Ipazia

Copertina anteriore
Bur, 24 ago 2011 - 279 pagine
Ipazia fu matematica e astronoma, sapiente filosofa, influente politica, sfrontata e carismatica maestra di pensiero e di comportamento. La sua femminile eminenza accese l’invidia del vescovo Cirillo, che ne provocò la morte, e la fantasia di poeti e scrittori di tutti i tempi, che la fecero rivivere. Fu celebrata e idealizzata, ma anche mistificata e fraintesa. Della sua vita si è detto di tutto, ma ancora di più della sua morte: aggredita, denudata, dilaniata, il suo corpo fu smembrato e bruciato sul rogo. A farlo furono fanatici esponenti di quella che da poco era diventata la religione di stato nell’impero romano-bizantino: il cristianesimo. Per la prima volta, con rigore filologico e storiografico e abilità narrativa, Silvia Ronchey ricostruisce l’avventura esistenziale e intellettuale di Ipazia, inserendola nella realtà culturale e sociale del mondo tardoantico, e ci restituisce la vera immagine di questa donna che mai dall’antichità ha smesso di far parlare di sé e di proiettare la luce del suo martirio sulle battaglie ideologiche, religiose e letterarie di ogni tempo.
 

Sommario

Nota dellautrice
Introduzione
I Chiarire i fatti
II Tradire i fatti
III Interpretare i fatti
Indice
Copyright

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Parole e frasi comuni

Informazioni sull'autore (2011)

SILVIA RONCHEY è professore di Filologia classica e Civiltà bizantina all’Università di Siena. Tra i suoi libri, L’enigma di Piero (Rizzoli 2006, disponibile in BUR), con cui ha vinto il Premio Elsa Morante, Il guscio della tartaruga (Nottetempo 2009) e Il romanzo di Costantinopol (Einaudi 2010). Collabora con “La Stampa”, “Tuttolibri” e la Rai.

Informazioni bibliografiche