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PONTIO, add. Puntaguto; Appuntato; Pugnereccio, Agg. a che che sia che abbia punta e che sia atto a pugnere. V. IмPONTIO.

LENGUA PONTIA, Lingua forbita; Parlare forbito, cioè Polito, terso, elegante— PARLAR PONTIO, Parlare in punta o per punta di forchetta, Parlare con troppa squisitezza o affettatamente.

UN POCHETO PONTO, Agutello. PONTIO, parlando di Favella o Stile, Forbito; Pulito, e vale Terso, Purgato, Elegante.

PONTIO, pesce. V. MÈNOLA. PONTIRÒL, s. m. T. degli Armaiuoli, Caccia copiglie, Sorta di Punteruolo di ferro con manico di legno che usasi dagli cacciar fuori le copiglie e Armaiuoli pr simili, V. CHIODELO.

PONTIZADA, s. f. Punteggiatura; Punteggiamento, Il punteggiare. PONTIZAR, v.

v. Punteggiare o Puntare Fare o Porre i punti. Impuntire vale Cucire che che sia con punti fissi. V. SPONTI

ZAR.

In altro sign. Foracchiare e Sforacchiare, Forare con ispessi e piccoli fori, che anche dicesi Bucacchiare.

PONTO, s. m. Punto, Segno, Termine, Estremità indivisibile di quantità senza parti o estensione.

-

Punto, parlando di Tempo, vale Ora, Istante, Momento di tempo CAPITAR IN PONTO, Più appunto o al tempo che l'arrosto, si dice Quando succede alcuna cosa opportunamente IN BON PONTO LO POSSO DIR, A tempo proprio; In buona occasione; A buon punto lo posso dire IN CATIVO PONTO, A mal punto; A mal termine; In cattivo momento; In mala congiuntura ESSER SUL PONTO DE FAR QUALCOSSA, Essere in sul curro di fare alcuna cosa, Vicino a farla PER UN PONTO MARTIN PERSE LA CAPA,

Per un punto Martin perdè la cappa, Prov. che vale che In negozii rilevantissimi talvolta i minimi accidenti ne tiran seco grau cose- PASSATO LO PUNTO GABATO LO SANTO, Dettato nostro fan. Chi scampa d'un punto scampa di mille; Passa un'ora e passano mille o simili, Prov. che vale che Il male differito molte volte per beneficio del tempo si scampa.

Punto, dicesi a Quel brevissimo spazio che occupa il cucito,che si fa in una tirata d'ago-PONTO A CAENELA, Punto buono o allacciato, Punto di grande stabilità--PONTO A CAVALOTO, Sopraggitto, Sorta di lavoro che si fa coll' ago o per congiungere insieme fortemente due panni, o perchè il panno sull'estremità non ispicei, e anche talvolta per ornamento-PONTO & CROSE, Punto incrociato, dicesi dalle Cucitrici, Ricamatrici etc. Quello che si fa soprapponendolo per traverso ad un altro-PoxTO A FILZETA, Punto a filza, o Punto aperto, Maniera di lavoro. V. FILZÈTA-PONTO A SPINA, Punto a spina, Altra maniera di lavoro che si fa coll'ago PONTO D'IMBASTIURA, Punto molle chiamano i Sarti un punto lente con cui si mettono insieme le

parti delle vesti e che si cava poi quando son finite a buono. V. IMBASTIURA-PONTO INCAGNOLIO, Punto fitto, Stretto - PoxTO IN DRIO, O DRIO PONTO, Punto addietro o adietro e a dietro, che anche dicesi Punto a costura, Specie di cucito che si fa cominciando il secondo punto alla motà dell'intervallo lasciato dal primo, nel che s'assomiglia al Gazo, il quale per altro si fa ricominciando il punto secondo precisamente dove fu fatto il primo. I Toscani chiamano Punto addietro tanto il DRIO PONTO, che il Gazo, V. Gazo. PONTO ORBO OVV. INGASIADURA, Punto cieco, chiamasi una maniera di cucire ove resta un secondo punto acciecato cioè nascosto PONTO STORTO, Punto zoppo, dell' che non è fatto a diritago DAR DEI PONTI, Appuntare. FAR I PONTI FISSI, Impuntire GNIR PIÙ PONTO, Non se ne tener brano o Cascar a brani e simili, vale Essere o Aver la veste etc. lacera e logora. V. SPOXTIGNAR.

11 punto tura

to

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NO TE

PONTI DE LE CALZE, Maglie delle calze. Punto, A quel segno di posa che si mette nella scrittura al fin del periodo, che anche dicesi Punto fermo o fisso; e quindi Puntura o Punteggiamento, Il punteggiar le scritture. La Virgola (,) significa il solo interrompimento. Il punto e la virgola (;) detto Puntocòma, un Misto d'interrompimento e di compimento. Li due punti () significano Compimento quanto alla sufficienza in luogo del punto e della virgola, quando il periodo è stato lungamente sospeso, quasi affine di dare alquanto più di riposo e alla voce e all'udiSAVER FAR I PONTI E LE VIRGOLE, Sapere l'interpunzione, che è il Regolato modo d'interporre i punti e le virgole nello scrivere ESSER O METERSE IN PONTO E VIRGOLA, Detto fig. Esser attillato, assettato, acconciato; Esser sulla bella foggia e maniera; Attillarsi; Mettersi in STAR SUL PONTO E VIRGOLA, appunto detto fig. Star sul puntiglio o in sul punto o sulle puntualità, si dice del Non tralasciare alcuna circostanza ancorchè minima per mantenersi sul decoro del grado suo--Stare in sulla riputazione, vale Non cedere punto nelle materie riguardanti la riputazione e la stima PARLAR IN PONTO E VIRGOLA, V. PARLAR.

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Punto per Proposizione, Conclusione o Articolo di discorso Questo è un punto legale PONTO DE RASON, Articolo legale; Punto legale o di diritto PONTO PONIN QUESTION, Punto controverso TO INCIDENTE, Punto incidente o incidentale, T. for. CAPIR EL PONTO, Afferrare il punto- QUA STA EL PONTO, Qui sta o consiste il punto. Qui è dove giace Nocco. V. BUSILIS.

PONTO CO LA SQUARA, T. de' Fabbri, Bilico, dicesi un Pezzetto di ferro o bronzo che si ferma di sotto o sopra gli angoli delle imposte delle porte, per muoverle con grandissima facilità, senza affaticare i loro cardinali o stipiti METER LA SQUARA COL PONTO A LA PORTA, Bilicare; Metter in equilibrio, in bilico; Accomodare per l'appunto.

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PONTO DE BURAN, Punto di
li Burano,

Chiamasi il Lavoro di certi Merletti finissimi e pregiatissimi fatti a punta d'ago come quelli di Fiandra, che si fa dalle donne nell'Isola di Burano singolarmente, ed anche nelle vicine di Torcello e Mazzorbo del Veneto Estuario, dov'è da molti anni introdotta quest'arte.

PONTIDEL ZOGO, Punto. Accusare il punto; Avere il miglior punto; Esser buono il punto. V. Acuso.

PONTO DE STELA, Punto della luna, delle stelle e simili, vale Un determinato aspetto o positura della Luna, delle Stelle o simili, donde i nostri Contadini ricavano motivi di pronostici del tempo.

li

PONTI, in T. di Stamp. Registri o Punte, Lamette di ferro da un capo delle quasporge una puntina pur di ferro, e s'attaccano sul timpano del torchio per collocare tutti i fogli di stampa nello stesso modo.

PONTO DE GIUDA, Così dicesi talvolta per antonomasia nel parlar fam. e s'intende Il numero tredici, perchè Giuda formava un tal numero fra gli Apostoli. PONTO, in T. antiq. intendevasi Il minuto dell' ora.

PONTO D'ONOR, V. ONOR.

CAVAR DE O DAI PONTI,Locuz. degli Seu!tori, vale Dar una forma proporzionale alle parti d'una statua o opera qualunque di pietra, per mezzo e colla regola de'punti che stan segnati sul modello. Questa regola di lavoro non era nota agli antichi, e fu scoperta nel secolo ultimo scorso.

FAR I PONTI D'ORO A QUALCUN, Proporre o Esibire ad alcuno condizioni o patti larghi ed esuberanti. FAR PONTO, Far punto, si, Arrestarsi, Far pausa Mercanti, Fallire FAZZO PONTO, sco; Metto o Pongo fine.

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IN PONTO E IN BIANCO, Modo avv. Appunto; Per punto; Per Per appunto; Tappunto.

PONTO, parlando dell'acqua del mare, si riferisce al Flusso marino, ma s'intende ordinario-L'AQUA GA PONTO, L'acqua ha punto, vuol dire che Il flusso è naturale o metodico, non contrastato da venti, onde l'acqua giungerà crescendo sino al punto suo naturale. Dicendosi all' opposto L'AQUA PERDE EL PONTO, significa che L'acqua cala, rifluisce.

METER UNO AL PONTO, Mettere al punto; Mettere al curro, vale Aizzare, Insti

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PON

PONTO SOTO UNʼala, Lo stesso che BR!CA SOTO UN'ALA, V. BBCA.

PONTON, s. m. Puntone; Puntello, Cosa che serve d'appoggio,

Pontoni, in termine Mil. chiamansi certe Barche di fondo piatto di legno, di rame o di corame, sulle quali si gettano i ponti quando l'Esercito è in cammino. Queste barche si trasportano dietro l'esercito sulle carra,

PONTONIÈR, s. m. Pontonaio, e per lo più in plur. Pontonai, si dicono Quegli che operai o soldati addetti all'esercito, sono specialmente destinati a formare e custodire i Pontoni o siano Ponti, sui qua

le

passano truppe.

li PONTURA O PONTAÙRA, s. f. Puntura; Punzione e Punta, Ferita che fa la punta- Punzecchiatura, Puntura più leggiera, come sarebbe quella d'una mosca e simili.

Pontura nel pie D'UN CAVALO, Sproccatura, T. di Mascalcia. PONZER (colla z dolce) v. Pugnere e Pungere, Leggermente forare con cosa Punzecchiare e acuta ed appuntata Punzellare, Leggermente pungere TORNAR A PONZER, Ripugnere.

PONZER, parlando di vino, Pigliar la punta, Dicesi del vino quando e comincia a inacetire.

PONZER BL CAVALO COL SPERÒN, zecchiare con lo sprone.

Pun

PONZER EL CAVALO IN TEL FERARLO, Chiovare, V. PONTUKA,

PONZER LA CAMISA A UNO, Maniera met. volgare, che vale Ferire di punta.

PONZER LA VENA, Sventar la vena, Far una piccola emissione di sangue.

PONZER QUALCUN, detto fig. Pugnere, Destare, Eccitare Sbottoneggiare o Sbottonare alcuno, Dire alcun motto contro a chi che sia-Dare il cardo a uno o Cardare, Dir male aspramente di unoTrafiggere e Mordere per met. vale Pugnere con modi spiacevoli e detti mordaci— Pinzare, vale Punzecchiare come fanno. le vespe e mosconi che appinzano; onde d'uno che non cessa di cavillare e di mordere altrui si dice Pinza pinza-Pugnere alcuno, dicesi per Affliggere, Commuovere, Travagliare.

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PONZER QUALCUN PER PARARLO AVANTI Broccare o Brocciare, Spingere pungendo, Spronare.

PONZERSE IN QUALCHE AFAR, Pugnersi in qualche affare, Far qualche cosa cou

calo re.

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POPE (coll'o largo) s. m. o PUPA, Poppa, La parte deretana della barca, contraria alla prora. Si noti però che POPE per lo più, e talvolta PUPA, dicono i nostri Barcaiuoli alla Poppa delle barche piccole, come gondole, battelli e simili, e sempre PUPA a quella delle grandi e grandissime.

IN POPE, In Modo di comandapoppa, re al Gondoliere che vada in poppa per guidare e spignere la barca.

LAI DE POPE, V. Lai.

AVER BL VENTO IN POPE, V. VENTO..
LASSAR PER POPB. V. LASSAR.

MONTAR IN POPE, Montare in poppa, cioè Montar in barca per remigarla. Detto poi figur. è lo stesso che Montàr La RABIA. V. MONTAR.

SALDI IN POPE, V. SALDI. VARDA LA POPE, Guarda la Detpoppa, to de' nostri Barcaiuoli quando voglionoavvertire il remigante d'un' altra barca che gli sia davanti nello stesso cammino, onde non urti in passando colla parte deretana la sua barca. POPIER. V. PUPIER.

e

POPOLAZZO, s. m. Popolaccio e Popoluzzo, Gente vile-Popolaglia, peggior, di Popolo, cioè Popolo minuto, come Plebaglia, Gentaglia. V. PLEBAGIA E ZEntagia, POPULO, s. m. Voce latina ch'è semprein bocca del popolaccio, in vece di Popolo, che dicesi dalle persone colte.

VARA POPULO, gridano i bassi vendito-ri di qualche commestibile comune abbondante, per invogliare i compratori, ed è come dicesse Guarda popolo! eccoli magona; Calati o Vieni al buon mercato, alla macca e simili. PORCA, s. f. Porca o Porcella; Scrofa Troia, Feusmina di porco.

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Lordura.

PORCARIA, nel parlar fam, si dice anche per Smanceria; Smiacio; Smagio; Lezio; Leziosaggine, Atto rincrescevole e noioso.

PORCARIA, diciamo per Purgatura; Immondizia; Nettatura, Quel che si cava da alcune cose neitandole,

Porcaria de le rechie, V. Rechia. PORCARIA DEI DENTI, V. CALCINAZZO. PORCARIA, diciamo in sentim. fig. per Mala azione; Viltà; Cosa malfatta; Inconvenienza e simili Pippionata, dicesi d'alcuna cosa che riesca sciocca e scipita, e si direbbe di spettacoli, composi

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Per Agg. di altro sign. Poltrona; Infingarda. V. in DONA. PORCELA, s. f. T. de' Pesc., detto anche BULO GRANDO DE MAR, Botte scannellata o Buccino Celata o Morione,Specie di Conchiglia univalve marina del genere de' Buccini, detta da Linn. Buccinum Galea. Questa è una delle più grandi conchiglie del nostro mare; la sua figura è ovale-rigonfia spirale. Dalla sua forma, in qualche parte somigliante ad un elmo, le fu dato il nome specifico di Galea. Non se ne fa uso per cibo.

PORCELANA, s. f. Porcellana, Sorta di terra composta, della quale si fanno stoviglie di molto pregio, che talvolta si chiamano Porcellane, come si dice Rami ai vasi di rame, Stagni a quelli di stagno. Ne' tempi Veneti ed anche posteriormente avevamo una Fabbrica di porcellane sulla fondamenta di S. Giobbe. PORCELANA, s. f. o. ERBA PORCELANA e PORCIGIOLA, T. degli Erbolai, Porcellana o Porchiacca o Portulaca, Sorta di Pianta detta da Botanici Portulaca oleracea. Questa pianta ha un sapore acre e si, mangia in insalata.

PORCELANA, s. f. T. de' Pesc. Porcellana, Specie di Conchiglia marina univalve, detta da' Sist. Cypraea Tigris, che ha per carattere una figura quasi ovata, liscia, con apertura inferiore lunga, li cui margini sono dentati. Questa Conchiglia. non è del nostro mare, ma viene tra noi qualche volta portata e se ne usa per lisciare i panni.

PORCELETA, s. f. T. de' Pesc. Buccino portas pine o Echino, Conchiglia univalve di mare del genere de' Buccini, detta da Linn. Buccinum Echinophorum. Ella ha il corpo spirale, l'apertura ovata; è frequente; non commestibile. Nota l'Abhate Olivi che sopra le brage ardenti essa da un copioso glutine porporino che potrebb'essere opportuno per la tintura.

Con questo nome di PORCELETA s'intende anche un'altra Conchiglia univalve del genere delle Cipree, che si chiama PORCELANA. V.

PORCELÈTA DE MAR, s. f. Porcelletta, Si dà tra noi questo nome al piccolo Storione, che non oltrepassa li due piedi di lunghezza. V. STURION.

PORCELÈTA O SALISSON, Asello o Porcellino terrestre o Centogambe, Sorta d'insto, detto da' Sistem. Porcellio laevis. e da' Franc. Porcellion Lisse, Questo

animaletto ha il suo piccolo corpo senz' ale, 'coperto da varii anelli scagliosi, che terminano ai lati con moltissimi piedi. Toccato,si contrae in globo. Abita specialmente sotto i vasi de'fiori,sulle finestre e nelle fissure de' muri.

PORCELÈTO D'INDIA, s.m. Porco o Porcellino d' India, Animale noto venutoci dal Brasile, più piccolo de' Conigli, e che prolifica com'essi. Linneo lo chiama Mus Porcellus. Egli è senza coda, ha il grugno da le orecchie corte e rotondate, porco, ed è buono a mangiare. Si pasce di diversi frutti, di erbe e di biade.

PORCELO. V. Ponco.

Detto per Agg. a Uomo, vale Impudico; Licenzioso; Libertino.

Dicesi pure nel sign. di Poltrone; Vile; Vigliacco; Infingardo; Neghittoso.

FAR LA VITA DEL PORCELO, Fare la mandra o la birba; Darsi alla mandra; Far la vita di Michelaccio. PORCELON, add. Sudicione, accr. di Sudicio, Sporchissimo.

Dicesi pure nel sign. di Poltronaccio. PORCHER, s.m. Porcaio e Porcaro, Guardiano de'porci.

PORCHERA (coll' e larga) add. Basoffia, Agg. a Femmina. V. GRASSONA.

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Detto per agg. a uomo Basoffione; Pentolone; Adiposo, Pieno d'adipe, assai grasso, pinguissimo Lonzo, vale Floscio e propr. Lento, pigro e tardo per

grassezza.

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AVER O CHIAPAR EL PORCHETO, Aver il mellone, Parlandosi di corso, giostra, regata e simili, vale Esser l'ultimo o il più da poco, perchè alla corsa del palio si usava dar il mellone all' ultimo che arrivava alla riparata. In Venezia nel corso della regata l'ultimo premio è un porcellino, dal che fu introdotta la detta frase. PORTAR VIA EL PORCHETO, detto fig. vale Aver la parte del torto; Andar col capo rotto; Andare colle peggio.

PORCHETI, chiamansi a Rovigno alcuni pesciatelli di mare del genere de' Lepadogastri, che hanno la proprietà d'attac carsi alle pietre per mezzo d'un disco carnoso che han sotto il ventre, cavandone l'aria. Il Signor Nardo Naturalista ne trovò appunto a Rovigno due nuove specie, una delle quali intitolò Lepadogaster Elegans perchè di forme eleganti; e Lepadogaster Piger la seconda, perchè d'un aspetto triste e pigro veramente.

PORCHISIA

PORCHITA s. f. Porcheria; Sporcizia; Lordume.

Dicesi ancora per Pigrizia; Lentezza e Dappocaggine.

PORCIGIOLA, s. f. Porcellana, Erba. V. PORCELANA.

PORCINA, s. f. Carne salata e Carnesecca, dicesi a quella del porco conPropr. servata nel sale.

PORCO e PORCELO, s. m. Porco o Porcello, Animale domestico notissimo, che chiamasi da' Sistem. Sus Scrofa. Se il Porco è castrato, diccsi Maiale; se no, Verro; Porco e Ciacco. V. GRUGNAR.

Porco, dicesi per Agg. a Uomo e vale Vigliacco, Vile, Poltrone, Più poltron che le cimici Vale anche Infingardo, Infingardito, Lento, Tardo nell'operare, Accidioso. V. PORCELO Arlotto, dicesi

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a Uomo sporco e che mangia e bee moito. V. SPORCO.

PORCO, detto parimente a Uomo per Agg. vale Impudieo; Lascivo; Disonesto. SEOLE DE PORCO, V. SEOLA.

DA NADAL SE MAZZA EL FORCO, S. Tomè piglia il porco per i pie. La festa di S. Tommaso è nel giorno 29. dicembre.

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EL SALTO DEL PORCO, Corpo satollo anima consolata, Si dice di Chi appena pinto giù il boccone si pone a poltrire.

STAR COMB PORCO IN GRASSA, V. GRASSA.
PORCO IN GRASSA NO XE MAI CONTENTO,

Tu stai nel grasso e sempre n'esci magro, e dicesi di Chi vive con tutti i suoi agi e non è mai contento; o pure di Chi mangia solo e poco ingrassa.

DEVENTAR PORCO, Avvilirsi; Sbigottirsi, Perdersi d'animo. V. IMPOLTRONIR.

STAR DA PORCO, Stare in barba di gatto o di micio, Aver tutti i suoi comedi.

COMPRAR EL PORCO, Maniera ant. che vale Fuggire; Sottrarsi.

BROAR EL PORCO, V. BROAR. CRIAR DEI PORCHI, V. CRIAR. PORCO, add. Sporco; Sucido. AVARIZIA PORCA, Avarizia sordida AVARO PORCO, Avaraccio; Spilorcio; Pillacchera.

TRATAMENTO porco, Trattamento sudicio, vale Ristretto, miserabile, che non basta.

PER LA PORCA NECESSITÀ BISOGNA CHE LO PREGA LU, Bisogna per marcia necessità ricorrere a lui.

À LA PIÙ PORCA, V. in MALEDÈto, PORCO CENGIAL, s. m. Cignale o Cinghiale, detto da Sistem. Aper. È una va

rietà del Porco domestico. PORCO DE MAR, s.m. T. de'Pesc. Pesce, e nel plur. Pesci porco, detto anporco, che Centrina e da Linn. Squalus Centrina. Il suo corpo è quasi triangolare, ia testa piccola terminata in punta smussata, la carne dura e vile. La sua pelle ricoperta di tubercoli duri, grossi e rilevati, si secca e serve per polire de' lavori di leguo quasi come la pomice. Nota il diligentissimo Signor Nardo che da questo pesce

potrebbesi ricavare l'Ittiocolla cioè la Col la di pesce.

PORCOLA, s. f. e per lo più PORCOLE in fe plur. Busse; Battiture; Colpi; Picchiate; Percosse.

DAR LE PORCOLE, Dar busse, vale Percuotere, Bastonare.

CHIAPAR O SCODER LE PORCOLE, Andar a Legnaia; Esser battuto; Toccare un rivellino o un rovescio di mazzate- Toccar le busse o le nespole, direbbesi di picchiate più leggieri e moderate. PORCON, add. Porcone; Vigliaccone; Gaglioffo; Gaglioffone; Infingardaccio, Poltrone, Dicesi a Uomo per ingiuria Schifanoia; Scioperone; Fuggifatica ; Acculato; Che sta colle mani giunte come un boto; Che sta a cul pari, Ozioso. V. MISERON.

PORCONA, add. Dappoca; Dormalfuoco; Pocofila, Detto per Agg. a Donna che non bada a quel ch'è dovuto.

Detto per Accr. di PORCA, nel secondo sign. V. PORCOSPIN, s. m. Istrice, Animale quadrupede armato di lunghi pungiglioni sul dorso, in ciò diverso dal Riccio che n'è tutto coperto; contratto in globo non teme neppure il Leone. Egli è chiamato da' Sistem. Hystrix cristata.

Ve n'ha un'altra specie che va vagando la notte, che ravvolge la coda sui rami per non cadere, che scocca le spiné contro l'inimico da non potersi più estrarre, e si chiama in sistema Hystrix preẻ hensilis.

Riccio o Porco spino o spinoso è un Animale quasi simile all' Istrice, sparso tutto il corpo di aculei; irato si contrae anch'esso in globo, ed è chiamato da'Sistematici Erinaceus Europeus. PORÈSSA, s. f. T. de' Pesc. Chiamasi con tal nome la Femmina del Granchio Cancer Pagurus. V. GRANCIPORO. PORESSA SALVADEGA, s. f. T. de' Pescat. Specie di Granchio marino a coda corta, detto da' Sistem. Cancer Poressa, Olivi. Esso ha il corpo o sia il torace ovale da ciascun lato, con quattro pieghe e l'estremità delle mani nere. Abita tra i sassi del litorale della laguna. PORETO, s. m. Piccolo porro, cioè Piccola escrescenza dura che formasi in pelle. V. Pono.

PORÈTI DE LA PELE, Poretto, dim. di Poro, Piccolo meato. V. PoRo nel secondo signif.

POREZZOLO, s. m. T. degli Erbolai, Cicerbita e Terracepola, Erba detta dai Sistem. Sonchus oleraceus, Linn. varietas lovis. Pianta lattiginosa con tronco ramoso, fistoloso, che si mangia ancora in insalata.

PORIZIOL, s. m. (colla z dolce) Voce ant.

V. PURASENE.

PORO, s. m. Porro. Porri diconsi quelle piccole escrescenze dure tonde e prive di dolore che nascono per lo più nelle mani e si dicono anche Verruche. V. ERBA DA

PORI.

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Porro salvatico o Ampelepraso, detto in Toscana Porrandello o Porro di vigna, è una specie di Porro che ha lo stesso sadell' altro, ma è assai più duro da pore masticare, e d'odore molto acuto. Egli è chiamato da' Botanici Allium vineale.

SRADICAR O CAVAR I PORI, Eradicare i porri o le verruche, Curarle.

Dicesi

NOL XE ANDA Per fogie de poro, Locuz. fam. e fig. Non andò per pigliar aria Non ci andò per nulla o per poco, di Chi si porta in un luogo ad effetto di fare qualche cosa importante. POROFIGO, s. m. Condiloma, s. f. Verruca gallica, Escrescenza carnosa che nasce altrui sul pene per morbo gallico.

Porro fico, T. Chirurgico, dicesi a Sorta di tumore come il fico che talvolta viene alle emorroidi.

PORÒNI, s. m. Voce del Contado o FONDI DE LA BOTA chiamasi la Feccia del vino, cioè Quella che rimane nel fondo della botte, consumato il vino, e che si distilla per farne acquavite.

PORTA, s. f. Uscio ed anche Porta, si dice delle Case Porta, dicesi più propriam. quella delle Chiese e delle Città.

Il legname che chiude la porta, dicesi Imposta, e Imposte se sono due parti; e tutte due le parti unite, Impostatura.

SOGIER DE SOTO DE LA PORTA, Soglia, Quella che si calca col piede in passando. V. SOGIER SOGIER DE SORA, Architrave, ERTE La parte che sovrasta alla soglia DE LA PORTA, Stipiti, Membri dell'uscio che posano in sulla soglia e reggono l'architrave.

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PORTA DEI ARMERI, Sportello, si chiama l'Imposta degli armadii.

PORTA DE STRADA, Porta da via. PORTA IN BANDA, Porta del fianco o laterale, La porta non maestra.

AVER PORTA AVERTA, detto fig. Avere libertà scala franca, cioè Passo libero, di andar o di stare.

CHIAMAR A LE PORTE, dicevasi Una misura disciplinare o di gastigo usata ne'tenipi Veneti dai Consigli di quaranta e dalle Magistrature contro qualche Forense o altrimenti contumace per essere formalmente redarguito. Il quale citato doveva presentarsi ogni mattina all'ora di terza all'uscio o porta della sala o stanza dell'Autorità, e rimanervi ad arbitrio di essa per molte ore e ricomparirvi per molti giorni di seguito. Quando si chiamava alla BusBOLA, S'intendeva dinanzi ai Capi del Consiglio de' dieci. V. BUSSOLA.

CHIAPAR LA PORTA, Maniera fam, che vale Andarsene, Fuggirsene da un luogo ove si teme restando di qualche pericolo.

SERAR LA PORTA IN TEL MUSO, Dar del mostaccio nell' imposta; Serrar la porta in sulle calcagna, in faccia.

SPENZER SU LA PORTA, V. SPENZER. TROVAR LA PORTA SERÀDA, Trovar l'uscio ghiacciato, chiuso o fitto con un braccio di chiavistello; Trovar l'uscio imprunato, Dicesi quando alcuno va per entrar in un luogo e non gli riesce.

STAR MENANDO LA PORTA, Far pilastro o pergola; Menarsi l'agresto, vagliono Non aver da far nulla, Stare ozioso.

TEGNIR LA PORTA DE LA BOTEGA IN SfeSA, Stare a sportello: Come si fa ne'giorni festivi.

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TIRARSE LA PORTA DRIO, Tirar a se la porta; Tira a te la porta, vale Chiudila. PORTE D'UN FIUME, Sostegno o Callone, chiamano gli Idraulici una Fabbrica, che attraversando un fiume o un canale, serve a frenare la velocità dell'acqua e a sostenerla per comodo della navigazione; il qual Sostegno si chiude con imposte duplicate, che si dicono Portoni o Ventole Cateratta, chiamasi l'Apertura fatta all'argine d'un fiume per pigliar l'acqua e mandarla via a sua posta, che anche dicesi Diversivo - Cateratta a ventola è quel Manufatto di legname mastiettato e congegnato sui gangheri che s'apre e chiude a foggia di valvola, cioè che trasmette l'acqua da una parte sola, e la impedisce e trattiene all' oppostoCateratte possono dirsi nei Sostegni quelle aperture che vi sono ai portoni, le quali servono a far entrar l' acqua conca o a farla uscire Conca del sostedicesi al Fondo del sostegno messo gno, fra i due portoni ov'è ritenuta l' acqua. PORTA, Portato, add. di Portare.

PORTA PER DAR, Facile a menar le mani. V. MANESCON.

Portà per strapazzar, Adontoso. PORTA ATORNO, Scorbacchiato; Scornacchiato, Scornato, Svergognato, Sbeffato.

PORTA VIA DAI 80 GUSTI, Assorto in pensieri dilettosi, cioè Profondamente immerso, applicato con l'animo. PORTABALE, s. m. T. Mar. s. m. T. Mar. Portapalle, Pezzo di tavola grossa e lunga che si adatta ai bordi d'un bastimento da guerra, ove sono incavati de' buchi concavi ne' quali stanno disposte e preparate le palle di ferro per averle pronte al bisogno e caricare l'artiglieria. PORTABOZZE, s. m. Portafiaschi, Paniere o simile strumento per uso speciale di portar fiaschi. V. Caneveta. PORTABOZZÈTE, s. m. Panieroncino da ampolle, si trova nell' Alberti Encielopedico alla voce Panieroncino: Arnese di metallo ǝ talvolta di terra cotta che porta unite due boccette od ampolle d'olio e aceto per uso della mensa. PORTABOZZONI, s. m. Tondino o Vassoino da bottiglie.

PORTACAIN, s. m. Lavamane, Arnese con tre piedi, sopra cui posasi la catinella lavarsi le mani. per

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PORTACAMPANELE, V. in BRIA. PORTACENGIÒN, s. m. T. de' Carradori. Ponticello, Specie d'arco fermato con due viti sulla stanga, in cui nella praspalle del cavallo. PORTACIGARO, s. m. Chiamasi quella Specie di cannetta fatta d'ambra o d'argento o d'altro metallo, la quale adattandosi ad un lato del CIGARO, gli serve d'imboccatura per comodo di pipare più de

PORTA A QUALCOssa, Inclinato; AccliDedito; Propenso; Portato a qual); che cosa; Rotto ad alcuna cosa. PORTA PER EL BRODO, V. BRODO. PORTA PER I FRATI, Frataio PORTA PER I PRETI, Pretaio, V. SFEGatà. PORTA PER LE MUNEGHE, V. MUNE

GHIN.

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centemente.

PORTADA, s. f. Portata, Tenuta, Quantità che cape un recipiente.

PORTADA D'UNA BOTE, Tenuta ; Capacità.

PORTADA D'UNA NAVE, Portata, Il carico o la tenuta delle navi, che si computa a botti o tonnellate. La botte si calcola venti barili, ognuno di libbre cento, onde la botte risulta di libbre 2000. La nave da guerra ne porta 600. e più, e la Caracca anche 1000. La Tonnellata è una misura presso poco equivalente a quella delle botti.

Portata di Marinaro o Canterata dicesi a Quella quantità di mercanzie o di provvigione che ogni Marinaro ha diritto di portarsi. V. MESA.

PORTADA DE FILO, Paiuola, Quantità di filo che forma una delle parti in che è divisa la tela.

PORTADA D'UNA BALA, Portata, Denominazione del peso della palla che può portare un pezzo d'artiglieria.

PORTADA, parlandosi pur delle palle, dalle Passata, si dice Lo spazio percorso palle, dalle granate e bombe dalla bocca del pezzo che le caccia, sino al luogo dove non fanno più effetto.

PORTADA DE PIATI IN TOLA,

Portata;

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PORTALETERE AMOROSE, Portapolli, Voce di gergo. Fare il portapolli. PORTALUME, s. m. Lucerniere, Piede di legno in cui posa la lucerna, PORTAMICHIA, V. BUTAFOGO. PORTAMOCHETA, s. f. Navicella; Vassoino delle smoccolatoie, che a Roma si dice Portas moccolatoie. PORTAMORSO, s. m. Parte della briglia. V. BRIA.

PORTANTIN, s. m. Portantino e Seggettiere, Colui che facchineggia colla portantina o seggetta, che dicesi anche Lettighiero o Lettighiere e Lettichiero e Bussolan

te.

PORTANTINA, s. f. Portantina, Quasi sedia portatile con due stanghe, detta anche Bussola e Seggetta. Arnese noto, benchè poco usato in Venezia.

PORTAPÈNE, s. m. Pennaiuolo, Strumento a guisa di bossolo, da tenervi le penne da scrivere.

PORTAQUA, V. BIGOLANTE e AQUARIOL. PORTAR, s. m. Voce da noi usata parlando d'una Sposa, EL SO PORTAR, Le Dònora, Quegli arnesi che si danno alla sposa quand'ella se ne va alla casa del Marito.

EL PORTAR De le done gRAVIE, Gestazione, T. Fisiologico, Il tempo della gravidanza di tutte le femmine in generale. V. in PORTAL verbo.

NATO A UN PORTAR, Binalo; Nato a un portato, a un parto, a un corpo, sichiama ciascuno di due o tre gemelli. PORTAK, v. Portare, Recare, Addurre.

PORTAR A CAVALOTO, V. A CAVALO. PORTAR ATORNO QUALCUN, detto figur. Scorbacchiare alcuno, Ridire i fatti di questo e di quello per istrapazzarlo-Bociare vale Palesare gli altrui errori o malefatte.

FARSE PORTAR ATORNO, Far bellala piazza, la festa, la contrada, Dicesi quando con che che sia per lo più improprio si dà

materia di discorso o di far correre il

po

pola, Dar che dire; Andare o Esser por

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PORTAR BEN UNA CREATURA, Portare, si dice del Tenere le femmine pel ventre loro o del condurre a bene il parto.

PORTAR DA ERODE A PILATO, V. ERODE. PORTAR DE ZORNO IN ZORNO, Allungare da dì in dì.

PORTAR DE L'AQUA, parlandosi di vino, Portare; Comportare, Dicesi della quantità sufficiente d'acqua che può meschiarsi col vino.

PORTAR BEI INCOMODI, Portare briga, incomodo, spesa etc. Cagionar briga etc.

PORTAR FORA, Asportare o Esportare, T. della Politica e del Commercio, Trasportare in altro Stato le derrate e le mercanzie del paese; e quindi Asportazione o Esportazione, dicesi l'Azione di aspor

tare.

PORTAR FORA EL CULO, lo stesso che TORSE O CAVARSE DAI FRESCHI, V. FRESCO add. PORTAR FORA UNO, Liberare o Sanare, Liberarlo da qualche sventura o malattia. PORTAR FORA NETO, lo stesso che IMBROCÀN, V. PORTAR GUALIVO O PORTAR DRETO, Portar pari che che sia, vale Trasferire una cosa in maniera che non penda.

PORTAR IN CAREGHETA, V. Caregheta. PORTAR I PECAI DEI ALTRI, V. in PECà. PORTARLA IN BEN, Arrivar bene, vale Capitar bene, Uscire a bene.

PORTAR L'AQUA CO LE RECHIE, V.RECHIA. PORTAR QUALCUN, detto fig. o PORTAR IN PALMA DE MAN, Portar altrui in palma di mano, vale Proteggerlo, Favorirlo.

NO PORTAR IN FAZZA A NISSÙN, Gillare il giacchio tondo, Non aver riguardo a chi che sia, trattando tutti in un modo.

PORTAR IN SETe cieli o a le sTELE, Celebrare a cielo; Mettere in cielo ; Mettere alcuno o alcuna cosa in paradiso; Torre infino al cielo con lode.

PORTARLA CIMÀDA O ALTA, Portarla alta, vale Proceder con fasto, Esser alticro. Essere baldanzoso della sua probità e della sua onoratezza, vuol dire, Geloso del proprio buon nome. V. CORTESÀN.

PORTARLA DA ZOVENE, Far il giovane o Portarla da giovane, cioè Voler far cose da giovane quand' uno è vecchio.

PORTARLA FORA NETA, Uscire pel rotto della cuffia; Liberarsi senza spesa o noia; Mangiare il cacio nella trappola, tolta la metaf, dal topo, Uscir felicemente dal pericolo o dall'imbarazzo--Sgabellarsi d'alcuna cosa, Sbarazzarsene, che dicesi anche Andare o Uscir netto. V. SuGARLA, in SUGAR.

PORTARLA IN PASE, Comportare; Sopportare; Tollerare, Non si alterare di quel la tal cosa.

PORTAR LE DRAGHESSE, Portar i calzoni, detto fig. Far da padrone, Voler signoreggiare.

PORTAR PER VIOLE, V. MANDAR DA ERODE A PILATO, in ERODE. PORTARSE BEN O MAL,

Portarsi bene o

male, vale Diportarsi, Condursi: dicesi

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PORTAR UNA RASON O UN PASSO, Addurre; Allegare una ragione; Citare un pasPORTAR UN COLPO A QUALCUN, Tirare o Dare un colpo.

So.

FARLA PORTAR A UNO, Far tener l'olio a uno; Farlo filare; Farlo star al filatoio; Farlo frullare; Tener uno a segno.

LA LEGE PORTA (Maniera introdotta dopo la rivoluzione) La legge contiene, prescrive, ordina, ingiunge, vieta e simili.

NO PORTA LA SPESA, Non comple; Non torna o Non torna a conto; Non porta il pregio.

TORNAR A PORTAR, Riportare; Riarrecare, Portar di nuovo. PORTASCARTOZZI, s. m. T. Mil. Cartocciere, Specie di tasca di cuoio in cui si tengono i sacchetti da caricare i cannoni. PORTASPERÒN, s. m. T. de' Calzolai, Forte di suolo, Pezzo di cuoio, che si met te fuori nella parte deretana dello stivale dove si ferma lo sprone. PORTASTANGHE, s. m. T. de'Sellai, Reggistanghette, Maglie di corda passate nelche reggono la campanella della cavezza,

le stanghette de' cavalli che si conducono accoppiati.

PORTATARINA, s. f. Trespolo o Cerchio d'argento, di stagno etc. per porvi i piat

ti su la mensa.

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