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più progredite delle presenti, potrà però da essi cavarsi la storia della scienza, ed in certe parti della storia naturale per quello che si rapporta alla geologia e alla fisica del globo la scienza stessa si potrà giovare di molte osservazioni e di fatti dimenticati. Il barone Thenard autore del rapporto di questo comitato al Ministro dell' istruzione pubblica aggiunge che le arti e l'industria non possono che aspettare profitto da tali ricerche. E invero mille cose che oggi rivivono erano state dimenticate. Così, per citarne un piccol numero, se i nostri antenati non avessero tanto poco curato ciò che erasi fatto avanti di essi, forse da qualche secolo l'Europa avrebbe i pozzi artesiani, i ponti sospesi, gli areostati, e l'arte d'insegnare a parlare ai sordo-muti. Il sig. Libri indicó al comitato altre importantissime opere che esistono nella biblioteca del re, di alcune delle quali per secoli era stata deplorata la perdita; fra esse noterò specialmente l' Harmonicon coeleste di Viete. Così furono esposte altre molte ricchezze per la storia scientifica esistenti in quella biblioteca, ed in particolare le corrispondenze epistolari. Il comitato inoltre non perde di vista le più interessanti questioni scientifiche che s'agitano ai giorni nostri, per vedere fin dove possan esse giovarsi dei fatti che metteranno a vedere gli incominciati lavori.

ACHILLE GENNARELLI

LETTERATURA

SUL ROMANZO

ART. III.

Gli studi storici con tanta foga risorti in Europa a soccorso della filosofia, esercitarono ed esercitano potentemente la loro influenza sopra ogni ramo dell' umano sapere; cosicchè di ogni parte dello scibile si volle cercare l'origine, lo

sviluppamento, la storia insomma: e da qui specialmente, con più universali e meno fallaci vedute s' imparò meglio a conoscere l'umana famiglia. La letteratura si risenti della nuova tendenza cui volgevan gli studi; e vide sorgere un nuovo romanzo, e che fu affatto ignoto all' antichità, voglio dire il romanzo storico. I romanzieri del trascorso tempo avevano secondato mai sempre le idee del giorno, facendo parlare i personaggi delle loro creazioni non tanto con lo spirito dei secoli di cui erano imagine, quanto con quello che meglio andava a grado alle genti in mezzo alle quali scrivevano. Il romanzo storico percorre una opposta via: rappresenta le età quali furono, dipinge la storia delle nazioni e degli uomini come si sarebbe dovuto fare dai contemporanei, e cerca di mettere a cognizione perfetta dei posteri la diversità dei popoli, dei costumi e delle età Quello però che comunemente appellasi romanzo storico ebbe negli scrittori due forme diverse; nell' una si scelsero personaggi storici, e intorno ad essi ebbe luogo il dramma inventato, e si avvicendarono privati avvenimenti ad affari pubblici; nell' altra, furono rappresentati i tempi nei quali si svolse il dramma, con personaggi ideali, messi in iscena e creati per così dire dal romanziere. Il sig. Zajotti diede è vero il nome di descrittivo a questo secondo romanzo, ma noi per miglior intelligenza, e per non poterci impegnare in una disputa poco utile conserveremo con gli altri il nome di storico ad esso altresì.

Gli scrittori che scelsero la prima maniera, incontrarono in un gravissimo intoppo, andarono cioè a pericolo di non raggiunger la meta prefissa o, a meglio esprimermi, di non dipingere convenevolmente l'età presa a ritrarre. Gli uomini grandi, quelli che meritarono e ottennero una celebrità nella storia sono appunto coloro che meno fanno ragione del tempo nel quale fiorirono: già il dissi altra volta: l'essersi così distinti sopra i contemporanei, l'aver sovrastato ad essi per ingegno, per valore, per virtù o per qualunque altra cosa, mostra appunto che cotesti non andarono alla pari con le loro età, delle quali per questo non possono essere il tipo. Un romanziere dunque che scelga a protagonista del suo romanzo un eroe, che lo circondi delle più grandi celebrità del suo tempo, e che poco si brighi di in

tromettersi nella vita privata del popolo, non otterrà lo scopo che generalmente si propone il romanzo, cioè di aprire alla posterita la vita interiore delle nazioni nelle età che passarono. Bensi spiegherà più largamente le azioni e le vedute di uno o di più uomini celebri, e il potere e l'influenza che avranno esercitato nella società, o col valor dell' ingegno o col prestigio dell' opinione. Il che non è senza pericolo della stessa verità; perocchè se quei personaggi nella tela del romanzo non corrispondono a ciò che la storia indusse a pensare di loro, la storia è tradita e il romanzo tutto intero diventa una falsità; se poi i caratteri storici son conservati, il leggitore si troverà in mezzo ad un difficile laberinto restando incerto fin dove la verità tenga suo luogo,

Non così quando lo scrittore volle esprimere l'epoca, e creò di suo capo gli attori del dramma. Ei li presenta quali l'indole dei tempi richiede, ei li veste delle passioni del loro paese, ei li atteggia nella situazione che ritragga la qualità di ciascuno. Così i secoli possono dipingersi del loro colore, così la poesia del romanzo può cangiarsi nella più giusta perfetta espression della storia, così, come accennai, il romanzo può per una parte vantaggiare sopr' essa medesima. Perocchè questa per la sua forma, per la sua indole immutabile non descrive la vita domestica del popolo, e quasi sdegna guardare l'abituro del plebeo per dimorar lungamente nella torre dell' opulento. I grandi avvenimenti adunque, i personaggi famosi empiendo soli tutte le sue pagine, non v'è luogo pel resto. Il romanzo storico colmò la lacuna, e senza perdere i vantaggi della storia, entrò in ogni parte della società, la studiò, la offerse quale ella è veramente, e ne diffuse in ogni paese la conoscenza la più perfetta. Rallegriamoci che un ramo di letteratura già svergognato e dannoso sia stato convertito in tanto vantaggio dalla moderna sapienza,

Potrebbe chiedersi ove il romanziere attinga notizie per arrivare al suo fine se è vero che la storia non si estende a quelle parti delle quali il romanzo principalmente si piace? Al che risponderò che le storie scritte non sono i soli fonti ove si possano apprendere le costumanze dei tempi, le modificazioni e le varietà degli usi, lo spirito delle divers

se classi della società. Ché anzi per intendere il popolo, per sapere quale egli fu, è mestieri interrogarlo ne' suoi atti, nei suoi monumenti, e nelle memorie di qualunque maniera che ha lasciato di se. Chi non adoperi per tal guisa non potrà mai dir con giustizia e senza timore, di avere inteso come si conviene lo stato di una gente.

Ha osservato però taluno che un romanzo interamente creato e che non si avvicini a qualche memoria che pos sa colpire la mente del leggitore, è cosa senza effetto, che non fa impressione, e che non eccita le passioni, poichè neppure un nome lascia speranza della verità delle cose nar rate, e l'animo non si commove fortemente alle finzioni. L'osservazione non è senza fondamento in particolare per le opere delle quali teniamo discorso. Ma è pur vero però esser quasi impossibile che in un romanzo storico l'invenzione non si annodi con la storia, che agli avvenimenti privati messi in iscena dall'autore non si raggiungano affari pubblici ed in essi manchino nomi notissimi e che perciò non lasciano impressione nel leggitore; il quale, se il romanziere sappia trattar l'arte sua, sarà condotto dove egli vorrà. Bello esempio di ciò può trarsi dallo Scott nel suo Wilfrid d'Ivanohe, la più stupenda creazione di que!!'ingegno smisurato. La concezione di quel poema è tutta dell'autore che ne imaginô i personaggi, fra i quali però si trovano Riccardo Cuor di Leone, ed il principe Giovanni fratello di lui, troppo noti nelle storie d'Inghilterra. Questi mentre servono mirabilmente a lusingare il lettore della verità e ad informarlo nelle passioni delle quali è vivo e animato il racconto, non turbano guari lo scopo che si propose l'autore. Imperocchè non figurando essi come personaggi principali nella narrazione, lo scrittore non incontra nel pericolo che abbiamo notato pararsi a que' romanzieri che scelgono a protagonisti i grandi principi e quelli che più si distinsero sopra l'universale.

E poichè ho per caso incominciato a dire di questo lavoro dello Scott, che a mio credere è il primo fra quanti romanzi siano stati mai scritti, seguiterò accennando alcune altre cose di esso, che verranno a spiegare l'indole d'un romanzo storico. L'Ivanohe presenta lo sviluppamento di uno dei più importanti fenomeni della storia umana, la confusione cioè di due razze diverse, la vincitrice e la vinta, so=

pra un medesimo suolo. Le dottrine che la filosofia della storia ha stabilito in proposito dopo uno studio di secoli, fanno mostra di se senza ostentazione scientifica nello svolgersi di questo dramma rappresentante l'ultimo periodo che precede l'unione dei Sassoni e dei Normanni in un popolo solo, dopo una separazione lunghissima, sulle terre britanne. Lo stato dei conquistatori e dei conquistati sdegnosi ancora gli uni innanzi agli altri cento venti anni dopo la conquista, quello che a vicenda nelle nuove condizioni perdevano o conservavano, i loro usi diversi e le lingue, tutto è svolto quí con quella maestria che è propria di un uomo immensamente versato nella storia dell' umanità. È vero che l'unione dei Sassoni e dei Normanni nell' Inghilterra non comprende tutti i casi possibili ad avvenire nelle conquiste e che perciò l'Ivanohe non offre tutte le dottrine in proposito, ma però qualunque voglia studiare con attenzione quell' opera, troverà che indirettamente può far ragione anche degli altri avvenimenti che nelle conquiste si avverano, ed argomentare dal noto all' ignoto. Questo è principalmente lo spirito di quel dramma, dove inoltre è tanto profondamente espresso il carattere generale dell' epoca, l'aspetto politico del paese, i costumi e le relazioni scambievoli delle varie classi, dove queste varie classi sono messe in azione e figurano secondo la propria condizione. Il valore e le idee dei crociati, la depravazione dell' ordine dei Templari e di altri ordini religiosi, l'industria e il grado degli ebrei nella società, lo stato della servitù, il feudalismo e la diversità fra i castelli e le corti dei Sassoni e dei Normanni, gli spettacoli pubblici, i giudizî di Dio, le superstizioni, le leggi, lo spirito di cavalleria, tutto in una parola, che potesse dipingere il tempo nel quale agiscono i personaggi, dal Walter Scott è messo a profitto. Ecco il romanzo storico: la rappresentanza fedele del passato. L'Ivanohe è stato tradotto forse in tutte le lingue, letto, applaudito, ammirato nei due mondi; e tutti quelli che lo lessero possono dire con sicurezza di avere inteso quel difficilissimo periodo della storia d'Inghilterra. Quanti avrebbero potuto dir ciò prima che apparisse l'Ivanohe? La risposta è incontrastabile: quasi nessuno.

Dal fin qui detto si vede che io vorrei dare la preferenza alla seconda forma di romanzo storico, perchè meglio

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