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voci, l'una per la persona propria, tra per la rappresentata.

l'al

Ne'primi tre punti convennero secondo la ragion comune per la parte del no: considerando che non trattavasi quivi di far un contratto, al quale ciascuno a cui sia d'interesse, può sustituir procuratoré in vece sua chi gli aggrada, appartenendo a lui libera la disposizione de' suoi diritti, ma di diffinire, e statuire per nome publico della Chiesa: alle quali opere bisognare o il grado a cui Dio ha promesso ne' sinodi universali il suo spirito per assistere, o l'industria della persona approvata per abile quando fu assunta al grado: la quale abilità non si può comunicare ab procuratore: e tal vedersi lo stile di tutti i senati, e di tutti i magistrati. Nondimeno, perciò che nella consuetudine ritrovavasi varietà, e nel quarto dubbio occorrevano ragioni per amendue le parti, non parve materia si piana che i Legati per se soli vi dovessero sentenziare. Onde si proposero tre spedienti. tent 94

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Il primo, che si producessero le ordinazioni di Paolo III, e del sedente pontefice, le quali vietavano tutto ciò a' procu

ratori. Ma questo per la considerazione da noi altrove apportata, riputossi pericoloso di tumulto, e che potesse eccitar nelle bocche degli oltramontani quel sì favorevole, e però si gradito vocabolo di libertà: la qual sembrasse offesa dove il pontefice escludesse dal concilio chi non n'escludea la ragione.

Il secondo, che la causa si rimettesse al giudicio del sinodo stesso, da cui senza dubbio all'instanza sarebbesi dato il rifiuto: essendo cosa odiosissima a' vescovi i quali avean divorato il travaglio d'un tal viaggio e d'un tal soggiorno, che fosse pareggiato loro in veruna parte d'autorità chi, covando gli agi della sua casa, teneva quivi un suo salariato ministro. Ma ciò non ostante, in questo giudicio per la varietà delle nazioni, degli utili, degli affetti, e delle dependenze da' principi, fu temuta contrarietà di pareri, e gran materia di contenzione: là dove il drappo che s'aveva alle mani, era bisognoso d'ago per ricucirlo, non di novelle forbici per trinciarlo.

Onde in terzo luogo parve più quieto e più sicuro il temperamento della concor

T. XI.

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dia, eleggendo il consiglio proposto da'Legati al pontefice, di mostrare agli oratori, che a fine di compiacerli, s'ammetterebbono sentire non a dire nelle congregazioni i procuratori ed alcuni teologi più solenni di lor nazione a loro scelta. Non volersi già conceder questo a tutti i teologi, non essendo dicevole, che si grande e varia caterva mirasse e ascoltasse ciò che avveniva in un tal senato. Or, conoscendo gli ambasciadori, che più di tanto non era nè possibile, nè convenevole, nè grato a' vescovi presenti de❜loro stessi paesi, finalmente se ne appagarono (1). E ciò fu posto agevolmente in esecuzione tanto con gli Spagnuoli, quanto co' Francesi. Restava gran difficultà co' prelati tedeschi, massimamente principi, della qual condizione non essendone quivi personalmente veruno, e pochissimi ancora di minor grado, non poteva fra' vescovi di quella nazione rendersi odievole il pareggiar gli assenti a'presenti: e la special necessità ne' già detti prelati di custodir loro terre,

(1) Tutto appare da varie lettere de' Legati al cardinal Borromeo ne' dì 3, 7, 17, 19 e 28 di giugno 1563.

congiunta con la loro special grandezza, pareva che assolvesse un tal privilegio dalla parzialità, e liberasse i privilegiati dall'invidia. Per tanto i Legati eran inchinevoli, che a'procuratori de' Tedeschi si concedesse la voce giudicativa: richiedendolo l'imperadore, e stimandosi ciò conferire, affinchè più di leggieri accettassero di poi le ordinazioni del concilio, ove in qualche parte ne riconoscessero sè per autori. Il pontefice nondimeno facendo avviso, che in una classe di personaggi, nella quale si proceda per varii e piccioli gradi dal sommo all'infimo, sempre fra gli esclusi dal privilegio è necessario che sieno alcuni prossimi di merito al minimo dei privilegiati, e per tanto che vi rimanga suggetto di querimonie (1); riputò più tranquillo e sicuro modo il negar la voce di giudice a ciascheduno: significando che il più sarebbesi piegato a conceder quella di consigliatore. Riscrissero i Legati, doversi dar la giudicativa almeno a' procuratori degli elettori ecclesiastici, e del

(1) Lettera del card. Borromeo a' Legati de' 2 di giugno 1563.

l'arcivescovo di Salsburgo per l'evidente disagguaglianza dagli altri: e affermarono rendersi loro sicuri che i prelati spagnuoli il prenderebbono a bene. Ma di poi quantunque il papa rispondesse, non ripugnar lui a ciò verso tre o quattro dei maggiori, ch'erano i prenominati, pur che tutti gli altri d'ogni nazione vi si quietassero; ed appresso, oltre allo specificare i già detti quattro (1), consentisse d'aggiugner loro anche il vescovo d'Erbipoli, e pe'quattro primi (2) mandasse a’Legati i Brevi: con tutto questo non si sa che ciò mai venisse ad effetto. Anzi fra le soscrizioni fattesi nel fine al concilio non ha verun procuratore de' cinque privilegiati principi: gli altri procuratori soscrissero senza la parola diffinendo, usata nelle soscrizioni de' vescovi e di chiunque tenea la voce diffinitiva: e benchè qualche vescovo soscrivesse ancora come procuratore d'altro vescovo assente, e in ispe

(1) Lettera del card. Borromeo a' Legati de' 19 e de' 26 di giugno 1563.

(2) Lettera del card. Borromeo a'Legati de' 6 di luglio 1563, e lettera de' Legati al card. Borromeo de' 12 di luglio 1563.

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