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non dee dar disagio, cioè Convien essere discreti con quelli che fanno spese per noi. La quantità continua non è discreta.

* DISCRKZIÓN, usasi anche in senso di Discernimento, maturità d'intelligenza; onde AVÈR 1 ANI DE LA DISCREZIÓN, Aver l'età del discernimento, aver già maturo l'intelletto, esser in età da saper ben distinguere il bene dal male.

DISCRETO. add. Sufficiente; Mediocre; e ́
si dice delle cose ANCUO XE STA UN FRE-
DO DISCRETO, Oggi abbiamo avuto un fred-
do mediocre - EL GA UNA PAGA DISCRETA,
Egli ha un soldo sufficiente, cioè Quanto
basta per mantenersi.
DISDIR. V. DesDin.

DISDIRSE, Ridirsi o Disdirsi, cioè Dire
il contrario di quello che s'è detto.
DISDOTO, add. Diciotto o Dicidotto.
DISEREDÅR. V. Desredir.

DISGRAZIA. V. DESGRAZIA.
DISIMPRIMER, V. DESPRESSIONÅR.
DISINFIAR, v. Disenfare, Levar via l' en-
fagione.

DISISÈTE, add. Diciassette.
DISMOSTRAR, v. Dimostrare, Manifestare.
DISNADA, ■. f. Desinata.

DAR UNA BONA DISNADA, Dar una buona corpacciata o scorpacciata; Prendere una buona satolla; Gonfiar Potro alla reale; Aver piena o pinza l' epa o'l

ventre.

DISNAR, a. m. Desinare; Desinata; Pran

50.

FAR DA DISNAR, Ammannire il pranzo, Allestirlo.

CONTRASTÅR EL DISNÅR CO LA CEna, Piutire col pane, Si dice di persona poverissima.

ROVINARSE EL DISNAR, V. ROVINAR. DISNÅR, v. Desinare o Pranzare.

DISNAR A MACA, Pranzare o Desinare a ufo, a squacchera.

Disnår da papa, Far uno scotto da prelati, Mangiar bene e di buon gusto. DISNAK LISSO, V. L.1880.

DISNAK SENZA TOVAGIA, Starsi o Trovarsi a desco molle, cioè Senz' apparecchio formale.

FAR ASPETÅR A DISNIR, Tenere a piuolo, a loggia, a dondolo ; Fare storiare; Far aspettare Chi da spesa non dia o non dee dar disagio.

DISNARAZZO, 6. m. Gran pranzo o desinare; Gran convito o banchetto. DISNARÈTO, ■. m. Pastetto, Piccolo desinare o convito - Pentolino, dicesí la sobria e frugale mensa domestica. DISNÒVE, add. Diciannove. DISPAR, add. Dispari; Impari; Caffo, Numero dispari - Dispari, appropriato a cosa, vale Non pari, disuguale.

ZOGAR A PAR E DISPAR, Giuocare a pari e caffo, Scommettere che il numero da estrarsi alla sorte sia pari o dispari. DISPAZZÁR, v. T. dell'antico Governo Veneto, Dispacciare: Far dispacci, Serivere dispacci.

Boerio.

DISPAZZISTA, s. m. Estensore o Scrittore di dispacci, Dicevasi Dispazzista a' tempi del Governo Veneto a quel Cancelliere presso le Cariche generalizie di Dalmazia e del Levante, il quale era destinato ad occuparsi de' dispacci che il Generale Patrizio scriveva al Senato sugli affari del suo governo.

DISPAZZO, 8. m. Dispaccio, dicevasi in T. Cancelleresco del Governo Veneto, quella Lettera che un pubblico Rappresentante scriveva al Senato: benchè più comunemente si chiamassero Dispacci le Lettere dei Patrizii generali della Dalmazia e del Levante, i quali oltre al Cancelliere avevano presso a loro un altro Impiegato che chiamavano Dispaccista, propriamente occupato a scrivere i dispacci. DISPENDIAR, v. Spendere - Spendere gli occhi, Spendere moltissimo Sparnazzare vale anche spendere assai e consumare il suo. DISPENDIÈTO, s. m. Dispesetta; Spe

setta.

DISPENSA, 8. f. Dispensa, chiamasi famil. la Stanza dove si conservano le cose da mangiare.

Dispensa poi, in T. di Finanza e di Legge si dice quell'Uffizio, dal quale si distribuiscono il sale, il tabacco e gli altri generi detti di privativa, ai rispettivi venditori. DISPENSIER, 8. m. Dispensiere o Dispensiero, in T. di Finanza, dicesi Quell'uffiziale o impiegato ch'è preposto alla Dispensa del sale, del tabacco, della polvere da fucile etc. a coloro che vendono queste derrate, dette di privativa regia, per conto pubblico.

DISPONER O DESPONER, . Disporre, Ordinare.

Disporre alcuno, vale Persuaderlo, indurlo. Disporre d'alcuno, Far d' una persona ciò che aggrada.

DISPONER LE PEDINE A DAMA, Impostar le dame sul tavoliere.

DISPONER, dicesi con voce bassa dal volgo per Esporre o Dire. Disporre è voce disusata.

DISPOSITIVA, s. f. Dispositiva, chiamasi in T. Forense, Quella parte d'una sentenza che risolve, che determina o decide. DISPOTISMO, s. m. Dispotismo.

AVÈR UN DISPOTISMO, detto fam. Aver❘ una padronanza o una padroneria, e vale Superiorità arrogante e dipendente dal solo capriccio.

DISPUTA, .. f. Disputa; Aringa e Aringheria, L'aringare degli Avvocati.

GRAN DISPUTE! Gran dibattito o dibaltimento, e s'intende Discussioni, contrasti. DISPUTÀR, v. Disputare o Aringare una causa; Perorare; Orare.

Disputare, si dice anche per Contrastare. DISSAPOR, s. m. Disgusto; Dispiacere; Differenza o contesa tra due o più per

sone.

DISSECÀR, v. Diseccare e Desiccare, Render secco, rasciugare.

DISSECAR UN NEGOZIO, Stralciare; Dissolvere; Estinguere un traffico, un avviamento, una compagnia.

DISSERNER, v. Discernere, Ottimamente vedere e distintamente conoscere; e non che degli occhi del corpo, dicesi ancora dell'intelletto.

NOL GA GIUDIZIO DA DISSERNER, Non ha tutti i suoi mesi, vale È scemo, pazziccio. DISSÈSA, 8. f. China; Chinata; Declività; Pendio; Pendenza; Scendimento.

STRADA IN DISBESA, Strada a china o a pendio o chino, Posta a declive.

Scesa o Scendimento e Discesa, l' Atto dello scendere.

DISSESTÀR, v. Disordinare: Sconcertare; Dunneggiare, Pregiudicare. DISSESTO, 8. m. Sconcio; Danno; Incomodo; Inconveniente; Disagio. V. DE

SCONZO.

DISSIGILAR. Lo stesso che DEskolar. DISSIMULAZION, s. f. Dissimulazione, Arte, Studio di nascondere il proprio pensiero o alcun disegno, Finzione. V. SIMULAZION.

DISSIPLINA, s. f. T. de' Pesc. Così chiamasi una specie di Spugna marina, di forma arborescente a lunghi rami, disgiunti un dall'altro, onde assomiglia ad una Disciplina ad uso di battersi, e fu ad essa quindi dato il nome vernacolo. Essa fu detta dal naturalista Olivi di Chioggia Spongia arborescens. DISTILAR, V. V. LAMBICAN. v. Lambican. DISTILAZION.

ANDAR IN DISTILAZIỒn dal suÒE, Maniera fain. esagerata, Struggersi o Macinarsi pel gran sudore; Sudo tanto che mi struggo o mi macino, cioè Mi consumo. DISTILAZIÓN, 8. f. Distillazione o Destillazione e Stillazione.

DISTILAZION O DESTILAZION DE TESTA, Distillazione, Caduta di umore che si crede volgarmenle scender dal capo e scaricarsi nelle nari, nella bocca e nel petto — Corizza, dicesi propr. Distillazione di catarro pel naso - Cimurro, Distillamento continuo di acqua per le nari, cagionato da infreddatura di capo - Epifora, Distillalazione continua di lagrime, accompagnata da infiammazione e bruciore. V. AGRAVIO DE TESTA e SFREDOR. DISTINTA, 8. f. Nota chiara, accurata, partitamente divisata, circostanziata V. ELENCO e SPECIFICA. DISTÒR, V. DESTòr.

-

DISTRATON, add. Distratlissimo; Sbada-
tissimo; Spensieratissimo.
DISTRITUAL, add. Distrettuale, Abitante
nel distretto o Appartenente al distretto.
DISUTILÒN. V. Desutilon.

DITA, 8. f. Ditta o Ragione mercantile, Così
si chiamano comunemente le Case mercan-
tili, e tutti anche i nomi allibrati al paga-
mento delle imposte.

BONA O CATIVA DITA, Buona o cattiva detta, cioè Buono o cattivo credito della Ditta. Ditta spallata, vale Decaduta di credita

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ESSER IN DITA, Essere in detta o Aver detta, vale buona fortuna. Il suo contrario è Disdetta. V. DESDITA.

LA DITA CORE SOTO EL NOME DEL TAL, Cantare in alcuno o sotto il nome di alcuno. Ex gr. La ragione canta nel tale, È intitolata nel nome del tale.

* DITA. FIO DE UNA FATA E DITA, Modo coperto d'ingiuriare alcuno, dicendogli così per non dirgli assolutamente FIO DE UNA PUTANA, O DE UNA BUZARONA, o simili. DITO, s. m. Detto; Parola; Motto; Discorso; Sentenza.

Dettato o Dittato, Stile, dettatura, testura del favellare, dicitura. Ovv. Parola; Ovv. Modo particolare e consueto di favellare UN BEL DITO, Un bel dettato; Un bel motto, parola, detto, sentenza.

DAL DITO AL FATO, Dal detto al fatto, ovv. Dello fatto, Modo avv. e vale Dal vedere al non vedere, Immediatamente. DAL DITO AL FATO CHE XE UN GRAN TRATO. Dal detto al fatto è un gran tratto, e vale Gran differenza esservi dal dire al fare.

STAR AL DITO, Stare o Starsene al detto o a detta di alcuno, vale Quietarsi all' opinione altrui.

DITO, add. Detto, da Dire.

Dito avanti, Antidetto; Anzidetto; Predetto.

DITO DE SORA, Sopraddetto; Suddetto. DITO E REDITO, Ricantato, vale Replicato, ridetto più volte. DIVERSISSIMO, add. Diversissimo, Superl. di Diverso.

DIVERSISSIMI, Disparecchi, Più che parecchi, s'intende Moltissimi. DIVERSIVO, 8. m. Voce fam. Svagamento; Distrazione ; Interrompimento; Intermezzo, intendiamo Occupazione differente dall' ordinaria, e meglio Divertimento; Passatempo; Diporto; Sollazzo, Cosa che ci distragga dalle noiose consuetudini.

QUALCHE DIVERSIVO BISOGNA Avèr, se de no se crepa, L'arco sempre teso si spezza; Un po' di svagamento o di passatempo è necessario alla vita.

Diversivo è anche T. Idraulico usato frequentemente dagl' Ingegneri, e dicesi Quel canale che diverte o devia parte dell'acqua d'un fiume. Il Canal bianco e l'Adigetto in Polesine sono diversivi dell' Adige Diversivo a fior d'acqua o Sforatore, e nella Toscana Rifiuto, dicesi a Quel diversivo che si ottiene dalla soprabbondanza dell' acqua, o sia dell'acqua superiore superflua.

DIVERSO, add. Diverso, Differente.

GIONARIE, Pascersi o Fare come il caval del Ciolle, il quale si pascea di ragionamenti, o come le starne di Monte Morello, di rugiada, Pascersi di vento. — DIVERTIRGE A NO Far gnente, Calameggiare, detto metaf. vale Starsene ozioso senza far nulla.

DIVIDER, v. Dividere.

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DIVIDER A BATA PORZIÓN, Dividere ; Scompartire; Dar la ragione, Ripartire una cosa fra più. DIVIN, add. Divino.

L'È UNA COSSA DIVINA, È divino, cioè Singolare, eccellente, regalato, gustoso; e dicesi del vino, del mangiare e d'altro.

FAME DIVINO INDOVIN che te farò beato, Fammi indovino che ti farò beato, Nessuno può essere indovino. DIVINAMENTE, avv. Divinamente, Eccellentemente. DIVINITÀ

STO ABITO ME VA PER DIVINITA, Quest' abilo mi va per eccellenza, mi attaglia, mi va benissimo.

L'È UNA DIVINIT▲, Ella è una cosa divina, cioè eccellente, prelibata; È un nettare, Dicesi di buon vino o simile. DIVISISSIMO, superl. di Diviso, Separa

tissimo.

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RITIRAR O CAVAR DA LA DOANA LE MERCANZIE, Sdoganare; Sgabellare • Gabellare le merci.

DOANIER, 8. m. Doganiere, Ministro della dogana.

DA LE DO A LE TRE, Modo avv. Dal vedere al non vedere, Inaspettatamente.

METER ▲ DO A DO, Appaiare; Accoppiare, Accompagnare due cose simili. Appaiare i buoi; Appaiare i colombi.

DOBIANDO, T. ant. Dovendo, Participio del verbo Dovere.

DOBOTO, Lo stesso che DEBOTO, V. DOCUMENTÀR, v. Provare con documenti, Corredare, illustrare.

CH' EL TROVA UN DO DE DANARI IN VECE DE L'ASSO, EL SBALA, EL PROTON LO SGOBA A LA BOLA DE RUFO, Maniera di gergo dei barcaiuoli, e vuol dire, Che vada via col nome di mia Nonna, e il diavolo se lo porti all' inferno.

DOA (coll' o stretto) s. f. Doga.

DOCUMENTAR QUALcùn, Istruire; Informare; Insegnare, Ovv. Correggere; Riprendere.

DODESE, add. Dodici.

DOÈTI, 8. m. Duino, Punto de' dadi quando amendue mostrano il numero di due. T. del giuoco detto Sbaraglino. DOGALINA 8. f. Dogale, Sorta di vesta di pauno o di seta nera sino ai talloni, colle maniche strette, ch' era usata nelle pubbliche comparse di mezza cerimonia dai patrizii Rappresentanti Veneti dello Stato, ed anche dai Giudici o Assessori delle Corti, sotto il cessato Governo Repubblicano.

FATO A DOE, Dogato, dicesi di Arnese composto come una botte Addogato, Listato per lungo a similitudine di doga, e si dice delle armi gentilizie.

METER IN DOE, Dogare, Porre rimetter le doghe. DOANA, s. f. Dogana.

La Dogalina era anche una Voste usata anticamente da' Veneziani in genere, di cui si fa menzione in varii Autori, ma specialmente dal Varotari e dal Calmo; essa usavasi ancora nel 1600.

DOGARESSA, s. f. Così era chiamata, nei tempi della Repubblica Veneta, la Moglie del Doge regnante, la quale veniva essa pure incoronata. Il corrispondente italiano è Duchessa.

DOGETA, 8. f. Doglierella; Dogliuzza, Piccola doglia.

DOGIA, 8. f. Doglia, Dolore.

DOGIE DA PARTO, Doglie o Dogliuzze. CHIAPAR UNA DOGIA, Pigliare una doglia.

NO AVER NE DOGIA NE COLPA, Non aver colpa di che che sia, cioè Non averne data cagione.

--

DOGIA VECHIA, chiamano i nostri Maniscalchi l'Affezione reumatica di una o più gambe del cavallo, con zoppicatura non continua e per lo più senza dolore al tatto, con recidiva senza periodi esatti. DOGIZAR O DOLOZAR v. Nicchiare, dicesi propr. il Cominciarsi a rammaricare pianamente, che fanno le donne gravide quando si accosta l'ora del partorire. Cominciar a sentire qualche dogliuzza Aver le doglie, s'intende di parto. Addogliare, Sentirsi dolore. DOLAR, v. Dolare, voce pretta latina cho vale Piallare. Dicono propr. i nostri Pettinaguoli DoLAR a quella stessa operazione che i Falegnami chiamano Asciare, ch'è Digrossare ed assottigliare qualche pezzo d'avorio, di corno etc. per dargli la prima forma conveniente. DOLAURE, 8. f. (Dolatura è latino barbarico) Schegge; Copponi; Toppe, diconsi da' Pettinagnoli quelle parti che si spiccano coll' ascia dal pezzo d'avorio o di corno ch'essi lavorano per digrossarlo, e che i Latini dicevano Assula. DOLCE, s. m. che sul Padovano dicesi za

DOLCE, Dolce o Dolcia, Sangue di porco rappreso.

DOLCE CHE NAUSEA, Dolce smaccato.

DOLCE DE SAL, Sciocco; Scipita; Insipido; Dolce di sale - Detto per agg. a uomo, Dolcione; Dolce di sale; Svivagnato; Svi vagnataccio; Tenero; Scimunito.

GARBO E DOLCE, V. GARBO.

DOLCE DE BOCA, Abboccato, dicesi per agg. al Cavallo ubbidiente di bocca, contrario di Sboccato. V. SBOCA.

DOLCETO, add. Alquanto dolce. V. DOL

CIGNO.

DOLCI, Dolci, in forza di sust, vale Cose dolci da mangiare - Dolciume è T. collettivo che comprende tutte le cose di sapor dolce.

Treggea, propr. Confetti di varie guise e altre galanterie della secouda tavola. DOLCIGNO, add. Dolcigno; $dolcinato; Dolcinato e Dolciaio; Alquanto dolce.

DOLCIGNO CHE STOMECA, Dolce smaccato. P. e. Vino che per la sua smaccata dolcezza è ristucchevole.

DOLCIR, v. Addolcire; Addolciare; Dolcificare.

Addolcire, detto fig. vale Ammorbidire, mollificare, placare.

DOLENTE, add. Dolente, Tristo, melanconico.

MISERO DOLENTE, Meschino; Tapino; Disgraziato; Bisognoso. DOLER, v. Dolere.

DOLEK LA TESTA, Dolere il capo - Me

DOL LA TESTA CHE PAR CHE LA SE ME VERZA

Mi duole il capo o la testa che par che mi si spezzi - Co DOL LA TESta tuto el CORPO STA MAL, Langue ogni membro quando il capo duole.

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A QUELO GHE DOL LA TESTA, detto fig. Egli ha un gratlacapo, un' inquietudine — Far doler la testa a qualcùn, Dar altrui un grattacapo, vale Inquietarlo - No Me dol la testa, detto pur fig. Non inquictarsi; Non aver fastidio d'alcuna cosa. Non me ne cale. CHI GUARDA NO GHE DOL LA TESTA, Chi sta a vedere non gli duole il capo, Prov. significante che Chi non ha proprio interesse nell' affare non ne sente pena.

Me dol in te l'anema, N' ho molto duolo; Assai mi duole; Dolgomene a morte; Me ne dispiace insino all' anima. DOLFIN, s. m. T. de' Pesc. Delfino, Animale di mare dell' ordine de' Cetacei, detto da Linneo Delphinus delphis. Nel nostro mare ve n'è frequentemente.

DOLFIN, appropriato all' uomo, detto fig. Delfino, vale Gobbo.

Delfino, detto in T. di scacchi, uDo de' pezzi, cioè il Cavallo, detto Delfino in qualche paese.

DOLFINERA 8. f. T. mar. Delfiniera, Specie di fiocina, che serve a prendere i delfini e che ha una punta sola con due ale, le quali, lanciato il colpo, s'allargano ed afferrano il pesce con più fermezza.

DOLO — ESSER IN DOLO, dettato fam. Es

sere in difetto; Esser in colpa; Aver la
coscienza macchiata o calterita.
DOLO, s. m. Voce ant. per Duolo cioè
Passione o Dolore dell' animo.
DOLÒR, s. m. Dolore.

Dolori de panza, detto fig. Cruccio; Li-
vore; Inquietudine; Agitazione.

DOLOR DE COMIO DOlor de mario, Il duol della moglie è come il duol del gomito, Ovv. Doglia di marito morto dura fino alla sepoltura; Doglia di donna morta dura fino alla porta, Proverbii.

EL DOLOR FA Parlar, Gramezza fa dir mattezza, cioè Il dolore fa dire delle pazzie.

QUESTO ME DA UN GRAN DOLÒR, Questo mi ferisce nel plù intimo del cuore, mi addolora e mi accora.

DOLOR è anche Voce di gergo de' Barcaiuoli, con cui s'indica il Riscuotitore, cioè Quell'agente che vien mandato dal proprietario della casa a riscuoter la pigione. Dicono XE CAPITÀ EL SIOR POLÒR, cioè È venuto il Riscuotitore della pigione. DOLORA, add. Addolorato, Pien di dolore,

e s'intende fisico.

Figur. Addolorato, e nel Superl. Addoloratissimo; Tristissimo; Mestissimo. DOLORAR, v. Dolorare, Avere o Sentir dolore - Addolorare, direbbesi di cose morali, Accorarsi; Affliggersi. DOLOZAR, V. DOGIZAR.

sche in bocca chiusa, e con chi tace qui non s' indovina.

NO DOMANDO NÈ CAMPI NÈ CASE, Maniera fam. Non si tratta di scorporo o di borsa, e vale Si tratta di poca cosa. DOMANDESSÈRA,

avv. Dimandassera; Diman da sera o Domandassera. DOMANDINA, s. f. Addimandagioncella o Addomandagioncella, Piccola domanda. DOMANDON, 8. m. Chieditore importuno o ingordo, Facile a domandar l' altrui roba Arciere, Colui che freccia, dicesi fig. richiedendo or questo or quello di danari in prestanza.

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DOMANDONA, 8. m. Chieditrice; Doman datrice; Addomandatrice. DOMAR. v. Domare.

Domir el pan, Rimenar la pasta ; Mantruggiare, Affinar la pasta, rimenandola colle mani.

DOMÈNEGA, 8. f. Domenica.

DOMENEGA PARENTEVOLE O PARENTELA, DOmenica parentesca o parentevole, dicesi fra noi la penultima domenica del carnevale, in cui s'usa pranzare in comunione fra' parenti.

DOMENEGHINA, add. Domenicale o Ebdomadaria, dicesi di alcune Signore che per metodo non escono di casa e non frequentano alcuni luoghi pubblici, che una sola volta alla settimana, cioè la Domenica.

docchio.

DOMAN, o DIMAN, avv. Domani; Doma- DOMENICÀN, s. m. detto metaf, vale Pi-
ne e Dimani, che anche dicesi Al dima-
ne e Il di vegnente.

DOMAN OTO, Domani a otto, cioè Otto dì dopo domane.

DOMAN QUALCOSSA SARA, detto famil. Cavami d'oggi e mettimi in domani, vale Non voler pensare all' avvenire.

PORTAR DA ANCUO AL DOMAN, Andare o Mandare d'oggi in domane, vale Tenere a bada, Andare in lungo, procrastinare. Si, DOMAN, Domani, detto ironicamente, vale per Non mai.

DE BEL DOMAN, Dentro domani, subito domani.

Andiamo a trovar domani o a cercar di domattina, dicesi Quando si va a dormire. V. INDOMÅN.

FAR ANCUO QUEL CHE S'HA DA FAR DOMAN, V. FAR.

DOMANDÀR, v. Dimandare o Domandare, che anche dicesi Addimandare o Addomandare.

DOMANDAR COME SE'L FATO NO FOSSE SOO, Improvvisare, dicesi in modo basso per Chiedere cosa alcuna con artificio senza mostrar di chiederla.

Domandar in preESTIO, Improntare; Chiedere a prestito. V. IMPRESTIO.

DOMANDANDO SE VA A Roma, Per dimanda si va sino a Roma, Ovv. E' si va a domándila sino a Roma.

DOMANDAR XE LECITO, V. in Responder. CHI NO DOMANDA NO GA GNENTE, In bocca chiusa non entrò mai mosca, E fu detto altrimenti, Non entraron mai mo

ESSER PIEN DE DOMENICANI, Essere impidocchiato o pidocchioso. DOMENTE CHE, Maniera antiq. Di modo che; A modo che; A modo tal che; A tale.

DOMESTEGAR, v. Addomesticare e Addimeslicare o Domesticare. DOMESTEGHEZZA, 8. f. Dimestichezza o Domestichezza.

DOMESTEGHEZZI, Dimestichezze; Confidenze, Libertà illecite. DOMÈSTEGO. V. DESMESTEGO. DOMICILIAR, v. Abitare, Lo star nel luogo che l' uom s'elegge per domicilio. DOMILE, add. Due mila o Duemila, e Dumila e Domilia.

DOMINE DOMINANZIUM, Storpiatura latina che si dice specialmente dalle donne, e vale Padrone assoluto, cioè Dispotico dell' altrui volontà. Far il messere. Messere e Madonna. Sedere a scranna. DOMINIO, s. m. Dominazione, cioè Autorita assoluta, comando, disposizione. DOMINO, Voce latina ed antiq. Titolo che davasi nelle carte pubbliche alle persone, a cui ora corrisponde il Signore. DOMINÒ, 8. m. Domino, Foggia di maschera usata anche a' dì nostri, che consiste in una sopravveste col cappuccio. DON, 8. m. (coll' o chiuso) Dono o Donativo.

PAGAR IN DON O COL DON, Pagare col dono, Pagare le pubbliche gravezze dentro il tempo stabilito dalla legge, in cui veniva

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- Di

E VE DON STO AVISO, E vi do quesť' avviso; E vi avverto o avvertisco - No ME DON MARAVEGIA, Non mi maraviglio o stupisco-E DON FIN, E do fine. DONA, 8. f. (coll'o aperto ) Donna cesi pur da noi per Fante o Serva di casa. DONA BELA MA CATIVA, Buona o Bella. roba, Si dice in sentimento osceno di femmina bella anzi che no, ma disonesta.

DONA BONA DA GNENTE, Monna merda; Monna poco fila; Monna cionna; Monna scocca 'l fuso o 'l filo.

DONA COGIONA, Buessa, detto per ischerno.

DONA DA CHIAVE, Chiavara; Chiavaia. DONA DA GROSSO, Guatteraccia; Sudiciona; Lavascodelle.

Dona da partio, Donna di partito, detta altrimenti Meretrice; Mondana; Cantoniera.

DONA DA PARTO, V. PARTO.

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DONA & MADONA, Donna e Madonna, Padrona assoluta.

DONA PORTADA PER I OMENI, Libidinosa; Lussuriosa; Sensuale; Lasciva; Sfrenata.

DONA RELASSADA, V. ReLASSÀ.

DONA SCHIZZIGNOSA, V. SCHIZZIGNOSA. DONA SEMPIA, Baderla; Badalona; Madonna baderla, detto per ischerzo.

DONA SENZA TEATRO, V. TEATRO. ANDAR A DONE, Andare alle femmine ; Andare in gattesco, al bordello.

AL CAVALO SPERÒN, ▲ LA DONA BASTÒN, Buon cavallo e mal cavallo vuole sprone, buona femmina e mala femmina vuol bastone.

A UNA DONA NO GHE DISÈ BRUTA NË VEchia, A donna non si fa maggior dispetto che quando vecchia o brutta le vien detto: giacchè le donne sono d'ordinario appassionatissime per comparir belle e gio

vani.

CO MANCO DONE SE STA MEGIO, Donne e oche tienne poche.

DA DONA, detto a modo avv. Con maturità; Con prudenza o giudizio, e talvolta Per leggerezza donnesca - Far da dona,

Donneggiare, Star sul contegno e quasi | DONA, Donato, Nome proprio di uomo.

signoreggiare.

DO DONE E UN' OCA VA UN MERCÀ, Tre donne fanno un mercato, cioè Hanno da discorrere e trattare come un'adunanza in di di mercato.

FURIA DE DOKA, V. FURIA.

LA BONA DONA FA BONA LA CASA E LA MATA La desf▲, La savia femmina rifà la casa e la matta la disfà.

LE DONE SE ODIA FRA DE ELE, Nè tra gli uomini mai nè tra l'armento, che femmina ami femmina ho trovato. Non par la donna all' altre donne bella, nè cerva a cerva, nè alle agnelle agnella.

LA DONA NO PENSA CHE A PARER BON E A FIGURAR, La donna sopr' agli sfoggi ognor pensa e vaneggia. Donna specchiante poco filante.

LE DONE GHE NE SA PIÙ O LE XE PIÙ FURBE DEL DIAVOLO, Le donne hanno più un punto che il diavolo,— cioè sagace malizia, sottigliezza d'invenzione. Negli antichi proverbii dir si suole, che l'astuzia di donna ogn'altra avanza.

LE DONE LE SE TACA SEMPRE AL SO PEZO, Le femmine in ogni cosa sempre pigliano il peggio.

-

LE DONE XE LE GRAN CHIACOLOne, Ove son femmine ed oche, non vi son parole poche NO CONTAR A LE DONE I TO SECRETI, A donna se mai puoi non dir i fatti tuoi, Perchè come disse un altro, Un segreto nell'orecchie di donna è mal sicuro.

LE DONE XE LUNATICHE, Donna e Luna oggi serena e domani bruna; Femmina è cosa mobil per natura.

LE DONE XE RABIOSE, No, non v'è al mondo mostro più crudo fier di donna irata. Ad ira provocar è peggio assai una vecchia che un cane.

Le done le xe TROPO FACILI, Femmina è cosa labil per natura; Le femmine sono tutte labili ed inchinevoli.

NE DONA NE TELA A LUME DE CANDELA, Nè femmina nè tela a lume di candela, che vuol dire Guardarle di giorno.

O LE INTENZE O LE BRUSA O LE SCOTA, Prov. Fanno come il carbone che o e'cuoce o e'tigne, cioè sempre fan male altrui. Le donne son paragonate all'ortiche, le quali pungono chi le tocca leggermente, ma non offendono chi le preme.

LE DONE LE VA SEMPRE AI ESTREMI, Le donne non hanno mezzo, cioè Danno nell'eccesso o nel difetto, o danno negli estremi. Voi sapete che le donne non hanno mezzo o amano o odiano estremamente.

DON'ANA, detto in gergo, vale la Fame.

TUTE LE DONE XE COMPAGNE, Come i poponi di Chioggia son tutte le donne. Ogni cuffia è buona per la notte. DONA, Donato add. da Donare.

DON'ANA SPASSizza, vale La fame si fa sentire. Ho o Mi sento la picchierella ; Veggo la fame per aria; Mi si aguzza il mulino.

DONAR, v. Donare.

DONA XE MORTO E SO FIO STA MAL, V. SAN-
DONA.

EL DONA, Donadello, Libro che serve
d'introduzione alla Grammatica latina.

A CAVAL DONA NO SE GHE VARDA IN BOCA,
V. CAVALO.

DONAR QUEL CHE NO SE POL FAR DE MANCO, Farsi onore del sol di luglio: dicesi del Donare e offerire quello a che altri potrebbe esser forzato.

SAPI DONAR, Chi ben dona caro vende, se villan non è chi prende. Nel donare distingui l'occasione di doverlo fare, e la persona a cui doni. E fu anche detto, Pensa chi sei, quel che tu hai, a chi tu daí, e perchè finalmente tu lo dai.

Donar a un ritrato, Caricare, Si dico dell'accrescere o in meglio o in peggio qualche parte della persona ritratta.

DONAR A DIO QUALCUN, Modo figurato, Lasciare alcuno nel chiappolo o nel dimenticatoio, Lasciare o porre in dimenticanza Avere stoppato uno, detto fig. vale Non curarsene più, Non farne conto. Ho già stoppato tulle le donne.

DONARLA A DIO, Siedi e gambetta e vedrai tua vendetta. Esortando altrui a lasciar la vendetta delle offese a Dio.

DONARSE A QUALCOSSA, Donarsi a che che sia, vale Applicarsi, attendere. DONATA, 8. f. Donnuccia; Donnetta; Donna, ma per dispregio Fantescaccia in sign. di serva. V. Calèra e DONAZZA.

DONAZZA, 8. f. Donnaccia, Accresc. peg. gior. di Donna, e vale Vile, sudicia, sciatta o di pessimi costumi, che anche si dice Ciammenyola, Pettegola; Donnacchera e Donnuccia.

In altro sign. Donnone, acer. di Donna, si dice per cagione della grassezza, purchè però non sia soverchia. DONCA e ADONCA, avv. Dunque; Adun

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ta; Rimaner un zugo, piccin piccino, Rimanere smaccato o scacciato.

DONZÈLA, 8. f. T. de' Pesc. che italianamente si dice pure Donzella ed anche Fanciulla, Nome generico che si dà quasi a tutti i Labri, ma più particolarmente al Labrus Julis di Linneo, al Lutianus Core di Nardo, ed al Lutianus Bidens di Bloc. Distinguonsi le Donzelle dai Pescatori coll'epiteto di DoNZELA DE BARO, se fu presa fra l'alga, di Donzela ponti, se ha dei punti marcati in vece di Tasce; di FassaDA se ha delle fasce; di VERDE s'è verde etc. N. B. Al Lutianus Core suddetto gli Istriani dicono Marincola e LICABO.

Le Donzelle classificate dal Nardo si trovano descritte nel Giornale di fisica e Storia naturale di Pavia, Bimestre num. 1824.

DONZELÒN, T. de' Chioggiotti, Dicono che una fanciulla è IN DONZELÒN, quando è in età da marito, e si veste con qualche differenza dalle giovani minori. DONZELONA, 8. f. Donzellona e Pulcellona, Donzella o Pulcella in età un poco sopraffatta. V. PASSADIN.

STAR DONZELONA, Star pulcelloni, Star senza marito oltre al tempo convenevole del maritarsi. V. STRAVANIO. DONZÈNA, Lo stesso che DozÈNA, V. DOPERAR, v. Adoperare; Aoperare e Ado

prare.

Adoperarsi,

DOPERARSE IN QUALCOSSA, dicesi per Industriarsi, impiegarsi. DOPIA, 8. f. Doppia o Dobla, Sorta di moneta d'oro. Quella di Genova è di carati 131 grani 2, peso veneto.

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CARTA O CORDA O altro A PIU DOPIE, A più doppii, vale più volte raddoppiata A più falde, dicesi di Materia distesa che agevolmente ad altra si soprappone A DO DOPIE, A due doppii, cioè Duplicare; Doppiare; Addoppiare — A TRE DOPIE, A tre doppii, cios Triplicare A quattro doppii; Quadruplicare A cinque dopA cinque doppii; Quintuplicare - A sei doppii; A sette; A otlo; A nove. Trovansi nella Crusca Sestuplo; Seltuplo; Olluplo; Nonuplo, che valgono moltiplicato per sei, sette, otto o nove volte, ma non v' ha Sestuplicare, Settuplicare, Ottuplicare, Nonuplicare. DOPIADA, s. f. Doppiatura; Addoppiatura; Raddoppiamento.

DOPIADA, T. di Bigliardo, dicesi da' Veneziani, Quando colla palla dell'avversario si battono due sponde corte. DOPIADOR, 8. m. Addoppiatore, T. dei Lanaiuoli, Colui che addoppia la lana sul filatoio.

Addoppiatoio, T. de' Setaiuoli, Arnese da addoppiar le fila della seta. Le sue parti sono, CAVALETA, Cavalletto, Fil di ferro in mezzo a cui passa il filo della seta che si torce-ROCHELO, Rocchella o Rocchetto o Filatura, Strumento per incannare e intorno a cui è avvolta la seta che si torce — CAMPANELO, Cappellone, Pezzo di bronzo o di legno adattato in testa al

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DOPIO add. FILO DOPIO O SEDA DOPIA, Refe addoppiato; Seta addoppiata: a due cavi.

DOPIO COME LE CEOLE, Ricco sfondato; Pien di roba; Zeppo di roba.

Donna doppia, dicesi anche in vernacolo per Donna gravida.

DOPIA, detto in T. di Stamp. Duplicato o Duplicatura, Ciò che il Compositore inavvertentemente raddoppia.

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OMO DOPIO, Vomo doppio o fognato, det

to fig. vale Simulato, finto, non sincero Uomo di due facce; Tecomeco, di Colui che parlando teco dice male del tuo avversario, e all'opposto Tamburino, dicesi a Uomo finto, doppio o che fa l'amico ad ambedue le parti contrarie.

AL DOPIO, posto avverb. Addoppio o A doppi; Doppiamente. DOPION, 8. m. T. de' Beccai, L'intestino retto degli animali, distinto con tal nome dalle trippe.

DOPION DE CAMISA. Solino da mano e Solino da collo o Collaretto. V. DAMAN - Capezzale, dicesi al Collaretto delle camicie da donna, così detto dal coprire i capezzoli.

DOPION DE GALETE, Doppii di seta, dicesi i Bozzoli formati da due bachi da seta uniti, e Quella seta che se ne ritrae. DOPO, Prepos. Dopo; Dipoi; Dietro; Poi V. DRIO.

DOPO DISNAR, Dietro mangiare.

DA DOPO CHE SON GUARIO, SON STA SEMPRE BEN, Dal tempo della mia guarigione, o Dalla mia guarigione in poi, non son più ricaduto.

UN TANTIN DOPO, Mentosto, Un po' più tardi.

METERSE DOPO De uno, V. METER. DOPODIMAN, avv. Posdomane o Posdimani; Dopo dimani.

DORETO, add. Dorè; Aurino e Dorato, Del color d'oro.

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DORLINDANA, ■. f. Durlindana, che vale
Spada Draghinessa; Striscia; Cinqua-
dea sono voci di scherzo.
DORMENZAR. V. Indormenzar.
DORMIA, 8. f. Voce antiq. che dicevasi nei
tempi del nostro Calmo per INDORnia, V.
DORMIA O DORMIDA, e trivialmente Dromis
Dormizione e Dormitura.

DAR UNA BONA Dornia, Scacciare un sonno; Fare una gran dormita o una buona e lunga dormita o dormitona.

DORMIA, parlando de' bachi da seta, Dormita; Muta, in cui i bachi da seta cambiano la pelle, il che succede quattro volte prima che facciano i bozzoli. DORMICHIÀR, v. Dormicchiare; Dormigliare; Sonnecchiare o Sonneggiare e Velar l'occhio.

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DORMIR, v. Dormire.

DORMIR A CIEL SEKEN, V. CIEL.

DORMIR A LA SBARAGIA, V. A LA SBARA

GIA.

DORMIR IN SCHENA, Dormir supino.

DORMIR COME UN TASSO O UNA MARMÒTA, Dormire come un tasso o un ghiro; Fare a dormir co'tassi; Dormir quanto i sacconi; Aver l'asino legato a buona caviglia

DORMIR COME UN ZOCO O DORMIR FISSO, Dormire o Essere in su la grossa; Dormir sodo; Dormire serratamente; Schiacciare un sonno; Levar la giumenta o l'asino; Dormire come alloppiato.

DORMIR DA LE QUATRO, Dormire nella grossa; Essere in su la grossa, Si dice dei Bachi da seta quando dormono la quarta volta. E vale anche per Dormire profondamente.

DORMIRGHE SORA, Consigliarsi col piumaocio, Pensar bene prima di risolvere in che che sia Val anche per Ritardare; Indugiare prima di risolvere.

DORMIR I SO SONI QUIETI O CO LA TESTA IN SACO, Dormire a chius' occhi; Dormire col capo o Tenere il capo fra due guanciali, vale Dormire o stare sicuro e viver quieto.

DORNIA QUIETO SORA DE QUALCUN, Dormire cogli occhi altrui, vale Riposarsi o Quietarsi d'alcuna cosa in sul parere o in su la diligenza altrui.

DORMIR SU LA PAGI▲, Dormire al pagliaio, o su la paglia.

DORMIR UN SONO SOLO, Dormire un sonno, cioè senza interrompimento.

ANDAR A DORMIR, Andare a pollaio o a dormire - CARO VU ANDÈ A DORMIR, detto fig. Andate a farvi friggere e in un forno o alla malora; Andatevi a riporre, Modo di rispondere quando si mostra di non voler credere all' altrui detto.

CHI DORME NO PIA PESSE, Chi si cava

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