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Cateratta a ventola è quel Manufatto di legname mastiettato e congegnato sui gangberi, che s'apre e chiude a foggia di valvola, cioè che trasmette l'acqua da una parte sola, e la impedisce e trattiene all'opposto · Cateralle possono dirsi nei Sostegni quelle aperture che vi sono ai portoni, le quali servono a far entrar l'acqua nella conca o a farla uscire Conca del sostegno, dicesi al Fondo del sostegno messo fra i due portoni, ov'è ritenuta l'acqua.

PORTA DE LA CARTA, V. CARTA. PORTA, Portato, add. di Portare.

PORTA A QUALCOss▲, Inclinato ; Acclino; Dedito; Propenso; Portato a qualche cosa; Rotto ad alcuna cosa.

V. BRODO.

PORTA PER El Brodo, PORTA PER I FRATI, Frataio - PORTA PER I PRETI, Pretaio, V. SFEGATA.

PORTA PER LE Muneghe, V. MUNEGHIN. PORTA PER LE CHIESE, Chiesolastico, Colui che le frequenta.

PORTA PER I FRUTI, V. FRUTO. PORTA PER LE DONE, Femminacciolo ; Caprone; Cavallino. V. DONĖTA e GaliNETA.

PORTA PER LE ZENTILDONE, Gentildonnaio, Colui che le frequenta.

PORTA PER LE MASSERE, Fantaio, Amoroso delle Fantesche.

PORTA PER I CAVALI, Cavallaio, ed è Voce Fiorentina.

PORTA PER EL PAN, Essere sparapane; Aver il gozzo panaio.

PORTÀ PER I LIBRI, V. LIBRO.

PORTA PER LA MUSICA, Musicaiuolo. Porti per la guera, Bellicoso; Belligero; Armigero.

PORTA PER I FIORI, V. FIOR.

PORTÀ PER I 80 FIOI, Invasalo; Rapito; Imbecherato, Imbriacato dall'amor de' figliuoli, che anche dicesi Imbrogiotlito.

PORTA PER DAR, Facile a menar le mani. V. MANESCÒN.

PORTA PER STRAPAZZAR, Adontoso.

PORTA ATORNO, Scorbucchiato; Scornacchiato, Scornato, Svergognato, Sbeffato.

PORTA VIA DAI SO GUSTI, Assorto in pensieri dilettosi, cioè Profondamente immerso, applicato con l'animo.

PORTABALE, s. m. T. Mar. Portapalle, Pezzo di tavola grossa e lunga, che si adatta ai bordi d'un bastimento da guerra, ove sono incavati de' buchi concavi ne' quali stanno disposte e preparate le palle di ferro, per averle pronte al bisogno e caricare l'artiglieria.

PORTABOZZE, s. m. Portafiuschi, Paniere o simile strumento per uso speciale di portar fiaschi. V. CANEVETA. PORTABOZZÈTE, s. m. Panieroncino da ampolle, si trova nell'Alberti Enciclopedico alla voce Panieroncino: Arnese di metallo e talvolta di terra cotta, che porta

unite due boccette od ampolle d'olio e aceto per uso della mensa. PORTABOZZONI, 8. m. Tondino o Vassoino da bottiglie.

PORTACAIN, s. m. Lavamane, Arnese con tre piedi, sopra cui posasi la catinella per levarsi le mani. PORTACAMPANÈLE, V. in BRIA. PORTACENGIÓN, s. m. T. de' Carradori. Ponticello, Specie d'arco fermato con due viti sulla stanga, in cui passa il sopraspalle del cavallo. PORTACIGARO, s. m. Chiamasi quella Specie di cannetta fatta d'ambra o d'argento o d'altro metallo, la quale adattandosi ad un lato del CIGARO, gli serve d'imboccatura per comodo di pipare più decentemen

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Portata di Marinaro o Canterala dicesi a Quella quantità di mercanzie o di provvigione, che ogni Marinaro ha diritto di portarsi. V. MESA.

PORTADA DE FILO, Paiuola, Quantità di filo che forma una delle parti in che è divisa la tela.

PORTADA D'UNA BALA, Portata, Denominazione del peso della palla che può portare un pezzo d'artiglieria.

PORTADA, parlandosi pur delle palle, Passata, si dice Lo spazio percorso dalle palle, dalle granate e bombe dalla bocca del pezzo che le caccia, sino al luogo dove non fanno più effetto.

PORTADA DE PIATI IN TOLA, Portata ; Recata; Servito; Messa o Messo, Coperta o Muta di vivande PORTADA DE Fruti, Il servito delle frutta.

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ESSER ▲ PORTADA, Esser a portata, vale Esser in opportunità di tempo o di cosa o di luogo, in acconcio.

PORTADOR, verb. m. Apportatore; Reca

tore; Adducitore.

PORTADŮRA, 8. f. Porto; Portatura; Recatura, Il portare. PORTAFOGIO, s. m. Portafogli, Voce dell'uso. Arnese per lo più di cartone, in cui si mettono i fogli per poterli portar seco senza smarrirgli o guastargli. PORTAGÒTI, s. m. Tondino o Vassoino da bicchieri.

PORTALAPIS, s. m. Matitatoio, Cannuccia, in cui si ferma la matita, il gesso o il carbone per uso di disegnare. PORTALETERE, o, per idiotismo, PORTALETARE, S, m. Portaletlere o Corriero.

PORTALETERE AMOROSE, Portapo'li, Voce di gergo. Fare il portapolli. PORTALUME, s. m. Lucerniere, Piede di legno in cui si posa la lucerna. PORTAMICHIA, V. BUTAFOGO. PORTAMOCHETA, s. f. Navicella; Vasoino delle smoccolatoie, che a Roma si dice Portasmoccolatoie.

PORTAMORSO, 8. m. Parte della briglia. V. BRIA.

PORTANTIN, s. m. Portantino e Seggettiere, Colui che facchineggia colla portantina o seggetta, che dicesi anche Lettighiero o Lettighiere e Lettichiero e Bussolante. PORTANTINA, 8. f. Portantina, Quasi sedia portatile con due stanghe, detta anche Bussola e Seggetta. Arnese noto, benchè pochissimo usato in Venezia. PORTAPÈNE, s. m. Pennaiuolo, Strumento a guisa di bussolo, da tenervi le penne da scrivere.

PORTAQUA, V. BIGOLANTE e ACQUARIÒL. PORTAR s. m. Voce da noi usata parlando d'una Sposa, EL SO PORTAR, Le Donora, Quegli arnesi che si danno alla sposa, quand'ella se ne va alla casa del Marito.

EL PORTAR DE LE DONE GRAVIE, Gestazione, T. Fisiologico, Il tempo della gravidanza di tutte le femmine in generale. Y. in PORTAR Verbo.

NATO A UN PORTAR, Binalo, Nato a un portato, a un parto, a un corpo, si chiama ciascuno dei due o tre gemelli. PORTAR, v. Portare, Recare, Addurre. PORTAR A CAVALOTO V. A CAVALO. PORTAR ATORNO QUALCUN, detto fig. Scorbacchiare alcuno, Ridire i fatti di questo e di quello per istrapazzarlo Bociare vale Palesare gli altrui errori o malefatte.

FARSE PORTAR ATORNO, Far bella la piazza, la festa, la contrada, Dicesi quando con che che sia, per lo più improprio, si dà materia di discorso o di far correre il popolo. Dar che dire; Andare o Esser portato in bocca o per le bocche; Dar materia a'gracidatori, a'borbottatori.

PORTAR BEN 1 80 ANI, Portur bene gli anni, vale Esser prosperoso in età avanzata.

PORTAR BEN UNA CREATURA, Portare, si dice del tenere le feminine nell'utero, o del condurre a bene il parto.

PORTAR DA ERODE A PILATO, V. ERODE. PORTAR DE ZORNO IN ZORNO, Allungare da di in dì.

PORTAR DE L'AQUA, parlandosi di vino, Portare; Comportare, Dicesi della quantita sufficiente d'acqua che può meschiarsi col vino.

PORTAR DEI INCOMODI, Portare briga, incomodo, spesa etc. Cagionar brigu etc.

POTAR FORA, Asportare o Esportare, T. della Politica e del Commercio, Trasportare in altro Stato le derrate e le mercanzie del paese; e quindi Asportazione o Esportazione, dicesi l'Azione di asportare.

PORTAR FORA EL CULO, lo stesso che TORSE O CAVARSE DAI FRESCHI, V. FRESCO add. PORTAR FORA UNO, Liberare o Sunare,

Liberarlo da qualche sventura o malattia.

PORTAR FORA NETO, lo stesso che IMBRO-
CAR, V.

PORTAR GUALIVO O PORTAR DRETO, Porlar pari che che sia, vale Trasferire una cosa in maniera che non penda.

Portar in caregheta, V. CaregHETA. PORTAR I PECAI DEI ALTRI, V. in PECA. PORTARLA IN BEN, Arrivar bene, vale Capitar bene. Uscire a bene.

PORTAR L'AQUA CO LE BECHIE, V. RECHIA.

PORTAR QUALCÙN, detto fig. o Portar in palma de man, Portar altrui in palma di mano, vale Proteggerlo, Favorirlo.

NO PORTAR IN Fazza a nissùn, Gillare il ghiaccio tondo, Non aver riguardo a chi che sia, trattando tutti in un modo.

PORTAR IN SETE CIELI O ▲ LE STELE, Celebrare a cielo; Mettere in cielo; Mettere alcuno o alcuna cosa in paradiso; Torre infino al cielo con lode.

PORTARLA CIMADA O ALTA, Portarla alta, vale Proceder con fasto, Esser altiero. Essere baldanzoso della sua probilà e della sua onoratezza, vuol dire Geloso del proprio buon nome. V. CORTESAN.

PORTARLA DA ZOVENE, Far il giovane o Portarla da giovane, cioè Voler far cose da giovane quand'uno è vecchio.

PORTARLA FORA NETA, Uscire pel rotto della cuffia; Liberarsi senza spesa o noia; Mangiare il cacio nella trappola, tolta la metaf. dal topo, Uscir felicemente dal pericolo o dall' imbarazzo Sgabellar

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si d'alcuna cosa, Sbarazzarsene, che dicesi anche Andare o Uscir netlo. V. SUGARLA in SUGAR.

PORTARLA IN PASE, Comportare; Sopportare; Tollerare, Non si alterare di quella tal cosa.

PORTAR LE BRAGHESE, Portar i calzoni, detto fig. Far da padrone, Voler signoreggiare.

PORTAR PER VIOle, V. Mandar da Erode A PILATO, in ERODE.

PORTARSE BEN O MAL, Portarsi bene o male, vale Diportarsi, Condursi: dicesi del Costume e della condotta morale o del Modo di regolarsi in un affare COME SE PORTEDE SALUTE? Come sta? Sta bene? Come va la salute?

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www.comm

PORTARSE A QUALCHE LOGO, Condursi a qualche luogo, Avviarsi ed arrivarvi.

PORTAR VIA, Rapire; Rubare; Portar via PORTAR VIA EL CORBAME O LE SPALE, Involarsi; Fuggire; Sottrarsi.

PORTARSELA VIA, Allacciarsela; Allacciarsela via o su; Cavalcar la capra, Lasciarsi dar ad intendere una cosa per l'altra. PORTAR UNA RASON O UN PASSO, Addurre; Allegare una ragione; Citare un passo. PORTAR UN COLPO A QUALCÙN, Tirare o Dare un colpo.

FARLA PORTAR A UNO, Far tener l'olio a uno; Farlo filare; Farlo star al filatoio; Furlo frullare; Tener uno a segno.

LA LEGE PORTA (Maniera introdotta dopo

la rivoluzione) La legge contiene, prescrive, ordina, ingiunge, vieta e simili.

NO PORTA LA SPESA, non comple; Non torna o Non lorna a conto; Non porta il pregio.

TORNAR ▲ PORTAR, Riportare, Portar di

nuovo.

PORTASCARTOZZI, s. m. T. Mil. Cartoccere, Specie di tasca di cuoio, in cui si tengono i sacchetti da caricare i cannoni. PORTASPERON, s. m. T. de' Calzolai, Forte di suolo, Pezzo di cuoio, che si mette fuori nella parte deretana dello stivale dove si ferma lo sprone.

PORTASTANGHE, 8. m. T. de'Sellai Reggistanghelle, Maglie di corda passate nella campanella della cavezza, che reggono le stanghette de'cavalli che si conducono accoppiati.

PORTATARINA, 8. f. Trespolo o Cerchio d'argento, di stagno etc. per porvi i piatti su la mensa.

PORTATIRANTI, s. m. T. de'Sellai, Reggitirello, Quel cuoio che partendosi dalla groppa del cavallo regge la tirella. PORTAVENTO, s. m. Calza ̧0 Portavento, Pezzo di panno attaccato alle cornamuse, che piglia il vento.

PORTAVIVANDE, V. VIVANDIera, PORTAVÒVI, 8. m. Uovarolo, Vasetto 80pra cui si pongono le uova cotte. PORTEGAL, s. m. Portico grande. V. Bar

CHESSA.

PÒRTEGO, s. m. Portico e Sala, Luogo principale e più vasto della casa.

PORTEGO DA BASSO, Androne, Andito terreno per lo quale dall'uscio da via s'arriva ai cortili delle case.

PORTEGO SCURO, detto di gergo, vale Culo; Deretano. PORTELA, 8. f. Portella e Portello, Piccola porta.

PORTELA DA CAROZZE, D' ORGANO, DA ARMERI e simili, Sportello. V. CArozza. PORTELA DEL COTEGO V. CÒTEGO. PORTELE D'UN QUADRO, Portelli o Sportelli, si dicono quelle due Porticciuole, che si mettono ad un quadro o simile per ricoprirlo e difenderne la pittura. Sono stati anche detti Ale ed Alie.

PORTELA DEL CONFESSO, V. CONFESSO. PORTÈLO, s. m. Sportello, Uscetto in alcune porte grandi; e l'Entrata delle botteghe tra l'un muricciuolo e l'altro.

Porticciuola, chiamasi Una delle porte minori della Città.

PORTELO, detto in T. agr. Adilo o Varco, Dicesi quell' Apertura che si fa nelle siepi Calla o Callaia, Quell' apertura bassa che si fa nelle siepi per poter entrare nel campo. Guado, dicesi a Quell'apertura o varco che si fa rompendo la siepe o il muro per entrare col carro nel campo. PORTELI O SPORTÈLI DEI CANONI, T. Mar. Portelli, Fori quadrati per cui i cannoni d'una nave sporgon fuori la bocca.

VERZER EL PORTELO O FAR PASSAR PER EL PORTELO, Sportellare, Aprir lo sportello.

PORTENTO, s. m. Portento, Voce ch'è in grand' uso fra noi nel suo naturale sign. di Prodigio o di cosa meravigliosa e che ha molta affinità con quella di ORACOLO.

MIO PIO XE UN PORTENTO, Mio figlio è una meraviglia; Ha un talento prodigioso; È un assennato come un vecchio; Hu una sanità senza pari e simili.

A SENTIRLO A PARLAR EL XE UN PORTENTO, Egli ha una facondia prodigiosa; Egli è un fiume d'eloquenza; Parla che incanta.

SARIA UN PORTENTO SE PODESSE ARIVAR A FINIR STA LEZION, Sarebbe un prodigio s'io potessi finire questa lezione. PORTIER, s. m. Portiere ; Ostiario, Colui che sta alla portiera, ed è Famiglio o Servo d'un Magistrato.

CAPOPORTIER, Mastrusciere; Capo por

liere.

PORTIERA, 8. f. Portiera, Paramento di drappo o d'altro che serve per mettere alle porte e ripararle.

Sotto il nome di Portiera ora più comunemente conosciamo quell' imposta d'uscio più gentile e più ornata di quella che chiamasi PORTA; e dassi più specialmente questo nome alle imposte di legname di noce o di ciliegio o d'altro legnamne più ricercato, impiallacciate o no, ed adorne per lo più di specchi con o senza foglia.

PORTIERA DE LE CAROZZE. Sportello. PER ELA NO GHE XE PORTIERA, Usiam dire talvolta, A Lei non si tien porta; Per Lei non v'è anticamera, L'accesso è libero. PORTINÈR s. m. Portinaio; Portinaro; Portinerio, Custode della porta Navichiere, ed anche Passeggiere o Passeggiero, dicesi Colui che passa le genti in barca.

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CAMARIN DEL PORTINÈR, Porteria, Specie di ricetto che si pratica alle porte di alcuni Conventi.

PORTO, s. m. Porto, Imboccatura di mare.

PORTO D'UN FIUME, Passo, si dice al Luogo donde si passa, detto anche Trapasso; Passaggio; Via; Valico; Tragello.

CHIAPAR PORTO, Pigliar porto, vale Entrare nel porto, Fermarsi nel porto.

ESSER A BON PORTO, Essere, Condursi o Venir a bon porto, Essere a buon termine.

PORTO FRANCO, Porto franco, o libero, dicesi nel Commercio que! Porto ove li Mercanti di tutte le nazioni possono introdurre e vendere le loro merci senza pagar dazio o gabella. Grazia distinta che il munificentissimo nostro Sovrano l' Imperatore d' Austria Francesco I. degnossi concedere alla Città di Venezia col memorabile decreto 20 febbraio dell'anno 1829. PORTOGALO, V. NARANZA. PORTOLAN, s. m. Portolano; Portulano, Libro di carte geografiche marittime ad uso de'naviganti, ove sono descritti i porti di mare e per mezzo di linee rette indicati i venti. PORTOLATE, T. de' Pesc. Così si chiamano certe Barchette da trasporto che seguono la

Tartana con cui si pesca, e portano poi il pesce alle piazze marittime. PORTULACA, s. f. T. degli Erbolai, Porcellana, Erba nota di sapor acre, che germoglia sparsa per terra, delta da' Sistem. Portulaca oleracea.

PORZER, V. SPORZER.

PORZION, dicesi dagl' idioti per Proporzione - A PORZIÓN DE QUELO NO L'È ONENTE, A proporzione o A comparazione di quello non val nulla.

PORZIONÈTA, 8. f. Porzioncella, Piccola porzione.

POSDIMAN, Posdomane e Posdomani. POSENA, 8. f. T. de' Vetturali, Stracca'e, Arnese, che appiccato al basto fascia al di dietro i fianchi della bestia, e si pone vece di groppiera.

in

Posola, poi si dice quel Sovatto che, per sostener lo straccale s' infila ne'buchi delle sue estremità, e si conficca nel basto. POSPONER, v. Posporre, Metter dopo. POSSADA, 8. f. Possata.

BONA POSSADA; dicesi fam. e fig. di Uomo e vale Mangione; Papolone; Diluvione; Che ha il cardo o il pettine; Gran mangiatore.

POSSADINA, s. f. Possatuccia, Piccola possata.

POSSANZA, 8. f. Voce fam. Alterigia; Fasto; Arroganza; Soperchieria. POSSATIERA, s. m. lo stesso che CORTELIERA, V.

POSSESSO, s. m. Possesso, T. legale.

ANDAR AL POSSesso d'una ereDITÀ, Adire una eredità, T. deʼLegisti.

-

DAR EL POSSESSO O METER AL POSSESSO, Insediare alcuno, Metterlo al possesso di che che sia Immettere alcuno in possesso, si riferisce al possesso provigionale che si dà ad alcune di qualche cosa ; e quindi Immissione provigionale.

DESTURBAR EL POSSESSO, Turbare il possesso o la possessione, T. legale; e dicesi delle cose immobili.

CHIAPAR POSSESSO SORA DE UNO, Pigliar campo adosso a uno, vale Prender rigoglio e maggioranza Aver regresso addosso ad uno, vale Un certo ardire ed autorità sopra una persona.

AVER UN CERTO POSSESso, Aver certa franchezza o disinvoltura; Stare in sul grave, o in sul mille o in sussiego; Aver una certa allerigia.

POSSESSO, add. Posseduto, da Possedere. POSSESSORA, (coll'o stretto) s. f. Possesditrice, Si dice la Femmina che possiede. POSSIDENTE, s. m. Possidente e Possedente, Quegli che possede.

BEATI I POSSIDENTI, Chi è in tenuta Dio l'aiuta, Prov. per dinotare che Chi è in possesso è a miglior condizione. POST, V. MANE.

POSTA (coll'o stretto) s. f. Luogo de'cavalli che si prendono per viaggiare.

ANDAR PER LA POSTA O PER LE POSTE, ANdare o Viaggiare per cambiatura o per la posta o in posta - Avviarsi per le poste,

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detto fig. si dice de'Malati gravi che sono in pericolo di morir tosto.

ANDAR PER LA POSTA DE LE LUMAGHE, detto pure metaf. Andar nell'un vie uno; Anfanare; Dare una lunga; Far passo di picca; Indugiare; Trimpellare; Esser più lungo o maggiore che il sabbato santo. POSTA DE LE LETERE, Posta:

POSTA DA OGIO, Bottega dove si vende olio a minuto.

POSTA DA TRAR, Posta, T. de' Cacciatori, Quel luogo dove si pone il cacciatore per cacciare.

POSTA DEL CAN, Ferma, Diciamo il fermarsi che fanno i cani da caccia, quando trovan le quaglie o simili -- CAN DA POSTA, Bracco da ferma.

POSTA, in T. di Giuoco dell' Ombre o simili, Puglia, dicesi il Corpo di ciò che si mette nel piatto per premio di chi vince. Posta, si dice il Numero de' danari che si giuoca in un tratto solo CARGAR LA POsta, V. Cargàr, V. Puglie.

POSTA VECHIA, T. de'Bottegai, Avventore vecch o; Levatore. V. AVENTÒR.

APOSTA O A POSTA, A posta e Appostata; A bella posta; A sciente; A bello studio; A partilo preso; Ex proposito; Accortamente; Avvertentemente, valgono Determinatamente e si unisce col verbo Fare. DE POSTE O DE POSTA ed anche GIUSTO DEPOSTA, Appunto; Giusto; Propriamente, Avv. affermativo.

DE POSTA SALDA, Immantinente; Subito subito; Isso fatto - Vale anche per Assatto; Intieramente.

DA SO POSTA, Da sè; Da sè solo; Da sè da sè; METER DA SO POSTA, Metter di per sè, Da sè solo.

ANDAR O FAR DA POSTA, Andare a sua posta; Far le cose a sua posta o da sè Stare a sua posta, Abitar da sè solo.

-

FARSE UNA LEGE DA SO POSTA, Legarsi a una legge volontaria; Contrarre una obbligazione spontanea; Darsi una legge.

QUESTA XE UNA COSSA CHE S'INTENDE DA So POSTA, Questa è cosa che s' intende da sè, cioè Che da sè medesima si manifesta.

FAR LA POSTA A QUALCUN, Appostar uno Aspettare il tempo e l'opportunità di cogliere uno; e dicesi anche in cattiva parte, GRANDO DE SO POSTA, Grande di questa posta o di questa data; Tanto fatlo -E DE CHE POSTA! E di che pezza! E di che portata! Quanto grande!

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che tracciando e fiutando ba trovato e vede la starna.

Postar el schioro, Impostare lo schioppo, vale Spianarlo in atto di far fuoco.

POSTAR O METER LE SENTINÈLE, Posare, Parola militare per esprimere l'azione del condurre e stabilire in un posto assegnato le guardie, le ascolte, le sentinelle e le vedette; onde dicesi Posar le guardie; Posar le sentinelle etc.

POSTARSE, Postarsi, Prender posto, Accamparsi. POSTATAMENTE, avv. Appostatamente; Apposta ; A bella posta. POSTERIOSITÀE, Voce antiq. detta per

Posterità.

POSTICIPADA, s. f. Posticipazione, Trasportamento d'alcuna cosa. POSTIÈMA, s. f. Postèma; Male che viene altrui in bocca ed impedisce il masticare Impostemire, vale Far postema.

SON PIEN DE POSTIEME, Son apostemalo o apostemoso o postemoso. POSTIER, 8. m. Portalettere; Corriere; e anche Colui che dispensa le lettere per la Città.

POSTIGLIA, s. f. Voce agr. ed è lo stesso che PIANTADA, vale a dire quei pezzi di terreno lateralmente ai campi, che sono piautati d'alberi e di viti. Nell' Aretino però si dice Posticcia o Pusticcia alla Vigna ove gli alberi sieno piantati ordinatamente a filari. V. PIANTADA.

POSTILA, s. f. Postilla, Quelle parole brevi che si mettono in margine a' libri: Note o Noterelle marginali.

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Scrittura interlineare è Quella posta tra Interlineare, verbo, vale Scrivere o Segnar con linea tra verso e

verso e verso

verso.

POSTILADA, s. f. Postillatura. POSTILAR, v. Postillare, Far postille al margine di qualche libro o scrittura.

Interlineare è Scrivere tra verso e verso. POSTIÓN O POSTIGLION, 8. m. Postiglione, Colui che guida i cavalli della Posta. POSTIZZA, s. f. T. Mar. Posticcia, La parte superiore del naviglio. POSTIZZO, Appositiccio; Apposticcio, Agg. di cosa che non è naturalmente in suo luogo, ma postavi dall'arte o dall'accidente. CAVEI POSTIZZI, Capelli appositicci o apposticci.

PARON POSTIZZo, T. Mar. Padrone apposiliccio o posticcio, Quello che nel ruolo delle persone imbarcate apparisce Capo della ciurma, ma non è il proprietario della barca.

ESSER POSTIZZO IN QUALCHE LOGO, Stare a pigione, detto metaf. Dicesi di tutte le cose o mal collocate o fuori del proprio luogo.

POSTIzzo, detto in forza di sust. e in T. Marin. Appositiccio, Lunghi pezzi di legno posti dalle due parti delle galere ad uso di reggere i remi per mezzo d'un canapo. POSTO, s. m. Posto, Luogo sito in cui al. tri si trova.

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POSTRIBOLO, 8. m. Postribolo; Postribulo; Porcile; Scannatoio; Bordello; Lupanare; Meretricio, Luogo infame di Meretrici.

In altro sign. No vogio esser eL POSTRIBOLO DE NISSÙN, Non voglio essere lo scherno d'alcuno.

POSTRO, s. m. dicono a Chioggia all'Anel

lo di ricordo o Fede che dona lo Sposo alla Sposa per caparra del matrimonio. POTA, s. f. Potta, La parte pudenda della Femmina.

POTA DE DONA Lena, Pota de dANTE O DE SIER DANTE, POTA DE SAN GAMBARO O POTA dei zufi, Pota DE MI e simili, Maniere antiquate afferm. o di giur., o d'ammirazione Oggi direbbesi POFARDIA, DIAVOLO etc. Questa Interiezione è usata anche dagli autori citati dalla Crusca e però si trova registrata in quel Vocabolario.

Si vuol notare che Potta nel primo sign. deriva dall' Ebraico Poth, e l' interiezione nel secondo sign. del tedesco Pote che signi. fica Capperi; Cospetto e simili.

Parér el pota de Modena, V. ParÈr. POTACHIA, add. Imbraltato; Sozzato. POTACHIADA s. f. Imbrattatura; Imbrulto; Imbrattamento, Lavoro o Casa inalfatta.

POTACHIAR, v. Imbrattare; Sporcare; Sozzare. V. IMPOTACHIAR.

Scara

POTACHIAR A SCRIVER, Scombiccherare, Scriver male e non politamente bocchiare e Schiccherare, Fare scarabocchi. V. SCARABOCHIAR.

POTACHIAR SU, lo stesso che IMPASTROchiàr, V.

POTACHIAR A Laorar, Y. Zavatar e SPON

TIGNAR.

POTACH!ÈLA, s. f. dicesi volgarmente per esprimere la natura femminile. POTACHIÈTO, s. m. Piccola imbrattatura.

POTACHIÈTO dimin. di POTACHIO nel sign. di Municarello. V. POTACHIO.

POTACHIÉTO DE FIGAETI ecc. Cibrèo, Specie di Manicheretto fatto per lo più di colli e di coratelle di polli.

Boerio.

POTACHIETI, detto in senso disonesto, Amoracci, Amicizie disoneste od equivoche. Pozzanghere fu detto nello stesso signifi

cato.

POTACHIO, s. mn. Imbrattamento; Imbratto; Paciuco, Cosa malfatta.

METERSE IN POTACHIO, Metterse in attillatura, Vestirsi sontuosamente Impottinicciarsi, dicesi del Raffazzonarsi che fanno come più possono le donne o povere o brutte per comparire.

POTACHIO DA MAGNAR, (forse dal francese Polage) che i Romani dicono POTTAGGIO, Bramangiere o Manicaretto, Vivanda composta di più cose appetitose, che anche dicesi Postringolo e Carabazzata.

POTACHIO DE CARNE, Ammorsellato, Manicaretto di carne sminuzzata e d'uova dibattute Capperottata o Cappillottata, Manicaretto di carni cotte e sminuzzate Cibrèo, Specie di Manicaretto fatto per lo più di colli e coratelle di polli.

POTACHIO DE PESSE, Tocchetto, Guazzetto di pesce.

Intriso; Lercio, dicesi a Mescuglio di farina o altra cosa con acqua o altro liquo

re.

POTACHIO A CUSER, Polliniccio, Cucitura o Rimendatura mal fatta. E quindi Pottinicciare, Fare un pottiniccio.

POTACHIO, direbbesi anche nel signif. di Pateracchio, cioè Affaraccio, Faccenda disgustosa e difficile a sbrigare.

POTACHI, Pozzanghere, figur. fu detto per le Concupiscenze carnali.

Imbratto, dicesi fig. per Debito.

POTACHIO, in sign. di Cattivo negozio, Imp astro o Impiastraccio per met. vale Convenzione, patto concluso con imbroglio e all'improvviso.

POTACHION) add. Guastamestieri; CiaPOTACHIOSO) battino, Artelice che opera male.

Detto nel sign. di Sporco, V. SPORCO.

POTACHION DEI LIBRI, Librismerda, Voce disprezzativa formata per esprimere un Imbrattatore di libri.

POTACHIOSO, lo stesso che POTACHIÒN, ma si dice per Agg. a Fanciullo che si lordi e s' imbratti in mangiando o bevendo. POTAMARINA, s. f. T. de' Pesc. Polmone marino o Potta marina, Produzione di mare del genere de'Molluschi secondo Linneo e dei Polipi radiali secondo Lamark, detta latin. Actinia. Col nome nostro volgare vengono intese diverse specie di questo genere d'animali che per la loro forma e figura quando si trovano non bene espansi nè ben contratti, la loro apertura centrale attorniata da raggi rassomiglia ad una vulva, donde trasse fra nostri pescatori un tal nome. Il corpo di quest' animale è molle, di sostanza carnosa e mucilagginosa e finora non è di alcun uso per la vita. V. CONI

DE MAR..

POTAMO, Nome d'un Fiume nell' Isola di Corfù, che si registra pel seguente nostro dettato, ANDAR AL POTAMÒ, e vale Mori

re Pulamos poi voce greca che significa Fiume. Che questa frase fosse un avanzo di mitologia e volesse significare Andare all'Acheronte? Chi sa? POTEGIÒLE, 8. f. Voce fam. Lagrimelte; Lagrimucce o Lagrimuzze, Piccole lagrime. V. in PERLA.

POTENTE, add. Potente e Possente.

Potente che s'usa anche in forza di sust. parlandosi di Persona, vale Ricca, Nobile, che ha autorità e potenza.

UN PUGNO O UNA SCHIAFA POTENTE, Un pugno o Uno schiaffo di santa ragione, vale Forte.

Vino potente, dicesi anche da noi a Quello che ha molto spirito e facilmente ubbriaca.

POTENZA, s. f. Potenza.

POTENZA DE LE POTENZE! Voci d' ammirazione, Potenza in terra! Posfare il mondo! Squasimodeo! Toh! To Vacci scalzo! 0 vatti con Dio!

POTIFA) Agg. a Uomo per disprezzo o per POTIFÒN) ingiuria, e vale Scimunito; Slolido; Insulso; Vile; Codardo; Melenso e simili; e dicesi tanto a uomo che a donna. POTIFA, dicesi per Potta, la parte vergognosa della femmina.

POTIFÒN, nelle maniere famil. si dice anche nel sign. di PIANZOTO, V. POTRIDA, s. f. Cibrèo, Sorta di Manicaretto fatto per lo più di colli e di coratelle di polli, e generalmente potrebbe dirsi Intriso, Carabazzata, Specie di vivanda fatta d'un mescuglio di varie cose. V. in POTACHIO. La voce PoTRIDA ci venne prestata dagli Spagnuoli, i quali chiamano Olla podrida una specie di manicaretto composto di molti ingredienti. I Francesi dicono nello stesso significato Pot pourri: e tanto Pot pourri quanto Olla podrida valgono letteralmente Pignatta putrefatta, bel nome invero per invogliar a mangiare! POVARÈTO, add. Poveretto; Miseraccio; Meschinello; Tupinello; Indigente.

ESSER POVARETO Pialire il pane, vale Averne inopia. Esser povero in canna. FAR EL POVARÈTO, Far marina, dicesi del Finger miseria e con importunità Tenere il cappon dentro e gli aghi fuora, Mostrar d'esser più povero di quel che uno è.

POVARETA MA ONORATA, È meglio vestir cencio con leanza, che broccato con di

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RICO DEVENTÅR POVARO, Cascare da pollaio, Di buona badia esser debole cappella, detto fig.

ABITO POVARO, vale Corto e stretto.

POVERO DIAVOLO, Cattivellaccio, Povero, Miserabile.

POVERI AL PEVARE, chiamavansi sotto il Governo Ven. alcuni poveri patrizii, a’quali era concessa ogni anno dal Maggior Consiglio nella settimana santa la carità o limnosina di sei ducati d'argento per cadauno: elemosina instituita negli antichi felici tempi della Repubblica quand' ella godeva cioè il commercio esclusivo colle Indie orientali. Allora queste carità si pagavano dalla Cassa del pepe; onde n'è rimasta la denominazione anche dopo il cessato commercio.

POVARÒMO, 8. m. Pover'uomo.

Poverello, Poverino e Poveretto, s' usano talvolta anche figur. per espressione di compassione o d'altri affetti.

NO LE XE COSE DA POVEROMENI, L' orzo non è fatto per gli asini, cioè Le cose scelte e di pregio non son fatte pe'manuali; simile all' altro L'asino o L'asinello non ha luogo in crosta.

POVERTÀ, 8. f. Povertà; Poverezza; Mendicità; Inopia.

MOLTA E GRAN POVERTÀ, Poveraglia, Moltitudine di gente povera.

Bruzzaglia e Marmaglia, Quantità di gente vile.

LA POVERTÀ FA VERGOGNAR, Povertà fa viltà, La povertà fa l'uomo vile.

SARA UNA POVERTÀ DE DIese ani che ecc. Sarà la povertà o la miseria di dieci anni che ecc. e vale Saran per lo meno, OVY. Ormai dieci che ecc.

POZA, s. f. dicevasi in antico Veneziano in vece di Poggia, ch'è Quella corda che si lega all' antenna a man destra della barca. V. POGIA.

POZAR, V. PUZÁR.

POZIOL)
POZOL)
POZO (coll' o largo) s. m. Appoggiatoio,
Cosa qualunque a che l'uomo s' appoggia,
Sostegno.

s. m. Lo stesso che PERGOLO, V.

Pozo DE LE SCALE, Appoggiamento Bracciuolo, chiamasi la Stanga di legno lungo le scale che serve pur per appoggio.

Pozo DE LE FENESTRE, Parapetto, Il davanti delle finestre.

CAREGA DA POZO, Seggiola a bracciuoli, V. CAREGA E POLTRONA.

POZI DE LA CAREGA, Bracciuoli, Quella parte della sedia dove s' appoggian le braccia Braccialetto, dicesi da' Tappezzieri Quel drappo che riveste i bracciuoli d'una seggiola.

POZZANGARA, 8. f. Pozzanghera; Pozza, detta anche per ischerzo Osteria de' cani, Piccola pozza, e propr. diciamo di quelle buche delle strade che sono ripiene d'acqua piovana.

POZZÈTO, s. m. Ciottela, Vasetto da bere,

per lo più senza piedi, di tenuta poco più d'un bicchiere.

PozzɛTo detto per SOLITARIO. V. POZZÈTO, s. m. chiamavasi ai tempi del Governo Veneto quella Macchina di tavole fatta a foggia di pulpito o sia di pozzo, in cui sedeva trionfalmente, ed era portato a spalle d' uomini e mostrato al popolo per la piazza di S. Marco, il nuovo Doge, accompagnato da un suo parente e dal suo BALOTIN (V.); nella qual festiva occasione si spargevano a larga mano al popolo delle monete d'oro e d'argento col nome del nuovo Doge. Questo Pozzetto chiamavasi anticamente PERGOLO, di cui veramente riteneva la figura, ma n'era assai più largo. V. PERGOLO, voce antiq.

POZZO, 8. m. Pozzo e Pozzo bianco, Luo-
go cavato a fondo per attigner acqua.
VERA e FONDO DEL POZZO, V. VERA e
FONDO.

PILELA DEL POzzo, (detta anticam. Putheale) Pila del pozzo, Buco rotondo ricoperto da pietra bucata, per cui entra l'acqua piovana nelle conserve, donde poi passa al pozzo.

CASSONI O SPONZE DEL POZZO, Boltino e Purgatore o Purgatoio e Conserva, Specie di Cisterna o Fossa scavata accanto ai pozzi artefatti (come sono tutti quelli di Venezia) ove si depurano le acque col mezzo della sabbia e si conservano prima di passare al pozzo. Le acque ne'bottini si depurano. MOLETA DEL POZZO, V. MOLĖTA.

MURO DEL POZZo, Velu del pozzo, chiamasi quel Muro che divide un pozzo comune a due famiglie.

NETAR EL POZZO, V. NETAR.

BUTAR UNO IN POzzo, detto fig. vale Accusar uno in giustizia; Opprimerlo.

Pozzo, in T. Mar. chiamasi Quella parte del Bastimento dove si riuniscono le acque. EL SECHIO VA TANTO AL Pozzo fin che el GHE LASSA EL MANEGO, V. SECHIO.

Pozzo di S. Patrizio, dicesi di Una cosa che non finisce mai, nè mai si riempie o si sazia. Si dice ancora Il calderone dell'Altopascio ovv. La botte di S. Galgano o Il cacio di Fra Stefano.

Pozzi poi si chiamano alcune prigioni tenebrose ed orribili, delle quali si servivano gl' Inquisitori di Stato per tenervi alcuni carcerati soggetti al loro gravissimo tribunale. Esse erano bensì al livello del terreno presso alla Corte del palazzo, ma vi si discendeva per una ribalta posta presso alle stanze dell' Avogaria, dal che han probabilmente preso il nome di Pozzi. Vi corrispondono Burella, che propr. significa Fossa; Buiosa ecc.

PRA, s. m. Prato, e nel plur. Prati e Prata, in T. agron. si fa distinzione da Prato a Pascolo, Prato dicendosi quando il Campo è seminato ad erbe per la pastura del bestiame, e Pascolo quando il luogo di pastura è naturale.

Agghiaccio, dicesi al Prato o Campo dove i pecorai rinchiudono il gregge con una rete.

PRA SMALTA, Prato che si smaltò di fiori, cioè che si riempì.

AVÈR L'AQUA SUL PRA, Aver la pasqua in domenica, Prov. ed è Quando la cosa succede come si desidera-Nuotar nel lardo e nelle lasagne; Aver ogni bene, ogni prosperità; Stare in sul grasso, Aver la fortuna in favore - Asin bianco gli va al mulino, dicesi di Chi è benestante ed ha le sue faccende bene incamminate. PRADARIA, 8. f. Prateria, Campagna di prati.

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PRADARIA PIENA DE GRAMEGNA, Praleria gramignala. PRADARIOL, s. m. T. agr. Prataiuolo e Pretaiuolo, Sorta di fungo assai buono, così detto perchè per lo più fa nei prati. PRAETO, 8. m. Praticello e Pratello, Piccolo prato.

PRAMA, 8. f. Nome proprio d' una specie di naviglio che va talvolta senz' alberi ed armato di cannoni, e serve di guardaporto, e tal altra porta due o tre alberi ed è atto a navigare come gli altri legni da guerra, e vien per lo più impiegato in trasporti.

PRATEA, 8. f. Idiotismo di coloro che non sanno dire Platea, cioè !I luogo più basso del teatro.

PRATICA, 8. f. Pratica, Esperienza-GRANDISSIMA PRATICA, Esperienza consumatissima, vale Perfettissima, Peritissima.

PRATICA, dicesi per Tirocinio; Noviziato, Scuola da cui s'apprende un'arte. A FORZA DE FAR SE FA PRATICA, V. FAR. Aver poca pratica, Aver poco peccato in alcuna cosa, vale Non averne gran pratica, Esserne inesperto.

Aver la pratica, T. Mar. vale Aver la libertà di entrare in un porto dopo aver fatto la contumacia pegli oggetti di salute, o dopo il riconoscimento fatto dall' Ufizio di sanità.

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