149 ISTORICHE SOPKA IL SIGILLO XIII. L Sigillo prefente, che fu mio, oggi in più riguardevol mano paffato, richiama alla noftra memoria un illuftre Cittadino di Fano. Nacque Lelio Torelli colà di Giovannantonio di Malatesta Torelli, il qual Malatesta traeva dirit tamente fua ftirpe fino al 1200. comecchè figliuolo di Andrea di Francefco il giovane di un altro Francesco di Gianridolfo di Domenico di Simone di Luca di Attolino di Viviano Torelli, dal qual tempo quefta nobil Famiglia godè fempre in Fano i primi onori. La madre fua fu Cammilla figliuola di Mefser Lelio Gostanzi, il quale come sommo Poeta, ed ottimo Oratore era ftato da Maffimiliano Imperatore coronato, Famiglia anch' effa ivi delle primarie; e la moglie fua fu Lia della nobiliffima Profapia Marcolini. Il tempo della sua nafcita si fu 1" anno 1489. a 28. d' Ottobre. Dal 1512. al 1523 oltre al grado, ch'ei foftenne in Fano di Gonfaloniere, oltre all' avervi fondato la Compagnia di S. Girolamo, venne dalla fteffa Patria impiegato per affari rilevanti in Ambafcerie; ciò furono a Rimini, due volte al Duca d'Urbino, a Firenze cd ed a Roma. Ma prima di ciò fi trova tra i Ricordi di Gio: Antonio Torelli fuo padre, Lelio di pochiffimi anni aver recitato un' Orazione dinanzi al Configlio pubblico della fua Patria. Fu pofcia mandato dal genitore nello Studio di Ferrara fotto Meffer Iacopo Goftanzi fuo Zio, che ivi Umanità Greca, e Latina leggeva. Di 22. anni fi dottorò in Perugia. Fu non molto dopo eletto dal Pontefice Governatore di Benevento. Chiamato pofcia a Firenze per Auditore di Ruota l'anno 1531. e deftinato quivi dal Duca Aleffandro de' Medici come fuo Auditore, venne a decidere in una Caufa contro Lorenzino de' Medici in favore di Cofimo I. da cui dipoi fu creato Senator Fiorentino, fuo primo Auditore, e Segretario. Si hanno fra gli altri parti della fua penna l' Orazione funebre in morte del Duca Aleffandro de Medici, gli Statuti della Religione di S. Stefano; i Capitoli dell' Accademia Fiorentina, di cui fu Confolo. Si trovano belliffimi Confulti, e Pareri in materie Civili, Canoniche, e Cavallerefche. Interpretò la Lege Gallus; compofe molte Ri me Toscane; fece varie Orazioni. Quello però, che qualifica fralle altre la fua penna fiè ciò, che rammenta il chiariffimo Sig. Dottor Giuseppe Bianchini di Prato ne' fuoi Ragionamenti fopra i Granduchi della Real Cafa de' Medici dicendo Il Gran Duca Cofimo I. confiderando il gran teforo, ch' ei poffedeva, e quanto gran bene al pubblico apportare fi potea, fe fatta fi ,, foffe per mezzo delle ftampe una edizione delle ,, Pandette, in tutto, e per tutto efattamente ,, fomigliante al manofcritto Tefto Fiorentino ; », poichè per tal maniera corretti fi farebbero quali ,, infiniti errori, che negli esemplari fino allora » ftam ,, ftampati, erano fcorfi; comandò a Lelio Torelli fuo dottiffimo Auditore, e Segretario, che egli fecondo le regole della buona critica, trafcri,, veffe, e collazionaffe quelle tanto famofe Pandette e poi ftampare le faceffe. Ubbidì il " » Torelli, e coll' aiuto di Francefco fuo figliuolo, ,, conduffe a fine l' Opera intraprefa ec. E poco prima il fuddetto Sig. Bianchini lo aveva mendato come dottiflimo Giureconfulto, e di rara, e profonda erudizione ornato. " com Il narrare quanti Scrittori parlarono delle fuc azioni, quanti compofero in fua lode, quanti a lui dedicarono Opere non è imprefa facile, e da ufcirne così di leggieri. Bafti il dire, che Filippo Saffetti recitò in fua morte una Orazione riportata dal chiariffimo Sig. Canonico Salvino Salvini ne'fuoi Fafti Confolari di grande erudizione ripieni; ove moltiffime cofe fono da vederli di Lelio Torelli, e principalmente rifguardanti la fua pietà. Morì l'anno 1576. con pianto de' noftri, e de' fuoi Cittadini. Francefco mentovato fuo figliuolo fu Auditore delle Bande, ed ebbe per moglie Maria figliuola di Raffaello da Sommaia, nella cui famiglia pafso la data della Chiefa noftra di S. Pier Buonconfi. glio in Mercato vecchio, donata da' popolani di prima al noftro Lelio. Di quefta Maria da Sommaia nacquero Antonio Cavaliere di Malta, e Raffaello Cavaliere di S. Stefano, ed un altro Lelio Paggio nero di Cofimo I. ne' quali fi eftinfe folo quefto ramo di Firenze; di che ne parla il Migliore nella Firenze illuftrata a car. 497. in occafione di dar contezza di quefta Chiefa. Ma venendo al Sigillo, egli fembra, che foffe ufato da lui circa l'anno 1512. |