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anche nel femminino purelle, che si legge nella Lett. 19. Questa fatica non molto utile a molte giovani, e purelle di Cristo; e nel Transito del b. don Giovanni, che si è riportato nella Prefazione universale, non solamente vi è purelli, ma purellini altresi. Si può ancora ancora affermare, che il vezzeggiativo purello derivi forse dal Latino puerulus, e sia come se dicesse fanciullino, avuto specialmente riguardo alla purità, che in quell'età tenera si ritrova.

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maso di Neri di Lippo da Firenze ; nella quale dimostra la viltà, e lo sprezzo del mondo; e duolsi di Gui

do, perchè non l'ha visitato. . . . . . LET. II. Don Giovanni detto, a Dona

to Correggiaio; del frutto, che fa la limosina: e del modo che fare si dee. LET. III. Don Giovanni a Guido; nel

la quale commenda la sua infiamma

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ta caritade e conforta nel timore di Dio esso Guido, abbondante ne beni temporali. LET. IV. Don Giovanni a Guido ; e pruovagli, che ogni cosa riguadagnata molto più diletta, che le cose continue, si posseggono; insegnandogli la via di Dio, e mostrandogli, perchè spesso abbiamo con noi la grazia di Dio, e perchè spesso la perdiamo. LET. V. Maestro Luigi Marsili, da Parigi a Firenze a Guido; mostrandogli, che la morte, e la perdita de beni temporali non sono da curare, se lo spirituale bene sta fermo. LET. VI. Don Giovanni a Guido, ringraziandolo altamente della limosina ricevuta: e mostra, che più ha da godere chi dà, che chi riceve. .... LET. VII. Maestro Luigi Marsili, da Parigi a Firenze, a Guido, in consolazione de cittadini, tormentati in Firenze pe romori: mostrando a tutti la via del cielo : contristandosi

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in fine della divisa di santa Chiesa. 53 LET. VIII. Don Giovanni a Donato Correggiaio; e narragli le cagioni della sua stanza nel diserto: insegnagli la fuga del mondo e de' suoi lacci: e innarragli certi miracoli.... 58 LET. IX. Don Giovanni a Guido: consolatoria alle infirmità del corpo, ch'avea: confortandolo a pazienzia ne fragelli di Dio....

LET. X. Maestro Luigi a Guido, da Padova, e domanda, se noi possiamo giudicare, noi medesimi essere degni d'odio, o d'amore: e conchiude, che'l mondo si dee odiare: e ragione, perchè.

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LET. XI. Don Giovanni a Guido; e duolsi delle novitadi della città: e consiglialo, quelchè allora sia da fare negli ufici del comune: e mostragli i tradimenti del mondo: e ammaestralo del regno di Dio..... 67 LET. XII. Maestro Luigi a Guido; e insegnali la vera vita del mondo. In fine si duole della morte del Petrar

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