Cesare Vecellio, appresi i principii dell'arte pittorica da Francesco, fratello maggiore di Tiziano, si perfezionò alla scuola di questo grande maestro. Ma se non fosse stato autore dei libri sopra descritti, nessuno piú ne ricorderebbe il nome. Dopo l'anno 1600 di Cesare Vecellio non si ha piú notizia, essendo morto circa quel tempo. I biografi dicono ch'egli fu piú noto come maestro d’intaglio che come pittore. L'abate Zani cerca TO. ALTER dimostrare con buoni argomenti che egli fece i disegni ma non gl'intagli DIVERSAR.NATIONVM delle sue opere, sopra de HABITUS NUNC PRIMUM scritte. Ma a me pare piú EDITI & PE.BERTELLIO quib. addita sunt probabile ch'egli non po ORDO ROMANI IMPERII tendosi segnalare nella ab OTHONE II. inftitutus POMPA REGIS TURCARVM pittura, siasi dato, come G tanti altri pittori, suoi con PERSONATORVM VESTITVS temporanei, alla incisione. uarij. quorum est in Italia frequens usus. Essendo la piú parte dei Ad generosissimú & quitem,et D. D. Wolfgangum Ludou. disegni de' costumi attri ab Hutten,etc. buiti al Tiziano, se egli non li avesse almeno intagliati, qual merito gliene resterebbe? Quanto alla raccolta di merletti è notevole ch'egli nelle date finali del libro, pone: Venetia, appresso Cesare Vecellio, il che, secondo l'uso di quel tempo, vorrebbe dire ch'egli n'è stato non solo l'intagliatore, ma anche il calcografo. C. Lozzi. UN VOLUME CON POSTILLE AUTOGRAFE ED INEDITE DELL'UMANISTA SEBASTIANO SERICO SPESSISSIMO mo incontriamo in antichi volumi note marginali che ne tolgono, anziché aumentarne, il valore, perché senza recare alcun contributo letterario o scientifico, guastano la bellezza estetica dei libri. Purtroppo dobbiamo lamentare che i possessori di questi libri chiosati non prestino sempre attenzione alle postille manoscritte, e molti collettori le facciano spesso sparire per la smania di aver volumi belli e puliti; pericolosa manía, per la quale chi sa quante cose interessanti ed utili saranno andate perdute?! Un libro qualunque che apparteneva ad un personaggio illustre il quale, usandolo, lo postillò, acquista per molte ragioni un pregio speciale, mentre fra i bibliofili, particolarmente della Francia, è invalso il costume di apprezzare maggiormente i volumi per il loro aspetto esterno e d'illustre provenienza, quando le loro legature portano gli stemmi dei proprietari. Chi vorrebbe negare il valore speciale ad un libro che recasse postille del Savonarola, di Lutero, di Melantone, ecc., o dire che il suo valore sia inferiore a quello d'un libro appartenuto, a mo' d'esempio, alla marchesa di Pompadour, ecc., di cui porta le armi sulla legatura? Sono venuto or ora in possesso d'un volume che contiene due edizioni principi di somma rarità e di straordinaria bellezza; ma quello che forma il maggior pregio del volume, sono le numerose postille greche e latine di mano dell'umanista romagnuolo Sebastiano Serico. Il libro contiene la prima edizione dell'Euclide stampata da Erhard Ratdolt a Venezia nel 1482, e la prima edizione con data certa dell’Astronomicon di Marco Manilio, impressa a Bologna da Ugone Ruggeri e Donino Bertocchi nell'anno 1474. Do in nota ') la descrizione bibliografica di 1) Euclides. Preclarissimus liber elementorum Euclidis perspi- | cacissimi: in artem Geometrie incipit quãsoelicissime. (In fine :) ( Opus elementorů euclidis megarensis in geometriã artē. In id quoqz Campa- | ni pspicacislimi Cõmentationes finiūt. Erhardus ratdolt Auguflensis impresor | folertiffimus. venetijs impreslit. Anno falutis. M.cccc.lxxxij. Octauis. Caleñ. | Iuñ. Lector. Vale. in folio. (Hain *6693]. Il titolo sovracitato leggesi nel recto della 2a carta (lin. 1-2) ed è stampato in rosso; dopo il quale comincia il testo (lin. 3-39); il tutto ornato per tre lati da bel contorno impresso in legno. La 14 carta horecarissimú opus elementoz Euclidis megarésisýna củ có: mentis Lampani pfpicacissimi in arte geometria incipit felicii. Unctus est cuius ps 11on cft. Linea eft Danctus longitudo fine latitudiecuius quidein cr/ Lines Zinca curva supficcs plana. ruus cócactus:quay expamo eft faper la Diameta lipce reae ad arcúferenciá efeútes libiingice sunt equales.Eibic quidé pana céty circuli dicií. I Diameter circuli è linea recta a fupcio centy tranfics eftremiratesq;luas circúferente applicans circulú in dao media dwidir. Semicirculus é figura plana dia Dorgio maior metro circuli z medietatc circüfcrentie corenta. Porno circolt eft figura plana recta lunca a parte arcúferente córcnta: semicircu lo quidem gat maioz aut minor. Kectilince figure lut que rectis lineis cocinent quan quedá trilatereştriborecas lineis (quedam trirjeqlularex quadrilatcre a quatuoi recais lineisladá molalarere aplaribas 93 quatuor rectis lineis continentur.asiguray rrilarerarum:alia cft triangulus babens tria latera cqualia Älia triangulus duo babes equalia lateralAlia triangulus triū unequaliu laterúlliarú iteruz Origoniso :Dogorias embligocios alia eft ozbogoniu vnú.l.rectú angaluni babens. Alia eft ambli goniam aliquem obtusum angulom babcns Alia elt origonium: Intregó lóg? qrarus belmuai in qua tres angoli sunt acua. Signrarum autem quadrilateraru. Alia eft quadrarú quod é equilateruz atq; reaangulu Alia citre tragonas longus:qne eft figara recangula:sed equilatera non eft Alia et belmaaym: que eft equilacera: sed rectangula non cft. Euclide, Venetiis 1482. queste due edizioni. L'Euclide è un capolavoro dell'arte tipografica ed in pari tempo il primo volume in cui trovansi figure matematiche. Stampato su carta fortissima, con larghi margini ed ornato d'un magnifico contorno e di piú di cinquecento splendide lettere iniziali, questo volume ci presenta in ogni sua pagina un quadretto, che l'occhio non si stanca d'ammirare. Il facsimile ridotto della prima pagina, che accompagna questa nota, ne dà un saggio eloquente. Il Manilio, pubblicato a Bologna otto anni prima dell’Euclide, è stampato elegantemente con caratteri romani assai minuti di taglio regolare ed artistico. La carta è pure d'ottimo impasto e non inferiore a quella dell'Euclide ; i margini straordinariamente grandi. Alcune pagine non portano che pochi versi stampati, mentre gli spazi rimasti in bianco erano destinati per ricevere le figure matematiche. Questo volume apparteneva nell'anno 1827 al pesarese Antaldo An contiene nel verso una lettera dedicatoria dello stampatore, con l'indirizzo: [ Erhardus ratdolt Auguflensis impressor. Sereniflimo | almo vrbis venete Principi Ioanni Mocenico S. L'intero volume consta di 138 carte senza numerazione e senza richiami; con le segnature a-r ed è stampato in caratteri gotici di due dimensioni. L'ultima carta è bianca. • نے ? AMEN verso MARCI MANLII (sic) POETAE CLARISSIMI AS I TRONOMICON AD CAESAREM AVGVST | VM LIBER PRIMVS. Ş. (In fine:) BONONIAE IMPRESSUM PER ME VGONEM | RUGERIVM. ET DONINUM BERTOCHVM | ANNO DOMINI. M.CCCCLXXIIII. DIE VIGESI | MA MARTII LAVS DEO in folio. [Hain 10707). La la carta è bianca, ed il titolo sopracitato trovasi sul recto della 2a. Sul recto della 28a carta finisce il secondo libro di Manilio, il suo verso e la carta susseguente (29a) sono bianchi. Il poema finisce sul verso della 63a carta; la 64% contiene poche parole d'un autore rimasto sconosciuto intorno al Manilio e la sua opera e l'indice dei capitoli della medesima. La 659 carta recto porta un indice delle figure che doveano essere poste sotto ogni capitolo di Arato ma che non furono stampate, essendo rimasti bianchi tutti gli spazi per esse destinati. Il verso della 659 carta è bianco. Sul recto della 66a carta comincia il poema di Arato: ARATHVS GERMANICI AD AVGVSTVM e finisce sul verso della 87a carta col * Haec eadem tibi figna dabunt non irrita pisces < > ? FINIS ? seguito dalla sottoscrizione tipografica qui sopra riprodotta. Hain non ne vide alcun esemplare, ed altri bibliografi misero persino in dubbio l'esistenza di quest' edizione, alla quale il De Bure nella sua Bibliographie instructive, Paris, 1764, N.° 1974, appose la seguente nota : « Cette édition est fort rare, et elle n'est pas ancore bien connue ni bien décidée. Les bibliographes qui en ont parlé, ne s'accordent point à son sujet; les uns l'ayant annoncée comme imprimée par Ugo de Rogeriis, les autres ayant prétendu qu'on en avait l'obligation à Baldassare Azzoguidi, tous deux imprimeurs à Boulogne dans le même temps, il y en a qui n'en font même nulle mention, d'autres en nient l'existence et d'autres enfin ont parlé de l'édition imprimée à Milan 1489, comme de la première de ce livre: on a encore soutenu que la primauté d'édition était due à celle qu'on assure avoir paru à Rome en 1484, pendant que d'autres disent que c'est Florence qui lui a donné l'existence dans la même année, toutes deux avec des commentaires. Cette variation d'opinions, qui ne sont point appuyées sur des preuves concluantes d'aucun côté, ne pouvant nous mettre en état de dire rien de bien certain sur ce sujet, nous sommes obligés d'attendre que le temps et le hazard en aient fait découvrir quelque exemplaire qui puisse éclaircir les doutes que nous avons sur cette édition, et lever les difficultés qui nous empêchent d'en parler » etc. quo lorte 2 Fulminu uport plura genese traduntur. Que siera menumz nãodeiroma : fodifipoma : Etouruinty entitir ypamenrip nullo, alio vempio velicto mat- quero ip Encidos! qelem signo gre? 'Eripuita ioui fulmeh:uiresos tenantis. offlonis uentis: & quod quidt . lege feptori aut fulmio Omniaq ad numen mundi faciem moueri. Porter Significado Vt poflim rerum tantas emergere moles: pretasápas Topelzs úvouastoplisi folyMagnags cum paruis simili percurrere curaį Leoquoy çullis in its Tasaus orei catório De Origme Mundi C.: C ako irauzerus a meylivaylo o Swito may oão Et quoniam cælo carmen descédit ab alto: plinzies heb'iina.by. Etucnit in terras fatorü conditus ordo: "Calum quidon houd duer of misur vitsas daquizes To mar Qorot" Ponendusap lua totus sub imagine mundus Ipsa mibi primu naturæ forma caneda est. bio cflan nguméto dex: résuo axedigert Jou Talmos pupos. To Quem liue ex nullis repetentem semina rebus immo Voir pret? De horren dertasw.femconstat' Natali quoqz egere placet:femperqs fuisle: dwTor yy a Thouor. Squósenos zoient Et fore principio pariter fatoqs carentem. xorpus gros Totit qualitas prodeopos á- Dilek uit partu. mundumas enixa nitentem xcepis Seu per mixta chaos rerum primordia quondam pfon ucebanon me niks omny náfur 4eas koguses, u Jer drepa ziała'tionik Fugit in infernas caligo pulsa tenebras. Diseruit duga . Trepigasiv, og vsor e-mepoo Theba Siue indiuiduis in idem reditur a soluta no cultis diguedaj reform Scorebolus ist mir drepor a's tripas Principis natura manct poft fecula mille alusel te nemen deurent Trance aroon or sig sino Srape or sis toinen sie Et pene ex nibilo fummum nibilumos futurung meron pofle sopra min epu român' to now. Traveistae qirme Siue ignis fabricauit opus: flammæg micantes: Cæcaqs materies cælum perfecit & orbem. . Custe oito e a Soutiquor hoc peperit:fine quo riget arridarerum fecere oculos . babitantą per omne vtqdá mathematici pp. Corpus :& in cælo uibrantia fulmina fingunteruranite Counctioné perioara . comis pqerá fuí dlanica Materies:ipsumą uocat quoscluitur ignem. Trupatoa y't çeviser sevk titet Auences Aut neqz terra patrem nouit:nec flamma:nec aer Tore Sve To ? pasar & vaurs' to ownator. Canedoksho Jornus op ondan res itsigaoin. neig pfalmo.com nopri copies immort pasiti futuky or lamies of FK I cinz mot ea fit " jning.człyáncsifigne to our neww dragon.onar frau to ran y "nónov. Tai xatwe.y bear] Wat mov z mpc being alotet" Tag quee syd Toowualon orgulin Staphoć we you removoia opowroflitou. E ninapoo dear ofery rarket us sudor us out! qr vo spavus arenetap di suvor y'a %eb871 Tov . IM door / Ko Mor disho Fac-simile d'una pagina della prima edizione di Manilio (Bologna 1474) postillato da Seb. Serico. |