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et auctoritate, poteftateque noftris prædictis, in quantum buic noftro indulto contraveniant pro bac vice derogamus. Denique te Epifcopum, ac præfatum Ninum, cæterofque nepotes tuos de domo, & familia tua, ac eorum defcendentes, & filios legittimos utriufque fe xus in infinitum nobiles facimus, & declaramus, ac no· bilitatis titulis clementer infignimus. Decernentes, & bac noftra in perpetuum valitura conftitutione statuen tes, quod tu, & ipfi ex tunc in antea perpetuis futuris temporibus pro noftris, & Sacri Komani Imperii veris nobilibus, ab omnibus cuiufcumque dignitatis, & flatus babeamini, & teneamini, omnibufque, & fingulis privilegiis, gratiis, honoribus, indultis, & libertatibus, in omnibus, & fingulis actibus, tam in iudicio, quam extra, etiam fi talia forent, de quibus mentio fpecialis fieri deberet uti, frui, & gaudere debeatis, & valeutis, ac fi in quarto gradu ex latere patris, & matris nobiles procreati effetis, & ficut cæteri noftri, ac Sacri Romani Imperii nobiles, quomodolibet utuntur,& fruun tur, confuetudine, vel de iure. Nulli ergo omnino bominum liceat banc paginam nostræ creationis ceffionis, privilegii, indulii, voluntatis, decreti, derogationis, & gratie infringere, aut quovis temerario aufu contraire. Si quis autem id attentare prafumpferit, noftram, & Sacri Romani Imperii indignationem grav ffimam, ac pe̟nam centum marcbarum auri taties quoties contra fecerit, irremiffibiliter fe noverit incurfurum, quarum medietatem Fifco, feu rario noftro Imperiali, reliquam vero iniuriam passis decernimus applicari. Harum teftimonio literarum noftri Imperialis Sigilli appenfione munitarum. Datum in Civitate noftra Imperiali Augufta die xix. Septembris anno MDXVIII, Regnorum noftrorum Romani xxxiii. Hungaria vera

xxix.

con

Ad mandatum Serenissimi Imperatoris proprium &c.

Tor.

Tornato di Germania Giovanni fi reftituì al fuo Vefcovado, laddove Nino fi trattenne in Roma fino alla morte, che feguì nel 1547. Egli fu Cameriere d'ono re di Clemente VII. e di Paolo III. e ProtonotarioApoftolico Partecipante. Standofi in Roma fu inca. ricato dalla Comunità di Cortona di fapplicare Papa Clemente a voler fare sbaffare la taffa, che avea pretefoil Duca d'Oranges Generale dell' ar mata di Carlo V. che fi pagaffe da' Cortonefi per liberare la Città dal faccheggiamento nell' afs:dio, che vi fi pofe al principio di Settembre 1529. come fi legge al Litro delle Deliberazioni della Cancel, leria di Cortona del fuddetto anno ne' 21. di Settembre, Libro fegnato III. pag. 100. E' fatta menzio. ne di Nino da Giorgio Vafari nelle fue Vite de' Pittori, Scultori, e Architetti; nella Vita di Fra Baftiano del Piombo Veneziano.

Tommafo Braccioli Canonico Cortonese nel Trattato delle Famiglie nobili di quefta Città, par lando della Famiglia Sernini Cucciatti, dice Ha ,, nobilitato quefta Famiglia Monfig. Nino Prelato. nella Corte Romana di buoniffimo nome

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Rinaldo Baldelli anch' egli nel fuo Trattato fi mite dice Viveva l'età pafsata Mefs. Nino Prelato degnifsimo, molto ftimato, e ricco,, Ebbe egli due fratelli: Iacopo, che accafatofi tirò avanti la famiglia, ed Antonio, che dato all' esercizio del Parmi fervì la Repubblica di Venezia, e poi paffando a Rodi fu fatto Cavaliere di quell' Ordine.. Di lui è stata trovata una lettera, che egli fcrif fe di Messina ad un tal Giovanni Coppi fuo.. amico, a cui diè ragguaglio della perdita di Rodi, e dell' arrivo del Gran Maeftro, e della Religio ne nella Città di Messina, la qual lettera è paruto bene quì d'inferirla..

Pra

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Prudens Vir.

Con mia grande fatisfactione pochi giorni doppo essere sbarcato in quefta Città de Messina, me ne andetti alla Chiefa delli Monici de Santo Francefco, et in quefto loco me abbattetti in Frate Tomafso de Cortona, et doppo avere ,, parlato con lo Frate delle cofe dello paefe, me ,, difse che erono passati due anni, che morie M. Giovanni; non te pofso fcrivere lo dolore, che me recde, me fentivo una grande afflitt one in ,, Rodo, et non fapevo perchè. M. Nino mio fra,, tello me fcrifse, ch' era torno de la Magna. Ho ,, perfo lo babbo, et non lo zio. Me aveva fatto raccomandare da M. Giulio de' Meddici confubrino de Papa Leone allo Monfignore Grande Maeftro, che fubbito me fece fuo famigliare, et me mandde Capitano allo Caftello de Santo Pic,, tro, et me dette una Commenda nello Piamonte. Per li peccati noftri, et discordantia delli Chritiani lo Kane delli Turchi è venuto fopra Ro do con Galee, Fufte, Maone, et cinquanta mi lia foldati, et doppo che ce femo defenduti mol. ,,to tempo, Monsignore lo Grande Maestro fi è renduto con pacto, che ce lafcerebbero fortire con tucti gli arnesi de Cafa, et de Chiefa, et le ,, fcripture. Se andò a Cipri, et quando fe tro. vde Galee, e Fute ce femo imbarcati per lo Pa » nente con afsai gente, che hae lafsato lo paefe.. ,, Semo arrivati a Messina lo giorno 20. de Apri le. Monfignore lo Grande Maeftro fe ne vae a Roma per domandare agiuto dallo Papa. Me fono raccomandato per potere andare alla mia magione de Buffarola; che fe me lo permitte non ,, voglio più fortire. Me ha data licentia, eridops po Pantecofte voglio partire. Quae non me ce.

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99

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posso più vedere, perchè femo tanti, che non ce entramo, Panfa, che oltre tutti li Frieri partiti ,, da Rodo, li preti, et li fervienti, hanno feguitato lo noftro gonfalone più de ottomilia Rodiotti, e ,, in Mefsino fe fono trovati tanti altri, che passavano a Rodo. M. Giovanni Corner ne hae fatto parlare se voglio tornare a fervire la sua Si. "gnoria de Venetia. Me efculai, che voglio fervire la mia Religione, et penfare all' altro mon,, do, e che fe doverò fervire nessuno altro, farà la ,, Signoria. M. Frate Tommaso me ha detto, che li fuoi Monici lo fanno tornare a Cortona, ,, che hae hauto imbarco in una Galea de un Genovefe. Me fono che portiate a Iacopo mio fratello le lettere, me dice de sì. Raccomandemi a M. Tadeo, e a Madonna Antonia fua donna, et bene vale.

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Mcfsina die xix. menfis Mai MDXXIII.

99

Uti frater

et

Antonio Sernini de Cortona.

Nella fopraccarta

"Eximio et prudenti Viro Ser Ioanni Coppi.

" Cortona.

Questa lettera tal quale me n'è stata mandata la copia fa vedere, che molti più di 40co. che fcrive il Bofio, furono i Rodiotti, che fuggirono la tirannide del Turco.

1 Benefizj, che rinunziò a Nino Giovanni fuo zio, furono la Pieve di S. Criftofano di Montecchio de' Cucciatti, jufpadronato gentilizio di fua Famiglia: La Parrocchia di S. Andrea della Villa di Bacialla, San Pietro in Villa di Pergo, tutte nella Dioceli di Cortona. Un Canonicato nella Metropoli. tana di Fermo, ed uno nel Ducno di Cortona, Tom. XV.

H

con

:

con altri femplici benefici, effendo tra' Prelati della Romana Corte uno de' meglio provveduti di afse gnamenti, de' quali fi (paglio egli a riferva del Ca nonicato di Fermo, in favore di Domenico di lacopo Sernini fuo nipote, che morì nel 1581.

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