so: la legislazione non ha alcun mezzo per proteggere i miserabili, per prevenire tali sventure, per volare in soccorso di tanti infelici abbandonati! Come potrebbe questo accadere sotto il governo della giustizia e della tutela sociale? E la respnsabilità di tali dolori, di tante sciagure non cade forse sopra l' istituzione del privilegio? Il sangue dei suicidi per fame, la prostituzione di tante infelici per la miseria, la demoralizzazione di alcune classi, i martiri della canaglia, i gemiti del proletario... non basteranno dunque a colmar la misura? (Dovere) BATTESIMO CIVILE - Dolo, piccolo paese della Venezia ha avuto una nascita senza Battesimo religioso. Il 19 del corrente mese nasceva colà nella casa di Giuseppe Vio un fanciullo a cui il padre, solo principe e pontefice della sua famiglia, impose il nome di Mameli. Questo libero pensatore ha mostrato con ciò a tutti coloro che pensano ad un modo ed operano in un altro, che la vera missione dei razionalisti consiste appunto nel conformare scrupolosamente alle convinzioni del cuore gli atti della vita, tanto più se questi mostrano fin dal principio di essere il preludio della forte educazione che si vuol dare ai proprii figliuoli. NOTIZIE DI ROMA. I preti hanno fatto una seconda edizione del ratto Mortara. Ecco di che si tratta: Uno di essi ha portata via da Ferrara, seducendola, una giovane ebrea bellissima, essendogli poi venuta a noia, l'ha chiusa in un monastero, intimandole di votarsi a Dio. La poveretta si è di giá gettata due volte dalla finestra. Ora giace allo spedale della Consolazione. Le è tenuta tuttora dinanzi l' alternativa: o monaca, o suicida, il suo nome è Maria Megli. Scrivono da Roma, che il famoso gesuita Picirillo, direttore della Civiltà Cattolica, e confessore di Pio IX è implicato in un affare scandaloso, una sorta d' imbroglio matrimoniale, causa di un processo che se non verrà soffocato rivelerà intrighi e abusi di nuovo genere. STEFANONI LUIGI, Direttore. FERRARI GIULIO, Condirettore. BERSELLI ANTONIO, Gerente Parma, Tipografia del Libero Pensiero. Anno V. 7 Aprile 1870. N 14. IL LIBERO PENSIERO Giornale dei Razionalisti SOMMARIO Le lezioni di astronomia, geologia e antropologia del Prof. Filopanti, per Stefanoni Luigi - La sensibilità considerata nei suoi rapporti col magnetismo Brani di una lezione popolare) per Golfarelli Innocenzo Il Mormonismo La Chiesa è ridicola, per M. Aldisio Sammito cali (continuazione) Cronaca. Fasti cleri LE LEZIONI DI ASTRONOMIA, GEOLOGIA E ANTROPOLOGIA Se trent' anni di penosi studi e di accurate osservazioni fatte nelle più varie regioni del globo non bastarono ad assicurare a Darwin il primato di un sistema ch' egli per primo rivelò al mondo, non è a credersi che i postumi lavori di Boucher, di Perthes, di Lyell, Vogt, Mortillet, Dyor e cento altri eruditi, possano mai acquistare il credito e l'autorità di certe strane ipotesi, che tuttodi si dicono e si stampano dai nostri idealisti. I fatti più palesi, le scoperte più evidenti, i più logici ragionamenti, non hanno mai potuto tarpare le ali dell' idealismo, nè costringerlo per questo basso mondo, ov' egli sente di non essere nato; ci punge quindi la speranza che le nostre parole possano modificare nemmeno in parte i decreti ch' egli ci manda dalla regione degli spazi. Naturalmente siamo condotti a queste per noi poco liete riflessioni, da una lezione di astronomia, geologia e paleontologia, dataci a Firenze dal professore Quirico Filopanti, il quale, come ben diceva nelle lettere d' invito e negli avvisi pubblicati, si proponeva di provare l' inverosimiglianza dell' ipotesi dell' uomo-scimia, e di sostituirgliene altra più verosimile e più consona alla dignità umana. Un tale annuncio era ben adatto a stimolare la curiosità degli avversari, e noi cogli altri ci siamo lungamente tormentati per indovinare la natura e la possibilità di questa nuova ipotesi sulle origini della nostra specie, la quale ci si annunciava non solo come più consona colla dignità umana, ma anche come più verosimile di quell' altra, che noi gente di buona fede avevamo fino ad ora creduta meglio fondata sulla realtà dei fatti. Ma il continuo martellarsi del cervello non ci condusse molto innanzi nel pensiero del professore. Dal più al meno la nostra limacciosa imaginazione non poteva uscire dal circolar vizioso delle ipotesi correnti, o di ammettere che l'uomo è derivato da altri esseri viventi men perfetti di lui, o di credere che Dio sia disceso sulla terra per impastarlo colle sue mani ed alitargli in bocca la quintessenza del suo spirito. Quantunque non fossimo seguaci delle sue idee filosofiche, noi avevamo troppa stima del Professore Filopanti, per potere nonchè ammettere nemmen pensare che egli volesse abbassare la scienza paleontologica fino al livello della più triviale e fanciullesca teologia. Dovevamo dunque esercitare l' acume del no. stro ingegno intorno alla prima ipotesi, e vedere come e fino a qual punto le scoperte della scienza permetessero di variarla. Ma a questo punto il secondo termine del programma la dignità dell'uomo >> entrava risolutamente fra i castelli della nostra imaginazione e li mandava in aria. Infatti, non sapevamo intendere che cosa questa dignità avrebbe acquistato, quando l'uomo, piuttosto che dalla scimia, fosse derivato dal bue, dal cavallo, dall' asino, o da un germe qualsiasi di questa organica materia che ci circonda. Affret. tiamoci a dire che tutte queste fisime della nostra fantasia poco esercitata nei voli dell' idealismo, furono ben presto rischiarate dalla nuova e veramente strana rivelazione del Filopanti. Colla sua lezione orale egli ci aperse gli occhi e ci scoprì un nuovo orizzonte. Noi cercavamo sulla terra la risoluzione del quesito; egli ci additò il cielo. Ogni germe di vita vegetale ed animale, diss'egli, è derivato dagli astri. Non negli animali o nelle speci estinte, non sulla terra o negli archivi della geologia noi dobbiamo dunque cercare il nostro prototipo, come fanno i naturalisti, i quali se sono buoni osservatori, sono altrettanto cattivi ragionatori. Il germe Uomo non è di questo mondo, ma sottratto dall' etere cosmico agli astri fu qui deposto e qui germogliò. Cosi nacque l'uomo da quel primo germe, caduto in adatto ambiente (l' Africa o i paesi caldi), e trovata una caverna in essa cercó un riparo alla sua nudità e alla sua infanzia. Una benefica capra lo allatto, e per essa crebbe e si fè adulto, dotato d' intelligenza e dignità. Quest' è il sunto di quanto più diffusamente, ma non più scientificamente il degnissimo professore espose nella sua lezione del giorno 28. Quanto restammo sorpresi e accorati d' innanzi a questa si poco estesa rivelazione non è a dirsi, poichè tutto quanto potemmo pensare o imaginare in peggio non poteva giungere a farci supporre un si strano sviamento nell' intelletto di un uomo pel quale abbiamo sempre avuta un' alta stima. Una ipotesi per quanto timida sia, non va mai disgiunta da prove di fatto; poichè il pensare e il fantasticare senza freno e fondamento, non è prova di sapienza, ma piuttosto conseguenza di una eccessiva e poco modesta fidanza in se stessi e nel pubblico. Quando poi una ipotesi deve combattere un' altra ipotesi intorno alla quale lavorarono tanti ingegni e si spesero tanti studi, non è eccessiva esigenza il pretendere che siano date tante prove, quante almeno concorrono a formare la verosimiglianza che si vuol smentire nell' ipotesi contraria. Questo doveva fare il signor Filopanti, nè le simpatie del pubblico, nè le sue convinzioni personali potevano farlo mancare a questo dovere. Preferì invece affermare puramente e semplicemente le sue idee, e senza punto preoccuparsi di quanto avevano fatto e detto gli avversari per giungere dopo lunghi sforzi a risultati tanto probabili, credette troppo teologicamente però di poterli debellare in un sol tratto e di strascicare tutto quanto 'l'edificio dei loro studi colla sola accusa di cattivi ragionatori. Veramente dalle cose dettate dalle induzioni fatte non pare ch' egli fosse abbastanza buon avvocato per sostenere una tale accusa, avvegnachè, se una delle due ipotesi contrarie emerge per mancanza di ragionamento, per diffetto di logica, e per fanciullesco ardire, quella è certamente la sua, la quale per la moltissima analogia ci ricorda quel verseggiatore a cui essendo stato proposto il quesito quale fra l' ovo e la gallina era nato prima, rispose con questi versi improvvisati: Cadde l'uovo dal ciel Ma se al poeta era lecito il così rispondere, per certo non è questo un esempio da proporsi al geologo, e chi insegna la scienza e la professa, se scioglie il più arduo problema delle nostre origini facendo cadere l'uovo dal cielo, dà anche prova di averla assai poco studiata. Non è proprio di noi l'attaccare i diffetti e i pregi tacere, per togliere ogni lode ai lavori degli avversari. Ma non è anche colpa nostra se in questa lezione del Filopanti tutto ci parve si scemito e contrario anche al senso comune da non offrire alcun lato 1 per appiglio ad un serio esame. Per essere giusti diremo però che l' argomentazione del Filopanti, la quale se non era provata aveva almeno l' apparenza di esserlo, è questa, che fra l'uomo e la scimia sta una immensa lacuna, a riempire la quale mancano tutti gli anelli di quella gran serie di trasformazioni che soli potrebbero congiungere un tipo all' altro. Egli citò anche un esempio. Se un numismatico, diss' egli, trova una moneta, poniamo di 2 lire, appartenente a un dato secolo, e un' altra di 10 lire, coniata in un secolo molto anteriore, come potrebb' egli in buona logica affermare che la prima è lo spezzato dell' altra, senza avere ricuperate tutte le monete intermedie che ne facciano la storia e ne provino la successiva derivazione? Potremmo rispondere all' autore di questo infelicissimo paragone, che il numismatico mostrerebbe più buon senso supponendo che una moneta sia conseguenza dell' altra, che non affermando essere essa caduta dal cielo Ma per non occuparci che della parte un po' seria di questa prova, noi domanderemo al Filopanti s' egli abbia taciuto di proposito, o se ignori affatto tutta la serie di trasformazioni che la paleontologia avrebbe pur dovuto mostrargli; e s'egli per esempio non faccia differenza alcuna fra i crani fossili dell' età paleolitica e quelli dell' australiano, fra il cranio dell' australiano e quello di un europeo. Ci pare che fra questi due estremi corra già una sufficiente serie di trasformazioni per autorizzare questi cattivi ragionatori a sragionare così: se già a quest' ora noi possediamo la prova di una graduale trasformazione del tipo umano, e possiamo già di tanto avvicinarci a certi tipi animali, perchè non penseremo che questa serie di trasformazioni non abbia continuato indefinitivamente anche in tempi anteriori e non possa congiungerci ad altri esseri che ora ci paiono tanto lontani? Certo ci mancano molti anelli nella serie, ma cinquant' anni addietro non avevamo nemmeno i crani d' Engiò e di Neanderthal, nè gli strumenti di pietra che ci provassero l'esistenza dell' uomo fossile. La paleontologia è scienza affatto moderna e sarebbe ingiustizia il pretendere da essa maggiori prove di quelle che ci abbiano date tutte le tradizioni religiose e tutte le scienze antiche unite insieme. Lasciate che essa si inoltri e troverà altri monumenti sulla nostra antichità e sulle nostre origini, come già tanti ce ne ha dati in questi ultimi tempi; ad ogni modo piuttosto che insultarla e cercar pietre per gettarle sul suo cammino, aprite voi se lo potete, altre vie che conducano a migliori spiegazioni. Ma finchè gli avversari si limiteranno alla pura negazione, o affermando non sapremmo esporre altro che delle ipotesi che sarebbero appena tollerabili sulla bocca di un bimbo, o squarci di eloquenza sentimentale sulla nostra dignità, il sistema contrario non potrà certo che acquistar credito e avvantaggiare in ragione della dimostrata importanza dei contradditori. |