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vale il leccio, e nell'una e nell'altra. specie sono spesso a vedere, ne' luoghi ove non giunse nè il ferro nè il fuoco, individui colossali, quali parimente si vedono tra gli olivi silvestri.

Il Taloro bagna la parte australe del territorio di Olzai, dove esso confina con quello di Teti, e quando ingrossa per le pioggie o per lo scioglimento delle nevi non è possibile il guadarlo, talvolta fin per due mesi, sicchè devono con lungo circuito prender altra via quelli che vogliono andare con qualche carico nella parte meridionale, mentre gli altri devono rischiar il passaggio sopra una o due travi che da una all'altra sponda, dove sono prossime ed alte, stendono i pastori, finchè questa maniera di ponte non si tolga dall'elevamento delle acque.

Nelle sue escrescenze scende l'acqua con tanta rapidità, che sbarbichi gli ontani, i salici e gli altri alberi che sorgono sulle sue sponde; però queste sono già in massima parte sgombre de'molti vegetabili che vi verdeggiavano, ed ora i seminati patiscono molto per le cresciute innondazioni, e spesso non rendono ricompensa a' lavori del colono.

Scorre, come ho notato, entro il paese un ruscello, che nasce ne'salti prossimi al comune di Ollolai, e cresce dalle molte acque delle scaturigini che sono nelle pendici, il quale nell'autunno se sia piovoso, e sempre nell'inverno e nella primavera muove con sua corrente una dozzina di molini da grano in mezzo all'abitato, e irriga a una ed altra sponda vari orti e giardini.

A questo si uniscono altri quattro rivi, e uno di essi proveniente da' monti detti di s. Basilio (dove già furono i Francescani, di cui si parlò nell'articolo Ollolai e altrove), il quale traversa il vigneto.

In altro tempo eran nel fiume maggiore e in questo rivo de'nassai, ma le precipitose piene distrussero le opere, ed ora si usano le reti, o altro modo facile di pesca. I pastori nel loro ozio attendono a insidiare i pesci, prendono trole e anguille, e procuransi colla vendita qualche lucro. Quando possono operare in due o tre allora si compone una lunga fiaccola di legni sottili e secchi, e nell'oscurità della notte uno va avanti sostenendo alto il lume, l'altro segue con

l'obiga (rete a borsa) e va presentandola ai pesci che fuggono nell'abbagliamento.

I cacciatori se non trovano ne'salti di Olzai mufioni, daini e conigli, incontrano però frequenti i cervi ei cinghiali. Questi ultimi sono in tanto numero che fanno grandissimo guasto nelle vigne e ne'seminati.

Nella specie de'volatili non mancano gli uccelli maggiori di rapina, sono molto propagate le pernici, le tortorelle, i colombi, le gazze. I merli, i tordi sono in grandi sciami, gli usignuoli e altri uccelli gentili di canto molto diffusi.

Popolazione. Nell'articolo Nuoro segnammo la popolazione di Olzai, che si componeva di anime 1060, distinte in maggiori d'anni 20 maschi 290, femmine 315, ed in minori maschi 230, femmine 225, distribuite in famiglie 255.

I numeri medi del movimento risultarono i seguenti: nascite 40, morti 25, matrimoni 12.

L'ordinario corso della vita è a 65; molti periscono nella prima età per difetto della necessaria cura, e pochi sorpassano gli anni 80.

I giovani patiscono e muojono dalle infiammazioni, e soventi dal dolore di punta, il qual malore colgono per aver la persona maldifesa contro le repentine variazioni atmosferiche, e perchè affaticati caldi e sudati bevono dalle fredde fonti o si espongono al fresco. Molte donne soffrono l'asma.

Nell'estate e nell'autunno dominano le febbri intermittenti, le terzane semplici e doppie, contro le quali usano generalmente la centaurea, di cui è molto produttivo il salto.

Il carattere degli olzaini è piuttosto da lodare perchè rispettosi all'autorità, e degli altrui diritti, sinceri nell'amicizia, religiosi e laboriosi. È da molto che cessando dalle inimicizie vivono tra loro tranquilli, e pochi si hanno a dolere, se pure i salti non sieno infestati da alcuna masnada di banditi, che spesso si arrestano ne' medesimi per il comodo del rifugio che hanno contro la persecuzione nei

monti.

Si distinguono per una pronunzia particolare da non potersi apparare da un forestiero che vi si stabilisca se non dopo lunga consuetudine.

Molti sono in Olzai i proprietari, ma pochi quelli che ab

biano assai di più sopra i loro bisogni. Abitano nel paese otto famiglie nobili che avranno circa 38 persone.

Le principali professioni sono l'agricoltura e la pastorizia, e sono applicati alla prima uomini 180, alla seconda 200. Nei mestieri necessari sono occupate circa venti altre persone, non poche delle quali alla stagione fanno le opere agrarie. Noterò sopra questi quattro notai, un chirurgo, tre flebotomi, ecc.

Le donne nell'inverno lavorano a tesser tele e panni per il bisogno delle famiglie e anche per guadagno, nella primavera e nell'estate raccolgono fieno per formare canestri e corbe, nell'autunno a far olio dalle bacche del lentisco, de'quali articoli mettono in vendita una notevole quantità. Alla scuola primaria concorrono circa 25 fanciulli, gli altri sono impiegati al servigio famigliare, e il meno che fanno è di andar a raccoglier legna nel salto e portare a casa il fascetto. I più sono mandati a pascolar i buoi o qualche piccol branco di pecore o agnelli.

Agricoltura. Il terreno d'Olzai è più atto al seme dell'orzo, che a quello del grano, del quale però si semina con vantaggio in certi siti, come parimente si fa de' legumi in alcune vallette ben difese da' venti freddi e nelle sponde dei fiumi similmente coperte.

I numeri della seminagione li indicai già nell'articolo Nuoro provincia -Tabella dello stato attuale dell'agricoltura-nolando starelli di grano 100, d'orzo 700, di legumi, cioè piselli bianchi, rossi ecc., fagiuoli, fave ecc. 30.

La produzione dell'orzo in terreni aperti suol essere del 15, in terreni, concimati di ceneri di vegetali o d'altro, anche del 50; quella del grano dell'8 o del 10; quella de'legumi del 14. Poche famiglie cibansi di pane di frumento, nelle altre mangiasi l'orzato.

Negli orti si coltivano cavoli, zucche, cipolle, pomidoro, e principalmente la patata, dalla quale molti hanno una gran parte del vitto, e presto avranno ancora del lucro.

La coltura del lino già abbandonata si va ripigliando, e si può fissare che la quantità della fibra non sia minore di canlara 6. Il canape, che viene assai meglio, non sarà meno di cant. 26. Questo si tesse e serve al vestiario.

7 Dizion. Geogr, ecc. Vol. XIII.

Le vigne occupano una grand'area, e prima erano molto meglio coltivate per il guadagno che aveasi dalle medesime quando vendevasi gran copia di mosto a' paesi vicini. L'introduzione del vino rosso della Ogliastra, che è molto lusinghiero al gusto, lra fatto cadere il commercio di quest'articolo, che forse era superiore al prodotto che ottenevasi pe' frutti pastorali. Il vino gentile è però ancora pregiato, e quando sia attempato di tre o quattro anni può scangiarsi in qualche vino forestiero de' più riputati.

Una parte del mosto bruciasi per l'acquavite.

Notai già il numero de' fruttiferi (luogo citato) non minori di 7000 individui di quasi tutte le specie che si sogliono coltivare in altre regioni di clima più benigno, castagni, noci, nociuoli, ciriegi, peri e pomi svariatissimi, susini, peschi, fichi, olivi, mandorli, agrumi ecc. Le specie però più numerose sono i mandorli, i peri, i noci, de' quali si fa un considerevole smercio negli anni di fertilità.

Gli agrumi in piena terra lungo il ruscello che traversa il paese, se non li offenda alcun poco il ghiaccio, danno frutti d'ottimo gusto.

I gelsi sono in piccol numero, e però è ristretta la coltivazione dei bachi. La poca seta che si ottiene è operata in calzette o venduta alle donne orgolesi che ne tessono bende per il capo, come usano in quello e in altri paesi.

Le tanche sono in piccol numero, e complessivamente con le vigne e i piccoli poderi occuperanno il quinto incirca dell'area territoriale.

Le più vicine si fan servire per la seminagione e per la pastura del bestiame manso, le più lontane parimente per la cultura de' cereali e per pascolo al bestiame rude.

Pastorizia. In questo territorio è pastura per tutte specie di animali, e potrebbesi avere in maggior copia se si volesse provvedere al nutrimento di alcune nell'inverno, come si potrebbe fare comodamente formando de'prati, dove si può fare irrigazione, e facendo incetta di fieno.

Ho notato il numero de' pastori soverchiante quello degli agricoli e il numero del bestiame manso e rude nelle varie specie come puoi vedere nella Tabella dello stato attuale della pastorizia art. Nuoro: buoi 500, vacche 70, cavalli 200,

majali 50, giumenti 66, capre 940, vacche 650, cavalle 30, pecore 5200 (correggi la citata tabella), porci 960. — Ora i numeri sono alquanto cresciuti.

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Il bestiame domito si nutrisce nel prato comunale, nei chiusi, nelle tanche, e d'inverno nelle vigne; il rude nelle tanche, ne'salti proprii e in quello di Locheli che è nel marchesato di Neoneli.

Il prodotto tanto nel feto che nel formaggio è di mediocre bontà. Negli anni di ubertà vendesi il bianco a Orosei per i napoletani, il fino al dipartimento di Bosa. I tori sebbene non molto grandi son venduti con riputazione nelle parti di Sassari e ne' campidani d'Oristano e di Ales.

Ignorasi la veterinaria e i pastori patiscono non di rado gran detrimento perchè non sanno preservare le loro greggie e gli armenti da certi malori, e non curarli.

Religione. La parrocchia d'Olzai soggetta prima all'arcivescovo d'Oristano, poi compresa in quella di Galtelli, è amministrata da un rettore, cui prestano assistenza tre viceparrochi.

La chiesa maggiore, piuttosto grande e a tre navate, si intitola da s. Giovanni Battista, ed è fabbricata da circa 300 anni.

Prima che in questa, faceansi gli ufficii parrocchiali nella chiesa pur a tre navate, che si nomina da s. Barbara, che serve di oratorio a'confratelli della s. Croce, e servi all'inumazione de'cadaveri. Ora si seppellisce nel suo cortile, perchè finora non si è formato il campo-santo.

Nel salto sono due cappelle, una a ponente, alla distanza di tre quarti d'ora intitolata dell'arcangelo Gabriele, l'altra a levante che si appella da s. Sofia.

La festa più solenne e popolare è per s. Barbara, che si celebra addì 28 agosto, o nella domenica prossima se cadde il 28 in giorno di magro.

È festa, come dicono, di corriolu, perchè i provveditori della medesima offrono a tutti gli ospiti, quanti che essi sieno, del pane e un pezzo di carne.

Antichità. Sono entro i termini d'Olzai sei nuraghi, uno detto di Ludorioe, due nel sito di Elenuie, il quarto in Lochilo, il quinto in Comiddo, il sesto in Sorghiddai. L'adito

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