Come la pensava il dottor Lorenzi: confidenze postume di un onesto borghese ...

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Successori Le Monnier, 1907 - 413 pagine
 

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Pagina 62 - Latravan loro addosso, e si schermivano. Fecevi ancora il mastro ignipotente In amena convalle una pastura Tutta di greggi biancheggiante e sparsa Di capanne, di chiusi e pecorili. Poi vi sculse una danza a quella eguale Che ad Arianna dalle belle trecce Nell'ampia Creta Dèdalo compose.
Pagina 24 - Se alcuno viene a me, e non odia suo padre, e sua, madre, e la moglie, ei figliuoli, ei fratelli, e le sorelle; anzi ancora la sua propria vita, non può esser mio discepolo.
Pagina 62 - V erano garzoncelli e verginette Di bellissimo corpo , che saltando Teneansi al carpo delle palme avvi.nti. Queste un velo sottil , quelli un farsetto Ben tessuto vestia , soavemente Lustro qual bacca di palladia fronda. Portano queste al crin belle ghirlande , Quelli aurato trafiere al fianco appeso Da cintola d
Pagina 220 - Vuoisi così colà, dove si puote Ciò che si vuole, e più non dimandare.
Pagina 410 - E se lecito m'è, o sommo Giove, Che fosti in terra per noi crocifisso, Son li giusti occhi tuoi rivolti altrove? O è preparazion che nell' abisso Del tuo consiglio fai, per alcun bene In tutto dall 'accorger nostro scisso?
Pagina 61 - D'un immolato bue, mentre le donne Intente a mescolar bianche farine, Van preparando ai mietitor la cena. Seguia quindi un vigneto oppresso e curvo. Sotto il carco dell'uva. Il tralcio è d'oro, Nero il racemo, ed un filar prolisso D'argentei pali sostenea le viti. Lo circondava una cerulea fossa E di stagno una siepe. Un sentier solo Al vendemmiante ne schiudea l'ingresso. Allegri giovinetti e vcrginelle Portano ne' canestri il dolce frutto, E fra loro un garzon tocca la cetra Soavemente.
Pagina 61 - D'acuta falce armati i segatori Mietean le spighe; e le recise manne Altre in terra cadeau tra solco e solco, Altre con vinchi le venian stringendo Tre legator da tergo, a cui festosi Tra le braccia recandole i fanciulli Senza posa porgean le tronche ariste. In mezzo a tutti colla verga in pugno Sovra un solco sedea del campo il sire, Tacito e lieto della molta messe. Sotto una quercia i suoi sergenti intanto Imbandiscon la mensa, ei lombi curano D'un immolato bue, mentre le donne Intente a mescolar...
Pagina 350 - Patria, senza proprietà individuale e, pei più logici e arditi, senza santità collettiva di famiglia, all'ombra della casa municipale di ogni comune; e quelle negazioni hanno trovato, tra per insana vaghezza di novità, tra per il fascino esercitato dalla forza spiegata da quei settar! in Parigi, un'eco in una minoranza dei nostri giovani.
Pagina 62 - Portano ne' canestri il dolce frutto, E fra loro un garzon tocca la cetra Soavemente. La percossa corda Con sottil voce rispondeagli, e quelli Con tripudio di piedi sufolando E canticchiando ne seguiano il suono. Di giovenche una mandra anco vi pose Con erette cervici. Erano sculte In oro e stagno, e dal bovile usciéno Mugolando e correndo alla pastura Lungo le rive d'un sonante fiume Che tra giunchi volgea l'onda veloce.
Pagina 61 - Senza posa porgean le tronche ariste. In mezzo a tutti colla verga in pugno Sovra un solco sedea del campo il sire, Tacito e lieto della molta messe. Sotto una quercia i suoi sergenti intanto Imbandiscon la mensa , ei lombi curano D' un immolato bue , mentre le donne Intente a mescolar bianche farine, Van preparando ai mietitor la cena. Seguìa quindi un vigneto oppresso e curvo Sotto il carco dell

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