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75.

E de' Centauri celebrò la guerra;
D'Elena il ratto; e 'l ratto tanto inviso
Di Proserpina; andando egli sotterra;
Ù dell' Inferno quei restò conquiso.
Quindi altre istorie quel cantor disserra,
Mentre universo brio coprì 'l lor viso,
Ch' alfin li fè parlar, non più tacendo,
Di prisco onor quell'alme omai pascendo.

76.

E gli uni agli altri sì volti, e conversi
Fean le gesta membrar de' sommi eroi;
Da quei delle Termopili diversi,

Di Salamina, e Maratona noi

Non siam, che in campo armato il re de' Persi
Vinto e disfatto fero insiem co' suoi.

Certo; diversi noi non siam da quelli;
E il tiranno a scacciar si rinnovelli.

77.

Degni figli de' Greci, eccone arriva

Di gloria il tempo, alle armi orsù marciamo;
In ogni core amor di patria viva;

E l'alta origin nostra a ognun mostriamo.
Visse di schiavitù la Grecia schiva;

E a libertà perchè sì noi tardiamo?

Le nostre arme prendiam; via scorra il sangue De' nemici per cui la Grecia or langue.

78.

Ahi! Dove siete antichi duci, uscite

Da' cupi avelli a liberar la vostra

Patria che plora, e esclama. Or via brandite
Quel vetusto valor, che i Greci innostra!
Non vi commuove il pianto or voi che udite,
O degni figli della patria nostra?

E non discende a' cuori, e non rimbomba
Della sua voce la pietosa tromba?

79.

Si purghi l'onta, e la vergogna omai,
Giogo di schiavitù s' infranga, e spezzi;
Tempo già volse d'infiniti guai,
Chè servitù già ne apprestava i mezzi.
Pur si volgano retro i nostri rai,
Affinchè l'ira faccia andare in pezzi
Di crudeltà l'orrende, aspre catene:
E sì il valor ribolle in Greche vene.
80.

Le grandi imprese avverso i fatti indegni
Fero che l'odio più rinforza, e cresce:
E a quante, e a quante lingue, e a quanti ingegni
Quanto accade il ridir, non mai riesce:

L'aër si assorda di furori, e sdegni:

La voce, all' arme, s' ode, e ognor si accresce; Tal che si ascolta pur, che insiem si affretta Coi Greci il Cielo replicar: Vendetta!!!

SAGGIO DI MORALE

Filosofia

« Quis est enim, qui nullis officii praeceptis « tradendis philosophum se audeat dicere? »> Cic. de Offic. lib. 1.o

PREFAZIONE

Infra tutte le umane scienze niuna più della Moral Filosofia è estesa, e generale: imperciocchè le altre si acquistano da taluni soltanto, non possono essere acquistate dalla generalità, sono particolari ad una tale, o tale altra professione, arte, cognizione; laddove i lumi della Morale sono da tutti, e per tutti, sono generali, e comuni alla intera umanità, si estendono dall'individuo alla moltitudine; e ciò è per la natura istessa della Morale; dappoichè essa è maisempre a guida dell'uomo, avendo l'uomo nell'anima a caratteri indelebili impressi i dettami supremi della Eterna Legge, di cui essendo figlia la Morale, dessa è la face che ogni uomo irradia su questa terra; che, quantunque cercasi spegnere talora, costante essa all'uomo risplende o per guidarlo, o se ciò egli non vuole, per fargli a suo ritroso sentire che essa esiste, concitando al rimorso la coscienza. Così essa rende onesto, e virtuoso l'uomo, illuminando egualmente, ed asssociando insieme il patrizio ed il plebeo, il dotto e l'ignorante, l'uomo civile ed il selvaggio.

Or se adunque così estesa e generale è la Moral Filosofia, noi prescindendo dalla diversità di contrade, nazioni, e popoli, tutti desiderando riunire sotto la scorta della Natura, ch'è la gran madre sopra

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