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ora a voi mesce e propina), recarono la Chiesa (oh Dio!) e la persona di sua Santità in quella miseria che questa pia e divota repubblica vide con dolente e lagrimosa faccia troppo lungo spazio durare. Queste medesime lusinghe poi il fraterno ospizio del cristianissimo re Francesco (1) che elle avevano trovato lietissimo ed abbondante di lealtà e di fede e di magnanima benevolenza, renderono incontanente pieno di turbazione, pieno di pericolo, pieno di strida e di duolo e di sangue e di veleno e di morte. Perocchè l'imperadore contro colui, che lui ignudo avendo in mano, cotanto affidato ed onorato l'avea; armato fuori d'ogni convenevolezza e contro ogni umano costume insuperbi ed incrudeli cotanto. Non riconosciamo noi dunque il nobil corredo e i preziosi ar

voi mesce e propina. Così è vero, manca quel neo, ma si perde una considerazione che li parmi assai opportuna e quasi una spronata ai Veneziani. Propinare poi, secondo i vocabolari italiani, è far brin disi, bere alla salute d'alcuno. Ma dicesi ancora del veleno, e significa porgerlo altrui. (V. Carmignani, Jur. Crim. Elem. §. 911, edizione 1834): e il vocabolo presenta quella special perfidia, spesso vela. ta sotto belli sembianti, che accompagna questo misfatto. E in questa significazione, sebbene figuratamente, è usato qui dal Casa, come figuratamente dice veleno le imperiali lusinghe. Anche i Greci e i Latini in più largo senso usavano la voce propinare. (1) Francesco I re di Francia. Benchè tra lui e Carlo fossero state gravissime dissenzioni, ed ac cordi assai gravosi pel re francese, pur egli nel 1539 diede libero passaggio pel suo regno a quell' imperadore che si conduceva in Fiandra a cessare una ribellione.

nesi della tirannia ? cioè le nocive e mortali carezze, e le false e le fraudolenti paci?

Veggiamo ora le sue crudeli amicizie, ed i suoi parentadi riguardiamo, più di quelli di Tereo e più che quelli di Medea, barbari e fieri ed inumani. Rammemoriamoci dunque la buona e leale compagnia che egli nella guerra della Prevesa (1) vi tenne; e se egli non si provò di rubarvi le vostre galee, se egli con esso voi insieme combattè vigorosamente, se egli vi attese i patti, Castelnuovo (2) consegnandovi, se egli non vi lasciò soli in si aspra e pericolosa briga, e se egli nelle vostre necessità e nella vostra carestia vi sovvenne, accendiamogli i łumi e adoriamolo. Ma se egli vi ha nella guerra abbandonati, nella battaglia traditi, nella vittoria ingannati e nella pace assediati e nell'amicizia con gravissima, e miserabile fama in tanta sua dovizia e superfluità tormentati, e quanto in lui era, uccisi; raffigurate in lui la sozza e mortifera faccia dell' orribile Monarchia ch' io vi ho con le mie parole dipinta e dinanzi agli occhi posta. Tali sono le sue amicizie, se renissimo principe.

E i suoi parentadi, quali è come fatti? Bruttarsi le mani nel sangue dell' avolo de'suoi nepoti, e 'l suocero di sua figlia ucciso gittare a' cani e la sua stessa progenie innocente cacciare di stato, sono le sue tenere e parentevoli

(1) Prevesa, città della Turchia meridionale neb l'Epiro. Vedasi Paruta, ivi lib. IX e X.

(2) Città della Dalmazia, nel circolo di Catlaro.

che se la

carezze (1). Per il che certo sono, tirannia potesse le sue voci formare, e le sue parole mandar fuori, ella tutta lieta e tutta festante direbbe veramente è costui della schiera mia, veramente è costui dei miei amici e dei miei più cari e più diletti figliuoli; perocchè quello che già negli antichi tempi il mio Giulio Cesare fece) del marito di sua figlia insanguinato lo veggio, mentre ch'egli d'accostarsi a me ed al mio alto seggio procaccia. Ma omai questa fetida fiera nel suo latrato lasciamo (2).

era moglie di (1) Margherita figlia di Carlo V, Ottavio Farnese quest' Ottavio era figlio di Pierluigi Farnese duca di Parma e Piacenza. I nati pertanto dal matrimonio di Ottavio e di Margherita, erano nepoti di Carlo V. Pierluigi era avolo di questi bambini, e suocero di Margherita. Il préfato Pierluigi alli 10 di settembre 1547 era stato per via di congiura ucciso e la città era stata dipoi occupata e tenuta a nome del suddetto Carlo V. Ecco perchè Casa attribuisce ad esso la uccisione di Pierluigi. Dice poi giltare a'cani, perchè il cadavere del duca, dopo essere stato buona pezza tenuto spenzolone da una finestra, fu gettato giù a ludibrio del popolo, cui tanto erasi renduto odioso: V. il Paruta ivi I. XI. (2) Un valentissimo uomo chiama questa « mara» vigliosa e non mai abbastanza lodata eloquenza, » la quale con sommo dolore io veggio aversi in non divenuti » cale e forse in dispregio dagl' Italiani, >> amorosi dei periodetti, delle stravaganze e delle » astruserie forestiere >>..

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I.

FANCIULLI E VERGINETTE
SPARGETE FIORI A PIENE MANI

SU QUESTO RIPOSO

DI ERRICHETTA MEUCCI

TANTO BUONA E TANTO CARA BAMBINA
MORTA DI ANNI IX

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DI SEMBIANZE ANGELICHE

DI MANIERE AMABILISSIME

FU UBBIDIENTE FU CARITATEVOLE FU DIVOTA

E VISSE SOLI ANNI V

MORI NEL GIORNO DELLO SPIRITOSSANTO

NEL MDCCCXVI

CELSO PADRE E GIOVANNA MADRE

P. (3)

DOLORATISSIMI

Dello stesso

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