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parte scomparsa. Fra i meteques e gli aerurii eranvi gli operai, e il plebeo che abbandonava l'agricoltura passava all'esercizio dei diritti di città a cui erano ristretti. Në mancavano degli onori dei corpi sanzionati dalla legge, e i maestri delle loro arti erano così riputati che si nomavano da Numa avendolo per fondatore; erano nove: sonatori di flauto, gli orefici, i carpentieri, i tintori, i conciatori di corame, i calderai, i vasai; la nona maestria poi compreudeva tutte le altre professioni in genere (536). Questa parte dello stato non ebbe mai lo sviluppo a cui era senz' altro destinata, poichè le maestrie erano legate alle centurie, per via dei carpentieri, suonatori di tromba e di corno come i patrizi per mezzo dei sei suffragi (sex suffragia).

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Quelli che erano suburbani indipendenti ed isopoliti che non si erano offerti ad alcun patrono (se tuttavia stette un simile diritto) ed oltre a ciò i discendenti dei clienti i di cui vincoli erano rotti per l'estinzione della casa dei loro patroni, stettero estranei alle discordie dei primi cittadini e del comune, come lo furono i

membri delle maestrie di Firenze alle dissenzioni che divisero le case di Guelfi e di Ghibellini. In quanto ai clienti è probabile che fossero tutti agli ordini dei patrizi.

L'EMIGRAZIONE DEL COMUNE, IL tribunato

DEL POPOLO.

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Potrebbe essere che in questa scissura della nazione la preponderanza del numero non sia stata così decisiva dal lato dei plebei come probabilmente lo crederebbe ciascuno Niebuhr T. II.

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e sarebbero disposti a crederlo anche coloro che si francarono dell' errore secondo il quale i patrizi d' allora erano una nobiltà mentre che cotesta nobiltà era realmente divisa fra i due ordini. Se rispetto al numero, l'esito di un combattimento non fosse stato dubbio pei plebei, le cose essendo sventuratamente venute a questo punto non si sarebbero mai contentati d'una convenzione che non gli rendeva che una parte dei diritti che gli erano stati involati. Frattanto il comunè quand' era unito con un sal individuo era visibilmente si forte che dal lato degli av, versarj vi avea cecità completa a non dividere le sue diverse classi, ma ad offenderle ed esacerbarle tutte insieme; negando a nobili e ricchi le dignità della repubblica; offendendo il notabile che senza ambizione tenea da uomo dabbene all'o nore del suo ordine, struggendo i diritti e le libertà di tutti; offendendo l'una e l'altra classe nell'onore degli individui, pei cattivi trattamenti che minacciavano sopra tutti gli uomini più prossimi all'autorità, e che portarono maggior disperazione nelle anime bennate; offendendo colui che aveva bisogno di denaro e tutti i poveri mantenendo l'orribile diritto di cattura e pegno della persona per debiti ; per ultimo escludendo grandi e piccioli dal dominio pubblico, ove molti di quelli che avevano perduto ogni cosa per la diminuzione del territorio avrebbero potuto porsi. Supponendo anche che non fossero state abolite le leggi Valerie, supponendo che venti tribuni d' allora abbiano avuto il diritto di svellere dalle mani dell' esecutore colui che era condannato a delle pene corporali di condurlo al tribunale del comune, che convocavano poichè non avrebbe potuto congregarsi tumultuariamente... male a colui che l'avrebbe osato contro Appio Claudio!

Fu nel 259 al tempo del consolato di P. Servilio che una scintilla mise il fuoco in questa congerie di materie combustibili. Fuggito dalla prigione del suo creditore, coperto di cenci, pallido ed estenuato dalla fame, un vecchio i di cui capelli e la barba attestavano l'estrema miseria, implorò nell' estrema agonia l'assistenza dei quiriti. Mostrava ai sopravvenienti i segni sanguinosi degli inumani trattamenti, raccontò che dopo aver partecipato a ventotto battaglie (537), dopo aver veduto la sua casa e tutto il suo avere saccheggiato e consumato dal fuoco nemico, la carestia della guerra d'Etruria l' avea forzato a vendere ogni cosa (558), onde in progresso gli fu necessario vivere di prestiti, ed il debito così crebbe per l'usura che infine il creditore se lo fece aggiudicare insieme a suoi due figli e li aggravò di catene. Molti ravvisarono ne' suoi lineamenti travvolti un valoroso capitano. La compassione, il furore sparsero il tumulto in tutta la città; si raccolsero insieme e quelli ch' erano impegnati, e quelli ch' erano liberi, e tutti riclamarono un rimedio all' universale miseria.

Il senato non sapeva che fare, il popolo si rideva del→ l'ingiunzione di farsi scrivere nelle legioni che si volevano formar contro i Volsci per istornare la tempesta ; giacchè in questi tempi i Volsci sono al pari dei Sabini nominati come nemici di Roma essendo allora in pace coi Latini e cogli Etruschi. La forza era impossibile, ma quando P. Servilio fece proclamare che chiunque era tenuto per debiti poteva presentarsi senza ostacolo pel servizio, e che i figli dei soldati finchè fossero sui campi non po¬ trebbero essere offesi nel possesso della libertà nè dei beni paterni (539) corsero tosto a prestare il giuramento militare tutti quelli che erano impegnati. Condottiero d'una

numerosa armata dopo alcuni giorni soltanto tornò a Roma il console pieno di gloria e di preda; era vincitore dei Volsci degli Aurunci e dei Sabini. Nulladimeno furono ama ramente deluse le speranze concepite dal comune di vedere alleviata l'oppressione.

Gli annali parlavano molto della resistenza che dal principio dei torbidi opponeva Appio Claudio ad ogni misura umana e savia e della sua ostinazione a tener i me‐ desimi diporti finchè durò. Probabilmente riferivano queste cose dietro le memorie dei Claudi, che fieri del loro odio pel popolo, come i Valeri lo erano del loro amore ereditato avranno rappresentato il loro avo coi tratti caratteristici della casa, ma ciò non vuol dire che vi fossero dei contrassegni storici. Nel corso dei secoli vi furono fra i Claudi parecchi uomini notabilissimi ma pochi uomini gran, di; ed appena si mostrò un' anima nobile prima dell' estinzione di questa gens, che stette in tutti i tempi simili a se stessa per il suo insolente orgoglio pel disprezzo delle leggi e per un inflessibile insensibilità. Questi Claudi erano tiranni nati e tuttavia pericolosi demagoghi; Tiberio no era più odioso degli antichi Claudi. Ed è veramente concorde allo spirito di questa casa che Appio Claudio abbia rinviati come si racconta, in prigione i debitori al loro ritorno della guerra ed abbia spietatamente aggiudicati i nexi ai creditori. Ma non si poterono eseguire queste sentenze perchè i plebei erano in aperta ribellionė. Essi proteggevano ogni condannato ed appena poterono sottrarsi alla lor collera gli usurai che avevano ottenuto gli odiosi giudizi, ed i giovani patrizi che nel lor zelo porgevano mano agli esecutori delle sentenze. Così passò l'anno (540). Nell'anno seguente quando venne il momento di entrare in campagna, i consoli A. Virginio e T. Vetusio trovarono

impossibile di peter formar le legioni. Il comune che si radunava di notte in segreto nei quartieri esclusivamente abitati da lui sul monte Aventino e sugli Esquili, negò in una manera imperturbabile di fornir i soldati. Invece di chiedere come prima dei leggieri sollievi, riclamava altamente l'estinzione dei debiti. Il tumulto era così violento che i patrizi moderati consigliavano di comperare la pace anche a questo prezzo; altri speravano che si mitigherebbe se si rendesse la libertà e la proprietà a quelli che l'anno precedente s'erano fatti inscrivere. a questo prezzo. Appio insisteva pel partito del rigore; proclamando che questi miserabili erano anche troppo generosamente trattati, che conveniva infrangere la loro insolenza e che un dittatore lo potrebbe. I suoi aderenti lo destinavano a ciò, ma prevalsero nell' elezione i più mansueti (541), e il pensiero dell' autore del consiglio che si doveva avAventurare tutto diventò un mezzo di riconciliazione per la nomina di Marco Valerio (542). Il quale raccolse i soldati con un editto simile a quello che avea proclamato Servilio; perchè il comune si confidava nella forza della dittatura del pari che nella parola di un Valerio. Furono levate dieci legioni (543) ed inviate tre armate contro i Sabini, gli Equi, ed i Volsci; la vittoria si dichiarò ovunque per Roma con più rapidità e splendore che non l'avrebbe desiderato il senato (544). Si ricompensò il dittatore accordandogli onori straordinari ma non già la libertà degli schiavi per debiti che riclamava in conformità alla sua parola. Allora depose la dignità per non essere condotto dal potere alla dannosa tentazione di rompere colla violenza l'abuso scandaloso d'un diritto formale. Gli stessi plebei ravvisarono che non poteva spingere più oltre la

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