di Polinestore la frode.

Pir. Nessun di voi s'affretti, ch' io non voglio
Chi non è Polidoro; e d'esser scherzo
De le vostre contese io son già stanco.
Al Resivada, e il Re di voi decida.
Pirro si vuol partire, e Deifilo lo ferma vedex.
do venire Iliona.

Deif.

SCENA III.

F

Iliona, e detti.

Ermati, ch' Iliona a noi s'avanza; Essa dirà qual Polidoro sia. Regina, a tempo di sedar tu giungi Una inforta fra noi contesa ingiusta. Pretende il Figlio tuo, lo crederesti?; Fingerfi Polidoro, e lo pretende Per andare a morir; tu svela il vero, E dal folle pensiero anche il frastorna. Polid. Madre, s'ami il Fratel, s'ami il tuo sangue,

piano ad Iliona.

Dì, ch'io son Polidoro, ea morte il togli. Ilio. Ch'io dica dunque chi di voi sia quegli

De

Destinato a sfamar l'ira de' Greci?
Chi lo dimanda?
Deif. Io te lo chiedo.
Polid. Iospero.

Ilio. Iuvan ciascun di voi da me lo spera,
Ma più di voi lo spera invano il Greco.
Pir. Ne men lo crederei, se tu il diceffi,
Che, quanto ognun di lor, mi sei sospetta.
Ilio. Non lo dirò, crudele, dpur dirollo
In guisa tal, che di fallir paventi
Odi; fuori di me non ci è chi sappia
Qual Polidoro sia, qual fia mio figlio.
Se Deifilo cerco, ecco il fratello,
Se cerco Polidoro, eccomi il figlio..
Polidoro, Deifilo, fratello,
Figlio, nomi funesti io vi confondo.

Figlio, Germano, Germano, Figlio,
Chi di voi salvi nel gran periglio
Sorella, Madre ancor non so.
Te falvar, Figlio, vorrei, a Deifilo

Ma Fratello tu mi sei:

Te Fratello salverei,

Ma Figliuolo tu mi sei.

a Polidoro.

Abi che forse, per salvarvi,

Ambedue vi perderd!

Seelgasi dunque, e chi voglio si salvi.

Fratel.

Deif. Germana..

Figliuolo.

Ilio. No, che sei mio figlio.

Polid. Madre..

Ilio. Nd, sei mio fratello.

a Deifilo.

a Polid.

Figlio, efratello mio, fratello, e figlio,

a tutti dueе

Per confondervi, e togliervi a la morte,
Ambo siete fratelli, ambo miei figli
Ma per scegliere, e darvi al traditore,

B3

Neffu

L

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