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ISÈPA, (colla s dolce) Giuseppa e Giusep- ISPIRITÀ, add. Spiritato; Indemoniato.

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ISOLA, s. f. Isola, Paese o territorio racchiuso d'ogni intorno da acqua.

QUASI ISOLA, Penisola, Isola riunita al Continente per mezzo d'una Lingua di terra che chiamasi Istmo.

ABITANTE DE ISOLA, Isolano.

CASE IN ISOLA, Isolato o Isola, Ceppo di case posto in isola e staccato da tutte le bande.

RESTAR IN ISOLA, O ISOLATO, Restare o Rimanere in asso, o isolato, cioè Solo, abbandonato.

ESSER IN ISOLA PER CASCAR, Esser in bislico per cadere, cioè In pericolo, Esser la là. V. BRUSO.

ISPASEMÅR, V. SPASEMÅR.

ISPEÀ, add. Inschidionato, Infilzato nello sehidione o spiedo.

ISPEADA, s. f. Schidionata o Stidionata d'uccelli.

ISPEADA DE RETENTI, Infilzala d'arrestati. Per simil. Infilzata, si dice fig. di Una lunga e per lo più fastidiosa serie di parole.

ISPEAR, v. Schidionare o Inschidionare, Infilzare i carnami nello schidione o spiedo.

ISPEAR DEI ESEMPI, Infilzare esempi, parole e simili, detto fig. ISPERONARSE,, v. Mettersi gli sproni. ISPESSIR, v. Spessare; Spessire, Dicesi

MATO ISPIRITA, Giovialone; Allegroccio, Più buffon d'una bertuccia. ISPORCADA, 8. f. Imbrattatura: Zaffardata, Imbrattamento di qualsisia lordura. ISPORCAR, O SPORCAR, V. Sporcare; Lordare; Brutlare.

ISPORCAR LA TELA, Impiastrare, T. di Pittura. Dinota la poca grazia di coloro che non sanno maneggiare nè collocare i colori ai loro luoghi.

A FAR I FATI SOI NO SE SE ISPORCA LE MAN, Prov. usatissimo, A fare i fatti suoi non s'imbrattan le mani; Fa da te quel che puoi, che chi fa i fatti suoi merita laude. Tanto più che Chi fa per sè fa per tre. Fu detto ancora, Niuno si dee vergognare della sua arte. V. SPORCAR. ISSAR, v. Issare, si dà per vocabolo marin. ed anche fam. nel sig. di Levare, Alzare. La etimologia probabile di esso deriva dal greco moderno l'a, equivalente all'antico ïows, che significa D'accordo, e questa voce diede origine ad un comando solito darsi fra' i marinai, facchini od altri, principalmente quando sono in numero, e pare che serva a raccomandare la contemporaneità de' movimenti, perchè sieno più efficaci. A Venezia si sente tuttodì per le strade quando più persone s'affaticano a levare qualche peso o fare alcun altro lavoro penoso : O, ISSA: la vocale o si pronunzia assai prolungata e serve per dare uno spazio fra l' uno sforzo e l'altro; e la parola Issa è il segnale dello sforzo, ed è assai probabile che voglia significare D'accordo: tanto più che quello dei lavoranti che n'è il capo, intuona una specie di canzone in cui è sovente ripetuto il verso DA BRAVI PUTI ANDEMO D'ACORDO.

Si vuol anche osservare che il verbo IsSAR non è fam. usato se non quando si tratla d' un'operazione faticosa fatta da più persone che debbano fra esse accordarsi per levare e trasportare qualche arnese pesante, nel qual caso non dicono ALZA ma Issa, che vuol dire insieme Leva e spigni.

Issare la bandiera, vale Tirarla sull' albero. V. GHIN DÅR.

ISSE, s. f. plur. Isse, T. Mar. Corde bianche della grossezza di quattro pollici, le quali servono a issare o alzare le penne. ISSIR, v. antiq. (donde venne INsir, derivati dal lat. Exire) Uscire, Venir fuori SE ISSO DE PRESON, Se esco di prigione.

ISSOLÓN, s. m. T. de'Pesc. Specie di Conchiglia marina bivalve, del genere delle Veneri, chiamata da Linneo Venus Chione. Il suo corpo è di figura rassomigliante al cuore, il suo colore è di cannella chiaro. Non si mangia.

ISTÀ O ISTAE, Sust. d'ogni genere, Estate o State, fem. La stagion del caldo.

STAGION D'ISTA, Stagione estiva o estivale. ISTADÈLA, 8. f. Dimin. d'Istà, e vale Picco'a state, intendiamo una State di poco caldo affannoso.

ISTADELA DE S. MARTIN, V. SAMARTİN. ISTAFÀ, add. V. STAFÀ. ISTAFARSE, v. Instaffarsio Mettersi nelle staffe.

ISTAFARSE, si dice anche fig. In staffarsi, Modo assai fam., che s' usa in significato di Fondarsi sopra che che sia, Stabilirsi, Consolidare il proprio stato.

NO L'È BEN ISTAFÀ, Non è bene istaffato cioè Non è ben consolidato, Non è ben fondato, Non può far capitale.

ISTALAR, v. Installare, che dicevasi più anticamente Insediare, Mettere alcuno in possesso d'un uffizio, d'una carica, ISTALAZIÓN, 8. f. Immissione in possesso, L'atto di costituire un impiego, o di mettere alcuno nel possesso d'un uffizio pubblico, d'un impiego. ISTANTANEITÀ, s. f. Urgenza, Stretto bisogno, Necessità.

ISTANTANEITA DEL MOMENTO, L'urgenza del momento.

ISTANZA, s. f. Istanza o Instanza - Serra o Pressa, dicesi per Importunità, Instanza premurosa.

FAR GRAN ISTANZA, Far calca ad alcuno di che che sia, detto figur.

EL PATISSE A ISTANZA SOA, Patisce per cagion sua, Per colpa sua. V. STANZIA. ISTECADURA, V. StecadÙRA. ISTECAR, V. STECAR.

ISTECHIO, Stecchito; Ristecchito, Agg. ad Uomo secco. V. SECO.

ISTECHIR, v. Stecchire; Ristecchire, Di

venir secco.

ISTESSAMENTE, avv. Stessamente, Pure, Nello stesso modo.

ISTESSISSIMO, Stessissimo; Medesimis

simo.

ISTESSO, pronome, Stesso, che vale Il medesimo.

L'ISTESSA COSSA, L'identico, V. TUTUN Idem, Voce latina, che vale il medesimo o La medesima cosa.

QUEL ISTESSO, Desso; Quello stesso.

FAR L'ISTESSO, Ripelere o Replicare la

stessa cosa.

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ISTOLIDÍR, O ISTOLIDIRSE, V. Instolidire, | ISTRADAR, v. Instradare; Indirizzare; verbo neutro, Diventare stolido, Imbalordire.

L'HA ISTOLIDIO O EL S'HA ISTOLIDIO, Instolidi o Imbalordì, cioè Divenne stupido e insensato.

ISTORIA, s. f. Storia e Istoria.

UN'ISTORIA LONGA, Lungheria; Sciloma, Racconto lungo e scipito.

SENZA TANTE 18TORIE, Senza tante gerarchie, vale Ordigni, maneggi, stromenti. NO ME PIASE STA ISTORIA, Ciò non mi piace.

QUEL DA LE ISTORIE, V. VENDIStorie. SO TUTA L'ISTORIA, So tutta la storia, cioè L'avvenimento, il successo. ISTORIELA, 8. f. Storietta; Istoriella ; Storiettina, Piccola storia, e prendesi per lo più per racconto falso o che tratti di novità.

Incamminare; Avviare.

ISTRADAR UN AFAR, Dar avviumento; Dar principio; Incamminar un affare. ISTREMIR, v. Impaurire, V. STREMIRSE. ISTRIGA, V. STRIGAR.

ISTROMENTÁR, v. Far un instrumento, cioè Un atto pubblico notarile per la compera di che che sia.

Dicesi anche ISTROMENTAR e ISTRUMENTAR per Istrumentare, Instrumentare, cioè in musica, Aggiungere ad un pezzo cantabile, la parte istrumentale che deve accompagnarlo.

ISTUCAR, v. V. STUCAR.

IU, coll'u strascicato (probabilmente dal latino Zo) Interiezione o Grido di gioia che usasi ancora nel Contado, in tempo di notte, e corrisponde all' Evviva. IZZAR, v. Aizzare. V. Uzzir.

L

L, Vedi ELE,

LAC

LA, avv. Là; Colà : Quivi.

ESSER LA PER etc. Essere a un dito, a un pelo, vale Esser vicino, imminente.

ESSER PIÙ DE LA CHE DE QUA, Essere via là via là; Essere al confitemini, Essere in grandissimo pericolo della vita.

LA ARENTE, Colà presso o intorno, Vici

no a quel luogo.

LAD

LACONISMO, 8. m. Laconismo; Brevi-
loquenza, Modo laconico di parlare o di
scrivere, che consiste non già nel parlar
poco, ma nel dir molte cose in poche parole.
LACONIZAR, v. Laconizzare, Usare modo
laconico; ed era stile proprio de' Lacedemo-
ni o sia degli abitanti della Laconia, ond'è
dal Greco originata la voce.
LADANO, Pesce, lo stesso che Àdano, V.

L'È LÀ LÀ, Esser via là o Via là via là, | LADI, s. m. T. Antiq. Lato, Parte; Ban

vale Sul finire, per morire.

Da Li, Di là ; Indi; Di quivi.

DA LÀ A LÀ, Indi a poco; Poco dopo; Un momento dopo. DA LA A LÀ EL SE QUIETA, Indi a poco o Poco dopo s'acquieta o si calma.

DA LÀ A POCO, Indi a poco; Indi a pochi giorni o a poco tempo; Poco tempo dopo.

DE LA, Di là, Nell' altra camera, nell'altro luogo, nell'altro sito.

DE LA DA L'AQUA, Maniera usitatissima, e vale Di là del canal grande in Venezia. DE LA DEI MONTI, Oltremonti.

DE LA DE PERSUASO, Di là da persuaso, cioè Persuasissimo, più che persuaso.

AL DE LA, Al di là, indica Eccesso, Oltre al termine ANDAR AL DE LÀ, Eccedere, Passare i limiti, Dar nel troppo. Il soperchio rompe il coperchio, e vale, Ogni eccesso è biasimevole - ANDAR AL DE LÀ DE LA RASON, Trapassar il segno della ragione. NO SE POL ANDAR PIÙ In Là, Non si può andar più là.

LA, detto in modo imperativo, equivale al significato di Basta ; Via; Così basta. LABARDA, s. f. Labarda o Alabarda, Sorta d'arme in asta, guernita in cima d'un pezzo di ferro lungo, largo, tagliente ed aguzzo, attraversato da un altro pezzetto di ferro fatto a foggia di mezza luna. LABARDIER, 8. m. Alabardiere, Soldato armato d'alabarda.

LABARINTO, o Laberinto; s. m. Laberintoo Labirinto.

Laberinto, detto fig. vale anche Imbroglio, Intrigo, Inviluppo. LACA, 8. f. Lacca e Lacchelta, dicesi dell'Anca e coscia degli animali quadrupedi. LEVAR LE LACHE, Dilaccare, Levar le cosce. V. SLACA.

LACÒNICO, Laconico, Agg. di parlare o scritto, e vale Stretto, Breve, Succinto.

da. E però andato affatto in difuso. CONFINA DA UN SUO LADI, Confina da una parte, da un lato. V. LAI. LADIN, add. Latino; Scorrevole; Agiato; Scorsoio; Corsoio; Sdrucciolevole, Facile a scorrere dicesi di Susta o chiavistello o simile.

BALA LADINA, Palla agiata, diciamo a Quella ch'entra senza esser cacciata per forza nel pezzo d'artiglieria.

LADIN DE BOCA, Latino di bocca, Facile a parlare, e dicesi in mala parte, vale Sporco, disonesto Largo di bocca, di Chi parla senza rispetto o riguardo alcuno.

LADIN DE MAN, Man manesco; Manuale; Latino di mano; Che favella colle mani; A cui pizzicano le mani; Di pronte mani, vale Facile o pronto a rubare, a percuotere, a ferire, o a palpare, a palpeggiare.

MAR LADINA, Madre facile; Che bee grosso; Che agevola; Che chiude gli occhi o un occhio dicesi della Madre che abbia poca cura dell'onestà delle figlie. LADRAMENTE, avv. Ladramente. LADRARIA, s. f. Baratteria, Onde, Far baratteria è Dare lo scrocco, Barare, Truffare, ed in qualunque modo Usar inganno e fraude con iscapito altrui. V. BARAR, TRUFAR, STOCHIZAR.

Ladronaia, chiamasi l' Ingiusta amministrazione di che che sia, che corrisponde al Peculatus de'Latini. V. INTACO.

LADRARIA A LA STRADA, Ladroneccio. V. LADRONEZZO.

LADRARIA DE MAR, Pirateria. LADRARIA, s. f. chiamasi nel Contado Una specie di lepra di cui sono talvolta attaccati i porci, la quale consiste in picciole vescichette o bolle sopra la pelle ed anche su le margini della lingua, onde l'Animale stenta a camminare, e mostra maggior debolezza nelle gambe di dietro. LADRO, s. m. Ladro Femmina.

- Ladra dicesi alla

LAD

LADRO DA CAMPAGNA, Facidanno o Faccidanno e Dannaiuolo. Chi fa danno nelle campagne o boschi, rubando, tagliando etc. Scacciar dalle campagne i faccidanni.

LADRO DA CAPÈLI, Asciugacappelli o Asciugaberrette, Quel che ruba.

LADRO DA TABARI, Pelamantelli. LADRO DA BORSE O DA FAZZOLETI, V. BorSARIOL.

LADRO DA STRADA, Ladrone; Assassino. LADRO DA SCRITURE, Plagiario, Colui che ruba gli scritti altrui e se gli appropria.

LADRO PER LA VITA, Ladro di mestiere; Ladro nato, o Ladro prima che nato. Farebbe a rubare co' topi; Ruberebbe coll'alilo.

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LADRI DE CA FERO, Frase ch' ebbe origine da due servitori della patrizia famiglia Ferro, che nel giorno fingevano tra essi inimicizia e poi la notte andavano insieme a rubare, togliendo con tale stratagemma il sospetto che potessero essere d'accordo. Quindi si dice che sono come i ladri di Cà Ferro Coloro che fingono inimicizie, per poter a più bell' agio commettere insieme azioni illecite o criminose I FÀ COME I LADRI DE CA FERO, Tal guaina, tal coltello, vale Simile con simile. Fan come le spine, si pungono e stanno insieme; Fan come i ladri di Pisa; I corsali si nimicano, ma non si danno, Usasi per mostrare non esservi fra alcuni vera inimicizia, ma finta. Tra corbi non si mangiano gli occhi; Tra furbo e furbo, sai, non si camuffa, Valgono che Ognuno risparmia sè ed i suoi.

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LADRO GIUSTO, CHE TE LO POSSO DIR, Vero ladro, che tel posso dire.

A CASA DE LADRI NO SE ROBA, La volpe intorno a casa non fa danno.

COMPAGNIA DE LADRI, Ladronaia, Moltitudine di ladri - Masnada, Moltitudine di assassini, di malandrini.

COSSA LADRA, TAGIO LADRO, LEtera laDRA, Cosa, Taglio, Lettera ladra, vale Cosa ecc. pessimamente fatta.

EL LADRO CHE TENTA EL LADRON, Il diavolo vuo! tentare Lucifero, Si dice quando un ch'è tristo cerca di aggirare un più tristo di lui.

LA MUGIER DBL LADRO NO RIDE SEMPRE, Sempre non ride la moglie del ladro ; Le allegrezze de' tristi duran paco; Alla fine si canta il gloria.

OCHI LADRI; GIORNI LADRI. Occhi assassini; Giorni disgraziati.

L'OCASION FA L'OMO LADRO, V. OCCASION. LADRÓN, s. m. Ladrone; Assassino; Masnadiere, dicesi l'Aggressore che assalta alle strade ed alle case per rapire la roba altrui.

LADRONÈTO, s. m. Ladroncello ; Ladrino; Trafurello; Trafurellino, Ladro gio

vane.

LADRONEZZO, s. m. che per lo più dicesi in plur. LADRONEZZI, Ladroneccio; Ruberia; Furto, s'intende il Furto semplice. V. LADRARIA.

LADRONEZZI A LA STRADA E A LE CASE, dicesi Quando sulle pubbliche vie o nelle case vien fatta violenza ad una persona per impadronirsi d'una cosa mobile di sua o d'altrui ragione. Assassinio, si dice propr. il furto violento fatto sulle pubbliche vie, anche con uccisione o grave lesione delle persone aggresse e spogliate.

LADRONEZZO, detto anche per MAGNARIA. V. questa voce.

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Lagume, si dice di Quantità d'acqua versata e stagnante in qualche luogo AQUA CHE LA PAR UN LAGO. Acqua che pare un lagume. V. SGUAZZO.

LAGREMA, 8. f. Lagrima o Lacrima.

LAGREME DE COCODRILO, La favo'a del tordo; Le lagrime del coccodrillo che uccide gli uomini e poi li piange, Lagrime finte. V. LAGREMETA.

UNA LAGREMA, detto in altro sign. Un tantino; Un micino. V. TANTIN.

LAGREMA D'OGIO, lo stesso che OGIO VERGINE, V. OGIO.

LAGREMA D'ALBÈO, V. ALBÈO. LAGREMÈTA, 8. f. Lagrimetta; Logrimuccia; Lagrimuzza.

FAR LE LAGREMETE, Imbambolare, dicesi propr. Quando s'inumidano e si ricoprono le luci di lagrime senza mandarle fuori. V. PAPOLO

LAGREMIN, Lagrimoso; Agg. ad Occhio. che lagrima per malattia. LAGREMONA, s. f. Gocciolone, Lagrima grande.

LA TRAVA LAGREMONE DE STA POSTA, OVV. LAGREMONE GROSSE COME PERLE, Gettava goccioloni di questa posta o tanto fatti; Diluviava lagrime grosse come sonagli di sparvieri, Piangeva assai.

LAGUNA, s. f. Lacuna o Laguna, Ridotto delle acque del mare fra terra.

LAGUNE DE VENEZIA, Lagune Venete, o

Estuario Veneto, dal latino Estuarium, Chiamasi tutto quel tratto di laguna ov'è la Città di Venezia, e propr. da Chioggia a Caorle, ove s'inoltra il mare e recede. LAI, s. m. (anticamente LADI) Lato; Parte; Banda. V. LADI.

LAI DE FORA e LAI DE DRENTO Il di dentro e Il di fuori, cioè La parte interna ed esterna; dicesi specialmente del coscione del manzo, di cui si fanno più tagli, alcuni che riescono alla parte esterna, cioè a quella ch'è esposta al sole, altri alla parte opposta cioè interna: donde il proverbio Carne al sole, e Pesce all'ombra, per dinotare che dell' Animale terrestre è migliore la parte che sta esposta al sole, e del Pesce quella che sta all'ombra, come la pancia.

UN BON PEZZO DE TRIOLFA DE LAI SUTILO, Maniera furbesca, e vale Uno spicchio di carne, taglio di coscia.

LAI DE POPE, T. de'Barcaiuoli, La parte di poppa, cioè La deretana delle barche.

VEGNIR A LAI, Abbordare una barca, Accostarsi a lato d' una barca, essendo in un'altra.

PORTAR A LAI UNA SPADA, Portare al fianco una spada.

ESSER DAL LAI ZANCO, Essere alla sinistra, a parte o lato sinistro.

DA LAI DE VOSTRA MARE, Dal lato di vostra madre, cioè Parente dal lato, dalla parte della madre.

LASSAR PER LAI, Lasciar di vista, Lo stesso che LASSAR PER OCHIO, V. LASSAR. LAMA, s. f. Lama; Lamina; Lamiera.

LAMA DE LE PORTE. V. BERTOELA e POLESE. LAME DEL POLESENE, Lama, Pianura, Campagna in declive e ineguale. LAMARIN, 8. m. Lamierino, T. di Magona, Lamiera più ordinaria per tubi da stufe e simili lavori.

LAMBICAMENTO, s. m. Gemitio o Gemitivo, dicesi Quella poca acqua che si vede in alcuna grotta quasi sudare dalla terra o simili. V. AQUA NASSENTE.

EL XE UN LAMBICAMENTO CONTINUO, Maniera fam. Costui è un' importunità continua, è uno sfinimento, una morte, detto di persona irrequieta che rechi noia. LAMBICAR, v. Lambiccare o Limbiccare, e Distillare, Far uscir per lambicco.

Detto figur. Fignolare; Far marina; Fare il monello; Borbotlare, Brontolare; Bubbolare, valgono Rammaricarsi. LAMBICAR UNA COSSA, Agognare; Bramare. V. SGANGOLIR.

LAMBICAR LE PAROLE, Masticar le parole, Pensarle bene prima di dirle-Penar le parole, vale Non averle pronte alla memoria.

LAMBICAR DE LA PIOVA, Lamicare, e si dice del Cadere minutissima pioggia ma alquanto più rara del Piovigginare. V. PIOVESINAR.

LAMBICAR EL PAN, Piatire il pane, vale Averne inopia.

LAMBICARSE EL CERVELO, Lambiccarsi il cervello, Applicarsi a cose che affatichino l'immaginazione. V. DECERVELARse. LAMBICO, s. m. Lambicco o Limbicco, dicesi propr. all'angusto canale, donde a forza di calore si trae l'umore della materia posta nel vaso aderente allo stesso canale; it che si dice Stillare o Distillare. Noi però intendiamo col termine Lambico, l'Arnese o sia Strumento che serve alla distillazione, le cui parti distingueremo come segue:

TAMBURLAN, Tamburlano o Campana. dicesi ad un Vaso di piombo, di rame stagnato o di terra invetriata per uso di stiliare, con un beccuccio presso al fondo.

CANA DEL TAMBURLAN, Pippio; Beccuccio; Rostro o Limbicco.

CALDIERA, Padella, Quella parte della campana da stillare dove si mette la materia che si distilla.

CAPELO, Cappello, quel Vaso per lo più di vetro, che si adatta sopra le bocce e orinali quando si stillå.

Bozza, Boccia, quel Vaso per lo più di vetro o terra cotta ben invetriata; e sonne di più fogge e grandezze.

CAPITELO, Antenitorio, Vaso o Chiusino di vetro.

ORINAL, Orinale, Vaso di vetro o di terra o di rame ad uso di stillare.

Cucurbita, dicesi ad un Vaso da stillare per lo più di vetro, a cui s'adatta un antenitorio.

Storta, si dice ad un Vaso da stillare di corpo largo e collo lungo.

Motraccio, Vaso di vetro a guisa di fiasco col collo longo intorno a due braccia, ad uso di stillare.

V. DISTILAR e BAGNOMARIA.

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grassezza.

LAMENTAZION – LAMENTAZIon di Gere-
MIA PROFETA, detto per simil. Scalpore;
Rammarichio, Risentimento grande che si
fa d'alcuna cosa.

LAMENTIN, s. m. Lamentazioncella.
LAMPADA, s. f. Voce di gergo fam. ed è
lo stesso che CALUMADA, V.
LAMPANTE, add. Lampante, Evidente,
Chiaro.

Lampanti, in T. giocoso, vale Danari contanti, effettivi. LAMPAZZO, s. m. T. de'Maniscalchi. Lampasco, Gonfiezza del palato nella parte inferiore presso ai denti incisivi, la quale impedisce al Cavallo di mangiare. Altri dicono a questa malattia Palatina.

LAMPEDA, s. f. Lampada; Lampana; Lampade. V. CESendelo.

Lumiera, dicesi a Quella specie di lampada o simile che contiene in sè molti lavori.

QUEL DA LE LAMPEDE 0 EL LAMPEDER, Lampadaio o Lampanaio.

LAMPIDEZZA, s. f. Limpidezza, Limpidità; Nitore.

LAMPIDO, add. Limpido, Nitido, Chiaro.
ACQUA LAMPIDA, Acqua limpida.
LAMPIZÀDA,
) s. f.

LAMPIZAMENTO, ) s. m. Lampeggio ;
Lampo; Balenamento.
LAMPISAR, v. Balenare..

LAMPISAR SENZA EL TON, Bulenare a secco, dicesi Quando al baleuo non seguita il tuono.

Lampeggiare, vale Rilucere, Rendere splendore a guisa di fuoco o di baleno. Sprizzano i lampi, cioè Lampeggia. LAMPIZO, V. LAMPISADA. LAMPO, s. m. Lampo; Baleno.

LAMPO DE LA VELADA. V. ALE.

Lampo del niziòÒL o simili, Lembo, Lembuccio, Estrema parte del Lenzuolo.

BRAVA COME UN LAMPO, Ella leva il pel per aria, cioè Opera con gran destrezza e celerità; dicesi a lode d'una fanciulla o serva che faccia bene e sollecitamente le faccende domestiche. Ella ha mani benedette. LAMPREDA, 8. f. Lampreda, Pesce di lago e di fiume, detto da Linneo Petromy zon fluviatilis. Piccolo pesce che ha il corpo in forma d'anguilla; ed è cibo ricercato. LAMPREDA DE MAR, s. f. Lampreda di mare o marina; detta da Linn. Petromy zon marinus. Pesce che qualche volta si trova in mare, più grande del precedente. È tutto di colore azzurro argentino, macchiato, e s'attacca colla bocca tenacemente alle barche.

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TRATAR DE LANA CAPRINA, Disputar di lana caprina, vale Formare un discorso inutile o disputar di cose frivole o che niente rilevino detto proverbiale, simile all'altro, Disputar dell'ombra dell'asino.

SGONFIAMENTO DE LANA, Boffice, Gonfiamento che fanno le lane o simile cosa di pelo ammucchiato.

LANA, add. Lanato; Lanuto; Lanoso; Lanifero, Agg. ad Animale che abbia lana. LANARO, s. m. (dal lat. Lanarius) Lanaiuolo; Lanino; Battilano; Ciompo, Quegli che pettina e scardassa lana - Spelazzino, Quello che cerne la lana, dividendo la buona dalla cattiva. LANCETA, 8. f. Lancella; Lanciuola, Saetta, Strumento col quale i Cerusici cavan sangue.

Lancetta, detto in T. Mar. barchetta in servizio della grossa nave. V. LANCHIA.

LANCETA, T. de' Calzolai, Lesina grossa, Sorta di ferro appuntito, con manico di legno adattato a far buchi.

LANCETA DEI GUANTI, T. de'Guantai, Linguelle, Striscette di pelle unite lateralmente alle due parti delle dita del guanto. LANCHIA, s. f. T. Marin. Lancia ; Caicco; Schifo, Barchetta al servigio delle grosse navi. V. LANZA.

MORSE O CROZZOLE DELLA LANCHIA, Morse della lancia, diconsi Alcuni legni messi sulla coverta della nave per posarvi la lancia, mediante le quali si tiene diritta. LANCHIN, s. m. Anchina, Tela cotonina di colore giallastro, che ci viene dalle Indie e che probabilmente ha preso il nome da Nanchin, una delle Capitali della China. LANCUZENE, V. ANCÙZENE. LANDA, s. f. T. Mar. Landa, Spranghe o Catene di ferro, le quali sostengono le bigotte delle sarchie, ritenendole unite al bordo.

LAMPREDÈTA. s. f. Lampredotto, Lam- LANDÒ, s. m. Landò, Francesismo delpreda giovane.

LANA, s. f. Lana, propr. il Pelo della pecora e del montone. V. LANETA.

BozzoLO DE LANA V. BOZZOLO.

LANA DEI BASTI, Borra, Quella lana con la quale si riempiono i basti. Borraccia, dicesi Quella lana che, divenuta per l'uso cattiva, si leva dai basti e si getta via.

LANA INTOCADA, V. INTOCÀ,

ROBA DE LANA, Panno lano o lanino PIEN DE LANA, Lanoso.

MERCANTE DA LANA, Lanaiuolo o Mercante lanaiuolo.

CERNIR LA LANA, V. CERNIR. LAORAR LA LANA, Impannar la lana, vale Ridurla in manifatture di panno.

BONA LANA, Mala lanuccia; Buona spesa; Volpe vecchia, detto per disprezzo o ingiuria a persona.

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CIELO A LANA, Cielo a pecorelle, dicesi propr. de'nuvoli quando sono spezzati come in piccoli globi Cielo a lana, la piova non xe lontana, Prov. de'Marinai, e vale che Il Cielo a pecorelle è indizio di pioggia vicina.

l'uso. Nome d' una specie di Legno a quattro ruote, scoperto, che si distingue dal Frullone per esser pari i sedili d'ambe le parti.

Landò, in T. Mar. chiamasi anche Una sorta di Lancia grossa, la quale per lo più ba un albero nel mezzo. LANER, V. LANARO.

LANETA, s. f. Lana gentile.

FAZZOLETO DE LANETA, Fazzoletto di lana fina o gentile.

LANGHIER, o ANGHIÈR, S. m. T. de' Pesc. Gancio da lancia, Quell'asta armata d' un gancio di ferro, con una punta diritta, con cui in tempo di ghiaccio si tirano le barche o si rispingono. V. Ganzo. LANGIO, s. f. (evidentemente corrotto dal latino Languor) dicono i Maniscalchi ad una malattia del Bue, i cui segni caratteristici sono svogliatezza, ruminazione interrotta, febbre, pelo rabbuffato, pelle indurita alle vertebre dorsali, con enfisèmi che scoppiano sotto alle mani e con tosse. I Veterinarii la qualificano per Reumatismo universale e particolarmente al dorso

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LANTERNA, s. f. Lanterna; Fanale, Strumento nel quale si porta il lume o nascosto o per difenderlo dal vento.

LANTERNA DA SBIRI, Lanterna cieca, Lanterna rotonda, che scuopre e tura il lume a piacere di chi la tiene.

Lanterna, dicesi il Fanale che si tiene sulle torri di marina, e Fanale quello dei vascelli,

LANTERNA O CESTA, detto in T. Militare, Lanterna, Canestro fatto a cono, nel quale pongensi le palline e le pietre che formano la carica del petriere. LANTERNIN, s. m. Lanternino, Piccola lanterna.

Detto in lingua furbesca, vale Culo; Podice. V. FERALĖTO. LANTERNON, s. m. Lanternone, Lanterna grande.

Detto per Agg. a uomo, Lanternuto, e vale Secco e magro a guisa di lanterna. LANZA, (colla z aspra) s. f. Lancia, Asta di legno nota, con ferro acuto in punta. Il legno si chiama propr. Asta e la punta Ferro e Drappella.

Lanciotto, si dice all' Asta da lanciare : onde Lanciottare e Lanciottata.

Lanciuola o Lancetta, Piccola lancia. Lanze spezzie, Lance spezzatę, dicevasi a que'Soldati scelti e fuori delle compagnie, che assistevano ne'tempi addietro alla guardia del Principe: i Romani li chiamavano Speculatores. V'erano anticamente anche presso i Veneziani; e a'tempi nostri i Governatori delle armi nelle Città fortificate e nelle Fortezze, non avendo più tali guardie, godevano come per indennizzazione il diritto di esigere mensualmente dalla cassa pubblica le paghe di quel numero di Lancie spezzate, che ad essi competeva una volta. Nelle Città erano dodici, nelle Fortezze sei.

LANZA, detto in T. Mar. Antenna, propr. quello Stile di legno che s'attraversa all'albero del naviglio, al quale si legala vela, ed è quasi un pennone, ma molto più lungo. V. LANCHIA.

LANZA DE LA VELA LATINA, Antenna della vela latina, è l'unione di due antenne, detta Maschio quella di sotto e Femmina

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