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GASPARO, Gaspare e Gasparo o Gasparri, Nome proprio di uomo.

SIOR GASPARO, detto in gergo e famil. vale Borsaiuolo; Tagliaborse, Ladroncello. GASSE, 8. f. T. Mar. Gasse o Gasselte, Grossi cavi di cui servonsi i Marinari per istrascinare i cannoni fuori del puntone o sopra esso.

Gassa d'amante, dicesi a simil corda più grande.

GASTALDA, 8. f. Castalda; Casiera.

GASTALDA DE LE MUNEGHE, Servigiana o Fattoressa.

GASTALDIA, s. f. Castalderia. GASTALDO, s. m. Castaldo e Castaldione,

Quegli che ha cura ai negozii e alle possessioni altrui Casiere, si dice il Custode d'una casa di campagna Massaio o Massaro, il Custode di masserizie.

Gastaldo de le MUNEGHE, Servigiale. Gastaldi ducali erano qui anticamente gli Esecutori delle sentenze a nome del Doge, prima che s'istituisse la Magistratura detta Sopra Gastaldo. Erano eletti dal Doge. Quando si eseguiva qualche sentenza di morte in Venezia, il Gastaldo Ducale dava il segno al Carnefice per l'esecuzione.

GASTALDONA (coll' o stretto) s. f. Maccianghera, Donna grossolana e goffa: Schiattona o Stiatlona e Grassottona, dicesi a Donna grassa ed atticciata. GATA, s. f. Gatta - Mucia e Micia sono sinonimi, ma s' intende la mansueta. V. GA

TO.

COMPRAR I LARDI DA LA GATA, Modo ant. met. Andare alla gatta pel lardo, vale Andare a cercare uno di cosa la quale, oltre al mancargli, piaccia a lui smisuratamente, oppure avendola ne sia avarissimo. GATA D'ASPREO O GATASCHIAVA e MORETA, S. f. T. de' Pesc. Pesce di mare della famiglia de' Cani, il quale vien detto GATA SCHIAVA quando è pescato presso i lidi Ill'rici; MORETA, perchè è di colore bigio; e finalmente GATA D'ASPREO perchè trovasi per lo più fra i sassi. La voce ASPREO è poi corrotta dalla barb. Aspratilis che vuol dire SasBOSO, Questo pesce è chiamato da Linu. Squalus Canicula.

GATA NOSTRANA, s. f. T. de' Pesc. Altro pesce di mare del genere de' Cani, chiamato da Linn. Squalus Catulus. Gli si dà l'aggiunto di NOSTRANA, perchè pescasi ordinariamente nei nostri contorni. Questo pesce si distingue dal precedente per esserne molto più piccolo e per aver le macchie più rade e più scariche di colore. La pelle delle Gatte vien messa a profitto nelle arti sotto il nome di Sagrì o Sagrino. GATAPIATA, sust. d' ogni genere (detto verisimilmente da Gatta o Gattus e Cattus, così chiamata ne' bassi secoli una Macchina da guerra inventata per abbattere le muraglie. Leggesi nel Du Cange alla voce Cattus, Calli ergo sunt vineæ sive plutei sub quibus miles, quem Cattum vulgo dicimus, in subsessis aut insidiis latet) Gat

ta di Masino; Gatta morta; Gatlone; Acquacheta; Soppiatlone; Lumacone, Uomo che tiene in sè i suoi pensieri: e pigliasi in mala parte Fagnone vale Scaltro, astuto, ma che s' infinge semplice Sorbone dicesi a Uomo cupo e tutto intento a' proprii vantaggi Sornione o Susornione, si dice a Uomo aspro, ruvido, che tiene in sè i suoi pensieri ed è poco inclinato a far servigio. V. MORGNÒn e FIAMIA. GATARO. ANDAR IN GATARO, Andare in gattesco; Andare alle femmine o in fregola e diciamo de' Gatti.

GATA SCHIAVA, V. GATA D'ASPREO.

GATO s. m. Voce dal Franc. Gâteau, Vivanda fatta specialmente di mandorle e d' altri ingredienti. V. CROCANTE.

GATO, chiamasi anche modernamente una specie di collaretto guernito di merlo o tela finissima formata a sgonfiotti, che portasi dalle donne per abbigliamento. GATOGNÀO, Modo avv. Carpone o Carponi e Brancone o Brancolone e Brancicone, colle mani a terra a guisa d'animale quadrupede.

ANDAR A GATOGNIO, Andar carpone o carponi; Carpare o Carpire; Andar brancicone; Andar in quattro.

GATO, 8. m. Gatto, Animale noto, detto da GATOLÈRA, 8. f. Gatlaiuola o Gattaiola, Linn. Felis Catus.

GATO SURIAN, V. SURIAN.

GATO, detto figur. vale Ladro.

GATO SBORIO O SPAURIO, Gatto fugato, dicesi per metaf. di que' Contadini che venendo in Città guardano qua e là.

BUSO DEL GATO. V. GATOLERA.
Criar dei gati, V. Criar e SenAOLÀR.
FILAR DEI GATI, V. Filår.

CAVAR LA CASTAGNA CO LA ZATA DEL GATO, Cavar il granchio della buca colla man d'altri; Cavar la castagna colla zampa attrui, vale Fare alcuna cosa col mezzo d' altri ond'evitar pericolo.

CHE COLPA Che n'ha la GATA SE LA MASSERA XE MATA, Che colpa n' ha la galta se la Massara è mattu? cioè che Quando una cosa mal custodita è tolta, la colpa non è di chi la toglie, ma di chi gliela lascia inconsideratamente in preda.

CHI DE GATA NASSE SORZI PIA, Chi di galta nasce sorci piglia o graffia, e se non gli piglia non è sua figlia, cioè Le inclinazioni naturali non si possono celare, e i figliuoli per l'ordinario padreggiano o madreggiano. Chi nasce di gallina convien che razzoli.

CHISPARAGNALA GATA MAGNA, V. SPARAGNAR. NO TROVAR NE CAN NÈ GATA, Non trovar nè can nè gatta, vale Non trovare alcuno - LA TAL FAMEGIA LA XE RESTÀ CON TRE GATI, La tale schiatta è rimasta con tre fiati, cioè Con tre persone.

REBUFARSE DEL GATO, V. REBUFÀR.

QUANDO NO CH' È LA GATA I SORZI BAGOLA, La gatta è fuori e i topi vanno a tresca. Ovv. Quando la gatta non è in paese, i topi ballano, Prov. di chiaro significato.

TORSE GATI A PÈLÀR, Darsi pensiero degli altrui pensieri; Dare o Pigliarsi gl'impacci del Rosso; Aver preso a riscuotere la gabella degl' impacci; Essere impacciato, Pigliarsi le brighe che non ci toccano. Pare una settimana senza feste, D'un Faccendiere sempre occupato.

VENDER GATI IN SACO, Vendere gatta in sacco, Dare o Dire una cosa per un'altra ad altrui Gatta ci cova, cioè C'è sotto inganno o malizia.

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Buca che si fa nell'imposta dell'uscio de' grani, acciò che il gatto vi possa passare. GATOLO, s. m. Scolatoio o Smaltitoio, Condotto d'immondizie che v'è lateralmente ad ogni strada o calle di Venezia, dove si perde l'acqua piovana. V. CONDOTO.

GATOLO, detto in T. Agr Bocchetta, Quell'apertura che si fa nelle capezzaggini che traversano il campo seminato, per far correr l'acqua fuori con più facilità.

GATOLO CO L'ANEMA, Locuz. fam. met. detta di persona che abbia un fiato tristo, Fiatoso; Di tristo fiato; Bocca fialosa, puzzolente; Fiato d'avello; Fogna animata. GATOMAMON, s. m. Gattomammone, Specie di scimia che ha la coda. I Sistematici la chiamano Simia Maimon.

GATOMAMON, Si dice anche per Agg. a Persona, e vale Sciocco; Stupido; Balordo. GATON, 8. m. Gattone accresc. di Gatto.

GATON, dicesi nello stesso sign. di GATOGNÀO.

GATON DA REFETORIO, V. GATO DA REFETORIO, IN GATO.

Gattoni, Malore che viene nella menatura delle mascelle, che non lascia altrui masticare.

GATONI T. de' Maniscalchi, Viuole, Male che viene al cavallo e ad altre bestie da

soma.

GATORUSOLA, s. f. T. de' Pesc. Galloruggine, Pesce del genere Blennius, già conosciuto dagli antichi col nome Gattoruggine Venetiis. Questo non è a confondersi, secondo il parere del nostro Nardo, col Blennius Guttoruggine di Linneo, che sembra di specie diversa e presso noi non si trova; ma deesi riguardare come specie distinta, a cui però il Nardo conservò il nome Blennius Galloruggine, per essere la vera Gattoruggine degli antichi. Gl'Istriani dicono CAGNINA. È commestibile vile.

GATORUSOLA D'ASPRÈO, s. f. Pesce di mare, detto da Linn. B'ennius Occellaris. Ha un' appendice non palmata al di sopra di ciascun occhio, ed una macchia a guisa d'occhio nella parte anteriore dell' ampia sua pinna dorsale. È anche detto PESSE 0CHIAL; ed è commestibile vile. GATORUSOLA SENZA CRESTA 。 DE SASSO, s. f. T. de' Pesc. detta GATA O GATUZZA A Pelestrina. Il Sassifrago, Specie di Blennio. Pesce di mare detto dagli anti

chi Blennius Pholis. V. GALO D'ISTRIA, Trasuda dalla cute di questo pesce multissimo muco, onde in qualche luogo è anche detto Bavoso, e la sua testa non ha appendici ne barbiglioni. È commestibile vile. Nell'Istria gli dicono CHIOSSA CAGNINA, fem.

GAUDEAUMUS, V. STAR IN GAUDEAMUS, in STAR.

GAVARDINA, 8. f. Nome che davasi dai nostri Veneziani ad una Specie di veste ordinaria, e più o meno mozzata da basso. Disse Calmo nel suo testamento, LA MIA GAVARDÌ

NA DE ZENDAO PAONAZZO DE MEZZA GAMBA LA

DON A MISTRO FILIPIN CHE INSEGNA A BALAR. Sembra all' Autore che GAVARDINA essendo diminutivo di GAVARDA, si dicesse dal popolaccio storpiatamente GAVARDA per l'italiano Guarnacca, il cui dimin. è Guarnacchino; e che quindi la Gavardina fosse il Guarnacchino.

GAVETA O VETA, 8. f. (coll' e stretta) Gavelta, T. de' Battilori. Il filo d'oro o d'argento tirato ch' esce dalla prima filiera.

ORO E ARZENTO IN GAVETA, Filierino di gavelta, Esprime lo stesso significato.

Manella è nome che si dà ad una quantità di circa ɛei once di gavetta avvolta sopra un rocchettone.

GAVIN, s. m. Voce agr. Lo stesso che GATOLO nel secondo sign. V. GAVITELO, V. GAITELO. GAVONCHIO, pesce, V. GRONGO. GAVÒTO, s. m. chiamavasi un Dominicano di stretta osservanza, di quelli cioè che sin dal 1100 circa abitavano nel Monastero de' Gesuati sullé Zattere, stato soppresso nel 1811, la cui Chiesa detta di S. Domenico delle Zattere e comunemente de' Gesuati, fu convertita in parrocchiale in vece di quella di S. Agnese. L'institutore di tal Ordine fu il B. Giacomo Salmonio dalla Cava, dal qual luogo i Religiosi erano detti GAVOTI, Voce corrotta da CAVOTI, che, secondo alcuni, dovrebbe dirsi. GAZA O GAZOLA (colla z dolce) 8. f. Gazza o Gazzera, detto anche Cecca o Pica, Uccello noto di color bianco e nero, atto ad imitar la favella umana; è detto da Linn. Corvus Pica. V. TACOLA.

PELAR LA GAZA E NO SCORTEGARLA, Pelare e non mordere ; Il buon pastore losa e non iscortica; Pelar la gazza e non la fare stridere, vale, Sapere trar profitto senza far gridare.

MORSO A COA DE GAZA, T. de' Legnaiuoli, Calettatura a coda di rondine, dicesi Quella commettitura che si fa con uno o più denti fuor di squadra, internati nella femmina che li riceve. GAZA RABOSA, 8. f. Ghiandaia comune, detta altrove Gazza ghiandaia o Berto o Bertina, e da Linn. Corvus glandarius, Specie di Gazzera di passo, che nel Polesine si chiama GAZA RABIOSA. GAZABİN, s. m. Ser faccenda o Faccendiere, Colui che volentieri s' intriga in ogni Mestatore, dicesi Quello che opera

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di voglia con saccenteria - Traforello, vale Sottile aggiratore. GAZABORA (coll' o stretto) s. f. Zurro; Zurlo e Ruzzo, Allegria e desiderio smodederato di che che sia.

ANDAR O ESSER IN GAZABORA, Entrare Essere in zurro o in zurlo o in ruzzo ; Entrare o Essere in gazzurro; Ingazzullire; Essere inguzzullito, Entrare o Essere in troppa allegria Gavazzare, Fare strepito e romore per allegrezza. GAZABUGIO, 8. m. Guazzabuglio, Confusione, miscuglio. E quindi Guazzabugliare, Sconfondere, Impiastricciare, imbrogliare.

GAZANELA, s. f. T. degli Uccellatori, Tordo maggiore, detto anche Tordella; sul Veronese STORDELA, nel Milanese Dress, e da Linn. Tardus Viscivorus o maior. Uccel

lo noto che comparisce fra noi nel novembre, ma non vi si ferma, e nel maggio si rivede di passo. GAZARASIA GAZARA, Sia benedetto Iddio, Espressione fam. d' impazienza.

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BESTIA GAZARADA, Bestiaccia; Bestionaccio, Bestione. Dicesi altrui per ingiuria. MODA GAZARADA, Moda malvagia, cattiva. No GHE NE DAGO UNA GAZARADA, Non me n' importa un cavolo, un fico; Non ne do un pelacucchino.

GAZARADA, 8. f. Cosa di niuna importanza, un nonnulla, cosa da nulla. Dicesi famigliarmente No ME N'IMPORTA UNA GAZARADA cioè No me ne cale un fico, non ine n' importa niente. Così pure: No CAPISSO UNA GAZARADA, cioè Non ne intendo si'labá, o niente affatto. È voce usata per eufemismo o per decenza, in luogo di buzarada o budelada.

GAZARAR, v. detto per onestà da molti in vece di BUZARAR, V. GAZEGÀR, v. T. de' Vetrai, Raffilare il ferro col grisatoio. V. GAZEGHIN. GAZEGHIN, s. m. T. de' Vetrai, Grisatoio o Topo, Strumento di ferro, col quale si vanno rodendo i vetri per ridurgli ai destinati contorni.

GAZELA, 8. f. Gazzella, Sorta d'animale quadrupede di color falbo, grosso quanto una capra, a cui moltissimo somiglia. Linneo la chiama Capra Gazella.

GAZETA (colla z dolce) s. f. Gazzetta, detta già in Toscano Crazia, Antica moneta Veneziana equivalente a due soldi Veneti. Gazzettino è il diminutivo.

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GAZETA DE LE NOVITÀ, Gazzetta; Foglietto; Foglio d' avvisi, Foglio noto che si pagava una gazzetta, e da ciò prese il

nome.

ESSER DA GAZETA, Esser un meschino miserabile; ed è maniera antiquata. GAZETIÈR, 8. m. Gazzetliere; Gazzettante e Fogliettante. GAZETINA, 8. f. Gazzettino.

GAZIA (colla z dolce) 8. f. Gaggia de' giardini, Fiore noto odorosissimo e Pianta chiamata da' Botanici Acacia Farnesiana.

GAZIA DE COSTANTINOPOLI, Gaggia bian

ca, Sorta d'albero nominato da' Sistematici Acacia Iulibrissin, e n'abbiamo anche nel nostro pubblico giardino. Fa i fiori vaghissimi, di color porporino chiaro, piuttosto odorosi.

GAZO, T. de' Sarti, V. BRAGHESSE.
GAZOLA, V. GAZA.

GAZÒTO, 8. m. Gazzerotto e Gazze rotta,
Piccola gazzera.

GE (coll'e stretta) Gi, s. m. Lettera consonante dell' alfabeto. GEBO, V. GHEBO.

GEGIA (coll' e larga) Teresa, Nome proprio di femmina, ma è voce fanciullesca.

Gegia, dicono pure i fanciullini per D■DA, che vale TATA. V. GELOMAR, v. T. Mar. Tonneggiare, Tirarsi verso un punto per mezzo d' un cavo dato in terra o attaccato ad un' ancora. GELOMO, 8. m. T. Mar. Tonneggio, L' azione di tirare e far muovere una nave a forza di braccia per mezzo d'un cavo, il quale è anche detto Tonneggio. GELADA, 8. f. Gelamento o Gielamento; Gelata o Gielata, Gran freddo. GELAR, v. Gelare o Gielare; Aggelare, Divenir gelato o freddo.

Coagulare; Rappigliare; Assevare, dicesi del Burro, del sego, del brodo etc.

GELARSE EL SANGUE ADOSSO, Farsi di gelo. GELATINA, 8. f. Gelatina o Gielatina e Gieladina, Brodo rappreso o Vivanda gelatinosa.

GELATO, 8. m. Gelato o Gielato, Liquore, frutto o simile congelato, che si prende ad uso di rinfresco. Acque gelate. GELO, s. m. Gelo o Gielo e Gelone.

Gn'È UN CERTO GELO, C'è una certa gelidezza, cioè Una freschezza eccessiva. GELOSIA. V. ZELOSIA. GELSOMIN. V. Zensamin. GELTRÚDA, Gertruda, Nome proprio di

femmina.

GEMÈ. V. BUGARìn.

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GEMÊTO, 8. m. Piccolo gomilolo · lino, dicesi a Filo, seta, oro etc. avvolto sopra pezzuolini di cartone. GEMINA, 8. f. (dal lat. Geminus doppio) T. Milit. del Governo ex-veneto. Tribunale militare o Consiglio di guerra composto di due persone d'ogni grado, che ragunavasi per giudicare qualche militare colpevole di delitti militari.

GEMO (coll'e stretto) s. m. (dalla voce antica Ghiomo e dal latino Glomus) Gomilolo e Gommicciolo.

FAR SU I GEMI, Aggomitolare o Aggomieciolare, Far gomitoli. V. INDEVEnår — DeBFÅR GEMI, Sgomitolare, ed è il suo contrario.

GENA, s. f. (coll'e aperta) Jena o Gena e Gene, Animale feroce della grandezza d' un porco, di coda retta, anulata, colle orecchie nude, che incrudelisce contro i cadaveri umani cui dissotterra. Appartiene alla famiglia de' Cani, secondo Ginneo, che lo chiama Canis Hyena. Ne abbiam veduto più volte anche in Venezia con altre fiere.

GENCA (coll' e aperta) add. d' ogni genere. Voce usata nel Contado alle parti di Chioggia, detta per Agg. a persona e vale Tristanzuolo; Tristerello; Sparutello; Sparulino.

GÈNDENA, 8. f. Lendine masc. e fem. Uovo del pidocchio. Nel numero plur. dicesi Lendini o Lendine.

CAVEI CO LE GENDENE, Capelli lendinosi. GENDÈNELA, 8. f. Pettine fitto, Piccolissimo pettine di denti assai fitti. GENDENÈTA, s. f. Lendinino, masc. e dicesi anche Lendinina fem. Piccolo lendine. GENDENETA, Si dice fain. ad un Ragazzino piccolissimo. V. TANTERULO. GENDENÒSO, add. Lendinoso, Che ha lendini in capo.

GENDEXÈ, Maniera ant. del nostro dialetto, che s'incontra bene spesso nelle prose del Calmo, in vece del moderno Ghe ne xe Ve n'è o Ve n' ha. Credesi però errorc di scrittura, e che dovesse scriversi Ghendexè, GENERAL, add. Generale.

IN GENERAL, detto avverb. Generalmente; Al generale o In generale.

STAR SU LE GENERALI, Generaleggiare ; Star sulle generali o Spacciare sul generale. Il suo contrario è Particolareggiare. GENERALA, 8. f. dicesi da noi alla Moglie o Femmina di Uffizial generale. Non trovasi ne' dizionarii una voce che vi corrisponda; ma se Generale è add. d'ogni genere; se per esempio dicesi la Giudice, la Presidente per la femmina di giudice o di presidente, pare che non disconverrebbe all' inclinazione della lingua il dire la Generale.

BATER LA GENERALA, Batter la chiamata generale, che dicesi meglio Battere o Sonare la raccolta o Sonar raccolta. GENERALATO, s. m. Generalato.

FAR UN GENERALATO, dicevasi per esagerazione sotto il Governo Veneto di Chi faceva una carica assai lucrosa, perchè li Generali patrizii della Dalmazia e del Levante lucravano moltissimo ne' loro uffizii. V. BAI

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-

Amo

GENIAZZO, 8. m. Geniaccio, Cattivo genio, e talora prendesi per Gran genio. GENIETO, 8. m, Genialità, Propensione d'affetto; Inclinazione, tendenza retto, Piccolo amore, ma per lo più s' intende d'amor lascivo; e talvolta per Semplice galanteria. V. STRAZZETTA - Nel Dizionario universale italiano della Minerva in Padova e nel Panlessico italiano trovasi Affezioncella.

GENIO, s. m. Genio, Inclinazione d'animo, Affetto, simpatia, ovv. Attitudine a cose appartenenti all'ingegno. V. SPIRITO e TALENTO.

ANDAR A GENIO, Andare a genio o Dar nel genio e Andare a stomaco, Piacere. OMO DE CATIVO GENIO, Uomo di cattiva cotloia, detto fig. vale Di genio maligno. FAR CON GENIO, Fare genialmente.

FAR CON CATIVO O MAL GENIO, Far che che sia contro stomaco o forvoglia, malgrado, mal volentieri.

GENOÈSI, s. m. T. de'Ciambellai, Chiamasi una Specie di pastume intriso di burro e zucchero, spugnoso, tagliato in fette e leggermente biscottato, che serve ad uso di zuppa. V. MANUCHI.

GENUIN, add. Genuino, cioè Naturale, leale, nativo, schietto, non alterato, non contraffatto; ed anche Sincero, non artefatto. GENUIN, add. Genuino cioè Naturale, ov

vio.

COSSA GENUINA, Cosa vera verissima, che altrimenti dicesi SINcero.

VIN GENUIN, Vino naturale, cioè non artefatto nè mescolato.

OMO GENUIN, Uomo sincero, schietto, leale. GENUINA, s. f. Genovina o Genovino, Moneta d'argento della già Repubblica di Genova che aveva corso ai nostri giorni anche in Venezia, e valeva lire quattro Venete, ma fu proscritta dal cessato Governo Ve

neto.

GENUINA, Genovina d'oro o Doppia di Genova chiamasi la Moneta d'oro di Lire Autriache 96 circa o sia di Venete L. 168, che tuttavia esiste in corso ed è permessa dai vigenti nostri regolamenti. I suoi spezzati banno il valore proporzionale. GENZIANA. V. ERBA MARESINA. GERANIO. V. GIRANIO. GERARCHIA, s. f. Gerarchia.

UNA DE LE PRIME GERARCHIE; dicevasi ai tempi del Governo Veneto, parlando d'un tale Patrizio d'antica famiglia, di gran ricchezza, e che fosse insignito di qualche uffizio eminente o dignità nella Repubblica. Uno de' primi luminari del governo; Un de' primi nell' ordine gerarchico. GEREMIA, Geremia, nome proprio di Uomo, benchè a' tempi nostri sia rarissimo. S. Geremia Profeta è il titolare d'una Chiesa Parrocchiale di Venezia in Canaregio.

FAR DA GEREMIA, Maniera fam. Far dei lamenti; Lamentarsi; Rammaricarsi. V. NENIA.

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GESSOREUT, s. m. Gisolreute, Voce della musica vocale.

GESTINA, 8. f. Voce del Contado alle parti di Chioggia, Movimento; Prurito, Voglia che sentesi per questo e per quell'oggetto.

GESTIÓN, s. f. Voce usata da pochi anni nel foro, introdottaci dai Lombardi; ed è lo stesso che Azienda, V. GESTIR, v. Gestire; Gesteggiare; Atleggiare, Muoversi colla persona e specialmente colle mani in parlando. GÈSU, pronunciato rozzamente alla latina in vece di Gesù IN T'UN GESU, In un tratto; In un attimo; In un bacchio baleno; Dal vedere al non vedere.

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GHEBO, 8. m. (Antica e ancora usata voce Veneziana, detta glà barbaric. Gibbo e Gaibo) Rivolo e Rigàgnolo. Chiamansi GHEBI que' Piccoli canaletti che a guisa di vene minori portano l'acqua per tutta la Laguna.

GHEBO DEL MOLIN, Gora, dicesi propr. la fossa per la quale si conduce l'acqua ai mulini per macinare.

LASSAR ANDAR L'AQUA PER I SO GHEBI, detto fig. Lasciar andar l' acqua alla china; Pigliar il mondo come viene, cioè Non affannarsi di ciò che succede. GHECO (pronunziato coll'e aperta) Voce insignificante che usasi nel seguente proverbio fam. GHECO GHECO (altri dicono Eco ECO) LA GALINA fa 'l vovo per el beco, cui potrebbe rispondere il proverbio La bocca ne porta le gambe: cioè Per via di mangiare si mantengon le forze.

GHENDE (coll'e stretta) o GENDE, Manie

ra ant. che usavasi fin dai tempi del Calmo nel secolo XVI per quella che ora dicesi GHE NE.

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GHETO, (coll'e larga) s. m. Ghetto, Parola che il Muratori fa derivare dalla voce Rabbino Talmudica Ghet, che vale Separazione, divorzio: benchè altri creda che provenga dalla Siriaca Nghetto che vuol dire Congregazione, Sinagoga; chiamasi il Serraglio dove abitano gli Ebrei.

CASA CHE LA PAr un gheto, Locuz. famil. che vale Casa ingombrata o ingomberata, Casa piena di masserizie disordinate. GIA, s f. Ghia, T. Mar. Nome che si dà ad alcuni canapi a guisa di venti, per istabilire qualche bastone, come quello di flocco o d' altro.

Ghia, dicesi pure a Canapo infilato in una girella in cima ad un albero, con cui si tirano in alto le manovre o qualche peso, o un uomo ancora per farvi qualche la

voro.

GHIGNAZZAR. Lo stesso che SCHIGNAZZAB. V.

GHILOTINA, 8. f. Ghigliottina, Macchina di supplizio, che usavasi, inventata dal Francese Guillotin.

GHIGNA, s. f. Voce di gergo de' Barcaiuoli, che vuol dire Cera; Aria di volto; Sembianza.

GHIGNA DA MANEGO, Cera da carnefice GHIGNA DA SCAPUZZO, Cera da ladrone. GHINDÀR, v. T. Mar. Ghindare o Issare, Alzare, tirar in alto un albero, una vela etc. Ghindare o Issare la bandier a.

GHINDAR, dicevasi anticamente e metaf. nel sign. di Accingersi coraggiosamente ad un' impresa

ALTO GHINDEMO, Su via,

si dia la vela ai venti, Accingiamoci all'impresa. GHINDAZZO, s. m. O GHINDARESSA, T. Mar. Ghindazzo, Certo cavo che serve a ghindar la vela. Ghindata, dicesi Tutto lo spazio per cui può esser alzato un albero, una vela etc. Ghinda, Alzata o Elevazione che si può dare ad un pennone per issarlo. GHINGHIN, 8. m. Cioccia, Voce colla quale i ban bini chiamano la poppa.

VUSTU EL GHINGHIN, CARO? Vuoi la cioccia? Maniera scherzevole per trattar uno da fanciullo.

GHIRO, Animale, V. GIRO.

GHISA, 8. f. Voce che s'incontra nel Poemetto sulla guerra de' Nicolotti e Castellani più volte mentovato in questo libro, e credesi errore di stampa per Guisa, Modo,

Maniera

SE VE POSSO AGRAPAR IN CAL CHE GHISA, Se in qualche guisa vi posso cogliere o sorprendere.

GIA avv. presso noi è lo stesso che Z▲, essendo anzi questa maniera più comunemente usata. V. ZA.

Si usa però la voce Gri, rispondendo a taluno nel sign. di Si; ed è precisamente il Ja dei Tedeschi.

VORLA CHE VEONA ANCA MI? E un altro risponde Gri, che vuol dire Si; ma è maniera di confidenza.

GIACHÈ (coll'e aperta) s. m. Voce dall' inglese Jockey e vale Servitoretto. Ragazzo che serve in una famiglia. Nel Dizionario delle voci barbariche di Du Cange abbiamo la parola Jacke o Jacque, che s'indica per Saio militare, che i soldati portavano 80pra la corazza: veste corta sino alle natiche.

GIACHETA, 8. f. Giacchetta, Voce ora fattasi comune all'Italia, dal Franc. Jaquette. Nel dizionario delle voci barbariche di Du Cange abbiamo Jacqueta o Jacqueta per una specie di veste monastica antica. Nel principio del secolo XVIII, chiamavano i Francesi Jacquette quell'Abitino che portavano i fanciulli fin che si vestivano da donne; ed anche quel Saio senza maniche che usavano i contadini.

GIACINTÌNA, s. f. Giac'ntina o Lattovaro iacintino, Sorta di medicamento o Elettuario composto.

GIACINTO, 8. m. Giacinto, Fiore notissimo odoroso, detto da' Botanici Hyacinthus orienta'is.

GIACINTO, 8. m Giacinto, Nome proprio di uomo.

SCUOLA DE S. GIACINTO, dicesi bassamenle a Quella che si suppone esistere degli spallati o falliti. Quindi ESSER UNO DE LA SCUOLA DE S. GIACINTO, detto in gergo, vale Esser fallito, spiantato ne'le barbe, impoverito.

GIACOBIN, 8. f. Giacobino, Voce dell'uso introdottasi dopo la rivoluzione Francese, e vale figur. Democratico furioso o Antimonarchico; Repubblicano, e in sentimento più lato Ateo, Libertino, Crudele, Ribelle, Pazzo fanatico. GIACODIN SIOR GIACODIN, Un Ebreo.

L'È UN GIACODIN, Egli è un Ebreo; dicesi per disprezzo o per motteggio. GIACOMETO, dimin. dicesi a fanciullo di nome Giacomo o talvolta per vezzo a persona di tal nome, che sia di statura piccola.

SIOR GIACOMETO MEZA CAMISA, dicesi in Venezia per derisione o motteggio di quella Persona che sia bensì decentemente vestita, ma che pur si conosca miserabile. V. NICOLETO. GIACOMO, Giacomo, Nome proprio di Uomo. Giacoma dicesi la Femmina.

LE GAMBE ME FA GIACOMO, Aver tronche le gambe; Esser male in gambe; Le gambe e i piedi ad ogni passo di ca sca

re accennano.

GIADA, 8. f. Nocchio, quasi osserello nelle frutta, che le rende in quella parte più dure e men piacevoli a mangiare. GIADA, add. T. Agr. Nocchioloso; Nocchioroso; Nocchioruto e Nocchioso, Pien di nocchi e dicesi di alcune frutta. GIAGA, s. m. T. de'Cacciatori, Gran rondine marittima, Uccello acquatico del genere de' Gabbiani, detto da Linn. Sterna Hirundo, il quale attesa la lunghezza delle sue ale, la piccolezza de' piedi, il biforcamento della coda, il suo continuo volo tutta la figura del corpo, i Francesi chiamano La grande Hirondelle de mer. Non è buono a mangiare. Non comparisce sulle nostre acque che alla fine di marzo, e dopo d'aver nidificato, sparisce. V. FICA. GIALAPA, 8. f. Ialappa o Sciarappa e Scialappa, Sorta di pianta o radice medicinale, che viene dalle Indie occidentali. Il suo fiore è bellissimo, e dicesi ancora Ma

raviglia del Perù, detto da' Sistematici Convolvulus ialappa. Il nome Ialappa viene da Xelaipa, provincia della nuova Spagna. Si vegga il Dizionario Enciclopedico dell'Alberti alla voce Gelsomino. GIALEPO, s. m. Giulebbo e Giulebbe, detto ancora Zucchero giulebbato.

FAR UN GIALEPO, Giulebbare. GIAMPICON, s. m. Compagnone, Uomo grande d'una taglia straordinaria Bastracone o Gallione, Uomaccio grande e goffamente grosso Spilungone; Fastel

lone; Fastellaccio, dicesi per ischerno di uomo disadatto e fuor di misura grande. V. CONFALON.

GIANDA, s. f. Ghianda.

GIANDE DEL FIGA, Natta, Difetto che si trova nel fegato degli animali. GIANDÈTA, 8. f. Ghianduccia o Ghianduzza e Ghiandellino.

GIANDETA DA ODORI, Mandorletta. GIANDUSSA, s. m. e f. Voce corrotta dall'italiano Ghianduzza o Ghianduccia, che vale Piccola ghianda. Ghianduccia fu detto per similitudine a que' piccoli enfiati o gavoccioli, che vengono ad alcuni nell'inguinaia e sotto le ditella etc., i quali fin che non sieno suppurati recan dolore e inquietudine. Sotto tale significazione di male si hanno i seguenti dettati metaforici.

Fistolo; Frugolo; Facimale; Diavolettino, Aggiunti a Fanciullo insolente che mai si ferma. Diavolessa, a Donna molto riottosa.

GIANDUSSA, in T. antiq. vale Pestilenza. Quindi GIANDUSSA fu detta la pestilenza avvenuta in Venezia nel 1348 e nel 1360.

AVER LA GIANDUSSA ADOSSO, Aver l'argento vivo addosso, Esser sempre in moto e quasi inquieto.

CHE TE VEGNA LA GIANDUSSA, Che ti venga o nasca il eanchero, il gavocciolo, il morbo, il vermocane; Che il fistolo o il diavolo l'entri addosso; Modi d'imprecazione.

Boerio

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GIAVA, s. f. Giava, T. Mar. Luogo delle grosse navi, dove si custodiscono gli attrezzi ed altro. E, detto in termine di galera, dicesi Una delle stanzoline oscure situate nella stiva, dove si abita. GIAVARDO, 8. m. o SORAPOSTA, T. de' Maniscalchi, Sovrapposta, Sorta di malattia de'cavalli causata da una puntura tra la cute viva e l'unghia, con rottura di carne. GIAVARDO, s. m. ed anche PARNA, dicesi da'Maniscalchi ad una Fistola che vien talora ne' piedi ai Cavalli tra il pasturale, con uscita di materia puzzolente; ed è per lo più conseguenza di acque pessime be

vute.

GIAVETA, s. f. T. Mar. Chiavetta o Copiglia, Pezzo a cuneo che si mette sul foro di un perno di ferro per fermarlo e assicurarlo.

Chiavarda, Grosso perno di ferro invitato e con anello da capo, per varii usi. V. INGIAVETAR.

GIAVÊTE DE SPAGO. V. SCHIAVÈte. GIAZZA, 8. f. T. da' Confetturieri, Ghiaz

za, dicesi a quei pezzettini di zucchero, di cui s'aspergono alcune pastiglie dolci, come pani di Spagna e simili. GIAZZA, add. Ghiacciato e Agghiacciato, Divenuto ghiaccio.

POVERO GIAZZA, detto fig. Povero in canna; Arso; Abbruciato di danaro; Fiaccato, Povero.

GIAZZADA, s. f. Agghiacciamento.

GIAZZADA GRANDA, Agghiadamento; Assiderazione.

GIAZZADA DE ALBORI, Gelicidio o Gielicidio.

GIAZZAR, v. Congelare; Aggelare; Agghiacciare; Ghiacciare.

GIAZZARSE, Parlando della minestra, e simili, Raffreddare o Freddare. SCOMENZAR A GIAZZARSE, Velare; e quindi Velo.

Giazzarse dal fREDO, Agghiadare ; Aggrezzarsi, Sentire eccessivo freddo. Aggranchiarsi, Indo!enzire o Indolentire, Addormentarsi quasi il senso delle membra pel freddo, che anche dicesi Assiderare.

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GIAZZARSE EL SANGUE ADOSSo, Gelarsi il sangue; Sentirsi tutto rimescolare; Rincirconire; Dicesi del sangue, quando si altera improvvisamente per vedere o ricordarsi di cosa odiosa e spaventosa · Avere un caporiccio o un raccapricciamento o raccapriccio, cioè un Arricciamento de'capelli che significa paura. Capriccio od Orrore, si dice Quel tremore che scorre per le carni per orrore di che che sia. Freddo gelo; Farsi il sangue di ghiaccio; Freddo tremore; Agghiacciarsi o Agghiadare di paura.

GIAZZERA, s. f. Ghiacciaia, Luogo sotterraneo destinato a conservare il ghiaccio d'ostate.

L'È UNA GIAZZÈRA, Detto fam. Gran freddoloso o freddoso, Agg. a Persona che si dia troppa impazienza pel freddo. GIAZZO, s. m. Ghiaccio; Gelo.

MOLAR DEL GIAZZO, Dimoiare; Didiacciare; Struggersi. V. DesgiazZÁR.

ESSER AL Giazzo o Aver el Giazzo IN TE LE SCARSELE, Esser alla macina; Esser ridotto al verde, miserabile; Esser arso, povero in cannu. GIAZZO TANTO CHE FA PAURA, Gran miseria; Miseria al sommo; Gran povertà.

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ROMPER EL GIAZZO, detto fig. Rompere il guado o il ghiaccio, Esser il primo a fare o tentare alcuna cosa. Cavare o Uscire del marcio, Ottenere qualche cosa desiderata per la prima volta · Romper la malia Passata lunga disdetta, incontrarsi in buona fortuna. GIAZZOLA O GIAZZOLA, 8. f. Graziola, Sorta d'Erbaggio notissimo, chiamato da' Botanici Gratiola officinalis. GIAZZOLO, 8. m. Ghiacciuolo, Pezzo d' acqua congelata pendente da che che sia. GIBERNA. V. PATRONA DA SOLDAI. GIE, pronunciato unisillabo, coll'e aperta, è voce o grido usato da' bifolchi quando guidano i buoi. Essa deriva evidentemente dal 39

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