Opere di Niccolò Machiavelli: Prefazione. Istorie FiorentineStamperia reale, Gaetano Cambiagi, 1796 - 2 pagine |
Altre edizioni - Visualizza tutto
Opere di Niccolò Machiavelli: Prefazione. Istorie Fiorentine Niccolò Machiavelli Visualizzazione completa - 1796 |
Opere di Niccolò Machiavelli: citadino e secretario Fiorentino Niccolò Machiavelli Visualizzazione completa - 1819 |
Opere di Niccolò Machiavelli: citadino e secretario Fiorentino Niccolò Machiavelli Visualizzazione completa - 1819 |
Parole e frasi comuni
acciocchè adunque ajuto Albizzi alcuna amici ancorachè Antipapa armi Arti assai autorità avea Bardi Bellisario cacciati cagione capi Carlo case chè chiamato chiavelli Chiesa ciascuno città cittadini congiura consiglio Corso Donati Costui d'Italia Discorsi Dondechè Duca eglino erano famiglia favore fece fecero Federigo figliuolo Fiorentini Firenze forze fuggì furono fusse fussero Ghibellini Giovanni Giovanni Gaddi giudicando gnori Gonfaloniere governo Guelfi guerra Imperatore ingiuria Italia l'armi l'Imperatore libro del Principe Lodovico Longobardi Lucca Machiavelli maggior magistrati mandò medesimo Messer Corso Michele di Lando mille trecento modochè morì morte Napoli Narsete Niccolò Niccolò Machiavelli nimici nobili nuovo Odoacre onori ordine Ostrogoti palagio Pannonia Papa patria pertanto plebe Pontefice popolani popolo potenza poteva prese propinquo ragunare regno renze Repubblica rimase rono rovina Salvestro scritti Segretario Fiorentino seguì Signori tantochè tiranni Tito Livio tore torità Toscana Totila trovandosi tumulto uomini vede venire venne virtù Visconti zione zuffa
Brani popolari
Pagina 161 - Voi cercate far serva una città, la quale è sempre vivuta libera; perché la signoria che noi concedemmo già ai Reali di Napoli fu compagnia e non servitù. Avete voi considerato quanto in una città simile a questa importi...
Pagina 49 - E così i pontefici ora per carità della religione, ora per loro propria ambizione, non cessavano di chiamare in Italia uomini nuovi, e suscitare nuove guerre ; e poiché eglino avevano fatto potente un principe se ne pentivano, e cercavano la sua rovina, né permettevano che quella provincia, la quale per loro debolezza non potevano possedere, altri la possedesse. E i principi ne temevano, perché sempre o combattendo o fuggendo vincevano , se con qualche inganno non erano oppressi, come fu Bonifacio...
Pagina 26 - Erano stati i Longobardi dugento ventidue anni in Italia, e di già non ritenevano di forestieri altro che il nome ; e volendo Carlo riordinare l...
Pagina 163 - Toscana, e se ogni giorno tornassi in questa città trionfante de' nimici nostri ; perché tutta quella gloria non sarebbe sua, ma vostra, ei cittadini non acquisterebbero sudditi, ma conservi, per i quali si vedrebbero nella servitù raggravare. E quando i costumi vostri fussero santi, i modi benigni, i giudicj retti, a farvi amare non basterebbero.
Pagina 227 - Duolmi bene che io sento come molti di voi delle cose fatte, per conscienza *), si pentono, e dalle nuovesi vogliono astenere.
Pagina 226 - Né vi sbigottisca quella antichità del sangue ch'ei ci rimproverano; perché tutti gli uomini avendo avuto un medesimo principio sono ugualmente antichi , e dalla natura sono stati fatti a un modo. Spogliateci tutti ignudi, voi ci vedrete simili; rivestite noi delle vesti loro ed eglino delle nostre, noi senza dubbio nobili, ed eglino ignobili parranno; perché solo la povertà e le ricchezze ci disagguagliano.
Pagina xliii - ... imperio, il quale, reggendosi sotto quel nome, non permetteva che gli scrittori parlassono liberamente di lui. Ma chi vuole conoscere quello che gli scrittori liberi ne direbbono, vegga quello che dicono di Catilina; e tanto è più biasimevole Cesare, quanto più è da biasimare quello che ha fatto, che quello che ha voluto fare un male. Vegga ancora con quante laude ei celebrano Bruto; talché non potendo biasimare quello per la sua potenza, e
Pagina 172 - Avendo pertanto mandato fuori a provvedere di gente, fece una lista di trecento cittadini, e gli fece da' suoi sargenti, sotto colore di volersi consigliare con loro, richiedere; e poiché fussei'O adunati, o con la morte o con le carceri spegnerli disegnava. La cattura di Antonio Adimari , e il mandar per le genti, il che non si potette far segreto , aveva i cittadini, e massime i colpevoli, sbigottito; onde dai più arditi fu negato il volere ubbidire.
Pagina xciv - La nostra religione ha glorificato più gli uomini umili e contemplativi che gli attivi.
Pagina 164 - Firenze per suo ordine di sette, ambizione ed inimicizie si privasse, se le renderebbe, non terrebbe la libertà. E come a prendere questo carico non l'ambizione sua, ma i prieghi di molti cittadini lo conducevano , perciò farebbero eglino bene a contentarsi di quello che gli altri si contentavano.