Immagini della pagina
PDF
ePub

PROSE

DI

GIACOMO LEOPARDI

[merged small][merged small][merged small][graphic][merged small]

EDOARDO SONZOGNO, EDITORE

14. Via Pasquirolo. 14.

1874.

[ocr errors][merged small][merged small]

La vita di Giacomo Leopardi è digiuna di casi e vicende; e tuttavia richiederebbe un lungo volume. Sarebbe quella Storia d'un'anima ch'egli ideava; anima grande, appassionata, impaziente del velo corporeo che la adombrava, e che in brevi giorni consumò pensando ed amando.

«Nato, scrivea egli di sè al conte Carlo Pepoli' nel 1836, dal conte Monaldo Leopardi di Recanati, città della Marca di Ancona, e dalla marchesa Adelaide Antici della stessa ai 29 giugno del 1798 in Recanati. Vissuto sempre nella patria fino all'età di ventiquattro anni. Precettori non ebbe se non per li primi rudimenti, che apprese da pedagoghi, mantenuti espressamente in casa da suo padre . Bensi ebbe l'uso d'una ricca biblioteca raccolta dal padre, uomo molto amante delle lettere. In questa biblioteca passò la maggior parte della sua

1 Il conte Carlo Leopardi, degno fratello di Giacomo, scriveva al Viani il 16 aprile 1845: « L'indole del povero Giacomo apparisce chiaramente nei suoi scritti, e chiunque l'ha conosciuto sa che vi si è rappresentato tutto intero. Casi memorabili non gli avvennero nel tempo che ha passato con me: essendo sempre stata la sua una vita ritiratissima ed uniforme, dedita al solo studio, come si dimostra da ciò che ha fatto. I detti suoi più osservabili credo che si ritrovino tutti nelle sue carte; avendo egli costumato di scrivere tutti i suoi pensieri... >>

Alle fedeli carte raccomandava forse non solo i pensieri, ma i sentimenti che lo commoveano; chè per altro scrivea egli al padre da Pisa, l'8 giugno 1828: «Il mio carattere è di chiudere nel profondo di me stesso tutti gli affanni e le affezioni vere. »

Gran danno che non si sian trovati quei ricordi di cui scriveva il conte Carlo al Viani il 25 ottobre del medesimo anno : « Io ho in mente d'inedito... una Cantica (La Morte), di cui alcuni frammenti (Il Primo amore, e l'elegia Dove son dove fui ecc.), pubblicati dall' autore, non possono a mio parere, destar l'interesse che produceva il tutto insieme; e alcune pagine di memorie sopra pochi giorni della sua gioventù, come sarebbero quelle scritte dall'Alfieri. Quantunque io le abbia vedute un sol momento, già tanto lontano, penso che mostrerebbero in qual modo egli avrebbe trattato le passioni, se la natura gli avesse conceduto altro fuor dei pochi momenti che consecrò alla malinconia e all'ironia.

2 Antonio Raineri nomina pei primi studj di umanità Giuseppe Torres, poi per quelli di umanità e di filosofia insieme, Sebastiano Sanchini, l'uno e l'altro ecclesiastici.

3 Scriveva il 22 dicembre del 1817 al Giordani: «Ho certe opere io nella mia porca bicoccacia che non si sono potute trovare in tutta la nostra veneranda e arcidottissima Capitale (Roma). »

« IndietroContinua »