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cia, Quel che si dà dal superiore all'inferiore per una certa amorevolezza. V. BʊNAMAN.

MANZA (colla z dolce) s. f. Buessa; Vacca, Femmina di Bue.

MANZAR (colla z dolce) v. T. Ant. V. Ma

GNAI.

MANZÈRA (colla z dolce) s. f. Barca gran

de, ch'è una specie di trabaccolo a quattro alberi e a due coverte, così detta perehè serve al trasporto de' Manzi all'uso dei macelli di Venezia.

MANZÈTA, 8. f. Manzotla; Giovenca; Vac

cherella.

MANZÈTO, s. m. Giovenco e Birracchio, Bue giovane. V. CIVETO.

MANZIA (colla z aspra) V. MANZA nel primo significato.

MANZO, 8. m. (colla z dolce) Manzo; Bue; Bove; Bo, Toro castrato.

MANZO, detto per Agg. ad uomo, Bastra- | cone; Membruto; Atticciato; Parere un carnovale, Dicesi ad una persona grassa e grossa.

MANZO DE MAR, T. de' Pesc. V. CAGNEA. MANZOLAME, s. m. Bradume, Quantità di bradi o sia di bestiame vaccino da tre anni addietro.

MAO, detto per Agg. a Uomo, Scimunito; Stupido; Beccone; Mozzicone; Baggeo. Non so se sia carne o pesce.

Miao, La voce del Gatto, e quindi Miagolare o Miagulare, Far la voce del Gatto. V. SGNAOLAR.

MAPA, 8. f. Carta topografica, Carta su cui sta esattamente descritto un luogo od un paese. V. in CARTA.

MAPAMONDO, s. m. Detto in gergo, vale Culo; Il bel di roma; Il Culiseo. MAPAÒR, 8. m. Secco stile, Quel legno o ferro al quale sta attaccata la catena da fuoco.

OGNI POCO DE MAR GHE FA MAL AL STOMEGO, Per ogni poco di maretta amareggiasi di maniera che tutto si travolge e si turba.

PATIR EL MAR. V. PATIR. MARA, s. f. Marra. V. ANCORA. MARABÙTO, s. m. T. di Galera, Marabullo, Nome d'una delle vele della galera che s'adopera con venti forti e gagliardi. MARAFÒN, s. m. T. de' Fabbri, Arpione o specie di Raffio. Stromento o Arnese fatto di lamina o di bastone di ferro, da una parto ricurvo e dall'altra diritto ed appuntato, della figura a un di presso d'un G, che si pianta nel muro o nel legno, e serve per sostenere che che sia. Su due di questi arpioni fitti l'uno all'altro orizzontalmente, sta ritenuta la mazza superiore delle tende che si fanno sportare fuori delle finestre per difendersi dal sole.

MARALDO, s. m. o MAL DEL MARALDO, T. de' Veterinarii, Afte od Ulceri della bocca. Malattia propria del Cavallo e del Bue, i cui segni caratteristici sono Difficoltà di masticare, melanconia, ulceri qua e là sparsi nella cavità della bocca, di colore biancastro.

MARANGON, s. m. Falegname; Legnaiuolo e Legnamaro, Artefice che lavora di legname, che fa manifatture di legname.

MARANGON DA GROSSO, Carpentiere; Maestro d'ascia.

MARANGON DA SUTILO, Stipettaio, Artefice di lavori fini.

MARANGON DA REMESSI, V. Remesser.

LAORANTE O ZOVENE DEL MARANGÒN, Marangone, Garzone del Falegname; ma intendesi di que' garzoni che lavorano per opra quando in una bottega e quando in un' altra, a tanto il giorno. MARANGONA, 8. f. La femmina del Falegname.

MAR, s. m. Mare, La congregazione delle MARANGÒNA, s. f. Così chiamavasi da noi

acque.

Mare, detto fig. vale anche per Diluvio; Furia; Folata, Quantità grande di che che sia. EL GA DITO UN MAR DE ROBA, Gli disse un mare d'ingiurie; Ha stiacciato come un picchio.

MAR BONAZZA, V. BONAZZAR.

EL MAR SCOMENZA A FARSE SENTIR, Il mare s'abbaruffa, Comincia la burrasca.

MAR IN BORASCA, Mare fremente, imperversato, che spuma e ribolle; Mar che frange; Mare abbaruffato.

GRAN MAR, Empifondo, Acqua alta. MAR QUIETO, Mare smaccatissimo, pacato, pacatissimo.

MAR SENZA FONDO, Profondigorgo, Che ha abissi profondissimi.

MAR VECHIO, Mare vecchio o Maretta, Residuo di tempesta Detto fig. Rancore; Contrasti vecchi, Odio invecchiato.

LENGUA O BRAZZO DE MAR, V. Lengua. LODA EL MAR E TIENTE A LA TEBA, Loda il mare e lienti alla terra, Prov. che avvertisce Lodare l'utile grande e pericoloso, e attenersi al piccolo e sicuro.

una delle campane di S. Marco, che si suonava ogni mattina de' giorni feriali al levar del sole, per avvisare i lavoranti dell' arsenale di recarsi al loro dovere. Dal suono poi del mezzodì sono essi lavoranti avvisati di sospendere; e da quello detto comunemente DOPONONA O DRIONONA, che finisce a un'ora pomeridiana, a ripigliare il lavoro; e finalmente dal suono dell'avemmaria della sera a desistere. V. REALTINA. MARANGONÀR, v. Lavorare o Lavoracchiare da falegname. Noi non intendiamo già il lavoro che fa propr. il Falegname di mestiere, ma quello d'un Dilettante che senza professare quell'arte, s'ingegna bene o male di esercitarla in qualche speciale occasione. V. SARTORÅR. MARÀNTEGA, s. f. Bèfana; Ancroia, dicesi per disprezzo di Donna vecchia, deforme, aggrinzata e secca, della quale fu anche detto Ritaglio stantio dell'antichità; Vieta, grinza ed arsiccia. Gli aggiunti che possono corrispondervi sono Scagnarda; Scanfarda; Brodolosa; Segrenna e simili. V. SERENA,

MARANTECA, si dice ancora dalle Donnieciuole in signif. di ARDODESE. V. MARASCA, s. f. Amarasca o Marasca, Sorta di Ciliegia dolce, che nasce dall' albero Amarasco. V. MARASCHER.

CONSERVA DE MARASCHE, Diamarinata. VIN DE MARASCHE, Vino amarasco, Qualità di vino che si ricava dalle amarasche pigiate e fermentate come l'uva. MARASCALCO O MARESCALCO, s. m. Maniscalco; Maliscalco; Manescalco e Ferratore, Quegli che medica e ferra i cavalli.

L'arte del Maniscalco dicesi Mascalcia, E quella poi che riguarda tutte le malattie delle bestie in genere, dicesi Arte veterinaria o Veterinaria assolut. e quindi Veterinario si chiama Chi esercita questa arte.

MARASCALCO, detto fig. per Aggiunto a Medico, vale Medico da poco. V. MEDEGO. MARASCHERA, s. f. T. de' Vignaiuoli, Amarasco o Marasco, l'Albero che produce il frutto Amarasca.

MARASCHÌN, 8. m. Maraschino, Voce Fiorentina. Sorte di Rosolino, così detto perchè fatto colle amarasche.

VIN MARASCHIN, Amarasco, Agg. di Vino fatto di ciriegia amarasca. MARASSANGOLA, s. f. dicono i Padovani a Quell'animaletto che noi chiamiamo LoSERTA. V. Nel Polesine dicesi MARASSAN

DOLA.

MARAVEGIA, s. f. Maraviglia; Maravigliamento; Stupore.

DARSE DE MARAVEGIA, Maravigliarsi ; Stupirsi; Sorprendersi ME DAGO D MARAVEGIA, Mi maraviglio; Stupisco No LA SE DAGA DE MARAVEGIA, Non istupisca; Non maraviglio Non si maravigli.

FAR LE MILE MAKAVEGIE, V. MARAVEGIARSE e MIRACOLO.

GHE GERA IN PIAZZA UNA MARAVEGIA DE OSELI DA VENDER, Verano degli uccelli un subbisso, In quantità.

A MARAVEGIA, Maravigliosamente e Meravigliosamente. Maravigliosissimamente. MARAVEGIA, 8. f. T. de' Fioristi, Maraviglia, Pianta annuale e Fiore dello stesso nome, detto da Linneo Mirabilis dichoto

ma.

MARAVEGIARSE, v. Maravigliare; Meravigliare; Maravigliarsi; Stupire; Stordire- Strabiliare o Strabilire e Strabiliarsi, Maravigliarsi fuor di modo, che dicesi anche Andure in visibilio; Uscir quasi di sè per meraviglia; Strasecolare o Trasecolare.

MARAVEGIONA, 8. f. Maravigliaccia. MARAVEGIOSO, add. Maraviglioso; Maraviglievole.

MARCA, 8. f. Marca e Marchio, Contrassegno o Impressione che si appone alle mercanzie ed alle opere degli artefici, ed anche ai Cavalli. Marca del panno, del cuoio, dell' argento, della carta, de' pesi, delle misure etc.

MARCA DE La Biancaria, Pontiscritto • Puntiscritto, Quel segno fatto con lette

re iniziali d'un nome e cognome, che si mette su de'pannilini per conoscerne il padrone.

MARCA DE DISONOR, Marchio o Marco, ed è quello che lascia il ferro infuocato sulla pelle de'malfattori condannati a tal pena. MARCA detta per MARCO, V.

MARCHE, detto in T. di giuoco, Fiscia; Gellone; Quattriuolo o Quarteruolo, Pezzetto d'ottone ridotto e coniato a guisa di moneta, che serve specialmente per giuocare, e per trastullo de' fanciulli. MARCA, s. m. V. MERCÀ.

MARCA, add. Marcato vale Segnato, Notato.

MARCA A DEO, Segnato a dito. MARCANTE, V. MERCANTE.

MARCANTONIO, Marc'Antonio, Nome proprio di Uomo.

MARCANTONIO, detto in gergo, vale Culo. ESSER UN BEL MARCANTONIO, detto fig. Esser bella tacca d'uomo.

UN GRAN MARCANTONIO, V. DEMONION e STANGHIELON.

SIOR MARCANTONIO, detto' parimente in gergo, Becco, Quello a cui la moglie fa fallo.

MARCATAMENTE, avv. Segnalatamente; Segnatamente; Espressamente. MARCÈLO, 8. m. Marcello, chiamavasi un' antica Moneta Veneta d'argento stampatasi nell'anno 1472 sotto il Doge Nicolò Marcello, dettasi dal suo nome, del valore primitivo di soldi dieci, che in seguito s'accrebbe e che presentemente sarebbe di soldi 25 Veneti, cioè di centesimi 60. Nel 1541 spendevasi per 12 soldi.

MARCENARIO, add. Mercenario • Merce-
naio, Quello che serve a prezzo.
MARCER O MARZER (colla z aspra) s. m.
Merciaio; Panniere; Pannaiuolo; Mercia-
dro.

MARCERA O MARZERA, 8. f. La femmina di
Merciaio, che potrebbe dirsi Merciaia o
Panniera e Pannaiuota.
MARCERÈTA, 8. f. Merciaiuola.
MARCERÈTO, 8. m. Merciaiuolo; Merciaio
di poche merci.
MARCERIA, V. MARZARIA.
MARCHESA, V. ImarchesÀ.
MARCHÈSE, 8. m. Marchese; Menstruo e
Mestruo e Ragione, Quella purga di san-
gue che hanno le femmine in ogni mese.

AVER EL MARCHESE, Avere i fiori, i sangui, le purghe, il tempo, i mestrui; Aver le calende o i calendi, i mesi Riavere vale Ritornare i mestrui. V. CORSO.

NO VEGNIR EL MARCHESE PER UNO O DO O PIU MESI, Fare una o due o più passate. MARCHESÈTA, 8. f. Marchesina; Marcassita e Bismutto, Sostanza minerale semimetallica nota.

MARCHÈTO, 8. m, T. ant. Nome d'una piccola Moneta di rame quasi come soldo, che ebbe corso ne' tempi della Repubblica Veneta prima dell'ultimo soldo; onde continuossi anche a' giorni nostri l'uso di dire Marcheto per Soldo.

MARCHIA, s. f. che si pronuncia come il

toscano Marcia, T. Mil. Il camminare dei soldati degli eserciti. MARCHIAPIE, s. m. Marciapiede, Quella parte delle strade pubbliche ove si cammina a piedi, e non vanno i carri. MARCHIAR, v. Marciare, Il camminar dei

soldati.

MARCHIAR, nello stile famil. vale Partirsi; Andare; Andar via MARCHIA O MARCHIA VIA, Va via; Parti; Va al diavolo; Vatti con Dio.

MARCHIER, 8. m. (si pronuncia come in toscano Marchiere) T. del Bigliardo, Marcatore, Colui che assiste al giuoco del bigliardo, nota i punti delle partite, e dà, occorrendo, le asticciuole a' giuocatori. I Francesi lo chiamano Marqueur. MARCHIO > MARCHIORO

8. m. Melchiorre, Nome

proprio di Uomo. MARCIA O MARCIDA, 8. f. Infracidamenle; Infradiciamento; Infracidatura e Infradiciatura.

MARCIA, nel parlar fam. dicesi anche per ME SON DA UNA MARSeccatura; Noia cia, Mi son seccato o annoialo abbastan

za.

MARCIO, add. Marcito; Putrefatto. MARCIR, v. Marcire; Putridire o Putrefare o Putrefarsi; Frucidare; Corrompersi. V. IMARCİR.

TORNAR A MARCIR, Rifigliare, Per lo rifar della marcia o puzza che fanno le ferite o gli enfiati quando paion guariti.

MARCIK IN T'UN CAMAROTO, Marcire in prigione, cioè Starvi moltissimo tempo. SCOMENZAR A MARCIR, Umigare. MARCO, s. m. Marco, Nome proprio di Uomo.

S. Marco era il Simbolo o titolare della Repubblica Veneta, sostituito al primo protettore S. Teodoro.

S. Marco è ancora il nome d'uno dei Sestieri in cui è divisa la Città di Venezia.

MARCO DE LA STALIERA, Ago; Romano; Piombino, Quel ferro o peso della stadera appiccato allo stile, che stando a piombo mostra l'equilibrio.

ESSER FRA MARCO E TODERO (Il Leone alato, insegna di S. Marco, e S. Teodoro sono due statue poste sull'apice delle due grandi colonne della piazzetta di S. Marco, fra le quali una volta si giustiziava) Esser fra le forche e Santa Candida, fra l'incudine e 'l martello, tra Scilla e Cariddi, Tra due opposte difficoltà. V. SAMARCO.

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MARE LADINA, V. LADIN.

MARE DE LE DONE, Mutrice; Madre; Islerismo; Donna del corpo—MAL de mare, Mal di matrice; Mal della donna o di madre ; Male isterico o uterino. Quindi Matriciosa o istericu, Quella che patisce mal di matrice.

Mare del vin o de L' aseo, Mamma o Madre, Fondigliuolo, feccia e letto del vino e dell' aceto, che dicesi anche Capomorto.

MARE DE MELON O DE ZUC▲, Budella, Gl'interiori de' poponi.

MARE DE DIANA! Maniera ammirativa d' impazienza, Corpo di bacco; Capperi!

LA BONA MARe no la dise vustu, la dise TIÒ, Prov. fam. che siguifica, Che quando uno ama da vero, non domanda se la persona amata desideri una cosa qualunque, ma gliela dà senz'altro.

LA MARE VALENTE FA LA FIA BONA DA GNENTE, Medico pietoso fa la piaga puzzolente o verminosa e fislolosa; La madre piclosa fa il figliuolo tignoso. Prov. metaf. significanti col nostro vernacolo, Che quando la madre è molto attiva e fa da sè tutte le domestiche faccende, la figlia si avvezza pigra perchè trova tutto fatto e non le resta niente a fare. Anche noi diciamo EL MEDEGO PIETOSO FA LA PIAGA VERMENOSA.

LA MARE XE SEGURA e 'l pare de ventura, La madre lo sa e il padre lo crede. Mia madre il sa di chi figliuolo io fui.

SECAR LA MARE, V. SECAR.

SO MARE NINA NANA OVV. TO MARE FUSSELA GRAVIA; OVV. VOSTRA MARE CHE V'HA CUNÀ, Maniere basse d' impazienza, Sia maladetto! Ti venga la rabbia! Sia benedetto Iddio!

VOSTRA MARE IN cuzzolon, V. Cuzzolòn. AVER LA MARE per traverso, che anticamente dicevasi AVÈR LA MARE Inversià, Lo stesso che AVER LA SMARA, V. SHARA IL confronto e il consenso di questi due dettati fanno ragionevolmente supporre, che il primo (il quale esprime un fatto impossibile in natura) sia stato detto scherzevolmente per l'equivoco delle voci consonanti SHARA e MARE, e che in vece di dire AVER LA SHARA, parlandosi di Donna, siasi detto AVÈR LA MARE cogli aggiunti sopraccennati. V. MAL DE LA MARE in MAL. MAREA, V. DOSANA. MAREGIAR, v. Amareggiare; Amarezzare; Amaricare, Divenir amaro. MAREGNA, s. f. Matrigna.

FAR DA MAREGNA, Matrignare; Matrigneggiare, Procedere da matrigua, e vale Aspreggiare.

MAREGNA, 8. f. Voce antiq. Copertoio: cioè Quella tela con cui si ricoprono talvolta gli altari quando la Chiesa si addobba a lutto.

MARÈLA, 8. f. T. de' Beccai. Essi dicono MARELA alla Spina dorsale o sia alle Vertebre lombari, che vanno congiunte rispettivamente alla carne del lombo e della braciuola. Quindi chiamano NoMBOLO O BRASOLA SENZA MARÈLA, Quando la parte carnosa non è congiunta coll' osso.

MARELA, detto in T. agr. Maragnuolo, Massa piramidale di fieno, che ne'campi fanno gli agricoltori dopo averlo fatto seccare al sole.

MARELÀR, v. T. agr. Abbarcare, Fare inassi di fieno sul prato dopo averlo seccato. MARE MAGNUM, Voci latine che sono tuttavia in uso presso alcuni nel parlare domestico, Mari e monti, Cose grandi.

PROMETER MARE MAGNUM, Prometter mari e monti, Cose grandi. V. Roma. MARENDA, 6. f. Merenda, propr. si dice il Mangiare che si fa tra il desinare e la cena; ma noi per lo più intendiamo il mangiare della mattina. V. COLAZION.

DAR DA MARENDA, A QUALCÙN, detto fig. Dar a uno che asciolvere, Dar le busse. MARENDA O PIUMIN, Sorte d'Erba. V. CASTRACAN

MARENDAR, v. Merendare; Asciolvere, Il mangiare fra il desinare e la cena. V MAGNAR e COLAZION.

MARENDATA, 8. f. e nel plur. le MARENDATE, o le MARendie, Merenduzza ; ed è quella fatta in compagnia fra ragazzi.

Zogar a LE MARENDATE, V. ZOGAR. MARENDINA O MARENDIN, 8. f. Colezioncinu o Colezionetta e Sciacquadenti sono il Mangiare che si fa fuori del desinare e della cena; Merenduccia e Merenduzza è Mangiare il dopo pranzo.

MARENDOLA, 8. f. T. agr. Ballerino, Coccola rossa che fa il Pruno bianco. MARENGA (coll'e stretta) s. f. T. de' Confetturieri. Così chiamasi fra noi una Specie di zuccherino fatto a guisa di uovicino un po' schiacciato, che riempiesi di capo di latte con vario gusto preparato e condito; ed è una leccornia.

MARESCALCO. V. MARASCALCO. MARESÈLO (colla 8 dolce) s. m. Maretta, Piccola conturbazione di mare.

FAR MARESELO O MARESEI, Mareggiare, Far muovere per lo mare una barca · Barcollare, dicesi quel Dondolar del battello che si fa talvolta per divertimento, che si dice anche Far maretla.

MARESELO, detto fig. vale Scompiglio; Barabuffa: Mischia; Rissa.

GHE XE MARESEI, Man. fam. La marina turbata o gonfiata, dicesi Quando veggiamo in collera e pieno di mal talento qualcuno.

MARESINA, Erba. V. MADREGAL. MAREZANA, 8. f. (colla z dolce) Renaio; Arenaio; Quella parte del letto del fiume che resta scoperto dalle acque. V. GRAVE. MARFISA, Agg. a Donna per disprezzo, Baderla; Monna baderla; Baggea, Buona a nulla Monna schifalpoco, Quella che artatamente faccia la contegnosa.

Sninfia, dicesi a Donna affettatamente attillata ed anche brutta.

MARFISA, dicesi ancora per la Parte naturale della Donna. MARGARITA, 8. f. Margarita e Margheritu, Perla. V. MALGARITA.

DAR LE MARGARITE AI PORCHI, Gettar la treggea a' polli o a' porci; Getlar il lardo a' cani; Dar le noci moscate a' cinghiuli o il vino alle ranocchie, Dar cose buone a chi non le conosce.

METERGHE NOME MARGARITA, Locuz. fam e met. Mettere in fanferina; Metterla in buffoneria o in baia, Si dice di Chi per suo interesse mette la cosa in baia e in canzone, che anche dicesi Pigliursela in baia. altro sign. Fare una cosa andata; Fare il pianto di che che sia, Tenere una cosa per perduta, Dare la benedica.

- In

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MARGINAR, v. Immarginare ; Ammarginare; Consolidare; Cicatrizzare, Dicesi delle ferite.

MARGINAR, detto in T. for. Soscrivere; Firmare, e dicesi de' Patrocinatori che firmano ed autenticano col nome loro le scritture de' clienti da presentare in giudizio. MARGINE, s. m. Margine, s. f. MARGNUCO, add. Capocchio, e vale Scimunito, balordo, Senza senno.

Dicesi pure per Caparbio, Duro di testa, Ostinato.

OSSERVAZION MARGNUCA, Modo ant. che vale Osservazione giudiziosa, ma è detto per ironia.

MARGOTA, s. f. o MARCÒTO, s. m. T. agr. Margotto, Quel ramo che si taglia per metà longitudinalmente e si allaccia col fil di ferro e con lo spago incerato, e quindi si seppellisce sotterra o in qualche vaso perchè metta radici, e poi si cava per trapiantarlo.

MARGOTOA CORESIN, Margotta, dicesi Quella parte della pianta, in cui sia fatta l' operazione del taglio su tutti i ramicelli o figliuoli di essa pianta, la quale è poi rico

perta di terra perchè abbarbichi da ogni taglio, a fine di trapiantarla.

MARGOTO A ZUCHÈтO, dicesi Quella pianta nella quale siasi fatta l'operazione suddetta del taglio sul tronco di essa, ridotto vecchio. MARGOTAR, v. Margottare, Far uso e governo della pianta a modo di margotta.

MARGOTAR LE VIDE, dicono i Contadini all' Operazione che fassi nel quarto anno dacchè è piantato e cresciuto il magliolo (RASOLO), ed è Tagliarlo rasente a terra, perchè riproduca diversi rami e poter quindi scegliere e coltivar il migliore. MARIA SFRISADA, detto per agg. in T. di gergo, Svisato; Sfregiato, cioè Offeso d'un taglio sul viso.

MARIA DE LEGNO, si dice ancora familiarmente per motteggio d'una femmina che sia maghera, fredda ed insulsa; espressione che ricorda la festa delle Marie che facevasi in Venezia annualmente, la quale traeva origine dal ratto delle spose Veneziane fattosi da' Pirati Triestini intorno all' anno 944, sotto il Doge Pietro Candian II: di che tratta il Tomo I dell' Origine delle Feste Veneziane della eruditissima nostra Dama Giustina Renier Michiel.

MARIDADA, add. Maritata, dicesi di Donna che ha marito Ammogliato, d'Uomo che ha moglie Ammogliazzato, Che ha preso moglie di vil condizione -- Coniugato, si appropria all' uno ed all' altra.

MARIDA UNA VOLTA SOLA, Monogamo Con do mugièr vive o morte, Bigamo ; e se è donna Bigama - Poligamo, dicono Colui che ha più mogli viventi o le ebbe una dopo l'altra. E quindi Monogamia; Bigamia e Poligamia.

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MANESTRA MARIDADA, Minestra maritata, dicesi Quella che si mescola con farina o - Lacon paste o vi s' intridono delle uova sagne maritate, Quelle che sono accoppiate e mescolate con altre paste di forma diversa e con legumi ancora. MARIDAR, v. Maritare, Dar marito alle femmine. Acconciare è detto figur.

MARIDARSE, Maritarsi; Accompagnarsi ; Accasarsi; Acconciarsi; Andar a marito; Pigliar a marilo o per marito, e dicesi delle Femmine Ammogliarsi; Pigliar a moglie o per moglie; Menar donna; Accompagnarsi, si dice degli Uomini — M▲RIDARSE, detto per simil. delle bestie, Ammogliarsi, vale Congiungersi, accoppiarsi per la generazione.

MARIDARSE IN SECONDI VOTI, Rimaritarsi: Ritor donna; Riammogliarsi.

MARIDARSE MALAMENTE, Menar donna di bassa mano ; Far casaccia con gente plebea. V. MARIDA.

ESSER DA MARIDAR, Essere scapolo, celibe, libero, smogliato, dicesi de' Garzoni. Esser zitella o nubile, di Femmina non maritata.

STAR DA MARIDAR, Stare scapolo o smogliato; dicesi di Uomo. Star pulcelloni, cioè Senza marito, oltre al convenevole

tempo di maritarsi; e dicesi di Femmina. E quindi Pulcellona, Pulcella avanzata di età. REGAZZA BONA da maridar, V. Regazza. LA SE MARIDARIA PIUTTOSTO STA SERA CHE

DIMAN, Abbraccerebbe un uomo prima che un orso, Dicesi di Fanciulla grande e di elà nubile.

PAZIENZA UNA VOLTA, MA MARIDARSE DO VOLTE, LA XE DA MATO, Chi ha o toglie una moglie, merita una corona di pazienza, chi duc, una di puzzia.

VUSTU CASTIGARLO? MARIDELO, Dagli moglie ed hallo giunto, Malanno e Moglie non manca mai. V. MUGÈR.

VARDA DE MARIDARTE BEN, È dura la vila di colui che a donna non bene a sè conveniente s'abbatte.

MARIDAR DO COSSE INSIEME, detto fig. Maritare, cioè Confondere, mescolare. MARIDOLA, 8. f. T. de' Pesc. Smaride, detto da Gesnero Menola bianca. Pesce di mare del genere degli Spari, chiamato da Linneo Sparus Smaris.

Il nome ZIROLO si dava a questo pesce dai Veneziani antichi; ora è più in uso quello di MARIDOLA O anche di AGòn. V. AGON D' ISTRIA O AnguÈla agonÀ. MARIDOZZO, s. m. Maritaggio ; Matrimonio; Mogliazzo; Maritazione, Ma noi intendiamo Matrimonio mal fatto.

MARIDOZZO è anche Voce del parlar fam. e vale Mescolanza; Mistura o forse meglio Intriso. Unione, Accoppiamento, miscuglio di varie cose, e dicesi per lo più di Vivande marilate.

FAR UN MARIDOzzo, Sterzare, vale Far una mescolanza regolata di più qualità differenti di cose per ridurne una sola, come di tabacchi e simili.

MARIÈGOLA, 8. f. e più Mantica. MARIGOLA, Matricola, Libro nel quale sono raccolte le leggi sistematiche di alcune Corporazioni di Arti ed anche di Luoghi pii.

PAGAR LA MARIÈGOLA, Pagar la tassa, cioè Quella contribuzione che l'Artefice o Artista pagava al proprio Corpo. MARIETA MARIETINA)

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8. f. Detto per vezzi, e vale

Maria, Nome proprio di Donna. MARİLÍ, s. f. T. volgare de' Fioristi, Amarilli o Amarillide, Fiore bellissimo per la bizzarra sua struttura e pel vivo colore cremisi, che viene in estate da una pianta bulbosa e perenne, detta da' Sistematici Amaryllis formosissima; ma convien riporla al coperto d'inverno per difenderla dal gelo. MARİN, add. Marino e Maresco, Di mare. Marino, Nome proprio di Uomo. MARINA, 8. f. Marina, Il mare o anche La Costa del mare.

GHE XE MARINA, Essservi mareggio o maretta, cioè Agitazione di mare che ripercuote al lito.

MARINA, detto fig. Burrasca, in sign. di Traversia, disgrazia, infortunio.

Marina è anche Nome proprio di femmina.

MARINANTE, 8. m. dicesi ad un Abitatore

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del Lido, detto Sottomarina, ch'è un miglio in circa distante da Chioggia: come Veneziano a chi sta a Venezia, Pellestrinotto a chi sta a Pellestrina etc.

MARINAR, v. Marinare, Metter l'aceto sul pesce fritto.

MARINARESSA, 8. f. Marineria o Marineresca, Moltitudine di naviganti in armata. MARINCOLA, pesce. V. DONZELA. MARINÈLA, 8. f. Amarina ; Agriotta,

Sor

ta di Ciriegia aspra al gusto, il cui albero dicesi Amarino, I sistematici lo chiamano Prunus cerasus varietas austera. MARINÈR, s. m. Marinaio; Marinaro; Mariniere; Marino.

COSSA DA MARINER, Marinesco o Marineresco, all' uso de' marinai.

LUNA SENTADA E MARINER IN PIE, V. LUNA. MARINÈTA 8. f. Voce fam. detta per vezzo, dim. di Marina, Nome proprio di femmina. MARIO O MARIDO, s. m. Marito; Sposo; Uomo, Quello ch'è unito ad una femmina in matrimonio.

CATIVO MARIO, Marilaccio.

MARIO DE LA NEZZA, Bisgenero, 1 Marito di mia Nipote.

DOLOR DE COMIO, DOLOR DE MARIO. V. DoLOR.

MARIO E DE LA DE MARIO, Marito e più che marito, cioè Attaccatissimo alla Moglie.

Mario e muger, Coniugi o Jugali.

AVER VOGIA DE MARIO, Uccellare a marilo vale Mostrar desiderio di voler marito. MARIOL (coll' o stretto) add. Voce antiq. Mariuolo, Malvivente, Perverso, detto per agg. a Uomo.

Dicevasi ancora nel sign. di Furbo; Accorto; Destro. Ora direbbesi FIAMIA. V. MARIOLAR, v. ant. Mariolare, Far fraudi ed inganni.

MARIONETE (coll' e larga) s. f. Voce Francese, Burattini, Figurine di legno che si fanno giuocare.

MARIORBA O Mariorbola, 8. f. Mosca cieca; Beccalaglio, Giuoco fanciullesco che si fa ad occhi bendati. V. ZOGAR A MARIORBA, in ZOGAR.

MARIZAR, V. AMarizar.
MARMAGIA, s. f. Marmaglia; Canaglia;
Ciurmaglia; Gentaglia; Razzumaglia;
Popolaglia, Quantità di gente vile.
MARMAO, V. MAMAO.
MARMARO, V. Marmo.
MARMELATA, 8. f. Cotognato e Melata,
Specie di conserva notissima, fatta di mele
cotogne e d'altre frutta, condite collo zuc-

chero o col mele.

Detto in T. di gergo, vale Merda. MARMÈO, add. Babbeo; Uccellone; Babbaccio; Cacacciano; Tordo, Agg. a Uomo stolido e scimunito.

MARMEO: detto per interiezione negativa di risposta, Madiè no. V. MADE. MARMEO. V. MAMAO al terzo S. Marmèo squaquarà, Qua qua riquà, Vo- | ce onde canta la quaglia. MARMITA, 8. f. (dal francese Marmite) Mar

mita, voce dell' uso, Specie di pentola di latta o di rame o d'altro metallo, ad uso di

cuocere.

MARMITÓN, 8. m. Voce Francese, Guattero Il più basso servente di cucina, che anche si dice Scopapollui; Lavuscodelle.

Detto per Agg. a Uomo, Goffuccio; Bunc cio; Pentolone; Scorzone; Mellone, Stupido. MARMO e MARMARO, 8. m. Marmo, e anticamente dicevasi Marmorilo. V. MASEGNA.

CUOR DE MARMO, Cuor di macigno, cioè Cuor duro, che non si muove a compassione. Cuor di smalto, di diamante, d' acciuio, di ferro.

MARMORIN, s. m. Marmorato, Intonaco fatto con marmo polverizzato e calcina di ciottoli.

CARTA MARMORINA, Carta marmorata, Amarezzata come marmo. MARMOTA e MARMOTINA, 8. f. Marmotta e Marmotto, Specie di Topo, ma grandotto, di coda abbreviata, che da' Sistematici è detto Mus Marmotta. Dicesi anche Topo alpino.

MARMOTA detto per Agg. ad uomo, Stupido; Insensalo; Scorzone; Soro; Baggeo.

EL STA LA COME UNA MARMOTA, Sta là come un musorno, cioè Come uno stupido o insensato.

MARMOTAGINE, s. f. Bessaggine; Scivechezza; Stupidezza. MARMOTO, s. m. Voce del parlare furbesco de' Barcaiuoli, e vale Membro virile. MARMOTON, Accresc. di MARMOTA, V. MAROBOLAN, s. m. Mirabolano, Specie di Susino, detto da' Sistem. Prunus domestica. V. AMOLO. Ve n'ha di diverse specie V. BARACOCOLO.

DAR DEL MAROBOLANI, detto metaf. Dar dei mirabolani; Dar le frutta di Frate Alberigo, vale Dar delle bastonate. MAROCA, s. f. Marachella, vale Spia FAR LA MAROCA, Far la spia.

ESSER SUTO DE MAROCA, detto fam. e di gergo, Aver suzza la borsa; Esser arso, bruciato di danaro; Soffiar nel borsellino, Non aver danari in tasca. MAROCHIN, 8. m. Marocchino, Cuoio sottile di becco e di capra, concio colla galla.

MAROCHINI, diciamo ad una sorta di pane piccolo e fino, biscottato, che ci vien portato dal villaggio di Marocco sopra Mestre, dove si fabbrica.

MAROCHINÀ, add. Fatto a guisa di marocchino, Tale può essere una specie di carta, che può servire a varii usi. MARÓDE, 8. f. T. Mil. Busca, Depredazione commessa dai soldati a danno degli abitanti del paese, ove passa o campeggia l'eserciSbrancato, dicesi per Agg. al Soldato che si allontana dal grosso delle truppe, per andar alla busca e depredare.

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ANDAR A MARÒDE, Andar sbrancato o alla busca, dicesi del Soldato nel sentimento suaccennato.

MAROÈLE, 8. f. lo stesso che Moroide. V. MAROELE, detto fig. vale le Natiche. TETÀR IN TE LE MAROELE, V. TETAR DE

MAZO, in TETÅR.

No me rompÈ LE MAROÈLE, Non mi seccate, V. SECAR.

AVER LE MAROÈLE, T. Veterinario rustico, Corneggiare o Cornare, dicono i Contadini di Quel mancamento de' buoi, del mandar fuori per le parti di dietro il vento troppo frequentemente, presa la metaf. dal suono del corno.

MARÒGNA, 8. f. T. de' Fabbri, Scoria e Rosticci, Materia che si separa dal ferro allorchè si ribolle nelle fucine. MARÒN, e per lo più in plur. MARONI, 8. m. Marrone, Specie di Castagne. V. MARONER. MARONI COTI, Vecchioni, Marroni secchi e cotti nel vino col guscio.

QUEL DAI MARONI, Bruciataio; Caldarrostaio, Quegli che cuoce e vende le castagne.

COLOR DE MARON, Color monachino, cioè Scuro tendente al rosso.

Maròn, detto fig. Marrone, che dicesi anche Cerpellone o Scerpellone; Strafalcione; Farfallone; Scompiscione, vale Gran fallo, grande errore Marrone arcimaiuscolo val Madornale, massiccio Sacco, si dice ad un Errore inconsiderato che ti dia pregiudizio. Far un succo.

Go D'AQUA DOLCE e TESTON, Capigrosso, Pesce d'acqua dolce già conosciuto da Linneo col nome Cottus Gobio; il quale ha la testa molto grande, la pelle liscia e mucosa: ed è buono a mangiare. Rassomiglia al Gobio. A Roma si chiama Murzone, e nel Lucchese, Carcobiso

MARTARO, V. MARTORELO.

MARTE, s. m. Marte, Il dio della guerra sognato dal Gentilesimo.

TUTI FEVA EL MARTE, Maniera che leggesi in antiche rime Veneziane, Tutti fucevano i bravi, i rodomonti, gli smargiassi. MARTELADA, s. f. Martellata, Colpo di martello.

DAR UNA MARTELàda a qualcùn, detto metaf. Dar una zaffata, una fardata, Dir un motto pungente. MARTELÅR, v. Martellare, Percuotere col

martello.

MARTELAR EL CHIODO, Detto antiq. e fig. e vale Detrarre d'alcuno, Dirne male. MARTELETO, s. m. Martelletto o Martel lino, Piccolo martello.

MARTELETI DEL PIANOFORTE, Salterelli, Legnetti che negli strumenti di tasto fanno suonare le corde.

V. A MARTELĖTO.

CAVAR I MARÒNI CO La zata del gato, V. MARTELÌNA, s. f. Martellina, Sorta di CAVAR. martello d'acciaio, che da una parte ha la bocca cioè il piano da picchiare, dall' altra il taglio; ed è proprio de' Muratori: dicesi anche Piccozza.

TROVAR EL MARON, Veder dove la lepre giace o dove giace Nocco, cioè Dove sta la difficoltà.

SE DESCOVERZE EL MARON, La neve si strugge e lo stronzolo apparisce, Si scuopre l'errore. MARONER, s. m. Castagno, Albero che produce le castagne e i marroni. V. CASTAGNÈR. MARONER SALVADEGO, V. CASTAGNÈR SAL

VADEGO.

MAROSTEGANA, 8. f. Marchiana o Ciliegia marchiana, Sorta di Ciriegia per lo più grossa, di color rosso bianchiccio, buonissima a mangiare, ch'è una varietà del Prunus Cerasus di Linneo.

MARÒTA, s. f. T. de' Pesc. Serbatoio o Vivaio, Recipiente di legno a guisa di barchetta, tutto chiuso e bucherato, che si tien sempre nell' acqua, ed in cui si conservano vive le anguille per molto tempo. MARSINA, 8. f. Voce Milanese, che corrisponde a quella Veste che noi diciamo VELADA, V.

MARSIÓN, s. m. e per lo più in plur. MARSIONI, T. de' Pesc. Piccolo pesce di mare notissimo, appartenente al genere Gobius, gia registrato dagli antichi col nome Marsio; confuso però dai moderni Ittiologi coll'Aphia degli antichi. Il Naturalista Nardo

lo distinse, chiamandolo Gobius Marsio; ottimo pesciatello, che si mangia fritto. MARSION D'AQUA DOLCE, Piccolissimo pesce, che serve per uso di frittura e ch'è comunissimo nella pescheria di Padova; il quale dal Naturalista Nardo fu riguardato come una nuova specie, e da lui appellato Gobius fluviatilis.

MARSIÓN D'ACQUA DOLCE, detto anche

MARTELINA, detto in T. agr. Beccastrino, Qualità di zappa grossa e stretta, la quale serve per cavar i sassi della terra.

MARTELINA DA DO PONTE, T. degli Scultori, Picchierello, Martello d'acciaio con due punte una per parte, a foggia di subbia.

Martellino, Sorta di martello alquanto lungo di ferro, di cui servonsi i fabbricatori di gravicembali per affondare le punte alle quali stanno attaccate le corde.

Vedasi alla voce SCHIOPO, Martellina. MARTELO, s. m. Martello, Strumento noto che serve all'uso di battere.

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OCHIO DEL MARTELO, Occhio, chiamasi il Foro o apertura per lo più nel mezzo di esso dove si ferma il manico - PIANA, BOCca, Quella parte con cui si batte per piaPENA, Penna o Taglio del martello, Quella parte stiacciata ch'è opposta alla bocca; e quindi Dar di penna, in T. degli artefici, Battere colla penna del martello - RECHIE, Granchio, dicesi alla penna augnata, stiacciata e divisa per lo mezzo, a uso di mettere a lieva o cavar chiodi MANEGO, Manico.

MARTELO GRANDO, Mazzetta.

MARTELO DA CALAFAI, Malabestia, Specie di Asce e Accetta a martello, di cui servonsi i Calafati per ispingere la stoppa nelle grandi commettiture. V. SIMozza.

MARTELO DA PIANA o da pianar, Cortola, T. de' Calderai, Martello ben polito di due coste con bocca tonda, che serve loro a distendere ed appianare il rame. Martello da

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FAR S. MARTIN, V. Samartin. MARTINA, 8. f. detto in gergo (forse dall'originario Marte) che vuol dire la Spada. MARTINAZZO, s. m. T. de' Cacciatori valligiani. Il Grigiastro, detto anche Martino Pescatore, Uccello acquatico della razza de’ Gabbiani, chiamato in Toscana Zafferano cenerino e da Linneo Larus nævius. È uccello non buono a mangiare; ed è forse un individuo più adulto del Larus cinerarius (MAGÒGA). MARTIRE ESSER MARTIRE, Essere martirizzato, e vale Essere tormentato, tribolato.

Povero martire, Detto di compassione, Infelice; Tapino; Travagliato; Tribolato. Povero tribolato!

MARTORELO O MARTORO, 8. m. Donnola o Martora e Martoro, Animale selvatico e rapace, simile alla Faina, detto da' Sistematici Mustela Martes. La sua pelle è pregiata, e chiamasi col nome stesso dell' Animale. Donnoletta è il diminutivo. MARTORIZAR, v. Martirizzare e Martoriare, vale fig. Tormentare, Affliggere, Tribolare.

NOL FA ALTRO CHE MARTORIZZarne, Non rifinisce di martoriarmi, cioè di travagliarmi.

MARTUFO, add. Babbaccio; Coglione ; Sciocco; Scimunito; Martore di villa; Castrone; Caprone, Detto per Agg. a Uo

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