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SONETTO

DI

JACOPO ALIGHIERI

A

MAESTRO PAOLO DELL'ABACO.

Udendo il ragionar dell'alto ingegno,
Che rende lume dell'alto intelletto,
Per mio caro maestro vi ho eletto,
E come a padre a voi ricorro e vegno.

Per un pensier, che nella mente tegno,
Il qual non poco mi tien in sospetto,
E sempre acceso mi starà nel petto
Se con vostra fontana io non lo spegno.

Adunque a tal disio date conforto,

In me spirando vostro gran valore,
Sì che 'l ver chiaro per voi mi sia scorto.

Dir se Amor è pria, che gentil core,
O gentil core pria, che Amor fu orto,
O se più tosto l'un dell'altro muore.

CREDO

D'INCERTO AUTORE

CHE TROVASI IN FINE DELLA CANTICA DELL'ALIGHIERI

DELL'EDIZIONE DEL VENDELINO

Credo in una Santa Trinitate
Padre, Figliuolo, e Paraclito Santo,
Coeterni in una personalitate.

Poi la Sapienza qua giù prese quanto
Della Vergin Beata sempre verace,
Venendo a carcarsi dell'uman manto.
Preso, ligato, battuto senza pace,
Sotto Pilato crocifisso, e sepulto,
Gridando ancora il popolo fallace.
Discese all' Inferno per lo vecchio occulto
E liberollo dalla man superba,
Dotando lui di grazioso indulto.
Poi suscitato dov'è la dolce erba
Ascese, che ciba il coro gloriato,
Scampato, e salvo dalla voglia acerba.
Sedendo al padre dal suo destro lato
Onnipotente, e di tutto Creante

Con lo Spirito Santo da lor due mandato. Ancor nel Mondo tornar giudicante

I vivi, e morti conformi a lor dieta,
Luce donante, e pena conservante.

Credo in la Santa Trionfante, e quieta
Chiesa Cattolica di tutt'i Santi,
Gloriosa Madre Militante, e lieta.
Ancor nel sacro che noi tutti quanti
Ne fa col corpo; e col sangue beato
Esser comune, e del Cielo abitanti.
E nel battesmo da Cristo ordinato
Ho per grandezza la remissione,
E sua indulgenza per nodo ligato.
Ho ferma fede nella surrezione

Del nostro corpo intero sano, e puro Anzi l'eterna, e final professione; Poscia la vita del secol futuro. Amen.

CREDO

DI

DANTE ALIGHIERI

Io scrissi già d'amor più volte in rime,
Quanto più seppi dolci, belle, e vaghe,
Ed in pulirle oprai tutte mie lime.
Di ciò son fatte le mie voglie smaghe,
Perch'io conosco avere speso invano
Le mie fatiche ad aspettar mal paghe.
Da questo falso amor omai la mano
A scriver più di lei io vò ritrare,
E ragionar di Dio come Cristiano.
Io credo in Dio Padre, che può fare
Tutte le cose, e da chi tutt'i beni
Precedon sempre di bene operare.
Della cui grazia terra, e Ciel son pieni,
E da lui furon fatte dal nïente
Perfetti buoni, lucidi, e sereni.
E tutto ciò che s'ode, vede, e sente
Fece l'eterna sua bontà infinita,
E ciò che si comprende con la mente.
E credo, ch'e' l'umana carne, e vita
Mortal prendesse en la Vergin Santa
Maria, che co' suoi prieghi ognor ci aita:
E la divina essenza tutta quanta

In Cristo fosse nostro santo, e pio,
Siccome Santa Chiesa aperto canta.

El qual veracemente, e Uomo e Dio,
E unico Figliuol di Dio nato
Eternalmente Dio di Dio uscio
Non fatto manual, ma 'ngenerato

Simile al Padre, e 'l Padre ed esso è uno Con lo Spirito Santo, ed incarnato. Questi volendo liberar ciascuno

Fu sulla santa croce crocifisso
Di grazia pieno, e di colpe digiuno.
Poi scese al profondo dell' abisso

D' Inferno tenebroso per cavarne
Gli antichi Padri, ch' ebbero il cor fisso
Ad aspettar che Dio prendesse carne
Umana, per lor trar della prigione,
E per sua passion tutti salvarne.
È certo, chi con buona opinione
Perfettamente, e con sincera fede
Crede, è salvato per sua passione.
Chi altramente vacillando crede,

Eretico, e nemico è di sè stesso; L'anima perde che non se n' avvede. Tolto di croce, e nel sepolcro messo, Con l'anima, e col corpo il terzo dì Da morte suscitò, credo, e confesso. E con tutta la carne ch' ebbe qui

Dalla sua Madre Vergin Benedetta, Poi in alto in Cielo vivo se ne gì. E con Dio Padre siede, e quindi aspetta Tornar con gloria a giudicar li morti, E di loro, e de' vivi far vendetta. Dunque a ben far ciaschedun si conforti, E Paradiso per ben far aspetti, Ch' alle grazie di Dio saran consorti: E chi con vizii vive, e con difetti Sempre in Inferno speri pene, e guai Insieme co' Demonii maladetti.

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