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CAPITOLO SETTIMO

Dello spirito di ventura nel medio evo.

I.

Fu provvida disposizione della natura, che ciascun essere avesse in se medesimo i mezzi di conservarsi e crescere. Negli esseri inanimati questa dote non varia da un individuo all'altro, se non per cause esterne materiali. Incapaci di per se medesimi a darsi movimento, a concepire passione, a mutar modi di esistere, là nascono, là sviluppansi, là cadono, dove volle il destino. Ogni individuo ha vita sua propria: ma quanto lievi non debbono essere le differenze tra questo e quello, allorchè un palmo di terreno, un raggio di sole, un tratto di ombra basta a distinguere immutabilmente le loro sorti!

Istinto e moto rendono molto più varia la vita degli animali. Imperfettamente appetiscono, imperfettamente percepiscono, ricordano: enormi spazii varcano: per propria forza si perpetuano: v'ha per essi adunque un passato, v' ha un presente, v'ha (ancorchè involto nella oscurità di materiali appetiti) eziandio un avvenire. Pur tutto ciò si riassume in una limitatissima serie di sensazioni e di istinti; due immani poteri, l'uomo e la natura, da ogni parte gli opprimono e rinserrano: nè il trascorrere de' secoli aggiunge ad essi sapienza, nè l'unione con

cilia grandezza: ma passano le generazioni, e quasichè la natura nel mantenerne il seme del continuo senza perfezionarsi si ricopii, nessuna traccia ne

resta.

Al contrario la ragione moltiplica all'infinito nell'uomo le maniere di esistere. Il passato gli somministra esperienza, l'associazione ne raddoppia le forze, la meditazione ne ritrova delle nuove, la fantasia rinnovella le sensazioni, l'immaginazione aggiunge mondi di idee ai mille pensieri del presente, alle mille memorie del trascorso: poi tutto il creato è campo o strumento all'umana operosità; e cielo e terra, e bruti e piante, e mari e deserti, niuna cosa è aliena da lui.

Pure a questa immensa scena di azione l'utile proprio seppe circoscrivere de' confini. Questi confini sono nella società. Quivi l'educazione pubblica e privata, le tradizioni, le leggi, i costumi, il clima, il giornaliero consorzio sono come tanti ritegni, che rivolgono incessantemente l'umana azione, per dir così, dentro a certi solchi. Non già che l'esistenza diventi perciò più monotona: chè anzi l'agitarsi insieme di migliaia d'individui, col moltiplicarne i rapporti, ne moltiplica le impressioni, e rende la vita più varia e dilettevole: soltanto questa varietà è misurata dentro alcuni limiti. E veramente più la società è equilibrata, più sono robusti i legami delle sue parti, più collimanti le parti in uno scopo, e maggior porzione di se medesimo viene dall'individuo ad essa ceduta. Infatti da questa azione ti tien lontano la morale, da quella ti rimuove la penale sanzione delle leggi : a questa pratica ti inclina l'opinione pubblica, a quel

l'altra ti va spingendo voce di consanguinei, interesse, esempio, ambizione. Di qui deriva che quasi una uguale tinta si spande su tutti gli individui ad assimigliarli tra loro; ed opere di pace, e fazioni di guerra, e traffichi e studii ed arti ed opinioni e credenze, ogni cosa ritrae di quella generale impronta.

Oltre a ciò, colà dove la cosa pubblica è stabile, precisa l'azione del governo, esatti i rapporti tra tutte le membra dello Stato, colà infine, dove sono leggi, ordini, religione, milizia, magistrati, costumi, è impossibile che il continuo maneggiare innumerevoli fatti, uomini, ed idee consimili, non generi intorno ad essi alcuni principii generali. E in realtà solo colà dove sono principii generali, si può sperare di rinvenire ordine ed unione. Questi principii seguono l'individuo nel viver suo, e conformano l'uno all'altro. In fatti non appena egli vede abbondantemente tutelata dal supremo potere la sua vita e sostanza, che sviluppasi dall'affannosa cura di se stesso per rivolgere a sua perfezione e ben pubblico le forze, che altrimenti avrebbe consumato a propria difesa ; e subito gli avviene di ritrovare in sè la sorgente di complessivi affetti, e d'alte e generali intuizioni.

Concluderemo, che nella società ben costrutta, se l'esistenza individuale è più dilettevole, è anche più ristretta in certi confini: l'amore verso di se medesimo è minore i principii generali sono molti, da molti conosciuti, da moltissimi ricevuti nel pratico vivere. A molto diverse conseguenze si arriverebbe, quando si supponessero le basi della società incerte è confuse; la personale libertà e conservazione mal corroborata; non leggi, non costumi, non magistrati Vol. I.

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