Opere di Niccolò Machiavelli: Prefazione. Istorie Fiorentine

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Stamperia reale, Gaetano Cambiagi, 1796 - 2 pagine

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Brani popolari

Pagina 161 - Voi cercate far serva una città, la quale è sempre vivuta libera; perché la signoria che noi concedemmo già ai Reali di Napoli fu compagnia e non servitù. Avete voi considerato quanto in una città simile a questa importi...
Pagina 49 - E così i pontefici ora per carità della religione, ora per loro propria ambizione, non cessavano di chiamare in Italia uomini nuovi, e suscitare nuove guerre ; e poiché eglino avevano fatto potente un principe se ne pentivano, e cercavano la sua rovina, né permettevano che quella provincia, la quale per loro debolezza non potevano possedere, altri la possedesse. E i principi ne temevano, perché sempre o combattendo o fuggendo vincevano , se con qualche inganno non erano oppressi, come fu Bonifacio...
Pagina 26 - Erano stati i Longobardi dugento ventidue anni in Italia, e di già non ritenevano di forestieri altro che il nome ; e volendo Carlo riordinare l...
Pagina 163 - Toscana, e se ogni giorno tornassi in questa città trionfante de' nimici nostri ; perché tutta quella gloria non sarebbe sua, ma vostra, ei cittadini non acquisterebbero sudditi, ma conservi, per i quali si vedrebbero nella servitù raggravare. E quando i costumi vostri fussero santi, i modi benigni, i giudicj retti, a farvi amare non basterebbero.
Pagina 227 - Duolmi bene che io sento come molti di voi delle cose fatte, per conscienza *), si pentono, e dalle nuovesi vogliono astenere.
Pagina 226 - Né vi sbigottisca quella antichità del sangue ch'ei ci rimproverano; perché tutti gli uomini avendo avuto un medesimo principio sono ugualmente antichi , e dalla natura sono stati fatti a un modo. Spogliateci tutti ignudi, voi ci vedrete simili; rivestite noi delle vesti loro ed eglino delle nostre, noi senza dubbio nobili, ed eglino ignobili parranno; perché solo la povertà e le ricchezze ci disagguagliano.
Pagina xliii - ... imperio, il quale, reggendosi sotto quel nome, non permetteva che gli scrittori parlassono liberamente di lui. Ma chi vuole conoscere quello che gli scrittori liberi ne direbbono, vegga quello che dicono di Catilina; e tanto è più biasimevole Cesare, quanto più è da biasimare quello che ha fatto, che quello che ha voluto fare un male. Vegga ancora con quante laude ei celebrano Bruto; talché non potendo biasimare quello per la sua potenza, e
Pagina 172 - Avendo pertanto mandato fuori a provvedere di gente, fece una lista di trecento cittadini, e gli fece da' suoi sargenti, sotto colore di volersi consigliare con loro, richiedere; e poiché fussei'O adunati, o con la morte o con le carceri spegnerli disegnava. La cattura di Antonio Adimari , e il mandar per le genti, il che non si potette far segreto , aveva i cittadini, e massime i colpevoli, sbigottito; onde dai più arditi fu negato il volere ubbidire.
Pagina xciv - La nostra religione ha glorificato più gli uomini umili e contemplativi che gli attivi.
Pagina 164 - Firenze per suo ordine di sette, ambizione ed inimicizie si privasse, se le renderebbe, non terrebbe la libertà. E come a prendere questo carico non l'ambizione sua, ma i prieghi di molti cittadini lo conducevano , perciò farebbero eglino bene a contentarsi di quello che gli altri si contentavano.

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