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ALLO STAMPATORE LUCCHESE F

SIGNOR GIUSEPPE GIUSTI

L'AVVOCATO FORNACIARI.

Nelle scuole delle lettere il principale esercizio suol essere intorno alla lingua latina; e così ella fosse anch'oggi coltivata con quell'amore con che era una volla! Nondimeno se suole fare scrivere alcuna cosa ancora in italiano: ma mentre dell'altra lingua si tengono autori continuamente fra mano, e sotto la direzione de' maestri si studiano, e col loro aiuto s'impara a conoscerne le bellezze, e dei più bei luoghi si fa conserva nella memoria, e scrivendo si procura di ritrarre da loro: quanto

poi alla lingua italiana, e principalmente alla prosa, si lascia per lo più scrivere a caso, senza che ai giovani siasi punto fatto conoscere su qualche nostro scrittore, che cosa sia buona lingua e buono stile italiano. Ciò mi occorse alla mente, quando (fa ora un quattordici di anni) mi diedi per qualche tempo a insegnar rettorica nel patrio collegio. E per provvedere al bisogno de' miei scolari, andai scegliendo alcuni passi d'italiani prosatori, che dava loro a copiare, e poscia in iscuola faceva leggerli, aggiungendo io a voce quelle avvertenze che stimava utili ; e spesso spesso que' miei cari giovani me li dicevano a mente, senza trascurar punto la solita lezione latina, e così di soprappiù. Ed io non potrei dire con quanto piacere io vedeva, che le loro composizioncelle, invece dell'usata confusione e barbarie, invece di quel tronfio e di quello sforzato che si credeva

alto e bello parlare, prendevano di quella semplicità, di quell'aggiustatezza, di quel garbo e di quell' italiano sapore, che io per questo modo aveva fatto ad essi gustare.

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e

Per maggior comodo de'miei scolari nel 1829 diedi fuori colle stampe quegli esempi; e furono dal pubblico benignamente accolti, e da molti maestri d'Italia adottati nelle loro scuole in alcun luogo eziandio impressi di nuovo. Ma passato io dall' insegnamento delle lettere a più importanti occupazioni, non ebbi mai agio di far quello che, per secondare, pregiatissimo signor Giusti, le vostre preghiere, fo oggi. Vale a dire, ho preso arivedere quel libro, ed ho procurato di migliorarlo come io poteva. Ho pressochè rifatto le considerazioni che io premisi sulla lingua italiana: ad alcuni degli antichi esempi ho sostituito altri più acconci: non pochi ne ho

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