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VOLTA O VOLTADA DEI FIUMI, V. SVOLTA. VOLTA DE LE BARCHE, Volta; Vice; Turno; Vicenda, dicesi la Volta che tocca alle barche ne' loro viaggi e tragitti, ch'è il viaggiare alternatamente TOR LA VOLTA, Furare o Rubar le mosse; Torre o Togliere la volta, Prevenire il compagno cui tocca la volta TOR LA VOLTA LARGA (detto in altro sign.) Voltar largo ai canti, vale Andar con cautela.

VOLTA D'UN FOGLIO, T. degli Stamp. Carta volta, La seconda faccia d'un foglio.

VOLTA SFIANCADA, Volta a schifo rovescio, dicesi d' un arco.

ANDAR UNO A LA VOLTA, Andare alla sfilata, o alla spicciolata, A uno a uno.

A LA VOLTA O A LA VOLTADA DEL SOL, al dichino; Al declive; Alla china; Alla caduta; Al chino del sole.

ANDAR O MENAR IN VOLTA, Andare; Girare; Mandure o Menare in volta, valgono Andar vagando, Andare, Condurre o Man dare attorno, in giro o a spasso. DAB DE VOLTA, Ritornare.

DAR LA

VOLTA AL VIN, Incerconire; Divenir cercone, Audar a male.

DAR LA VOLTA A LA BAKILA, V. Barila. È MEGIO UNA VOLTA CHE MAI, Chi gode una volta non istenta sempre: dicesi di Chi si contenta anche d' una sola volta.

GHE XE QUALCOSSA IN VOLTA O PER VOLTA, La marina è turbata o gonfiala, detto figur. e vale C'è cattivo tempo.

GHE XE DE LE MALATIE PER VOLTA, EUvi andazzo di malattie o di altri effetti naturali, il che diremo anche Influenza.

LASSARSE TOR LA VOLTA, Lasciarsi rubar la volta, Lasciar che altri sia il primo. TOR LA VOLTA, Far la girata, vale Pigliar la strada più lunga.

TUTO IN T'UNA VOLTA, Modo avv. Quand' ecco, cioè Improvvisamente; Impensa

tamente.

Volta, dicesi il Voltare dell' aratolo in solcando la terra, e si dice dello stesso solco circolare, che in conseguenza riesce al termine del campo. Nella Sicilia dicesi TORNA; i Latini dicevano Versura. VOLTÀ, add. Voltato o Volto.

VOLTÀ CO LA PANZA IN SU, Supino, 11 suo contrario è Boccone. V. PANZA.

TEMPO VOLTA, Tempo volto, Messo al buono o al cattivo.

VOLTÀDA, s. f. Voltata; Voltamento; Volgimento.

VOLTADA DE LA CHIAVE, Volta, Girata della chiave per chiudere, o per aprire. VOLTADA D'UN FIUME O D'UNA STRADA, Svolta.

VOLTADA, dicesi per Mutazione; Cangiamento DARSE UNA VOLTADA, Cangiar

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d'avviso o d' opinione. VOLTADINA, 8. f. Rivollatina, Piccola rivolta, in sign. di Rivolgimento. VOLTAR, V. Voltare; Rivoltare; Volgere; Rivolgere; Invertere, Cangiar faceia a qualche cosa.

Boerio.

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VOLTAR EL CANTON, V. CANTON. VOLTAR LA CASA SOTOSÒRA, Rovistare; Rovigliare; Rifrustare e Trambustare TUTA LA CASA VOLTADA COL CULO IN SU, La casa tutta rabbuffata o sgominata o volta sottosopra o trumbustata.

VOLTAR DEL VIN, Rivolgersi, Incerconirsi. V. VIN.

VOLTARLA, Ricoprire, si dice Quando alcuno, il quale ha detto o fatto alcuna cosa che non vorrebbe avere nè detto nè fatto, ne dice alcune altre diverse da quella e quasi interpreta a rovescio o almeno in altro modo sè medesimo VOLTELA CHE LA SE BRUSA O LA SE SCOTA, Maniera fam. Mettete le mani innanzi per non cadere; Si si, rivolta le parole a tuo modo; Rivolla frittata.

VOLTAR LA BARILA O VOLTARSE, Vollarsi; Voltar casacca o mantello, cioè Mutar opinione o pensiero; e talor Rinnegare o Ribellarsi.

VOLTAR LE CARTE DEI LIBRI, Squadernare, Volgere, e Rivolgere minutamente le carte.

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VOLTAR LE CARTE IN MAN, Scambiare i dadi o le carte, Maniera prov. che vale Se ambiare i termini, Pigliar le cose a rovesci o Scambiare i dadi si piglia ancora per Ridire il contrario di quel che si dice, e interpretare in altro modo sè medesimo per ricoprirsi. Il verbo proprio è Ridirsi. V. SCAMBIAR.

VOLTAR LA BRASIOLA, V. BRASIOLA

VOLTELA, MISSIELA, Maniera famil. Seambiatela e rimestatela quanto vi piace: Stuzzicate il vostro cervello; Aguzzate i ferruzzi: cioè Ditela a modo vostro. Datela ad intender come volete; ingegnatevi di giustificarvi, la cosa è come io la dico o la ravviso.

VOLTETE DA UN'ALTRA PARTE, Maniera della bassa gente per voler dire Pensa d'altronde; ovv. D'altronde osserva.

VOLTAR QUALCUN, Svolgere alcuno, Persuaderlo, Indurlo, Farlo cangiar d' opinione.

VOLTAR TROPO PRESTO, parlando del camminar de' cavalli, Rubar la volta, Voltar prima che il Cavalier non vorrebbe.

VOLTAR UN ABITO, Arruffianare un vestilo; Rimberciare; Arrovesciare.

Volta, Comando marin. Quando si vuole, che termini l'azione e si leghi e si fermi la corda con che s'ammainava, s'issava o si faceva altra manovra. VOLTARÈLA, s. f. dicesi all'Ombre, Quando quello de' giuocatori ch'è obbligato a far giuoco, non avendo buono in mano per dichiararlo più a un seme che all'altro,

sperimenta la sorte, alzando, cioè volgendo la prima carta del monte, e allor dichiara se voglia far giuoco a quel seme o

pure riporlo; e quest' atto dicesi FAR LA

VOLTARELA.

VOLTER, s. m. Mascheraio, Colui che fa o vende maschere.

VOLTESINA 0 VOLTINA, S. f. Volticciuola, Piccola volta per Coperta di stanze. VOLTİN, s. m. Archello, Così chiamasi un piccolo arco negli edifizii. VOLTIZOLE, s. f. T. Mar. Voltigliole, Pezzi di legname tagliati a foggia di balaustro, che formano la parte superiore del Tagliamare.

VOLTO (coll' o stretto) s. m. Volto; Viso;

Faccia.

VOLTO, dicesi per Maschera, cioè Quel finto volto che cuopre il viso del Mascherato. Guardagote, dicesi a Quella specie di maschera che custodisce le gote. V. Naso. VOLTO (coll' o aperto) s. m. Volia, Coperta di stanza o di cantina fatta in arco. VOLTO DE LA PORTA, Areale. VOLTO SCULA, Volta stiacciata, Non perfettamente areata.

VOLTO SORA UNA STRADA, Cavalcavia, Arco da una parete all' altra sopra una

strada.

A VOLTO, in volta, L'opposto è In palco; e dicesi degli Edifizii e di Stanze, che in luogo di palchi di legname hanno volte. VOLTOR, s. m. Voce ant. (dal lat. Vultur) Avoltoio,

VOLTÚRA, s. f. T. di nuovo uso e di pratica, sostituitosi alla voce Traslato che si diceva qui ai tempi del Governo Veneto, e che nel Codice civile Austriaco si chiama Trascrizione. Dicesi il Registro che si fa ne' catasti del nome del nuovo possessore di qualche fondo, cassato l'anteriore; Trasportamento da ditta a ditta, da nome a no

me.

VOLTURAR, v. di nuovo uso e comunemente parlato, Traslatare, ch'è l'Operazione di portar ne' pubblici registri al nome del nuovo possessore i beni da lui acquistati, e cassar l'anteriore. Sotto i Veneti dicevasi Tra slatare; ora secondo l'espressione del Codice civile Austriaco, Trascrivere. VOLZER, v. (colla z dolce) Avvolgere, Porre una cosa intorno ad un' altra in giro. V. DESVOLZER e SVOLZER. VOMITAR. V. GOMITAR e i derivati. VON, T. Antiq. che vale Andiamo, plur. del presente del verbo andare. VOSE. V. OSE.

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gliere il voto, Adempiere l'obbligazione assunta col voto.

VOVADA, 8. f. Grillo, Capriccio stravagante. V. MATEZZO GRAN VOVADE, Gran matta fantasia; Che capricci stravaganti. VOVE O VUOVE, s. f. T. de' Pesc. che dicono LE VOVE (coll' o aperto) Uova di pesce.

TRAR LE VOVE, Far le uova; Esser in fregola, Dicesi de' pesci. V. FREGA.

Vove però dicevasi anche in Venezia nel 4521 per Uova qualunque.

VOVÈRA (coll' e aperta) s. f. Ovaia, La parte interiore nella quale gli Uccelli ed altri generano l'uova.

VOVERA, detto in gen. masc. e per agg. a Uomo, vale Lunatico; Capriccioso; Incostante.

VOVÈTO, s. m. Uovicino, Piccolo uovo.

VOVETI, Uovoli, Specie di funghi che hanno nella figura gran similitudine coll'uovo.

VOVO O VUOVO (coll' o serrato) s. m. Vovo, e nel plur. le Uova. Dicesi anche Ovo, e nel plur. le Ova. Fu detto per ischerzo Pillole di galline. VOVI BAZOTI,

e tenere.

Uova bazzotte, Fra sode

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va stantie, che cominciano a guastarsi o che poste a covare sono andate a male. Gli Aretini dicono Uovo boglio.

AVER VOVI SLOZZI O SCHIOZZI, Locuz. ant. e fig. Esser scemo di cervello; Non aver uno il suo senno.

VOVO LENDEGARO, Guardanidio, dicesi Quando l'uovo è naturale; Endice o Indice, s'è artefatto; ed è Quell' uovo che si tien nel covo delle galline.

VOVO CENTANIN, chiamano alcune donne quell' uovo assai piccolo che, a loro detta, le galline sogliono fare sul numero cento. Se un tal fenomeno fosse vero, dovrebbe dirsi L'uovo centesimo.

Vovo DESPERSO o SPELIZZOSO, Uovo sperduto, cioè Quello che nasce senza scorza ma circondato soltanto di pelle.

VOVO GALA, Uovo gallato, fecondato ; Uovo che galla, cioè Che genera il pul

cino.

AVER I VOVI DURI SUL STOMEGO, Aver l'incendito; Aver acidità, stomaco acetoso.

XE MEGIO UN VOVO ANCÙO, CHE UNA GALINA DOMAN, V. MEGIO.

uno

SALTAR EL VOVO, Maniera met. Venire il capriccio, l'estro; Saltare il grillo a ANCUO GHE CORE EL VOVO DE CRIAR, Oggi gli tocca il ticchio di gridare, di strepitare, cioè Gli viene questa volontà, pensiero o capriccio.

ESSER ORA DA VOVI ORA DA LATE, Aver uova e pulcini, detto fig. vale Esser di natura bisbetica No SO SE EL SIA DA VOVI O DA LATE, Non so se sia carne o pesce, detto metaf.

No VOLER GALINE CHE NO FAZZA VOvo, Tirar diciotto con tre dadi, Trattar i suoi negozii con ogni vantaggio possibile.

PAR CHEL ZAPA SUI VOVI, Par ch' egli abbia i piedi di piombo, Dicesi di Chi cammina adagio adagio.

PASQUA DEI VOvi, Pasqua d'uovo, Pasqua di resurrezione. V. PASQUA.

La

METER VUOVI IN DESPÅR, Maniera ant. V. in Coo.

TROVAR EL PELO IN TEL VOVO, Vedere o Conoscere il pelo nell' uovo, Essere o Pretendersi chiaroveggente Cercare o Guardare il pel nell' uovo, vale Mettersi a considerare qualsivoglia menoma cosa. V. in PELO.

ZOGAR A VOVI, V. Zogár.

QUESTI XE VOVI COL MANEGO, Locuzione bassa di rimprovero, metaf. e fam. Questo è un matto capriccio o una strana fantasia o un ghiribizzo nuovo e stravagante; Questa è una scipitezza, sciocchezza, inezia. V. MERDE COL CROSTOLO.

VOVO DE MAR, s. m. T. de' Pesc. Carnume o Uovo marino, Animale marino dell' ordine de' Molluschi, del genere delle Ascidie, detto da Linneo Ascidia rustica. Il suo corpo è di figura ovale allungata, con due aperture superiormente; il suo esterno è gropposo, di color marrone più o meno carico; sta aderente a piante marine, a corpi duri o ad animali. Rassomiglia ad un uovo tagliato per mezzo, onde trasse il nome vernacolo. In qualche luogo si mangia, ma non fra noi. I pescatori dell'Istria gli dicono SPOGNE.

VU, Voi e poeticamente Vui.

VU ALTRI O VUALTRI e VU ALTRE O VUALTRE, Voi; Voi stessi o Voi stesse.

DAR DEL VU, Dar del voi o di voi. DA PER VU, V. DA. VUOÈGA, s. f. T. ant. V. VOLEGA. VUOSE, s. f. T. ant. che vuol dire Face, F. OSE.

VUOVE, V. VOVE. VUOVO, V. Vovo.

VUSSIORIA, Vossignoria e Vosignoria, lo stesso che Vostra Signoria. Titolo che in vece di Voi si dà altrui per rispetto, e per lo più si suole scrivere con le sole V. S. puntate.

X

X

La lettera consonante Icchese, già molto usata da' nostri padri Latini, non occorre nella espressione della lingua italiana. Nel sorgere del nostro dialetto però si vede adoperata in varie voci come in CAXA, FORNAXA, Zoxo, PAXE, SPEXA, EXAMINAR, ec. per far l'uffizio della Esse dolce. Trovasi anche in VENEXIA e da ciò s' apprende che ne'primi tempi della lingua nostra si pronunciasse VENESIA colla s dolce e non VENEZIA Colla z aspra come oggidi.

XE

XE, pronunciato colla vocale chiusa e come se fosse accompagnato da s dolce, è l'unica voce che co' suoi derivati debbe scriversi coll' icchese e non coll' esse, per essere il principio delle parola, e perchè è regola generale che l' esse si pronunzia sempre aspra o naturale e giammai dolce quand' è nel principio delle voci.

XE corrisponde all' Es, Est e Sunt dei Latini EL XE BELO, EL XE BON, Egli è bello; Egli è buono I XE. Quelli sono

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އ

Z. Vedi ZETA.

ZAC

ZA (colla z naturale) Già, Avv. di tempo, e vale Per lo passato.

ZA TEMPO; ZA TRE MESI, Già tempo; Già tre mesi SIN ZA POCHI ZORNI, Infino a pochi giorni sono ZA CHE, Dappoichè Za ch'el vol cussì, Da poi ch' ei vuol così. ZA (che va pronunziato colla z naturale e con inflessione sardonica) Eeh; Mediocremente; Così così; Via via, Ex gr. La tal cosa come fu buona? Eeh, Mediocremente. V. GIA.

ZA, con inflessione aspra, dicevasi a' tempi veneti per sincope di CELENZA ZA PARÒN, per CELENZA PARON; Così ZA MADRE, ZA PADRE per Eccellenza madre; Eccellenza padre COME STALA ZA PARÒN? Come sta di salute, Vostra Eccellenza padrone? V. DENZA.

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ZABAGIÒN, s. m. (colla z aspra) Zabaione; Zabaglione o Zambaione. voci Fiorentine. Specie di bevanda cordiale che si fa con uova, zucchero e vin generoso dibattuti insieme al calore del fuoco. ZACHE (colla z dolce e l' e aperta) Ragaz zo servitore, che va d' ordinario vestito di giacchetta.

ZACO, s. m. (z dolce) Voce ant. Giaco (detto da' Latini Lorica) Arme da dosso fatta di maglie di ferro concatenate insieme, di cui facevasi uso nelle guerre dei bassi secoli.

NO VOGIO STAR SEMPRE COL ZACO INDOSSO, Maniera fig. ant. che vuol dire, Non vo'star più sulle armi; Non vo'più restar in parata; Voglio dimellerle. ZACOLA (colla z aspra) s. f. Zacchera; Pillacchera, Schizzo del fango.

Per metaf. si dice nel sign. di Magagna: Vizio; Pecca, V. TACOLA.

ZACOLA DEL FUSO, Cocca, Quell'annodamento che si fa nel fuso perchè non iscatti quando si gira e si torce.

Zacole de le pIEGORE, Caccole, Per lo sterco che rimane attaccato nell' uscire a' peli delle capre e alla lana delle pe

core.

NETAR DA LE ZACOLE. V. DEZZACOLAR. ZACOLA, V. INZACOLA.

ZAF

ZACOLÈTA, s. f. Zaccheruzza; Zaccherella, Piccola zacchera. ZACOLON (colla z aspra) add. Zaccheroso, Pien di zacchere.

ZACOLONA, Girandola; Vagabonda; Girovaga, Agg. a Femmina ch'è sempre in giro.

ZAFAR, v. (colla z. aspra) è verbo ant. ma che si parla ancora in Murano, da Acciuffare o Ciuffare, che valgono propr. Prendere pel ciuffo, e si usa ancora nel sign. di Prendere o afferrar che che sia con qualche violenza. Sono quasi sinonimi Arrappare; Accaffare; Scaraffare; Arraffiare o Ar raffare Pare non meno che ZAFO sia verbale di ZAFAR.

ZAFARSE, Azzuffarsi, Venire a zuffa, Abbaruffarsi, contrastare, e non che degli uomini si dice degli animali ZAFARSE PER EL ZUFO, direbbesi Acciuffarsi o Ciuffarsi.

ZAFAR è preso anche in senso di Abbr acciare ZAFIME A BRAZZACOLO, Gittami il braccio in collo, cioè Abbracciami. ZAFARA, s. f. T. de' Vetrai, Zaffera, Sorta di mistura di cui il cobalto è la ba se, e serve per tignere il vetro per lo più di turchino.

ZAFO (colla z aspra) s. m. Zaffo; Birro; Sbirro; Birroviere; Satellite, Il basso ministro esecutore che sotto la Repubblica Veneta serviva agli ordini de'tribunali giudiziarii e delle pubbliche finanze, e faceva gli arresti.

ZAFI DA TERA, dicevansi i Birri destinati al servigio interno della Città; ZAFI DA BARCA, Quelli che nelle Lagune giravano in barca per attendere agli oggetti di fi

nanza.

Stradiere, dicesi a Colui che a' luoghi del Dazio ferma le robe per le quali dee pagarsi la gabella.

ZAFO DE PALAE, disse il nostro Calmo parlando del dio Marte, per dire Feroce, Impetuoso, Sbricco, Mariuolo. ZAFRAN O ZAFARAN (colla z dolce) s. m. Zafferano o Zaffarano, Filetti o Stigmi di color giallo che si trovano in numero di tre dentro al fiore d'una cipolla detta Croco o Gruogo domestico, dal nome sistema

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ZAGHETO (colla z dolce) s. m. Cherichetto; Chericuzzo; e dicesi alle volte per disprezzo.

ZAGO (colla z dolce) s. m. Cherico o Chierico, Quegli che ha solo la tonsura o anche gli ordini minori A Padova si chiamano ZAGHI Que' giovanetti che servono alle messe nelle chiese.

DE PRETE DEVENTAR ZAGO, Di Messere diventar Sere; di Badessa Conversa; Far come San Grisante, di maestro lavorante.

EL PRETE CHE PREGA PER EL ZAGO, ▼ PRETE.

ZAGNUCO, V. ZANUCO.

ZAINA (colla z aspra ) s. f. Piattellone; Concola; Catinella; Catinuccio, Piatto di terra con molto fondo.

UNA ZAINA O ZAINADA DE POLENTA, DE LA SAGNE ecc. Un piattellon di polenta; Una catinella.

ZAINO (colla z dolce) Zaino, add. Cavallo baio, sauro o morello, il quale in nessuna parte del corpo abbia pelo o segno naturale di bianco. V. RABICAN. ZALASTRO (colla z dolce) add. Giallognolo; Gialloso; Giallogno e Gialligno, ed anche Giallastro. Propr. Giallo scolorito Falbo, dicesi a Mantello di cavallo.

ZALASTRO, detto ad un Uomo, che abbia il color della sua carne tendente al giallo per infezione de' polmoni, Impolminato. Giallo, dicesi ad uno per Pallido, Smorto. ZALETÈR (colla z dolce) s. m. Venditore di pan giallo, V. ZALETO. ZALETİN s. m. e per lo più in plur. ZăLETINI (colla z dolce) Cibo meno volgare del ZALETO O ZALETI, fatto bensì di farina gialla, ma condito di butirro, ed è una spe cie di ghiottornia. I facitori di questo pane sono per lo più contadini friulani, che girano per la Città gridando ZALETINI COL

BUTIRO CALDI.

ZALÈTO (coll'e serrata) add. Gialletto; Gialliccio; Gialligno; Gialluccio; Rancia

to; Rancio; Dore, Colore che s' accosta al | ZAMBELO, s. m. T. ant. Imbroglio; Intrìgiallo.

ZALETO, detto sustant. Pane giallo, ed è quello ch'è fatto con farina di formen

tone.

ZALETO, s. m. Nome ornitologico, che dassi ad una specie di Beccafico, detto dal Professore Ranzani Sylvia Polyglotta, da da Gmelin Motacilla Hippolais, e da Latham Sylvia Hippolais. È un uccelletto delle siepi che a queste parti si vede grassissimo verso la fine d'autunno; ch'è un po' più piccolo del Beccafico canapino (CANEVELA) ed ha il contorno degli occhi e il di sotto del corpo giallo. Nella Toscana lo confondono col Beccafico.

ZALEZZA, s. f. Giallume; Giallezza, Color giallo, Citrinità.

ZALIZAR (colla z dolce) v. Gialleggiare, Tendere al color giallo.

ZALO (colla z dolce) add. Giallo e nel superl. Giallissimo, Color simile a quello del fele o dell' oro.

ZALO COME UNA ZUCA, V. ZALASTRO. ZALOLIN. V. Zaleto.

ZALTRO, Voce ant. V. ZALTRÒN. ZALTRÒN (colla z aspra) add. Cialtrone; Gaglioffo; Mascalzone; Galeone; Plebeaccio, V. SCALZACAN Cialtrona, la Femmina.

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ZALTRONAR, V. INZALTRONAR.

ZALÙA (colla z dolce) s. f. V. LIterizia. ZALÙME (colla z dolce) s. m. Giallume; Giallezza; Giallore.

ZAMARIA, Giovanni Maria, che comunemente scrivesi Giammaria, Nome proprio di uomo.

STOR ZAMARIA BON STOMEGO, Pappatacci, si dice in modo basso per agg. a Chi soffre cose vituperevoli e tace perchè mangia o ne cava il comodo. Buono stomaco, vale Di poco onore o Uno cui si possa dire liberamente il fatto suo.

SIOR ZAMARIA FA COGIONI. Altra maniera bassa che si dice per agg. a Uomo nel sign. di Fagnone, che vuol dire Scaltro, astuto ma che s' infinge semplice; Gatta di Masino; Gatta morta; Gattone, V. MORGNON. ZAMARO, 8. m. Voce bassa, che vale Vestito grave, Pesante, che fa caldo, e talvolta

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go; Impiccio.

ZAMBERLUCO (colla z dolce) s. m. Zamberlucco, Lunga e larga veste di panno, che usavano i nostri vecchi per ripararsi dal freddo, e che ora più non s'accostu

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ZAMÒRO, s. m. ed anche MORBEO e Citòn, SO sono nomi che si danno da' Maniscalchi ad una malattia del Cavallo e del Bue, la quale consiste in uno scolo bianco dalle narici, che diventa giallognolo e in progresso acre e forma erosioni. Questa è malattia contagiosa fra la specie e dai Veterinarii chiamasi Moccio contagioso.

Un male simile, pur chiamato ZAMORO, patiscono per infreddatura specialmente i Cani barboni.

ZAMPA (colla z aspra) s. f. Zampa; Branca; Rampa, Piè davanti all'animale quadrupede. V. ZATA.

ZAMPA, nel parlar fam. dicesi per Piede malfatto, Piede grande (V. Peazzo) ed anche per Mano, V. MAGNAFARA.

ZAMPE DEI GAMBARI, Forbici o Mani, si dicono quelle degli Scorpioni, de' Granchi, de'Gamberi e d'altri simili animali.

ZAMPA DE GALO, Piè d'uccellino, si chiamano le grinze che si fanno intorno agli occhi verso le tempie, quando l'età comincia a dar la volta.

ZAMPA DE GALO E PIÈ DE PAPAPIGASTRO, o PALPASPILATRO. Parole insignificanti, ma che si propongono per giuoco tra' fanciulli, per la difficoltà che provano alcuni di pronunziarle presto e spiccatamente. ZAMPADA, 8. f. Zampata, Colpo di zampa.

DAR DE LE ZAMPAE, Zampare, Percuotere colla zampa. V. SCALZADA. ZAMPÈTO, s. m. chiamano i Maniscalchi la Stitichezza (così definita da' Veterinarii), cui va talora soggetto il Bue per eccessivo calore o per foraggi aridi, e nel quale l'orina è scarsa ma frequente e il ventre talora gli si gonfia. ZAMPIN, (colla z aspra) s. m. Zampino, Piccola zampa.

Zampino, dicesi poi alla Pelle della zampa del Porco, la quale è riempiuta di salsiccia; ed è cibo pregiato, specialmente lo Zampino di Modena.

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ZAN (colla z naturale) Sincope di ZUANE, che vale Giovanni, Nome proprio di Uomo con questa differenza che diciamo ZAN quando vi va unito un secondo nome: laddove per Giovanni diciamo ZUANE; COme SAN ZAN DEGOLA, S. ZAN GRISOSTIMO, S. ZANIPOLO, ZAN PIERO, ZAN FRANCESCO. V. ZAMBATISTA.

ZANADA (colla z dolce) s. f. Zannata, Commediaccia, Rappresentazione teatrale che riesca cattiva. V. ZANE.

ZANADA, si dice ancora fam. per Baccel leria; Gaglioffaggine, Azione da scimunito.

ZANCA O ZANCheta de fero (colla z aspra) Contrafforte, Arnese di ferro che serve per maggior fortezza delle porte e fine

stre.

ZANCA DE LA BARCA, T. de' Barcaiuoli, Specie di Timone, che consiste in un remo corto che si adatta con legatura all'infuori della poppa, e che serve all' uffizio di timone per guidare una piccola barca, che ne manchi.

ZANCA D'UN FIUME, V. VOLTADA.

ZANCA DEI ANTIPORTI, Bilico, Pezzetto di ferro che si ferma sotto l'angolo delle imposte degli usci, per muoverle con facilità.

FAR ZANCA, Far gomito o angolo, dicesi de'Muri quando escono dalla loro dirittura.

TEGNIR ZANCA A QUALCUN, detto figurat. Tener mano o Tener di mano con alcuno. Esser complice.

ZANCHE, Trampoli, Due bastoni lunghi, nel mezzo de' quali è confitto un legnetto. su cui posa il piede chi vuol passare acqua o fanghi senza immollarsi o infangarsi. ZANCANÈLA, 8. m. (colla z aspra) Voce scherzevole, per dire Mancino, e s' appropria a uomo. V. ZANCO. ZANCO (colla z aspra) s. m. Mancino, dicesi Colui che adopera naturalmente la sinistra mano in cambio della destra.

ZANCO, add. riferito a mano o piede, Sinistro; Manco o Stanco; A mano stanca: A man sinistra.

E TUTA UN TEMPO D'UNA PONTA SMAGIA EL ZANCO A SIER PENIN, CHE CO LA MORTE, EL STETE PIÙ D'UN MESE A FAR BATAGIA. Così leggesi nel poemetto sulla guerra tra i Nicolotti e i Castellani del 1521. Siccome non si sa conoscere qual parte del corpo umano esser possa sotto il termine di ZANco; così l'Autore interpretando questo passo, suppone che il ferito Penin fosse mancino, e che quindi il Poeta siasi valuto di una figura faceta per dire Feri di punta il

mancino Penin.

Il bravo amico dott. Daniele Manin è però d'opinione che siavi un errore di stampa e che in vece di ZANCO debba dire ZACO (Giaco) per farne uscire il senso chiarissimo, poichè si vede che il colpo SMAGLIA il giaco A SER PENIN; e questa opinione sembra anche all'Autore la più ragionevole. ZANCÒNI (colla z aspra) s. m. Zangoni, T. Mar. Tutti i madieri d'angolo acuto, quali sono quelli situati dal madiere del dente sino alla ruota.

ZANE (colla z dolce) s. m. (probabilm. dal lat. Sannio, onis, buffone, mutata la s in z) Zanni, Propriam. Contadino Bergamasco, introdotto poscia nelle commedie per buffone, che ora non è più in uso, ed al quale fu sostituito il Truffaldino. Onde il detto, FAR DA ZANE E DA BURATIN, Far da zanni, che vale Far tutto da sè in servigio altrui Servir di coppa e di mantello, si dice del Fare a uno ogni sorta di servitù, servirlo di tutto punto.

ZANFARDA (colla z dolce) s. f. Gufo o Almuzia e Almuzio, Sorta di pelliccia usata

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