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desiderio di spendere gli ultimi anni nelle cure di vescovo, chiese di deporre in un col peso la dignità di cardinale :e pur non potè si fuggire la calunnia d'ambizioso (1), quasi di vizio splendido ed universale a'grandi, che non fosse paruto aspirare a maggior dignità, ed a questo fine indirizzar la dolcezza ch'egli usavą co' vescovi, considerandoli come in pros> simo grado à divenir elettori del futuro pontefice. Ma chi vedea quanto risultasse in pro della Chiesa il mantenere al concilio e dentro la soddisfazione d' un piacevolissimo reggimento, e fuori la riputazione d'una interissima libertà, conoscevá che presidente era tanto più laudevole, mentre per servire alla causa publica espo nevasi alla nota d'ambizione privata. Fu sì caritativo al suo gregge con pascerlo ancora corporalmente, che in quell' anno assai carestoso in cui egli morì, facea distribuire ogni giorno in Mantova á millė poveri farina bastevole per l'alimento. Anzi non ristrignendo la carità in Mantova sola, ma diffondendola per tutta la

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(1) Relazione già detta dell'ambasciador vineziano.

Lombardia, si trae ragione che negli ultimi tre anni sterili dispensasse in elemosine: danaro immenso ed inestimabile. Alla vita corrispose la morte si nella pietà, si nella liberalità. Ritenne il conoscimento finchè ritenne lo spirito, e tutto esercitollo in atti d'egregia divozione. Ma come il peggior effetto del male è il torre il senso `del male, quando già gli altri non avevano più speranza della sua vita, non aveva (1) egli pur suspizione della sua morte: ei servidori, gli amici, e i parenti, con un rispetto e con un amore che non è benivolenza, non s' attentavano d'ammonirlo. Il fece Camillo Olivo suo famigliare di quarant' anni, ringraziatone dal padrone con affetto eguale al valore e alla singularità del servigio. Volle (2) gli ultimi sacramenti da Diego Lainez generale de' gesuiti, dianzi ritornato di Mantova, dove egli l'avea mandato per aiutarvi in un breve trascorrimento l'anime, e per fondarvi stabilmente un collegio di quella re

(1) Relazione del concilio di Nicolò da Ponte ambasciador vineziano.

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(2) Le aggiunte al Ciaccone, già mentovate, e il Sacchino nel principio del lib. 7.

ligione: di che trovossi poi un suo codicillo. Il suo (1) testamento, in cui non vedevansi altri caratteri che o d'amistà, o di carità, o di gratitudine, fu esaltato specialmente per quella virtù popolare che acquista il comune applauso nella morte de' grandi, cioè per la rimunerazione dei servidori, non essendosi egli recato a viltà rimeritarvi a nome i famigli più vili.

Gli furono celebrate l'esequie in Trento da tutta quella gran raunanza (2), e poi altre in Mantova dal duca suo nipote: il quale, mutando il corso e gli uffici del suo viaggio, impose alla moglie che rivolgesse il cammino, ed egli ritornò a Mantova per onorare il corpo del zio: e vi fu accompagnato da molti nobili prelati amorevoli del cardinale, e grati ancora a que' freddi avanzi che ne rimanevano in terra. Ma il più onorevole funerale, che non s'ottiene per altezza nè di sangue nè di grado, gli fu celebrato dal publico lutto di cui vedeansi coperti i visi di ciascheduno. E non è amplificazione, ma

(1) Oltre agli Atti del Paleotto, due lettere dell'arcivescovo di Zara de'3 e de'4 di marzo 1563. (2) Il Diario a'3 di marzo.

T. X.

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istoria (1), che in Trento non s'udivano in que' giorni se non sospiri e singhiozzi, quasi fossero morte in quell' uomo le comuni speranze del cristianesimo. I Legati (2) specialmente rimasero attoniti a questo colpo: e il Seripando, lontanissimo da quell' ambizione che fa piacere agli uomini ogni primato, e massimamente fra coloro che fra gli altri sono i primi, sollecitamente scrisse al pontefice, che degnasse di surrogare al defunto un altro Legato si antico nel concistoro che fosse a lui superior nel concilio. Gl'imperiali, prevedendo la necessità di questa futura elezione, tosto posero gli occhi nel cardinal di Loreno. Discorrevano (3) che il dare a lui quella presidenza sarebbe stato un soddisfare a tutti i principi ed a tutte le nazioni, le quali convenivano in confidarvisi, e però un assicurare di buono e glorioso riuscimento il concilio. Per tanto

(1) Contiensi specialmente in una lettera del Foscarario al card. Morone de' 4 di marzo 1563.

(2) Appare da una de' Legati al card. Borromeo degli 8 di marzo, e da una risposta del Borromeo al Seripando de' 10 di marzo 1563.

(3) Appare da una scrittura del Visconti al cardinal Borromeo degli 8 di marzo 1563.

fecer volare un corriere all' imperadore, confortandolo che stimolasse a ciò il pontefice co' suoi ufficii, ne' quali sarebbono agevolmente concorsi gli altrui oratori: e portavano credenza, che, ove Pio vedesse unite in quella domanda le maggiori corone, avrebbe o riputato giovevole il consentire, o disonorevole il ricusare. Nè a tali industrie mancava qualche participazione del Lorenese. Ma il papa era di avviso troppo diverso. Antivedeva egli per l'una banda l'assalto di sì potenti pregatori: dall'altra intendeva, che non potesse ciò venire in profitto. Quantunque i tre massimi principi concordassero in molte richieste, in altre nondimeno assai tra se discordare: onde non convenire che 'l primo soprastante, e 'l primo motore dell'assemblea fosse proprio d'alcuna parte. Sapersi quanto la concessione del calice, e l'altre derogazioni a varie leggi ecclesiastiche eran promosse dal cardinal di Loreno, e dal re di Francia, ed insieme quanto abborrite dal re di Spagna. Senza che, dichiarando la nazion francese d'esser contraria a que' titoli di prerogativa, i quali aveva dati al romano pontefice il

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