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nel 1674 dal pittore cav. Cesare di Comunanza in provincia di Ascoli-Piceno. Il Ghezzi (morto ivi nel 1755), pittore, incisore, caricaturista, musicista, erudito, fu uno di quei versatili ingegni, di cui l'Italia fu privilegiata piú d'ogni altra nazione. Lavorò di smalto e incise su le pietre fini con non poca lode; ma ebbe un genio speciale per le caricature, di cui una raccolta, di ben 400 fogli, rappresentante, in maniera ridicola, cardinali, principi, principesse, ambasciatori, sempre con fisonomíe somigliantissime, andò ad arricchire un museo straniero (di Dresda, se mal non ricordo).

Onde il Cantalamessa nelle sue Memorie di letterati e artisti ascolani, cosí ne scrive, tra l'altro: «È debitore di piú maggiore celebrità al talento ch'ebbe singolare in caricature, rimaste ne' gabinetti di Roma e divulgate anche fuori, e che erano avidamente ricercate.»

Chi ne voglia ammirare un séguito pregevolissimo ricorra alla Biblioteca del marchese Ferrajoli in Roma, a cui parecchi anni fa io lo cedetti in cambio d'altro cimelio. Qui ne riproduciamo una della Raccolta incisa a Dresda, fig. 6.

Tornando al mazzo di carte napolitane, è certo ch'egli ne fece il disegno e l'incisione a colori per la casa de' principi Barberini, come appare dallo stemma colle api figurato nel rovescio di ciascuna carta. Vi si legge poi, ripetuta in piú carte, questa iscrizione: Pietro Leone Ghezzi inventò, delineò e scolpi, figure 7 a 10.

Avendo la fortuna di possedere un bel mazzo di queste carte, ci piace darne qui riprodotte alcune, scegliendo appunto quelle che piú rivelano il suo spirito originale, umoristico e bizzarro.

Colli del Tronto, maggio 1899.

C. Lozzi.

LA PRIMA EDIZIONE DI VALTURIO

FRA i libri piú rari e preziosi che si conoscano, tiene certamente

uno dei principali posti la prima edizione di Valturio che è in pari tempo il primo libro impresso a Verona e il primo stampato con incisioni di un artista italiano; dacché il Turrecremata, pubblicato prima di questo a Roma - l'unico volume con figure che precede il Valturio fu illustrato da un tedesco. La descrizione bibliografica del primo libro veronese è talmente disparata presso i vari bibliografi, tanto pel numero delle carte che lo

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compongono, quanto per quello delle figure che l'abbellano, ch'io ritengo non del tutto inutile di descrivere un esemplare conservato nel suo stato originario, che or ora m'è capitato fra mani. Premetto che quest'esemplare deve avere appartenuto ad un antico bibliofilo, il quale s'era dato la cura di numerare a mano ogni quinterno, e di darne poi il riassunto numerico sul lato interno della rilegatura dell'epoca. Il volume si com

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pone di 27 quinterni cosí formati: 1) carte 6, 2-8) c. 10, 9) c. 14, 10) c. 2, II-13) c. 10, 14) c. 12, 15) c. 8, 16) c. 6, 17-19) c. 10, 20) c. 12, 21-26) c. 10, 27) c. 12, cioè

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come

Ogni quinterno di quest'esemplare è separatamente cucito allora si usava in una striscia di pergamena, e si distingue perciò visibilmente già all'esterno del volume. Precede il libro [E]LENCHVS ET

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INDEX RE- rum militarium que fingulis codicis huius | uolumibus continet' (sic), che occupa le prime 7 pagine; il verso della quarta carta (8a pagina) e le carte 5 e 6 sono bianche. Sulla metà del recto della 7. carta (lo spazio superiore è lasciato in bianco per essere riempito da un disegno o da una miniatura), comincia il Proemio [C]REDO EQVIDEM NEC SVM nefcius Dux & imp. inclite figifmunde pã- | dulfe: etc., che va sino alla metà del verso della carta 10. Quivi comincia il testo che giunge, interrotto

Fig. 2.

qua e là da illustrazioni, sino alla metà del verso della carta 261, ed è seguíto da una poesía in onore di Valturio, composta di 16 distici. Verso la metà del recto della 262a carta leggesi la seguente sottoscrizione tipografica:

Iohannes ex verona oriundus: Nicolai cyrurgię filius: Artis | imprefforię magifter: hunc de re militari librum elegantiffimum: litteris & figuratis

fignis fua in patria primus impreffit. An. M. | CCCCLXXII.

Il verso di quest'ultima carta è bianco, come pure sono bianche, oltre quelle già sopra citate, le carte 92 verso, 160 recto, 170 verso, 183 recto, 187 verso e 192 recto.

Apprendiamo dalla sottoscrizione tipografica in forma non dubbia (Iohannes ex verona oriundus.... hunc librum in patria primus impressit), che maestro Giovanni era il primo tipografo della sua città nativa che stampò questo libro, mentre non ne risulta chiaramente, che egli sia stato il primo stampatore né questo il primo libro impresso a Verona.

Ma ben a ragione il bibliografo Giuliari invita coloro che ne dubitano ancora (e ne trovano il motivo appunto nel primus anziché primum) a presentargli dinanzi un'altra stampa di Verona con data anteriore al 1472. Non essendosi presentato nel corso dei secoli sino a tutt'oggi alcun altro libro impresso a Verona prima del 1472, possiamo considerare il Valturio, senza téma di sbagliare, come il primo libro impresso in quella città, e

indipendentemente da ciò come uno dei piú insigni capolavori dell'arte della stampa.

L'opera è impressa in caratteri romani d'un taglio regolare, corretto ed elegante; la composizione, estetica nel senso piú largo della parola, contornata da margini larghi, ma sproporzionati allo stampato; la carta magnifica per fattura, spessore e candidezza. Ma ciò che dà a questo volume speciale valore ed importanza, sono le magnifiche incisioni in legno, le prime in un libro fatte da un artista italiano

Fig. 3.

che si conoscano. Un libro illustrato di quel tempo è già di per sé stesso un cimelio, ma quanto piú quando esso eccelle, come questo, per il pregio e il numero straordinario delle sue figure! Le incisioni rappresentano svariatissime forme di guerreschi arnesi, di macchine da terra e da acqua, di torri e di scale, edifici, con uomini ed animali, carri falciati, catapulte, arieti, balestre, e barche, zattere, navi, ponti, e vessilli, con archibugi, bombe e cannoni, in varie foggie, rotabili e maneschi, degne di esser poste al lato degli schizzi famosi del divino Leonardo. Il disegno è sicuro, fermo, corretto, la prospettiva maravigliosamente fedele, la posizione degli uomini armati snella, naturale ed artisticamente irriprovevole e se il disegnatore ci ha lasciato coi suoi splendidi disegni un capolavoro d'arte, l'incisore si è mostrato degno di lui nell'arte sua tecnica. Collo scalpello fermo egli tracciò maravigliosamente le linee prescrittegli, superando ottimamente le gravi difficoltà tecniche, che, stante i primordi di quell'arte, si manifestavano nell'uso e nel maneggio del legno per tali lavori. Sapendosi poi che Matteo Pasti veronese, il quale insieme con Vittore Pisano, detto Pisanello, pur veronese, lavorò molto pei Malatesta di Rimini, è facile congetturare che anche questi disegni, fatti ad illustrazione di un'opera di autore Ariminese e dedicata a Sigismondo Pandolfo Malatesta possano essere stati eseguiti da uno di quegli artefici, che erano per l'ingegno loro non solo piú chiari in Verona, dove il libro venne stampato, ma anche piú accetti a que'mecenati sotto il cui dominio ogni ramo d'arte e di lettere godeva di nobilissima protezione. Le stampe sono sparse fra il testo; e alcune sono difficilissime e complicate per la pro

spettiva, ma mirabilmente disegnate in tutto ciò che alla figura umana appartiene. Non crediamo che siasi eseguita cosa migliore in quel tempo, in cui le scuole della Germania vantavano uomini chiari e contendevano all'Italia il primato nelle arti dell' intaglio e della stampa.

In generale il numero delle stampe è indicato con 84. Il Giuliari cita 40 figure, impresse e allogate per entro all'opera su intera la pagina, come ben altre 44 che ne ricoprono una parte, istoriate o seguíte dal

testo descrittivo. L'esemplare ch'io ho sott'occhio, e che appartiene ora al signor Charles Fairfax Murray di Londra,

ne contiene invece ben 92 cosí distribuite:

carta 31 verso, pagina intera (1)') rappresentante due torri con archibugieri ecc., 2) carta 98 recto, pagina intera (2), orologio ad acqua, 3) carta 98 verso, mezza pagina, meridiana, 4) c. 159 recto, mezza pagina, macchina da guerra, 5) c. 159 verso, una lancia, 6) c. 160 verso, pagina intera (3), macchina da guerra, 7) c. 161 recto, un arco, 8) c. 161 verso, quattro archi, 9) c. 162 recto, tre scarpelli, 10) c. 164 recto, carro falciato tirato da bovi e montato da arcieri (v. fig. 1), 11) c. 164 verso, carro falciato tirato da cavalli e montato da arcieri, 12) c. 165 recto, pagina intera (4), macchina rotabile, 13) c. 165 verso, muraglia fortificata 14) c. 166 recto, torre fortificata, 15) c. 166 verso, pagina intera (5), simile, 16) c. 167 recto, pagina intera (6), (v. fig. 2. 3), 17) c. 167 verso, pagina intera (7), macchine rotabili, 18) c. 168 recto, torre fortificata, 19) c. 168 verso, pagina intera (8), torre d'esplorazione, 20) c. 169 recto, pagina intera, macchina d'attacco, 21) 24) c. 169 verso, c. 170 recto, c. 170 verso e c. 171 recto, quattro pagine intere (9-12), macchine ed arnesi guerreschi, 25) c. 172 recto, macchine rotabili con torre in fondo, 26) c. 172 verso, pagina intera (13), macchine ed arnesi guerreschi, 27) c. 173 recto, simile, 28) c. 173 verso, simile, 29) c. 174 recto, simile, 30) c. 174 verso, pagina intera (14), simile, 31) c. 175 recto, pagina intera (15), simile, 32) c. 175 verso, pagina intera (16), simile, 38) c. 176 recto, pagina intera (17), simile, 34) c. 176

Fig. 4.

1) I numeri messi fra parentesi indicano il numero progressivo delle illustrazioni a pagina intera.

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