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propone il ragionamento del secondo libro, e se ne dà il carico a M. Federico Fregoso.

Non sopporterò io, rispose il Magnifico Giu

Mano, per modo alcuno esser defraudato della promessa che fatta m'avete, e certo so che al sinor prefetto ancor non dispiacerà lo intender questa parte. E qual promessa? disse il Conte. Rispose il Magnitico, di dichiarirci, in qual inodo abbia il cortigiano da usare quelle buone conHizioni, che voi avete detto che convenienti gli Sono. Era il signor prefetto, benchè di età pueile, saputo e discreto più che non parea che appartenesse agli anni teneri, e in ogni suo movimento mostrava con la grandezza dell' animo una certa vivacità dell' ingegno, vero pronostico dell'eccellente grado di virtù dove perveair doveva. Opde subito disse: Se tutto questo dir resta, parmi esser assai a tempo venuto, perchè intendendo in che modo dee il cortigiano sar quelle buone condizioni, intenderò ancora quali esse siano, e così verrò a saper tutto quelo che infin qui è stato detto. Però non rifiutate, Conte, di pagar questo debito, d'una parte def quale già siete uscito. Non avrei da pagar tanto lebito, rispose il Conte, se le fatiche fossero più gualmente divise; ma l'errore è stato dar auorità di comandar ad una signora troppo parale; e così ridendo si volse alla signora Emilia, qual subito disse: Della mia parzialità non domeste poi dolervi; pur, poichè senza ragion lo ae, daremo una parte di questo onor, che voi chiamate fatica, ad un altro; e rivoltasi a M. Fedeico Fregoso, Voi, disse, proponeste il giuoco del Cortigiano; però è ancor ragionevole che a

voi tocchi il dirne una parte; e questo sarà il sod disfare alla domanda del signor Magnifico, dichia rando in qual modo e maniera e tempo il Cor tigiano debba usar le sue buone condizioni, e operar quelle cose che 'l Conte ha detto che se gli convien sapere. Allora M. Federico, Signora disse, volendo voi separare ii modo e'l tempo e la maniera delle buone condizioni e ben ope rare del Cortigiano, volete separar quello che se parar non si può, perchè queste cose son quell che fanno le condizioni buone e l'operar buo no. 'Però, avendo il Conte detto tanto, e COS bene, ed ancor parlato qualche cosa di queste circostanze, e preparatosi nell' animo il resto che egli avea a dire, era pur ragionevole che segui tasse insin alla fine. Rispose la signora Emilia: Fate voi conto d'essere il Conte, e'dite quello che pensate che esso direbbe; e così sarà sod disfatto al tutto. Disse allor Calmeta: Signori poichè l'ora è tarda, acciò che M, Federico no abbia escusazione alcuna di non dir ciò che sa credo che sia buono differire il resto del ragionamento a domani; e questo poco tempo che ci à vanza, si dispensi in qualche altro piacer senza ambizione. Così confermando ognuno, impose la signora duchessa a madonna Margherita e madon na Costanza Fregosa, che danzassero. Onde su bito Barletta, musico piacevolissimo e danzato eccellente, che sempre tutta la corte teneva in festa, cominciò a suonare suoi instrumenti; esse, presesi per mano, ed avendo prima danza to una bassa, ballarono una roegarze con estrem grazia e singolar piacer di chi le vide; poi, perch gia era passata gran pezza della notte, la signor duchessa si levò in piedi; e così ognuno rive rentemente, presa licenza, se ne andarono a dor

mire.

CAPO PRIMO.

Proemio circa l'errore de' vecchi intorno al lodare i tempi passati, e biasimare i presenti.

Non senza maraviglia ho più volte conside

rato, onde nasca un errore, il quale, perciocchè universalmente ne' vecchi si vede, creder si può che ad essi sia proprio e naturale; e questo è, che quasi tutti lodano i tempi passati e biasimano i presenti, vituperando le azioni e i modi nostri e tutto quello che essi nella lor gioventù non face. vano; affermando ancor, ogni buon costume e buona maniera di vivere, ogni virtù, in somma ogni cosa, andar sempre di mal in peggio. E vera› mente par cosa molto aliena dalla ragione, e degna di maraviglia, che la età matura, la qual con la lunga esperienza suol far nel resto il giudizio degli uomini più perfetto, in questo lo corrompa tanto, che non si avveggano, che se'l mondo sempre andasse peggiorando, e che i padri fossero generalmente migliori che i figliuoli, molto prima che ora saremmo giunti a quell' ultimo grado di male che peggiorar non può; e pur vediamo, che non solamente ai di nostri, ma ancor nei tempi passati, fu sempre questo vizio peculiar di quella età; il che per le scritture di molti autori antichissimi chiaro si comprende, e massimamente lei comici, i quali più che gli altri esprimono la * immagine della vita umana. La causa adunque di questa falsa opinione nei vecchi, estimo io per me ch'ella sia, perchè gli anni fuggendo, se ne portan

e

seco molte comodità, e tra l'altre levano dal sangue gran parte degli spiriti vitali, onde la complession si muta, e divengon debili gli organi, per i quali l'anima opera le sue virtù. Però dei cuori nostri in quel tempo, come all' autunno le foglie degli alberi, cadono i soavi fiori di contento, e nel Juogo dei sereni e chiari pensieri, entra la nubilosa e torbida tristizia, di mille calamità accompa · gnata, di modo che, non solamente il corpo, ma Ï'animo ancora è infermo; nè dei passati piaceri riserva altro che una tenace memoria, e la immagine di quel caro tempo della tenera età, nella quale quando ci ritroviamo, ci che pare sempre il cielo e la terra ed ogni cosa faccia festa e rida intorno agli occhi nostri, e nel pensiero, come in un delizioso e vago giardino, fiorisca la dolce primavera d'allegrezza. Onde forse sarebbe utile, quando già nella fredda stagione comincia il sole della nostra vita, spogliandoci di quei piaceri, andarsene verso l'occaso, perdere insieme con essi ancor la loro memoria, e trovar (come disse Temistocle) un' arte che a scordar insegnasse; perchè tanto sono fallaci i sensi del corpo nostro, spesso ingannano ancora il giudizio della mente. Però parmi che i vecchi siano alla condizion di quelli che partendosi dal porto, tengon gli occhi in terra, e par loro che la nave stia ferma, e la riva si parta; e pur è il contrario, chè il porto, e medesimamente il tempo e i piaceri, restano nel loro stato, e noi con la nave della mortalità fuggendo, n' andiamo l'un dopo l'altro per quel procelloso mare che ogni cosa assorbe e divora, nè mai più ripigliar terra ci è concesso, anzi, sempre da contrarii venti combattuti, al fine in qualche scoglio la nave rompiamo.

Per esser adunque l'animo senile subbietto disproporzionato a molti piaceri, gustar non li

pub; e come ai febbricitauti, quando dai` vapori corrotti hanno il palato guasto, paiono tutti i vini amarissimi, benchè preziosi e delicati siano; così ai vecchi per la loro indisposizione (alla qual però non manca il desiderio ) paion i piaceri insipidi e freddi e molto differenti da quelli che già provati aver si ricordano, benchè i piaceri in sè siano i medesimi. Però, sentendosene privi, si dolgono, e biasimano il tempo presente, come malo, non discernendo che quella mutazione da se e non dal tempo procede. E, per contrario, recandosi a memoria i passati piaceri, si arrecano ancor il tempo nel quale avuti gli hanno; e petò lo lodano come buono; perchè pare che seco porti un odore di quello che in esso sentivano, quando era presente; perchè in effetto gli animi nostri hanuo in odio tutte le cose che state sono compagne de' nostri dispiaceri, ed amano quelle che state sono compagne dei piaceri, Onde accade, che ad uno amante è carissimo talor vedere una finestra, beuchè chiusa, perchè alcuna volta quivi avrà avuto grazia di contemplar la sua douna; medesimamente, vedere uno anello, una lettera, un giardino o altro luogo o qualsivoglia cosa che gli paia essere stata consapevol testimonio de' suoi piaceri; e, per lo contrario, spesso una camera oruatissima e bella, sarà noiosa a chi dentro vi sia stato prigione o patito v'abbia qualche altro dispiacere. Ed ho già io conosciuto alcuni che mai non berebbero in un vaso simile a quello nel quale già avessero, essendo infermi, preso bevanda medicinale; perchè, così come quella finestra, o l'anello o la lettera, all' uno appresenta la dolce memoria che tanto gli diletta, per parergli che quella già fosse una parte de' suoi piaceri; così all'altro la camera o'l vaso par che insieme con la memoria rapporti la iu

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