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donna.

chinella, Ordigno o strumento qualunque | MADALENA, Maddalena, Nome proprio di - Trabiccolo dicesi Ogni macchina stravagante, specialmente di legno.

MACHINA, in T. di Regata, chiamasi un gran Palco, che nell'occasione delle regate si piantava nella volta del canal grande tra il palazzo di Casa Foscari e quello di Casa Balbi, all'imboccatura del rivo di S. Pantaleone, dove stavano assisi come a tribunale tre giudici della corsa o giostra, per l'aggiudicazione de' premii. Questo palco formavasi ora a figura di giardino, ora d'una torre o altrimenti, ed era sempre nell' addobbo e nello sfarzo magnifico e conveniente allo spettacolo nazionale. Ivi erano quattro bandiere destinate ai primi quattro che giungessero alla meta: la prima di color rosso, la seconda verde, la terza celeste e la quarta gialla, in cui stava dipinto un porcellino; ognuna delle quali poste con tal ordine teneva appesa all'asta una borsetta col danaro rispettivo del premio, e l'ultima con un porcellino vivo. Questo punto d'arrivo, ch'è la meta della corsa e che volgarmente si chiama la MACHINA, potrebbe dirsi la Riparata, per analogia a quella del palio. Quindi ESSER EL PRIMO A RIVAR A LA MACHINA, Essere il primo ad arrivare alla riparata o Agguantare la bandiera del primo premio ANDAR O VEGNIR O ESSER IN BANDIERA, Vuol dire Aver guadagnato una bandiera, cioè Esser stato premiato. V. SPAGHETO,

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MACHINA CHE SE MOVE DA SO POSTA, Aufòma o Autòmato ed anche Macchina per lo più si dice di Quelle che imitano il moto de' corpi animati.

MACHINA, detto per Agg. a uomo, e più comun. MACHINÒN, Macchina; Grosso di corpo; Impersonato; Maccianghero; Membruto, Uomo grande, massiccio.

COSSA FATA PER MACHINA, Macchinalmente, cioè Senza volontà.

ESSER IN MACHINA, Essere colla dama; Servir dama.

MACHINÒN, V. in MACHINA. MACHIÒN, s. m. (come in toscano direbbesi Macion) Macchione, Cespugli, Prunaie.

STAR DA DRIO AL MACHIÒN, Nascondersi; Star alla sicura, Non prender parte nelle altrui contese.

STAR FORTE AL MACHIÒN, Star sodo alla macchia o al macchione, detto fig. Non si lasciar persuadere nè svolgere a dire o fare quel che altri vorrebbe. MACIATA, Voce fam. Agg. a Giovane femmina, Giovialona; Allegroccia, Di buon tempo.

MACO - PAN MACO, V. PAN.

MACULA O MACOLA, S. f. Macula e Maco'a, Macchia. Cosa che imbratta.

ABITO CHE NO GA MACULA, Abilo senza macule, e s'intende da noi Senza macchie e senza verun difetto.

MI NO GO MACULE, detto fig. Io non ho macchie, cioè Non ho nulla a rimproverarmi. V. TACA e NEO.

MADALENA, in T. Antiq. vale Lamento; Lamentazione; Lagnanza.

SON STUFO DE SENTIR PIÙ MADALENE, SOno stucco e ristucco di tante lamentazioni o piagnistei; Non vo' scutir pù la

gnunze.

MADALÈNA, in T. de' Magazzini o Betole, dicesi ad un Boccale di terra cotta, di boeca larghissima, che usasi ancora, ma che usavasi molto più ne'tempi andati, per Misura di vino, e ve n'era d'una libbra, di mezza o d'un quarto di libbra. Dicevasi ancora BOCAL DE LA MADALENA. MADAMA, s. f. Madama, Nome d'onore che si da alle Donne forestiere. E per antonomasia s'intende Una francese.

MADAMA, Val anche Crestaia o Cuffiaia, e dicesi da noi quaudo è Francese. V. CONZATESTE, SCUFIERA, MODISTA.

MADAMA PATAFIA, Basoffia, Femmina grassa e contegnosa, Paffuta; Grassottona; Corpulenta; Grassa e ruggiunta. MADAMOSELA, Madumigella e Madamosella, Francesismo. Damigella di non vile condizione.

MADE, è particella responsiva del discorso fam. usata per lo più da' Barcaiuoli, corrotta, com'è chiaro, dall'antico italiano Madie, derivante dal greco Ma Aía che voleva dire Per Giove, ed era un modo di affermazione o di giuramento (V. DIA). Questa voce ha ora luogo nelle seguenti maniere.

MADE, detto assolut. (in vece di MA1) vuol dire No; Mainò.

MADE SI, Si; Maisi; Mad esi, che sarebbe quanto dire Si per Giove.

MADE NO, Madiè no; No; Mainò. MADI. ZIOGAR AI MADI, V. ZOGAR. MADONA, s. f. Suocera, Madre del marito o della moglie.

DONA е MADONA, Donna e madonna, vale Padrona assoluta.

Madonna, chiamasi la Beata Vergine. MADONA DE LE CANDELE, V. CERIÒLA. MADONA E NIORA SE MAGNA INSIEME, SUOcera e Nuora tempesta e gragnuola, V. MAGNARSE 1 OCHI, in MAGNAR.

MADONA SANTA CROSE, Croce santa; Alfabeto; Abbicci; Tavola, Carta contenente l'alfabeto, sulla quale i Fanciulli imparano a leggere. Tocco dicesi al Fuscellino onde i fanciulli in leggendo toccano la lettera.

No GH'È NE SANTI NE MADONE, Non c'è riparo; Non c'è via di mezzo; Non c'è

verso.

MADRAS, s. m. Madras, Voce dell' uso,
Specie di Stoffa nota.
MADRE, V. MARE.

MADRE DEI CARATERI DA STAMPA, Madre dicesi a quel pezzo per lo più di rame, su cui si stampa o la lettera o il disegno inciso sul punzone d'acciaio. Forma poi è Quello strumento nel quale si getta il metallo fuso dopo avervi collocata la madre. Registro finalmente è uno stromentino usato da' Gettatori di caratteri, per far il cana

le al piede delle lettere e pulirle sotto e sopra.

MADREGAL, s. f. T. degli Erbolai, Matricale o Matricaria e Amareggiola, Pianta erbacea perenne, chiamata da’Sistematici Matricaria Parthenium, la quale è di odor forte e di sapore amaro.

MADRESHIVA, V. LIGABOSCO.
MADREVIOLE, V. VIOLA ZOTA.

MADREZAR, V. MATRIZAR.

MADURAR, V. MAURAR e i Derivati. MAESTÀ, s. f. Maestà, Grandezza, Nobiltà. MAESTA, Termine del basso volgo, corrotto d'Amista NO GO MAESTÀ COL TAL, Non ho amista, cioè Non ho amicizia intrinseca o rapporti col tale.

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Più comunemente però, in significato di amista o intrinsechezza dicono MESTA O MISTA in luogo di MAESTA. V. MESTA. MAESTRA, V. MISTRA. MAESTRANZA, s. f. Maestranza, e per lo più dicesi nel plur. Maestranze, Moltitudine di Maestri che intendono ad un lavoro. Tali sono i Fabbri, i Legnaiuoli, i Muratori etc. ed altri operai chiamati e raccolti in un edifizio a lavorare nel loro rispettivo mestiere.

Maestranza, si dice da noi anche ad un solo Operaio che sia impiegato a lavorar nell'Arsenale, senza riguardo alla qualità dell' arte sua, purchè sia meccanica. MAESTRE, s. f. T. de' Costruttori navali, Forme, Lunghi pezzi di legno sottili e pieghevoli, che servono di guida nel disporre le coste de' bastimenti. MAESTRO O MESTRO, S. m. Maestro.

Maestri, si dicono i Capi operai di alcune arti, ma qui specialmente delle Fabbriche vetrarie, distinguendosi quattro sorta di Maestri: cioè MAESTRI DA SPECHI E LASTRE, e sono Quelli che fabbricano specchi e lastre; MAESTRI DA SUPIADI, Quelli che fanno bocce, tazze ed altre analoghe manifatture che si soffiano (V. MASTRO), MAESTRI DA CANA, Quelli che fabbricano la cannella di vetro onde si fanno le margheritine; MSTRI DA SMALTI E RUBINI, Quelli cioè che fanno di tali manifatture imitanti le pietre preziose.

MAESTRO, per nome di VENTO, V. VENTO. MAESTRO DEI STAMPI O INCISOR DE ZECA, in T. di Zecca, dicesi Quello a cui solo appartiene lavorare e tagliare i punzoni e le matrici, sulle quali i tagliatori particolari lavorano i pezzi che debbono servire alla fabbricazione delle monete, V. INCISÒR. PAGAR EL MAESTRO, V. PAGAR.

PODER FAR EL MAESTRO D'UNA COSSA, POter leggere in cattedra d'una cosa, cioè Esserne informatissimo. MAFRODITO, Idiotismo non meno che MANFRODITO, V.

MAGA, s. f. Maga, Femmina di Mago.

MAGA è poi voce di gergo presso i nostri Barcaiuoli, sincopata da MAGAZEN, cioè Bettola, Luogo dove si vende vino al minuto ANDAR AL MAGA, Andare al magazzino; Andar a bere.

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dicesi di uno che abbia molte mascalcie addosso. Egli ha più guidaleschi che un caval vetturino, o più piaghe o più mali che non ha lo spedale.

CAVALO PIEN DE MAGAGNE Cavallo inguidalescato, Pien di piaghe esteriori. MAGAGNA. add. Magagnato cioè Guastato, viziato; E dicesi anche per Ferito; Storpiato.

MAGAGNAR, v. Magagnare; Difettare; Guastare; Viziare.

MAGAGNETA, s. f. Magagnuzza.

MAGARI (dal greco Maxapios, Beato) Diel voglia; Diel volesse; Dio 'l volesse; Pur beato; Domine fallo; Domine che sia vero! Voce di desiderio che corrisponde all'Utinam latino. MAGARI PEZO, dovere. MAGARI, vale pure per A un bisogno o A un bel bisogno, civè Forse IN STO PA

Ben gli sta; Gli sta il

LAZZO GHE PODARIA STAR MAGARI UN PRENCI

PE, E'vi potrebbe alloggiare in questo pȧlazzo a un bisogno ancora un principe.

TE GIUTARÒ ANCA MI, MAGARI, Anch' io occorrendo l' aiuterò.

MAGASSO, s. m. detto anche da' Caccia

tori MAGASSO BASTARDO, Anatra salvatica chè chiamata da Linn. Anas Marila. Somiglia moltissimo alla femmina del MAGASSO MONARO (Anas ferina) ed è ottimo cibo.

MAGASSO MONÀRO, s. m. o anche MoNARO O CAOROsso, Così vien chiamata dai nostri cacciatori di valle l' Anas ferina di Linneo, detta italian. Milluina ; la quale ha il capo ed il collo di un rosso marrone, la schiena o il dorso d'un bruno misto a cenericcio ed il ventre cenericcio. La femmina di questa specie si chiama semplicemente MONARO. Volano a stormi disposti in angolo acuto, come vanno le Grue V. CAOROSSO. MAGASSO PENACHİN, O MAGASSO col zuFO o anche PENACHIN e CAPELOZzo, s. m. T. de' Cacciatori valligiani, La piccola Moretta maschio, Specie d' Anatra selvatica, detta in Toscana Moretta e dai Sistem. Anas Fuligula, ch'è ottima a mangiare, e se ne piglia anche nelle nostre valli. La femmina di questa specie si chiama MORETON, V.

WAGASSO ROSSO, V. TERZIOLO ROSSO. MAGAZEN, s. m. Magazzino o Fondaco, Luogo terreno dove si conservano in deposito le mercanzie.

Far magazzino, vale Adunare insieme. MAGAZEN DA VIN, Taverna, Osteria da persone vili; Bottega dove si vende vino a minuto, e dove a'tempi Veneti, si ricevevano effetti in pegno, pei quali ritraevansi i due terzi in danaro, e un terzo in vino pessimo, detto appunto Vin da pegni. V. VIN.

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CAPO DEL MAGAZEN, detto anche ОMO DA PALAGREMO, Primo servente, ed è Quello preposto alla cantina d'un Magazzino da vino TERZETO, detto anche OMO DA SOTO PALAGREMO, Servente in secondo, Subalterno che s'impiega al servigio del Magazziniere o Taverniere SCOVOLETA O PICOLO DE MAGAZÈN, Spazzino, L'ultimo dei serventi del magazzino.

MAGAZEN DE le carozze, Botlino e Contropedano, Cassetta formata alla pianta d'una carrozza o simile, che chiudesi con boccaporta o sportello, su cui posano i piedi quelli che son dentro. Può dirsi anche Magazzino. V. IMPERIAL.

MAGAZEN DE LA MERDA E DE LE CRESTE, Espressione bassa, e vale Il culo; Il fo

rame.

MAGAZENÁGIO, s. m. Magazzinaggio, T. Merc. L'uso del magazzino per riporvi le mercanzie; e Ciò che si paga per avere un tal uso.

MAGAZENIER, 8. m. Magazziniere, Quello ch'è preposto alla cura o custodia de magazzini.

In termine vernacolo più usasi per Vinattiere; Taverniere o Tavernaio, Quegli che vende vino a minuto. MAGAZENIERA, s. f. La femmina del Vinattiere o Tavernaio; l'Ostessa. MAGÈRI, s. m. Madièro o Maièro, in Marina è Termine generale della parte più bassa dell'ossatura della nave da dente a dente Madieri in plur. diconsi Que Pezzi di legname, che sono inchiodati in egual distanza sulla carena d'una grossa nave.

Madiere di granchio, dicesi il Madiere di mezzo formato di due madieri in un solo.

Madiere del dente, si chiama Quel madiere ch'è situato appresso al dente di poppa e di prua.

MAGIA, s. f. Maglia, diconsi i Vani delle reti e delle calze, ed anche il filo intrecciato che forma i detti vani.

FATTO A MAGIA, Fatto a maglia, vale A anelli, A guisa di rete, Reticolatamente, dicesi pure fato a guchia. V. GUCHIA.

TIRAR SU O TOR SU UNA MAGIA O CHIApår una magia, Ripigliar una maglia scappata, Acconciar coll' ago la maglia d'una

calzetta.

MAGIETA, 8. f. Maglietta, Piccola Maglia. MAGIO, s. m. T. de' Bottai, Maglio e Mazzapicchio, Strumento di legno in forma di martello, che s' adopera da'Bottai per comprimere i cerchi delle botti.

Magio pico da squERARÒL, Mazzapicchio, Maglio grande di ferro, ad uso de'costruttori delle barche.

MAGIO DEI STAMPADORI DA TELE, Bussetto, Arnese fatto di bossolo, di cui si servono gli stampatori di panni lini per istamparli.

MAGIO DA BECARIA, Mazzo e Maglio, Martello grande di legno, per uso di accoppare i buoi al macello.

MAGIO DA BATER PALI, V. BATIPALO.

MAGIO DA TAGIAPIERA, Mazzuolo, Martello di ferro, col quale lavorano gli Scarpellini e gli Scultori.

DAR EL MAGIO SU LA TESTA, Dar del maglio o un maglio sulla testa.

MANDAR UNA NAVE AL MAGIO, Condannare una nave, Si condanna una nave quando vien deciso ch' essa non è più in istato di servire alla navigazione.

MAGIO, s. m. Maggio, Un dei mesi dell'anno. V. Mazo come voce più vernacola.

MAGIO SUTO E APRIL BAGNA, Maggio asciutto gran per tutto, cioè Abbondante raccolta. Dicesi pure per contrario, Muggio ortolano assai paglia e poco gruno, per far intendere che le abbondanti piogge in tal mese danno molta paglia e scarse spighe.

MAGIO VA ADAGIO, ZUGNO METI ZO EL CODEGUGNO, Quando il giuggiolo si veste e tu ti spoglia, e quando egli si spoglia e tu li vesti. V. AVRIL.

RUSSIGNOL DE MAGIO, Cigno orecchiuto, detto fig. e vale Asino. MAGIO, s. m. Ferrera, Luogo delle fornaci dove si cola e lavora la vena di ferro. Magona, dicesi il Luogo nelle ferriere, in cui si dà la prima preparazione al ferraccio per purgarlo dalle loppe. MAGIOL, s. m. Cerino; Facellino di cera, Quella lunga e sottil candeletta aggomitolata, ad uso di lume da tenere in ina

no.

MAGIOLÈRA, 8. f. chiamasi da noi Quell'arnese di ferro o d'altro metallo, su cui si ravvolge il filo di cera detto MAGIOL; e sonne di più maniere. L'Autore ritiene che la voce MAGIOL derivi corrotta dal latino de' primi bassi tempi Malleolus: sapendosi, per asserzione specialmente di Nonnio scrittore del secolo Vi, che Malleoli dicevansi da' Romani i Manipoli di Sparto o sia di Giunco marino coperti di pece, i quali accesi venivano lanciati o contro le muraglie de' luoghi assediati o contro gli arieti. Veggasi il Du-Cange alla voce MAL

LEOLI.

MAGIOLICA, s. f. Maiolica, Sorta di terra cotta ricoperta di smalto, che serve a far piatti ed ogn'altra manifattura di stoviglie.

QUEL DA LE MAGIOLICHE, Stovigliaio; Catinaio; Pentolaio; Vasaio, Colui che vende stoviglie.

MAGISTRATO, s. m. Magistrato, Adunanza d' uomini con podestà di far eseguire le leggi e di giudicare. Magistratura è l'Uffizio e giurisdizione di Magistrato.

La gia Repubblica veneta contava più di 70 Magistrati in Venezia, tutti coperti da patrizii, fra' quali erano divisi gli affari del governo. Gl'individui patrizii non si chiamavano però Magistrati, ma comunemente Giudici del Magistrato, qualunque fossero le loro attribuzioni anche amministrati

ve.

Altre Magistrature chiamavansi Collegi, come COLEGIO DE LA MILIZIA DA MAR, COLE

GIO DE' SIGNORI DE NOTE etc. ed altri finalmente Consigli.

MAGISTRATO CHE LEVA, dicevasi Quello che aveva diritto di levare un patrizio da altro Magistrato per trasferirlo al proprio: e MAGISTRATO CHE Leva de Leva, Quello che aveva diritto di levare anche da quello che levava. Bene inteso però, ch' era sempre il Senato che levava, non già che le Magistrature avessero un tal diritto.

MAGNA, add. Mangiato.

Magnato è voce bassa e vale Corroso. Magnato dalla ruggine.

MAGNÀ DAI GRANZI O DA LE TARME, Butterato, dicesi del Volto dell' uomo, nel quale sieno rimaste le margini del vaiuolo chiamate Bulteri.

MAGNA DAI PULESI, Indanaiato dalle pulci. V. TACHIZÀ.

MAGNA DAI TAVANI E DA LE MOSCHE, Morso; Appinzato.

MAGNABILE, add. Mangiabile; Commestibile, Buono a mangiare. MAGNACARTA, s. m. Menante; Notaiuzzo, Quello che vive copiando carte.

Leguleio, legale imperito, che conosce le parole delle leggi ma non le intende Cavalocchio, Esattore, sollecitatore d'affari-Mozzorecchio, Menante o copista di un curiale.

MAGNADA 8. f. Mangiata; Mangiagione; Mangiamento; Corpacciata; Pappata. Magnada de becAEIGHI, Beccuficata. DAR UNA BONA MAGNADA, V. in MAGNAR. MAGNAFARA, s. f. Manaccia. Brutta e cattiva Mano.

MAGNAFREGOLE, V. MAGNAMARONI.

MAGNAGIAZZO, T. de Pescatori, con cui chiamansi per aggiunto le così dette VERZELATE, perchè resistono al ghiaccio più d'ogni altro pesce di valle.

MAGNAIZZO, V. MAGNOLEZO. MAGNAMARONI, s. m. Ruffiano. V. RuFIAN e AZZALÌN.

Bagascio e Bagascione o Bertone, vale Drudo di puttana.

MAGNAMENTO DE STOWEGO, s. m. Manicamento di stomaco; Morsura, Morso; Mordicamento, Acidezza e mordacità di stomaco o di corpo. Acidità; Stomaco aceloso.

MAGNAMENTO O RODIMENTO DE ARZERE, Lunata, T. Idraulico, Corrosione prodotta nelle sponde de' fiumi o torrenti dalla corrente dell'acqua, per lo più in linea curva. Aleuni dicono Rosa. MAGNAMERDA, s. m. Mangiapattona; Mangiapolenta, Persona vile, dappoco. Mazzamarrone o Mangiamarroni è detto per ingiuria. MAGNAOR, s. m. ) MAGNAORA, s. f.) pia: Luogo dove si mette il mangiare innanzi alle bestie.

Mangiatoia e Grep

MAGNAORA DEI OSELETI, Beccatoio, Vasetto dove si dà beccare agli uccelli. MAGNAÒRA, detto in gergo, vale Bocca; e dicesi MORFIA, pur in T. di gergo.

ESSER IN MAGNAORA, Essere in piscina ; Entrare in piscina ; Esser messo in piscina, e simili maniere dinotano Aver maneggi o Essere in uffizio lucroso Mangiar sotto la baviera; Rodere o Pappar di soppiatto, si dice di chi lucra in qualche carico nascostamente e illecitamente. MAGNAPAN, 8. m. Mangiapane; Sparapane; Votamadie, si dice di Uomo buono a poc'altro che a mangiare. MAGNAPATERNOSTRI, V. BACHETON, CHIETIN & PATERNOSTRAR. MAGNAPÈGOLA, s. Voce ant. che dicevasi per allusione ai Castellani e per disprezzo od ingiuria, Mangiapattona; Mangiapane; Mangia fagiuoli.

MAGNAPUTÈI, s. m. Divoramorti; Cospellone; Smargiasso; Spaccone; Spaccamonti, Colui che millanta o cerca di far paura e non è buono a nulla. MAGNAR, s. m. Mangiare e Manicare, Il cibo, la vivanda Cibare in vece di Cibo è voce disusata.

Magnar Leziero, Sottigliume, vale Unione di cose sottili, e si usa comunemente per dinotare Cibi di poca sostanza.

MAGNAR DA STRUPIAI, Mangiar ghiotto o appetitoso; Mangiar da storpiati, vale Leccornia, Vivanda da ghiotti. Il vin di Brozzi, un pane e una cipolla, talor per uno scherzo tocca il cuore.

TEGNIR EL MAGNAR A QUALCUN, Alzare la mangiatoia, Sottrarre qualunque aiuto o favore o anche il cibo.

MAGNAR O MANGIAR, V. Mangiare o Magnare, che anche dicesi Dare il portante ai denti; Ungere il dente; Far ballare o Sbattere i denti · TORNAR A MAGNAR, Rimangiare.

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MAGNAR A CREPAPANZA, Mangiare a crepapelle o a crepa pancia o a crepa corpo.

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Sventrare, vale Quasi scoppiare per lo troppo mangiare e bere Strippare, dicesi in modo basso dell' Empier soverchiamente la trippa · Non far rosure, si dice in modo basso di Gran mangiatore Caricar la balestra, dicesi fig. e vale Mangiare e bere sconciamente. Mangiare a trabocco.

MAGNAR A LA BARONA, Trovarsi o Starsi a desco molle, vale Ritrovarsi a mangiare senza tovaglia o apparecchio formato. V. BARON.

MAGNAR A L'OSTARIA, Stare a scotto, cioè Desinare o Cenare alla taverna.

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MAGNAR A STRANGOLON, Mangiare coll'imbuto o a strappa becco, Mangiar presto presto, alla sfuggita, con poco agio.

MAGNAR BEN ANCUO E NO PENSAR AL DIMAN, Un buon boccone e cento guai, Per un picciol bene non curare un gran male futuro.

MAGNAR COI OCHI, Divorar cogli occhi; Divorarsi cogli occhi una persona; Saettare cogli occhi. V. INGIOTÌR.

MAGNAR COI SO BEZZI, Mangiare a suo costo, cioè Con ispesa sua: contrario di Mangiare a macca.

MAGNAR CO LA TESTA IN SACO, Mangiare col capo nella madia o col capo in sacco, Mangiar all' altrui spalle e senza pensieri.

MAGNAR COME I PORCHI, Grufolare, Atto che fanno gl' ingordi nel mangiare con un certo suono di bocca simile a quello che fanno i porci - MAGNAR DA PORCO, Affoltarsi, Esser vorace.

MAGNAR DA CAN, -Mangiar de' sogni, Non aver da mangiare Quaresmeggiare, voce scherzevole, Mangiar poco e male Mangiar male, potrebbe dirsi per allusione ad un imperito o trascurato cuciniere che non sapesse ben condire o stagionar i camangiari.

MAGNAR DE MATINA, Asciolvere o Scio!-
MAGNAR AVANTI CENA, Merendare
MAGNAR DOPO CENA. Pusignare.

vere

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MAGNAR DA RE O DA PAPA, Mangiar alla reale o lautamente; Stare in apolline; Stare alla paperina; Far un fianco da Papi.

MAGNAR DA TRE BANDE, Succiar da tre poppe, dicesi metaf. di uomo scaltrito che pela tre persone ad un tratto.

MAGNAR DE GUSTO O DE BON APETITO, Pigliare il pollo senza pestare, si dice dell'Esser sano, e mangiar con grande appetito e di voglia.

Magnår dei infeRMI, Pigliar cibo.

MAGNAR DE SASON, Mangiar di stagione, cioè Le vivande calde appena cotte, nel loro vero punto.

MAGNAR E BEVER ASSAE, Avere il pettine e il cardo; Essere al bere infermi e al mangiar sani, Mangiare e bere assai.

MAGNAR E BEVER e no PENSARGHE, Dormi

re al fuoco; Dormir colla fante, vale Vivere spensierato.

MAGNAR E DESTRIGAR TUTO QUELO CHE GHE A TOLA. Spianar la mensa; Far lo spiano, Mangiar tutto.

MAGNAR EL BOLETIN, detto fig. Serbar nel pellicino; Tenere in credenza o in sè Usar silenzio, Tener segreto un affare, che anche si dice Celare sotto suggellato silenzio. V. MASTEGÅR.

MAGNARSE EL COLOR, Stignere o Stingere; Tor via la tinta, Smarrirsi il colore.

Magnar el cuor E LE VISCERE, detto fig. Tormenture; Affliggere ; Travagliar l'animo altrui; Assediare Ingoiar colle parole, Mangiar uno vivo colle parole, Atterrir colle chiacchiere. V. MAGNAR I OCHI

MAGNAR EL PAN DEI ALTRI, Mangiare i! pan d'altri; Mangiare il pane a tinello; Stare all'altrui spese, cioè Servire.

MAGNAR EL PAN BIOTO, Mangiare il pane scusso, vale Non mangiar nulla che solo pane.

MAGNAR EL PAN DE BANDO. Mangiare il pan di bando, vale Mangiarlo a tradimenBocca disutile; Mangiapane, dicesi a Colui che Mangia senza esser abile a guadagnare.

to

MAGNAR EL PAN PENTIO, Mangiar il pane de' pentili, o il pane del dolore, dicesi A chi sia pentito d'aver fatto che che sia ASTU VOLESTO? MAGNA DE QUESTO, Tu hai voluto Giorgio Dandino, Maniera volgare e vale Tuo danno. Chi è causa del suo mal pianga sè stesso; Colpa sua; Chi così ha voluto così abbia.

MAGNARGHE SORA, Appiccar alle mani: Far agresto; Approvecciarsi; Fore una vendemmia anticipata, Dicesi di quello avanzo illecito che fa taluno nel fare i fatti altrui; o quando mandato a comprar roba dice di avere speso di più di quello che ha speso realmente.

MAGNAR I GAMBARI E LASSAR LE ZATE, OVV. MAGNAR LA CARNE E LASSAR I OSSI, Cavare o Volere gli occhi della pentala. Togliere il buono per sé e lasciare il cattivo agli altri. Cor la rosa e lasciar la spina, Appigliarsi al buono, lasciando da parte il eattivo.

MAGNAR IN ERBA, Consumare; Misurare o Mangiarsi il grano o la raccolta in erba; Vendere a novello o in erba. Vender la raccolta futura; simili agli altri, Ber l'uovo avanti che nasca; Bere il vino in agresto: onde Ingannato sarà come il villano che vuole in erba misurare il grano.

MAGNAR IN SCONDON. Mangiar sotto la baviera; Boccheggiare, Dicesi per ischerzo di Chi mangia di nascosto.

MAGNAR EL REMO. Frase de Barcaiuoli. Dicesi nella gara delle corse (come specialmente nelle regate) Quando la barchetta seconda viene spinta colla prora addosso al remo della prima, per impedirle la libera azione e così poterla avanzar di cammino. Per analogia dell'altra frase MAGNAR LA VOLTA qui

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MAGNAR LA ROBA TUTA IN T'UNA VOLTA, Recare a un dì, Consumare in breve ciò che dovrebbe bastare per tutta la vita MAGNAR A QUALCÙN TUTA LA ROBA, Pettinare alcuno all'insù, Consumare, Rifinire le sostanze di chi che sia.

MAGNAR LA VOLTA, Locuz. de' Barcaiuoli, Guadagnar il tempo, dicesi Quando due barche essendo per incontrarsi nello stesso punto, una prevedendo da lungi l'intoppo, bordeggia alla larga in modo che s' acquista il vantaggio di anticipare il passaggio e in conseguenza di guadagnare il tempo.

In altro sign. MAGNAR LA VOLTA, Togliere la volta e anche Furar le mosse, valgono Preoccupare nelle operazioni alternative il luogo altrui.

dice del bisticciarsi continuamente due persone fra loro. V. REBECARSE.

MAGNARSE DA LA RABIA, Divorarsi di stizza; Mangiarsi i guanti ; Stritolarsi; Rodere il freno e le mani, Aver grand' ira e non poterla sfogare.

MAGNARSE I COPI DE LA CASA, Consumar l'asta el torchio, che tanto è dire quanto Far del resto; Ridursi al verde, cioè Mandar a male intieramente il suo avere. Rimanere sul lastrico; Aver preso il sacco pei pellicini.

MAGNARSE FIN LE COTOLE, Dar via fin la gonnella, Venderla per estremo bisogno.

MAGNARSE LA PAGIA SOTO, Mangiarsi l'erba o la paglia sotto, di chi consuma quel che ha senza impiegarsi in cosa veruna. Condursi fino al lastrico; Restare sul mattonato.

MAGNABSE I DEI, Rodersi o Mordersi le mani o le dita di qualche cosa; Mangiare il pan o del pan pentito, Pentirsi.

MAGNAR SEMPRE, Far a mangiar coll'interesse, Mangiar sempre come fanno le

usure.

MAGNAR SENZA BEVER, Murare a secco, Detto fig.

MAGNAR SENZA Coxzin, Mangiare una cosa a scarpella naso, Modo basso che vale Mangiarla senza conciarla.

MAGNARSE TUTO IN PACHIETI, A grassa cucina povertà è vicina. Il prov. è chiaro. MAGNAR SOTOCOZZO VIA. V. MAGNAR DE SCONDON.

AVER GRAN VOGIA DE MAGNÅR, Assevare, per metaf. val Divenir quasi immobile per MAGNAR LE CANDÈLE E CAGAR I STOPINI, V. soverchio desiderio di cosa da mangiare che CANDELA.

MAGNAR LE PAROLE, V. PAROLA.

MAGNAR LE RIVE, Scalzare; Scavare; Corrodere le ripe, dicesi de' fiumi. V. MA

GNAMENTO.

MAGNAR LEZIERMENTE, Sbocconcellare.
NO MAGNAR MOLTO, Non far troppo gua-

sto.

NO MAGNAR PER NO CAGAR, Fare carestia o a carestia; Fare mala vita, vila stretta; Stare a stecchetto; Cantare il miserere, Dicesi di Chi è misero avaro e poco usa per un eccessivo risparmio.

MAGNAR, detto figur. e parlando d' Impiegati, Abusare della podestà d'uffizio, Approvecciarsi d'indebiti lucri oltre al salario; che dicesi ancora Guadagnare quel che fu la penna. V. BocÒN & MANDOLA.

MAGNAR PAN E SPUAZZA. Mangiare il pane asciutto o il pane seusso; Stare a slecchetto; Viver di limature.

MAGNAR PRESTO E ASSAE, Maciullare; Peltinare, detto figur.

MAGNAR QUALCHE BOCONCIN, Sbocconcel lare, Mettere intervallo fra un boccon e l'altro.

MAGNAR QUATRO BOCONI IN PIE, Mangiare in pugno, val Poco e in fretta.

MAGNARSE I OCHI, Сavarsi gli occhi ; Manicarsi l'un l'altro col sale; Esser due volpi in un sacco; Star punta a punta, Si

si vegga o che si ricordi.

AVER MOLTA ROBa da magnår, Aver munizione da caricar la canna, Detto fig. CAN NO MAGNA DE CAN, V. Can. CHI LA PA LA MAGNA, Chi imbratta spazzi Modo prov. con cui si vuol dire che Chi ba fatto il male faccia la penitenza.

CHI NO MAGNA A TOLA XE SEGno che l'ha MAGNA, Chi non mangia a desco ha mangiato di fresco. Ovv. Gallinetta che va per casa o ch'ella becca o ch'ella ha beccato, Prov. che s'usa per far intendere che non è da prendersi fastidio se una donna mangia poco a tavola.

CHI PIÙ MAGNA MANCO MAGNA, Poco si vive chi troppo sparecchia, Il troppo mangiare cagiona spesso anticipata la morte.

CO PIÙ EL MAGNA, TANTO PIÙ EL DEVENTA UN STECO, Il mangiar mangia lui. dicesi proverb. di Quello che comechè mangi, non pare che se ne rifaccia.

COME LA MAGNEMIO ? A che giuoco giuo chiam noi? Modo di sgridare altrui. Che cosa si fa? Che cosa si conchiude? Detto per lo più in modo aspro Albanese messere; Amore ha nome l'Oste; lo sto co' Frati Tagliaronsi di maggio, si dice Quando alcuno domandato di qualche cosa non risponde a proposito.

EL MAGNARIA Le Sgalmare a PILATO, OVV. EL MAGNARIA CHI L'HA FATO, Mangerebbe un

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ROBA DA MAGNAR, Mungime, Voce bassa e vale Roba per mangiare: è molto usata da'Contadini Toscani, parlando di Ciò che serve di pastura al bestiame. Becchime, direbbesi del Mangiare de'volatili domestici.

SENZA MAGNAR NO SE GA FORZA O NO SE POL STAR, La bocca ne porta le gambe, cioè Per via di mangiare si mantengon le forze.

SE SE MAZZA COL TROPO MAGNAR, Più ne uccide la gola che la spada, Prov. che ei avvertisce di guardarci dalle scorpacciate, le quali non possono che accelerarci la

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MAGNAR SEMPRE BOCA CHE VUSTU, Mangiar sempre bocconi ghiotti, prelibati,

distinti. MAGNARAZZO, 8. m. Gran pranzo; Gran convito.

Usasi però questa voce vernacola anche nel signif. disprezzativo, e vale Cattivo pranzo; Catlivo mangiare, s'intende Vivande triviali e comunissime. MAGNARBIANCO, s. m. Candiero, Bevanda d'uova, latte e zucchero Bianco mangiare, dicesi a Vivanda di farina e zucchero cotta nel latte; il Blanc-manger de' Francesi.

MAGNARÈTO, s. m. Manicaretto appetitoso; Vivandetta; Borbottino; Mortito; Leccume; Tornagusto, Vivanda ch'eccita il gusto.

Boerio.

MAGNARETO D'ERBE, Camangiare, cioè d' Erbaggi.

MAGNARETO CHE NO COSTA BEZZI, Sovva!to; Sovvaltetto, Cosa che viene senza spesa e da godersi per lo più in brigata. MAGNARIA, s. f. Mangeria; Concussione; Angheria; Ladronaia, cioè Guadagno illecito ed estorto, o ingiusta amministrazione di che che sia. Soprammano, dicesi per metaf. all' Angheria de' Doganieri.

MAGNARIA, Si dice anche per Trufferia ; Giunteria; Baratteria ; Marioleria, e vale Inganno, Frode, Azione malvagia in danuo d'un terzo.

MAGNASÒRBOLE, lo stesso che ZiZOLOTO e CHINCHIO, V. MAGNATAR, v. Mangiacchiare, Mangiare

ma non tanto.

MAGNATIVO, add. ROBA MAGNATIVA, Mangereccio, Atto a mangiarsi, Da mangiare.

MAGNAZZAR, v. Mangiar molto; Mangiar a crepa-pancia; Non far altro che mangiare ; Diluviare ; Esser un mangione o un gran mangiatore; Mangiare strabocchevolmente o oltre il bisogno ed il convenevole Dicesi anche SMAGNASSÅR. V. MAGNESIA, V. MANESIA. MAGNETIZAR, v. Infondere virtù magnetica, cioè della calamita. MAGNIFICACITUDINE, s. f. Magnificaggine, Voce scherzevole, e vale Magnificenza ridicola.

MAGNIFICO, add. Magnifico era il Titolo d'onore che nel Governo Veneto si dava al Cancellier grande; ed era pure Titolo una volta competente ai Patrizii, prima che assumessero quello di Eccellenza. La Magistratura però detta Venti Savii del corpo del Senato, anche negli ultimi tempi Veneti, scrivendo ai Pubblici Rappresentanti, faceva l'inscrizione della lettera in latino dicendo, Magnifice tamquam frater honorande,

A PICEGO MAGNIFICO. V. in PICEGO. MAGNO add. RICO MAGNO, Ricchissimo. MAGNOLEZO, add. Appetitoso o Appetitivo; Gustoso; Gustevole; Ghiotto, Dicesi di cosa che desta o aguzza l'appetito del mangiare.

MAGNON, add. Mangione; Mangiatore; Leccone; Pappone; Pappacchione; Parassitone, Persona che mangia assai. MAGNON SPORCO, Lurco e Lurcone. V. DiLUVION.

In sentimento fig. Scorticavillani; Segavene; Scorticatore; Mangiapopolo ; Angariatore, Che cava danari a spalle altrui.

MAGNONA, Mangiatrice, Che mangia assai, detto di femmina, È fig. Mignatta delle borse altrui. MAGÒGA, s. f. Vecchiaccia; Decrepita. V. CARAMPIA e Aredodese.

MAGOGA, dicesi da noi famil. anche per MAGAGNA, V.

MAGÒGA, s. f. T. de' Cacciatori di valle,

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Magrezza de tera, Sterilità. MAGRO, add. Magro, Maghero e Macro, Secco, Senza carne. V. SUTO.

MAGRO CH'EL SPIERA O MAGRO COME LA QUARESEMA. Arrabbialo; Munto; Sconfitto, Secco allampanato ; Scheletro ; Diventato come un graticcio da seccar lasagne.

MAGRO E LONGO, Fuseragnolo. V. STANGHIBLÒN. Magro, dicesi anche da noi per Poco o Piccolo. Quindi Cena magra, Divertimento e Solluzzo magro; Pensione magra. RASON MAGRE, Ragioni del venerdì, Ragioni meschine, Ragioni di pan caldo. TEREN MAGRO, Grillaia, Terreno poco fecondo.

ZORNI MAGRI, V. ZORNO.

UN MAGRO E UN GRASSO COME I OSEI DA MARAN. Come i polli di mercato, un buono e un cattivo. V. OSELA.

MAI, avv. Non mai; Giammai o Già mai; Unquanco; Unquemai.

MAI PIÙ, Mai più ; Giammai.

MAI, dicesi da noi per No; Mainò; Negativa assoluta di risposta.

EL DI DE SAN MAI, Il di di S. Bellino; Tre di dopo il Giudizio, detto per ischerzo, e vale per negativa, Mai.

CHE MAI O CHE MAI PIÙ, Modi avverb. Assai; Assaissimo; Molto ME DOL CHE MAI O CHE MAI PIÙ, Duolmi assai o Molto mi duole o Mi duole infino al cuore.

OH MAI, Oibo; Guardi il Cielo; Guai, Voce negativa o di disapprovazione.

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