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pio dei superiori: talora il bisogno altresì le spronava al malfare; e dal malfare per bisogno al malfare per uso e per utile è troppo agevole il passo. Quindi il ricevere le paghe da due capitani nel medesimo tempo, il presentarsi più di una volta alla banca nell'occasione delle rassegne o dei pagamenti, lo svaligiare i vivandieri, l'oltraggiare gli abitanti, il vendere o impegnare le armi descritte nei ruoli, il dipartirsi dalle insegne ad oggetto di depredare, e per ogni menomo vantaggio di soldo passare da una ad un'altra compagnia. Quindi il fare quadriglie, ossia riunioni vietate; levare tumulti e sedizioni; pretendere a forza l'onesto e il disonesto, e nei subiti trascorrimenti da estrema inopia a estrema abbondanza diventare riottosi, inobbedienti, crudeli, prodighi nelle sostanze, maleuranti dell'onore, dissoluti in ogni vizio.

Eppure contro a codesti eccessi solitamente i principi non potevano opporre se non frode o violenza: Facevano i mesi di 40 giorni: quando la soldatesca avanzava troppe mesate, le ne ritenevano contro i patti due o tre col metterle a conto degli alloggiamenti: se il soldato moriva o fuggiva, non volevano compensare il capitano dei denari anticipatigli (1). Medicine peggiori del male, perchè ed insufficienti, etingiuste.

V.

Dai disordini accennati procedeva altresì la triste necessità di attribuire, se non in dritto, almeno in fatto, pressochè un illimitato potere ai capi; i quali ad arbitrio ne usavano ed abusavano, facendo incon(1) Progetto della institutione della militia piemontese (ms. nella bibliot. saluzziana).

Vol. IV.

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tanente, senza forma legale, collare, impiccare o sacchettare, e mozzare nasi ed orecchi. «Deve il capitano <«< (ammoniva il bolognese Mora), quando le sue lan«< cie spezzate trovino le guardie addormentate, or<< dinar loro d'ammazzarle, dirupandole da quel luogo; «< che se il luogo... non fosse di grave pericolo, ba«<sterà svaligiarle e a suon di tamburo bandirle dal «< campo. Se in guardia un soldato ingiurierà l'altro «< con l'arme, non ci essendo il sergente ad ammáz« zarlo, si consegnerà.... e non l'ammazzando il « caporale o qual altro officiale, che ivi si troverà « presente, dev'essere ritenuto in guardia, e subito << mandar per l'aguzzino o altro officiale, e consegnan<< doglielo fare che gli siano date tre strappate di fune «<e con isvaligiarlo vituperosamente cassarlo (1) ».

Vero è bensì, che delle gravi mancanze dei soldati doveva in regola giudicare il maestro di campo generale assistito dai suoi auditori pratichi di leggi. Escita la sentenza, l'aguzzino e l'arcaldo ossia prevosto insieme con alcuni aiutanti vestiti ad una divisa avevano l'incarico di eseguirla (2). Però nel fatto il caso o l'arbitrio acconciava le cose. Comunemente il capitano sentenziava senz'altro appello della sua gente: ma quand'anche il delitto fosse stato riferito al maestro di campo o all'auditore, ognuno lo decideva sommariamente, tolto al reo di fare le sue ragioni, presentare testimonii, appurare il fatto. E codesto arbitrio talora per colmo di disordine era, non che tollerato nel fatto, approvato come diritto (5).

(1) Mora, Il soldato, lib. II. c. 9, p.

(2) Ferretti cit. Ragionam. VIII.

81.

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Ecco alcuni articoli degli ordini stabiliti nel 1665 dal

Mancava poi la proporzione fra le colpe e i castighi; e molti di questi erano infamanti, e atti a peggiorare il soldato, e perfin di soldato renderlo assassino. Infatti la morte, la corda, i ferri, il carcere, le sacchettate spesso mortali, le bastonate a libito, purchè nel bastone si trovasse qualche pezzetto di ferro che il facesse considerare come arma, erano pene, per così dire, indifferentemente adoperate. «Talvolta si vede << (affermava uno scrittore militare) un capitano en<«<trare in una schiera, ed ammazzare quattro o sei <«< in un momento, forse innocenti: e questo è male... « Chè se ben si vedessero due o tre soldati contra il << bando levarsi fuor della schiera per suo servizio e << in termine e luogo non pericoloso, non si dee così « tosto correre a fargli attaccare agli arbori... ovvero << per ogni lamentazione che si faccia di cose leggieri «< contro otto o dieci soldati, far buttar la sorte, chi << di loro debba essere impiccato. Basterà far loro « dare delle bastonate, della corda in pubblico, tagliar « le orecchie e simili (1) ».

marchese Villa per le genti da terra della repubblica veneta: « 3o Il soldato, che nella marcia abbandonerà l'insegna « ecc. . . . . . sarà punito ad arbitrio.

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.....

« 40 11 soldato che mancherà alla fazione dovuta ecc..... << sarà condannato, alla galera ad arbitrio.

« 8' Il soldato che perderà il rispetto ecc. . . . . . sarà degradato, privato delle armi e condannato in galera, e aggiungendo alle parole qualche colpo, sarà fatto morire ad « arbitrio.

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« 12' Il soldato che metterà la spada alla mano in piazza « d'arme ecc. . . . . sarà condannato in galera ad arbitrio ». V. Rostagno, Viaggi del marchese Villa in Levante, p. 70 (Torino 1668).

(1) Rocca, Discorsi di guerra, lib. II c. 6. p. 90. vers. (Venezia 1582).

«Non faccia (esclamava un altro capitano), non <«< faccia il sergente maggiore come alcuni indiscreti, <«< che mettendosi quel bastone alla mano, senza in<< tender per loro stessi quel che vogliono,.... si cac<«< ciano nella buglia de' soldati, battendo ora questi << ora quegli.... Nè deve un discreto sergente mag«giore, particolarmente nel formare squadrone, bat<< tere tanto i soldati, poichè in simili occasioni non << peccano per volontà, ma per ignoranza: quantun<«<que niun soldato si deggia anco tenere offeso per << essere battuto con quel bastone, poichè quello è << nelle mani del sergente maggiore, com'è la ginetta <«< in mano del capitano, o l'alabarda in mano del « sergente, avendone egli necessità per rappresentare <«< il suo ufficio... (1) ».

Altri avrebbe per lo contrario voluto, che fosse bensì data al capitano la facoltà di svaligiare e licenziare i proprii soldati, ma che quella di batterli e di ucciderli fosse riserbata al maestro di campo. Altri proponeva, che rispetto ai soldati rissosi si imitasse l'esempio di Giovanni de'Medici, che li circondava di picche, e li costringeva ad azzuffarsi nudi in camicia fino all'ultimo sangue (2). Tanta padronanza avevano tuttavia i capi sopra le loro soldatesche !

Naturalmente codesti ordini penali smorzavano nell'animo del soldato qualsiasi nobile incitamento : quindi niun'altra cosa lo commoveva che l'utile o il piacere presente. Sotto il governo spagnuolo, che oppresse l'Italia per tutto il secolo xvi, e vi lasciò

(1) Brancaccio, I carichi milit., c. VI. p. 92. (2) Ferretti, Dell'osservanza milit., p. 28.

nel linguaggio impressa la sua influenza militare (1), i gradi superiori a quello di sergente erano per solito riserbati allo straniero: sicchè il soldato gregario, quando per la età, per le ferite e pegli stravizzi si trovasse inabile a guerreggiare, non vedeva altro dinanzi a sè, che miseria ed avvilimento. Egli adunque, finchè si sentiva in forze, affrettavasi a vendere il sangue suo al migliore offerente, e inebbriavasi del piacere presente quasi per ascondersi la miseria futura, e correva volonterosamente a battaglia, perchè dietro di quella sapeva essere la preda, in oro, in lascivie, in insolenze da vincitore.

Ciò poi diveniva in certa guisa scusabile, attesochè gli alloggiamenti, le paghe, i viveri, insomma tutte quelle cose più essenziali che ora con tanta cura il governo provvede agli eserciti, allora, pei motivi accennati, delle tre volte le due venivano meno: ondechè le scorrerie, o l'andare a pecorea (come allora si diceva) dovevano somministrare il resto. Pigliavasi in tal congiuntura il bisogno, e più che il bisogno: rapivasi per avarizia, per divertimento, per bizzarria; talora fra i rapitori nascevano gare, e dalle parole si passava alle ferite, quindi ai supplizii: talora anche i villani vendicavano nel sangue dei rapitori la roba e l'onore perduto.

Il primo che in tal faccenda introducesse un poco di ordine, fu Alessandro Farnese, il quale, mentre comandava le armi spagnuole nelle guerre di Fiandra, stabili, che a ciascun soldato si desse ogni di

(1) Come quadrigliero, quadriglia, arcaldo, agozzino, giunta, tonello, verduco, contadore, veidore, terzo, e tante altre, di cui riboccano i libri militari de' tempi.

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