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PLOCAMA, idiotismo della bassa gente in vece di PROCLAma, V.

PLOREUSE, 8. m. Voce da pochi anni conosciuta fra noi e pronunziata alla Francese, Sopragirello, Mostra bianca delle mauiche che portasi in tempo di bruno detta poi italianamente alla Francese, Plorosa. PLUS, 8. in. (dal Franc. Peluche) Peluzzo, Sorta di panno leggiero notissimo, col pelo più lungo della Felpa, a cui somiglia. PLUTÔN, 8. m. detto alla Francese, Drappello, T. Milit. Una parte della compagnia o dellą, divisione d'un battaglione. Un battaglione si divide in sei od otto divisioni, e queste si dividono in due o quattro Drappelli, i quali si suddividono iu Squadre, o sotto l'armi in Sezioni. PLUTONÁR, v. T. Mil. Indruppellare, Formar la truppa in drappelli, Metterla in ordinanza per drappelli.

PLUXOR, Voce ant. Plusore e per lo più in plur. Plusori, Voce pur antica che sente del Provenzale e vale lo stesso che Più; Molli; Parecchi.

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PO, avv. Poi; Dippoi; Dopo E PO L'È ANDA VIA, E dopo se n'è andato.

E PO NO M'IMPORTA, Alla fine; ulla fin fine; In somma; Alla fin dei fatli non me n'importa.

DOPO EL PO VIEN L'ADESE, Maniera fam. di mostrar impazienza verso chi facendo un discorso e non sapendo ricordarsi le circostanze, successive, s'aiuta dicendo E PO E ro, che vuol dire E dopo; onde chi lo ascolta, aunoiato da queste repliche gli dice berteggiandolo, DorO EL PO VIEN L'ADESE, per fargl' intendere che tiri innanzi, che dica quel che vien dopo, che la finisca una volta.

POCHETIN, add. Pochellino; Pochetto; Tagliuolo, Piccola particella.

DACHENE UN POCHETÌN A LA VOLTA, Dagliene un sorso e dagliene un secondo, Un poco e poi un altro poco.

MUCHIAR UN POCHETÌN A LA VOLTA, Metter insieme a scamuzzolo, vale Metter insieme a forza di risparmio e piccole porzioni. Y. PICEGO.

POCHETO, add. Pochetto, dimin. di Poco, che talora si unisce coll' accompagnanome Uno, e si usa anche in Maniera d'avverbio. L'È rocnero, Specie d'Agg. e vale Debole di complessione; Magrello; Afaluccio; Poco; Pochetto; Scampoletto.

Dicesi per Agg. nel sign. di Uomo dappoco o dappocucciaccio, Buon da nulla. POCHHAR, v. Acciaballare; Acciapinare; Far che che sia alla grossa e senz'alcuna diligenza.

Impiastricciure o Impiastriccicare; Intridere; Imbrullare. V. PоCHIO. POCHIETO, 8. mn. Molliccio e Molliccico, Un poco umido. POCHIN, V. POCHÈTO.

POCHIO, 8. m. (si esprime come in Toscana direbbesi Pocio) Poltiglia; Mola; Mollume: Mollore; Fanghigliu, Terra fatta quasi liquida dalla pioggia e Quel bagnamento

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N'HA POCHI VA TARDI IN PIAZZA ▲ FAR LA SPE

SA, Gli spenditori più stringati vanno a comperare in fiera fredda, cioè Quando il mercato è finito dove la roba avanzata suol darsi più a piacere di quando il mercato b in fervore.

AVERGHENE POCHI DA SPENDER O DA DAR VIA, Frase fam. net. detta in altro senso che vale Aver poca salute; Esser concafessa, cagionevole, tisicuzzo, Questa nostra maniera vernacola si riferisce al ribobolo opposto metaf. che diciamo, Aver de LA SALUTE DA VENDER, V. in Salute.

UN POCO A LA VOLTA, A poco insieme; a miccino a miccino · DAL POCO BISOGNA TOR POCO, Dal poco un poco, Si vuole usare con parsimonia le cose delle quali s'ha scar

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spressione fam. d' impazienza, come si dicesse: Oh che ti possa rompere il collo! Che li venga la rubbia! Mal uggia e simili. Co NO SE FA QUANDO SE POL, NO SE FA QUANDO SE VOL, Chi no fa quando e' può, non fa quando c'vuole, e vale Chi ha tempo non aspetti tempo a far le cose.

LA ME POL, Andare all'animo, a cuore, a genio, u pelo, a sangue, a stomaco, a grado; Allagliare; Soddisfare, Piacere.

GHE NE POSSO MI? Locuz. fam. e vale N'ho io forse la colpa ? Ne son io forse la cagione?

Nol che pode o PUODE, Non si potere o Non ne potere con alcuno; Non poter compelerla; Non esser alto a scalzare chi che sia, cioè Essergli di gran lunga inferiore. Esser menipossente.

NO PODER PIÙ O NO PODER P10, Non ne poter più, cioè Non poter più stare in contegno dalla noia - NO SE POL PIÙ Star Con LU, Non se ne può più con lui, cioè Non si può più soffrirlo — Trafelare o Trafelarsi, vale Languire, venir meno per troppa fatica Non potere stare alle mosse o Non poler star saldo alle mosse, Non poter contenersi, Non poter aver pazienza, simile a quell' altro Non poter star nella pelle o nelle cuoia.

NO SE POL FAR DO COSSE IN T’Una volta, Non si può cantare e portar la croce ; Non si puo strigliare e tener la mula, bere e zufulare.

PODESTA, 8. m. Podestà, Titolo de' Pretori patrizii ex Veneti in alcune Città e Paesi dello Stato, ai tempi della Repubbli

ca

Podestà, dicevasi sotto il Regno italico al Capo delle Municipalità cautonali. Questo titolo è tuttavia conservato nelle Città provinciali, sotto il presente Governo del Regno Lombardo Veneto, nel Preside de' Consigli comunali o sia delle Congregazioni municipali.

EL PODESTA, detto in parlare furbesco, vale Culo; Nutiche; Deretuno.

FAR COME EL PODEstà de le GanbahaRE, Far come il podestà di Sinigaglia, e vale Comandare e far da sè. PODESTARESSA, 8. f. Podestaressa o Podestessa, La moglie del Podestà. PODESTERIA, 8. f. Podesteria e Polesteria, Ufficio del Podestà, e La giurisdizione del Podestà.

POESIA, 8. f. Poesia.

Poesia seria, Poesia eroica o Epica. POESIA AMOROSA, Poesia lirica, Quella parte di poesía, obe usa armoniose rime e per lo più in materia d'amore.

POESIA BUFONA O BERNESCA, Poesia ber

nesca.

Centone, dicesi la Poesia composta di versi di varii autori.

QUESTE ZE TOTE PORSIE, Maniera fam. Questi sono ghiribizzi, capricci, pensieri fantastici; Voi siele ghiribizzoso. POETA, 8. m. Poeta.

PORTA COMICO O DA COMEDIR, Commediaio, Compositor di commedie.

PICOLO PORTA, Poetino, CATIVO PORTA, Poetonzolo; Poetaccio; Poetastro; Pocluzzo; Semipoeta; Versificatorello; Fu detto ancora Uno slentalo rimessiliccio di poela vellaiuolo, posticio e dozzina'e.

MANIERA DA PORTA, Puelicheria, Maniera e proprietà poetica.

POFERDIO o Pofardia e POPARSBRIO O PvPARNACO, Poffur Dio; Può fare Dio; Pof-| fare il Cielo; Poffare il mondo; Pupe; Puh, Maniera di stupore o ammirazione.

ANDAR O VEGNIR COL POFARDIO O COL PO

Cardia Andure o Venire con soperchieria, Con minacce, con maniere avventate.

METERSE IN POFARDIA Maniera bassa e fan. Mellersi in appunto; Mettersi in arnese, in ordine, in ussello, in gala, in altillatura.

POGIA, §. f. (coll'o largo) Poggia, T. Mar. Quella corda che si lega all'un dei capi dell'antenna a man destra della barca. V. ORZA.

Andar a pogia, Andare a poggia, vale A mano destra; siccome Andare a orza, vuol dire A sinistra.

POGIA (coll' o stretto) s. f. o POGIANA, T. de'Cacciatori Poana o Poise, e meglio Nibbio, detto da Linn. Fulco Milvus, Uccello di rapina del genere de' Falchi, da' quali | però differisce per avere le ale non diritte ina curve. Nel Pisano dicesi Poluia. Nidiaca sopra gli alti alberi ne'boschi.

POGIANA poi chiamasi volgarmente il Bozzago o l' Abuzzago, ch'è la specie più comune fra le grandi, la quale vien da Linn. distinta col nome Falco Buteo, specie molto infesta nelle campagne e temula da’Contadini perchè distrugge i puleini. Sul Pisano gli dicono Falco, Cappone. POGIAPIAN, Posapiano, Detto di chi va adagio Dicesi anche per Segno così espresso sopra casse o colli che si mandano altrove.

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che porta un albero di mezzana, uno di maestra e un buompresso.

POLICA e nel dimia. POLACHINA, chiamavasi un abito che portavano le donne civili sessant'anni fa, detto anche MEZO ABITO perchè era cortissimo, giungendo poco giù delle natiche, sotto cui stava la gonnella della medesima stoffa o di altro colore. POLACARSE, v. del Contado verso Chioggia, Appollaiare, Posarsi quatto quatto. POLACHÈTA, 8. f. Corse; Giubberello, Veste corta da donna.

POLACO, add. detto ûg. Pollastrone; Pullo freddo; Pollastrollo; Avannotto; Merlotto; Balordo, Giovane di poca sperienza.

TROVAR DEI POLACHI, Mangiar co' ciechi il cavolo, e vale Trovarvi il suo conto.

NOL GA MINGA da far co un polaco, Non ha a mangiar il cavolo co'ciechi. POLACÒN, s. in. T. Mar. Pollacone, Vela triangolare che si usa sui bastimenti latini, a guisa de'stragli delle navi d'alto bordo. POLAME, 8. m. Pollame, Quantità di polli. Pollo è nome generico di tutti gli uccelli domestici, cioè del gallo e della gallina.

POLAME DA CAMPAGNA, Polli cumpii, A differenza di quelli di stia. POLANA, 8. f. chiamano i nostri Specchiai Ja Flanella che mettono sotto agli specchi perchè non si guasti la foglia. POLASTRELO, 8. m. Pollastrello e Pulla

strino.

COME TANTI POLASTRELI, Locuz. fam. Cheti com'olio, come polli o conigli. POLASTRO, s. m. Pollo; Pollastro; Pollastrone, Il pulcino che non ha più bisogno della madre.

POLASTRI NOCENTINI, V. NOCENTIN. In tel CAGAR dei polastri, V. CAGAR. POLASTRO O POLASTROTO, detto fig. a Giovane inesperto, Colombo da pellare o Piccion tenero.

POLDO, Leopoldo, Nome proprio di uomo. POLEGANA, 8. f. Flemma; Turdità; Lentezza; Pesalezza affettata; Piacevolez

za.

Detto per agg. a uomo, Sorbone; Gattone; Soppiallone; Soppiatonaccio. Dicesi di Chi, tutto intento a' proprii vantaggi, procura segretamente e con accortezza di conseguirli.

Vale anche per Posapiano; Santagio, Flemmatico. V. BIBIA.

POLEGIA, 8. f. T. Mar. Pulena, Quella figura umana o di bestia che si mette scolpita sopra il tagliamnare. V. TAGIAMÀR, POLEGIAR, v. voce di gergo de nostri Barcaiuoli, che significa Dormire.

ANDAR A POLEGIO, Andare a pollaio, An

dar a dormire. POLENTA, 8. f. Polenta e Polenda, Vivanda nota.

POLENTA SUTA, Polenta scussa, cioè senza condimento. A Milano la chiamano Polenta vedova.

POLENTA DE CASTAGNE, Polliglia; Polta Polenta di castagne. POLENTA DE FAVA, Macco.

Polenta desprita, detto nel gergo de’barcaiuoli, vale la Vulva.

POLENTA PRIMA CHE LA SIA COT▲, Polta od Intriso.

POLENTA E PAN PASTO DA VILAN, V. in PAN. Munari de la polenta, V. Munaro. SUGOLI DE POLENTA, Farinata; Paniccia. POLENTA ME STENTA, CAPÒN ME SA DA BON, Dettato fam. che vuol dire, La polenta mi piace a slento; ma il cappone mi sa buono, cioè ha sapore di buono.

POLENTA A LA NICOLOTA, Specie di polenta gialla che usasi a Burano, la quale è condita di mele, zibibbo, mandorle, noci e pinocchi, ed è a quelle parti un cibo squisito, detto altrimenti PATACHEO. V. POLENTINA,. f. Piccola polenta.

Panata, dicesi più particolarmente Quella specie di polenta di grano turco che si fa mista di latte.

Polentina de late, Latleruolo, Quella che fassi colla farina di frumento. POLENTINA, detta per Papa, V.

POLENTINA CALDA O SIOR POLENTINA CALDA, si dice per ischerzo o disprezzo di Giovane pretendente. V. Caghète. POLENTON, detto per agg. a Uomo, Ghiolto o Mangiatore di polenta - Basoffione, dicesi a chi mangia molta minestra e che sia grasso.

POLESE, s. m. Cardine; Ganghero e Arpione, Le parti dell'arpione sono la Gamba che si mette nel muro, e l'Ago o Perno fisso che infila l'anello della bandella, V. BER

TOELA.

Meter I polesi, Ingangherare — TonNÅR A METER I POLESI, Ringanglierare.

Levår i polesi, Sgangherare; Scommettere, Cavare i gangheri. POLESENE. V. MEZAN. POLESETO, 8. m. Arpioncino o Arpioncel lo, Che si mette per sostenere i telai delle invetriate, il quale potrebbe forse anche dirsi Bilico o Perno, e Pernio. POLESİN, s. m. Pulcino o Polastrino, Quello che nasce dall'uovo della gallina e va dietro alla chioccia. V. PuLzın.

CRIAR DEI POLESINI. V. in CRIAR.
MAGNAR DEI POLESINI, Beccare; Pastu-

rare.

INTRIGA COME I POLESINI IN TE LA STOFA, V. INTRIGA.

POLICAN, 8. m. T. mar. Uncino da calafalo, detto anche Becco corvino, Uncino di ferro o strumento di cui si servono i Calafati, per cavare le stoppe vecchie dai commenti e poterli ristoppare. POLIN. V. PEOCHIO PULIN. POLIN, s. m. o CALO POLİN, chiamasi da noi Quel piccolo callo un po'elevato che vien talora ad altrui fra le dita de' piedi, il quale ba nel mezzo una specie di puntina che s'assomiglia ad un pidocchio polino, donde probabilmente ebbe la sua derivazione il nostro termine vernacolo. Quindi gli potrebbe corrispondere Callo pollino. PULINA, 8. f. Pollina, Sterco de'polli ch'è buono ad ingrassar le terre.

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TAPIATA.

POLIZIÒTO. Neologismo usato dalla plebe; ed è Aggiunto che dassi agli Uffiziali e Soldati di polizia. V. Piantòn. PÒLIZZA, 8. f. Polizza, Piccola carta scrit

ta. Nel dim. dicesi Polizzetta.

Polizza, dicesi da noi per Biglietto o sia❘ Letteruccia che si scrive ad altrui nello Blesso paese.

In termine triviale forense, Polizza è detta per Citazione, Intimazione e simile, che da' Cursori de' tribunali s'intima alle parti. Quindi Far le POLIZZE essi dicono per Intimare, Portar le carte per intimarle.

POLIZZE DE CARGO, T. Mero. Polizza di carico, Scritto contenente una dichiarazione dello stato delle mercanzie caricate sopra una nave, indirizzato da chi le spedisce alla persona a cui si mandano,

POLIZZİN, s. m. Polizzino e Polizzina dimin. di Polizza; noi però intendiamo col nostro termine Un piccolo biglietto, Una letteruccia.

POLIZZÒNA, s. f. Polizzoto, Polizza grande.

POLMON, 8. m. Polmone.

Pasto, dicesi al Polmone degli animali chi si macellano per mangiare, coine di buoi, castrati, porci e simili. POLMONETO, 8. m. Pulmoncello, Piccolo polmone.

POLMONIA,. f. Polmonea o Peripneumonia, T. Medico. Infiammazione de'polmoni. POLO, s. m. Polo.

DA UN POLO A L'ALTRO, Da un capo all'altro, Da un punto all' altro, Da una lontananza all' altra ; e intendesi Cainmino assai lungo.

POLO, detto in gergo, vale il Culo. POLO, 8. m. (coll' o stretto) dicevasi antic. per POLESIN, V.

POLO (coll❜o largo) Puolo, Nome proprio di

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uomo SAN POLO, S. Paolo, Titolare d'una Chiesa di Venezia una volta parocchiale, ora succursale di S. Maria gloriosa de Frari.

POLON, 8. m. Pollone, Rampollo, Ramicello tenero, che mettono gli alberi e che può trapiantarsi, V. Pola. POLONCIN, . m. Polloncello, dimin. V. POLON.

POLONIA, Apollonia, Nome proprio di femmina.

TIENTE IN BON POLONIA CHE TO MARIO TE SURIA, maniera fam. che vale, Far cose da scrivere al paese, Detto per ironia. POLORBO, add. T. Antiq. Balordo ; Babbeo; Stolido; Minchione, Agg. a Uomo. POLPA, s. f. Polpa, Carne senza osso.

POLPA DEI FRUTI, Polpa o Carne. POLPE DE LE GAMBE, Polpa o Polpaccio. Polpe dei dei, Polpastrello, La carne dalla parte di dentro delle dita, dall' ultima giuntura in su.

POLPETA, s. 1. Polpella, Vivanda nota. POLPETA, nel parlar fam. dicesi per Boccon ghiotto, scello, squisito.

TOR LA POLPETA ZO DEL PIRÒN A QUALCUN, Dare scacco di pedina; Fare una pedina, detto fig. Levar una cosa ad un altro, che stava per conseguirla, Romper l' uova nel paniere, Guastare i disegni altrui presso alla conclusione.

POLPETÒN, s. m. Polpetta grande, che forse potrebbe dirsi Tortello.

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dri, nelle quali si fondono i caratteri da stampa. POLTRO STAR A POLTRO, Star a poltrire o a poltroneggiare, Dicesi dello star

POLSO DEBOLE, Polso languido, tardo. Polso, si dice ancora da noi metaf. per Possibilità, Vigore, Forza - MERCANTE DE POLSO; OMO DE POLSO, Mercante o Uomo di polso; Aver pulso; Uomo di gran polso, cioè Ricco Uomo di polso, vale anche per Uomo di gran forza nella persona TOCAR EL POLSo a qualcùn, Toccare il polso ad alcuno, vale Riconoscere il suo valore, le sue forze.

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TOCAR EL POLSO AI MORTI, Non saper trovar il polso alle gualchiere, si dice in proverbio de' Medici ignoranti. POLSON, 8. m. T. de' Fonditori di caratteri, Punzone, Specie di conio o strumento che serve ad improntare le così dette Ma

a dondolarsi nel letto.

ANDAR A POLTRO, Andar a poltrire, Andar a letto.

POLTRO, in T. de'Fabbricatori di tabacco, detto sustantiv. vale Marciume; Infracidamento.

POLTRON, 8. m. Poltrone o Poltro, dice

si d'uomo.

Pretendesi che nelle giostre antiche si troncasse il dito pollice della mano destra a colui che non riusciva in tale esercizio, e che quindi Poltrone derivi da Pollice troncato.

Anche negli ultimi) secoli latini v'ebbe dei neghittosi e de' vili, che per sottrarsi al servigio militare mutilavansi la mano destra del pollice. Costoro venivano contrassegnati nelle liste di coscrizione dalle parole Pollice truncus, le quali in seguito scritte abbreviatamente o con fretta, ne appariva Pol trun o Poltrun: donde formossi, come sembra evidente, la voce italiana Poltrone, e quindi i derivati Poltroneggiare; Poltrire ed anche il nostro POLTRO per Letto soffice, molle.

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DEVENTAR POLTRON, Infingardire, che anche dicesi Aver l'osso del poltrone; Esser di natura infingardo, merendone, merendonaccio, scioperone, dormalfuoco perlone; Più poltron che una cimice; Schifanoia; Fuggifalica. Avere o Volere l'uovo mondo, vale Una cosa senza fatica o pericolo - Darsi alla mundra, All' ozio Dondolare o Dondolarsela, Stare ozioso sedendo Corpo satollo anima consolata, si dice di Chi appena pinto giù il boccone si pone a poltrire. POLTRONA, . f. Seggiolone, Seggiola grande da riposo a bracciuoli; e s'è soffice si può chiamare Lettuccio. V. SENTAR, SCHIENA, Pozo.

PASSAR DA LA POLTRONA AL LETO, Passur dal letto al lettuccio, Dicesi di Chi è quasi

sempre malato. POLTRONARIA, . f. Poltroneria o Pol

tronia, Lentezza dell'operare fingendo di non potere, che dicesi anche Infingardaggine; Infingardia; Pigrizia; Anneghittimento Il superbo fastidio degli opulenti Romani.

AVER LA POLTRONARIA IN TI ossi, Aver l'osso del poltrone; Esser più poltron che una cimice.

DARSE A LA POLTronaria, Darsi alla mandra; Invigliacchirsi; Impoltronirsi; Sdarsi; Anneghittire o Anneghittirsi; Impi grire; Infingardire. Il suo contrario è Spoltrarsi; Spoltrirsi; Spoltronirsi. POLTRONAZZO, s. m. Poltronaccio; Poltroncione; Infingardaccio. POLTRONCINA, s. f. dimin. di Poltrona; Seggiola a bracciuoli.

POLTRONEZZO. Lo stesso che POLTRONAai▲, V.

POLTRONIO, add. Impoltronito, Divenuto poltrone. Poltroneggiato, Che vive poltropescamente, in ozio vizioso. POLTRONIZÁR, v. Poltroneggiare e Poltrire, Giacere ozioso nel letto o altrove.

Crogiolarsi si dice di Chi sta molto nel letto o al fuoco e si piglia tutti i suoi comodi.

POLYERA, add. Polveroso, Asperso di pol

vere.

POLVERAZZO, V. Spolverazzo. POLVERE, 8. f. POLVERE, e Polvere e PolPolverio, Polvere levata e agitata Pulviglio chiamasi la polvere

ve ---

da vento sottile

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· Polvere impalpabile, Quolla ch'è così sottile e minuta, che non fa impressione sensibile al tatto.

POLVERE DA DEnti, V. Dente.

POLVERE DE CIPRO, Polvere di cipri o Polvere d'amido, detta in Toscana anche Polvere alla marescialla.

POLVERE DA SCHOРo, Polvere d'archibugio o da cuccia.

Polvere fulminante, dicesi una composizione di tre parti di nitro, due di sale di tartaro e una di zolfo.

POLVERK GRANIDA, Granino, sust. Minutissima polvero da schioppo.

POLVERE DA CAPUCINI O DA PROCHI, Stufisagra o Stafisugriu, Erba polverizzata che uccide i pidocchi.

BUTÅR LA POLVERE IN TI OCHI, Dar vesciche per lanterne, detto fig. vale Voler mostrare ad uno una cosa per l'altra. DARSE LA POLVere, V. Darse la neve in NEVE.

NO PAR POLVERE, detto fig. Andar pian piano; Non far rumore, Non dar motivo a discorsi sopra cose dispiacevoli o che possono essere di danno - FAR SENZA LEVAR POLVERE, Operare per istraforo, Adoprarsi in qualche negozio senz'apparirvi.

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POLZÒN (colla z dolce) s. m. Punzone o Pulzone, Certo ferro temperato o Acciaio, per uso d'imprimere l'impronta delle monete, de'caratteri etc.

POMÀ, Aggiunto di Cavallo. Leardo pomato, Cavallo che ga le macchie tonde. POMADA, ■. f. Pomata, V. MANTECA.

POMIE, Colpi di mele. POMEGA, s. f. Pomice o Pietra pomice, Sorta di pietra spugnosa leggerissima, che serve ai Falegnami per polire. POMEGA, add. Pomiciato o Impomiciato, Stropicciato con pomice.

POMEGÀR, v. Pomiciare o Impomiciore o Appomiciure, Stropicciare o pulir con pomice.

POMEGARSE, detto g. Lisciarsi; Stropicciarsi; Strofinarsi, per Abbellirsi. POMELA O POMOLA, 8. f. T. Agr. Bucca; Coccola; Orbacca, Frutto ritondetto che producesi dal Lauro e da simili alberi.

POMELE, Si dicono in alcuni luoghi le Ulive, ma intendesi quelle che si raccolgono mature per cavarne l'olio.

POMÈLA DE SPIN BIANCO, Ballerino, quella Coccola rossa che fa il Pruno bianco. POMÈLE D'ALBERO, V. ALBERO. POMÈR, 8. m. Melo, Pianta che produce le mele detta da noi Рon, di cui si conoscono quattordici varietà. 1 Botanici chiamano questa Pianta Pyrus malus.

BROLO DE POmeri o pomi, V. BROLO. POMÈTO, s. m. Meluzza o Meluzzola, Piccola mela.

Pomi si dicono ancora le Poppe delle giovani.

LA XE UN POMETO DE RIOSA, detto di Fanciulla sana e di bel colore, Ella è un latte e sangue; Ella ha le guance vermiglie

come una rosa.

POMO, 8. m. Mela, Frutto noto che nasce dal Melo. S'avverta che in italiano la voce Pomo non equivale alla nostra Veneziana, ma serve ad indicare qualunque frutto, e che per esprimere in buona lingua il frutto da noi chiamato Pomo, si deve dire Mela, ch'è di gen. fem.

PIATANZA DE POMI COTI, Melata.

No ZOGARIA CO VU GNANCA DE POMI COTI,

Non giuocherei nè men d'un quattrino, | dicesi da taluno a chi non sa giuocare o non giuoca netto.

MANDAR DAL PEKO AL PONO, V. Mandir. POMO SPARTIO, detto fig. Son due goccc; Non ne perder nulla, Si dice di due persone somigliantissime.

Pomo d'Adamo, chiamasi anche da noi scherzevolmente quella Piccola prominenza ch'è nel mezzo della gola, che dicesi anche Groppo o Nodo della gola. POMO APIO, 8. m. Appiuola o Mela appiuola e Casolana, Mela piccola di ottimo sapore, la quale è assai serbatoia. Fu delta in sistema Pyrus malus apiola. POMO CODOGNO, 8. m. Mela cotogna e Cotogna assol. Frutto quasi simile al Pomo che vien prodotto dalla pianta Cotogno. V. CODOGNER.

POMO DA LA ROSA, Mela rosa. POMO INGRANA, 8. m. Melagrana o Melagranata, Frutto notissimo dell'albero Melugrano o Melagranalo o Granato, nomiuato da' Sistem. Punica granatum. Il suo fiore chiamasi Balausto e la scorza del frutto, Malicorio.

Granatiforme, dicesi a Che che sia che abbia la forma del granato. POMO DE TERA, V. PATATA. POMOLA, V. POMÈLA.

POMO QUINTO, s. m. Colloquinfida, detto da Linn. Cucumis Colocynthis, Pianta simile al Cocomero selvatico, da alcuni chiamato Fiele di terra, e dagli Arabi Morte delle Piante, perchè a foggia di veleno fa morire tutte le altre erbe che le son vicine. La sua polpa è amarissima. POMO RUZENE, s. m. Roggio; Ruggine; Mela roggia, Mela di color simile alla ruggine, chiamato da'Sistem. Pyrus malus praesomila.

POMO D'ORO, s. m. Pomi d'oro o Pomidoro e Poma d'amore, Sorta d'ortagio notissimo, di sapore acidulo, che produce un frutto dello stesso nome, simile a una cipolla o mela, di color rosso o rauciato Questa pianta è chiamata da' Botanici Solanum Lycopersicum.

POMO LAZARIOL, 8. m. Lazzeruola o Azzeruola, Frutto che nasce dall'Azzeruolo. Ve ne sono di bianche e di rosse. L'albero che produce le bianche chiamasi italian. Lazzeruolo vero e da' Sistem. Crataegus Azarolus; quello che produce le rosse Lazzaruolo rosso, e in sistema Crataegus coccinea.

POMO DE SAN PIERO, Mela giugnola,

Specie di Mela, così detta perchè inatura nel mese di Giugno, o sia per la festa di S. Pietro che si fa nel detto mese. POMOLA, 8. f. Lo stesso che PoxoLo, parlando di Spilli, V. Pomolo. POMOLADA, s. f. Colpo di pomo, e s'intende col pomno del manico d'un pugnale. DAR DE LE POMOLAE, Colpir col manico d'un pugnale.

DAR DE LE POMOlie col comio, Dar delle gomitate, cioè delle percosse col gomito. PÔMOLO, ■. m. Pome; Pomo della spada, della canna d' india etc. Quel pezzo rotondo che v'è al di sopra della spada etc. V. SPADA.

AGO DA POMOLO, V. AGO Capocchia o Capo dello spillo, dicesi la Parte superiore per cui gli spilli si prendono in mano.

POMOLO DE LA SELA, Pomo della sella, La parte anteriore e più elevata della sella.

POMOLO DE LE GANASSE, Pomo o Pomello, La parte superiore e più rilevata delle guance; il cui osso è detto dagli Anatomici Zigoma o Zigomatico.

PONOLO DE LR SPALR, Capo dell' omero, La sommità esteriore delle spalle, detta anco dagli Anatomici Acromio.

Pomoli de le cosse, le Anche, L'osso ch'è tra 'l fianco e la coscia.

POMOLO DEL BASTÓN DEL FLOCO O DE LE

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PONCHIO, 8. m. Sorta di bevanda, detta nell'Inghilterra Punch, la quale è molto in uso anche presso noi, e si fa con rum, zucchero e limone, per lo più calda.

PONCHIOLA BARCAROLA, Altra bevanda propria de' Veneziani, che fassi d'acqua fredda condita con aniseto e zucchero. Dicesi A LA BARCAROLA perchè i Barcaroli ne usano, costando assai meno dell'altra. PONENTÀDA, 8. f. Voce Mar. Lo stesso che MAISTRALADA, V.

PONENTAZZO, 8. m. T. Mar. Ponente; Ovest, Vento forte.

dente.

dicono gl'idioti, DE SAERGHENE, Senneg-PONENTE, 8. m. Ponente; Occaso; Occigiare, vale Far pompa di senno, Mostrare di aver gran senno EL VOL MOSTRÅR

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DE SAVERGHENE MAA EL FA SEMPRE FIASCO,

Vuol senneggiare, e scendene schernilo. Magistralo alle pompe, chiamavasi una Magistratura senatoria del Governo Veneto, composta di tre patrizii col titolo di | Provveditori nominati dal Maggior Consi glio, e di tre Soprapprovveditori eletti dal Senato; stata già ab antico instituita per l'osservanza delle leggi suntuarie, cioè proibitive o limitative del lusso.

PAGAR LE POMPE, dicevasi sotto il Governo Veneto, Pagare la multa o pena stabilita dalle leggi suntuario per poter derogare alle stesse leggi, e far quello che esse proibivano.

POMPA, 8. f. (dal francese Pompe) dicesi in sign. di Tromba da attigner acqua. V. POMPAR, POMPIÈR & TROMBA. POMPAR, v. dal Francese Pomper, usato talvolta anche daʼnostri Marinari, che dicesi italianamente Trombare, Attigner acqua colla tromba. V. TROMBAR. POMPIER, 8. m. e più in plur. POMPIERI, T. Mar. chiamansi que’Marinai che trombano per cavar l'acqua dalla nave, e che potrebbero dirsi, se non v' ha di meglio, Trombieri.

Abbiamo in questa Città un corpo d'uomini detti PomPIERI; di recente istituito, i quali divisi nei rispettivi sestieri vegliano giorno e notte, ed accorrono all'estinzione degl' incendii per mezzo delle trombe e di tutti gli attrezzi necessarii di che sono muniti. Essi rendono un servigio assai benemerito, come l'esperienza ha fin'ora provato.

POMPON, s. m. Voce Francese introdotta negli ultimi passati anni tra i Militari Italiani e denotante Certo ornamento di lana fatto a guisa di Pomo (Mela) che i Granatieri portano ai loro cappelli e caschetti. PONARARSE, v. Imponarar. PONAROL, 8. m. Pollaiuolo, Mercante di polli.

PONARÒN, s. m. Pollaione, Gran pollaío. PONCHEÅR, v. Pollinicciare; Fure un polliniccio, Far una cucitura o rimendatura mal fatta. In sign. più lato possono corrispondervi Acciabattare; Abboracciare; Acciarpare, ch'è Lavorar a caso, alla grossa, senza diligenza, ma sempre col nostro termine intendiamo Lavorar coll' ago.

PONENTE, detto per Vento da quella Plaga, Ponente; Ovest.

PONENTE MAISTRO, Ponente-Maestro, ovvero Ouest-Nord-Ovest, Vento. È detto anche Coro dal latino Caurus. PONENTİN, 8. m. Ponentello, Venticello di ponente.

PONER (coll'o largo) v. Porre e Ponere, Mettere in luogo, Collocare.

PONER, detto in T. di Giuoco, Riporre il giuoco, Dicesi al giuoco dell'Ombre e ad altri ogni qual volta è perduta la partita e che v'è luogo ad una seconda, restando fermi tutti i segni nel piatto. PONER, s. m. Pollaio; Gallinaio, Luogo dove riposano le galline.

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Pollaio, dicesi anche fig. per Letto, riposo ANDAR A PONÈR, Andare a polluio; Appollaiarsi, dicesi de'polli - Andar a pollaio, per simil. anche degli uomini per Audar a letto. PONGA, ■. f. Gozzo, Ripostiglio appiè del collo degli uccelli.

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PONIBILE, add. ZOGO PONIBILE, dicesi nel giuoco dell' Ombre, e significa Giuocala che può riporsi, cioè Che si può perdere, Giuocata che non è sicura. PONSÈTI, Voce della plebe, in vece di PoLBETI, V.

PONSO (coll'o stretto), idiotismo che dicesi da alcuni per Polso.

PONSÒ, 8. m. Pʊnso, Specie di colore come

di fuoco o sia di Color rosso chiaro. PONTA, 8. f. Punta, L'estremità acuta di qualunque si voglia cosa Cuspide, direbbesi la punta del pungiglione delle api e simili.

PONTA DA PRAVI, Spina o Foraloio e Foratore, Conio di ferro onde i Fabbri bucauo i ferri infocati.

PONTA DA TAGIAPIERA, Subbia, Specie di Scarpello grosso e appuntito. Subbiare si dice per Lavorar colla subia. V. DesGROSSÅR.

PONTA DA STAMPADORI, Punta, chiamasi Quella di ferro, di cui serve il Compositore per correggere la forma.

PONTA DEL TRAPANO, Saettuzza. PONTA DE LA FORCA, Rebbio, Uno deʼrami della forca. V. FORCA.

Ponta da Bater chiodi, V. Cazzachiodi. PONTA, T. de'Gettatori di caratteri, Liscino, Specie di coltellino da pulir le let

tere.

PONTA DEI PALI, Puntazza, Punta di ferro con cui s'armano i pali da mettersi ne'fondamenti, V. Cospedo.

PONTA DE L'ALAa, Sommolo, Estremità o punta dell'ala degli uccelli.

PONTA DE LA BARCA, Becco.

PONTA DEL CANDELIER, Ago, Punta dei candelieri da Chiesa su cui s' infila la candela.

PUNTA DE LE SCARpe, Cappellello, Pezzo di cuoio posto in fondo della scarpa per sostenere il tomaio.

PONTA DEL NASO, Moccolo.

PONTA DE L'ASTA, Drappello, Quel ferro ch'è in cima alla lancia

PONTA DEL TRAPANO, V. TRAPANO @ SBO

CAGIO.

PONTA DEL ZORNO, Sul far del giorno, o del mattino; Allo spuntare; All' alba del giorno.

PONTA DEL STONEGO, Arcale, cioè Quella cartilagine del petto detta dagli anatomici Mucronata, posta all'estremità dell'osso sterno nel corpo umano.

PUNTA GUZZA, Puntaguto, Acuto in punta.

PONTA TENERA, Velluccia, Punta tenera de'rami degli alberi.

CHE FINISCE IN ponta, Acuminalo, Terminato in punta. V. Impontìo.

CO LA PONTA IN su, Colla punta all'erla o all'insù.

SENZA PONTA, Spuntato.

PONTA DE PETO, Forcella o Punta di pella, dicono i Macellai la punta ch'è immediatamente sotto il collo dalla parte del petto - Spicchiv del petto dicesi al Mezzo del petto degli animali.

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ANDÅR IN PONTa de rie, Andare in bilico, si dice di Chi andando appena tocca terra.

AVER UNO IN CIMA DE LA PONTA, V. Avka UNO IN QUEL SERVIZIO, in SERVIZIO.

DAR DE PONTA, Dar di punta; Impunlare; Dar una punta o puntala, Ferir colla punta.

CHIAPAR LA PONTA, Pigliare la punta o il fuoco, Dicesi del vino quando comincia a inacetire.

FAR LA PONTA ▲ qualcossa, Appunture. REFIR LA PONTs, Rappunture.

TOR SU LA PONTA UNA Cossa, Recarsela; Star sul puntiglio; Pigliar per male una cosa; Pigliar le cose a rovescio; Recarsi una cosa ad animo. V. PERMALOSO.

VEGNIR 'SU LA PONTA DEL PIRON, lo stesso che VEGNIR SUL BRAZZAL, V. Brazzil. PONTA, Specie di malattia, Punta; Mal

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