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cale di vino l'aggiusteremo, Ci accomode

remo.

SCHIARIR UN SCALFO DE CHIARO, Maniera di gergo, che vuol dire Bevere un bocale di vino.

SCALFURÀR, v. Spaurire; Impaurire. SCALFURO, s. m. o SCATURO, Stretta ; Battisoffia; Battisoffiola ; Balsolata, Spavento, Paura. V. CATURA.

SCALFURO dicesi anche per Confusione o Scompiglio cagionato da sbigottimento.

I S'HA MESSO IN SCALFÙRO, Si misero in confusione, in iscompiglio, in paura ; S! scompigliarono; S' impaurirono.

AVER UN SCALFÙRO, Avere la stretla; Avere una ballisoffia.

FARGHE UN SCALFÙRO, Far tener l'olio ad alcuno, Fare star cheto uno per paura. SCALIN, s, m. Grado o Gradino; Scalino; Scaglione, Sono quelli, che fatti o di pietra o di legno formano la scala. Invito, T. d'Architettura. I primi scalini che s' affacciano e accennano il luogo della scala.

Scalini de le scale da man, Piuoli.
OCHIO AL SCALIN, V. in OCHIO.
CASCAR ZO DAL SCALIN, V. CASCAR.
FAR UN SCALIN A LA VOLTA, V. UN PASSO
A LA VOLTA, in PASSO.

SCALINADA, 8. f. Scalea, Ordine di gradi avanti le Chiese o altro edifizio, che dicesi anche Gradinata. o Scalinata.

Detto per STECATO, V. SCALINAR v. Digradare o Degradare, verbo neutro, Scendere dallo stato primiero, Peggiorare, Abbassarsi, Calare, Andar giù.

Dicesi pure nel sign. di Recedere, Ritirarsi da che che sia, Abbandonare le pretensioni, le risoluzioni, le istanze, Distorsi. SCALINAZIÓN, 8. f. Graduazione.

PER SCALINAZION, detto a modo avv. Gradalamente o Graduatamente. SCALMANA, 8. f. Scalmana e Scarmana, Riscaldamento, infermita cagionata dal raffreddarsi immediatamente dopo d'essere riscaldato.

SCALMANÀ, add. Scalmunato; Scarmanato; Accaldato; Acceso; Infiammalo; Avvampato; Rinfocolato, Rosso nella faccia, Affannato di caldo per soverchio moto. Trafelato, dicesi per Venuto meno per soverchia fatica.

SCALMANARSE, v. Accendersi; Infiummarsi; Avampare, dicesi fig. del Divenir rosso nella faccia pel calore del sole o per soverchio caldo.

SCALMANARSE PER QUALCOSSA, detto fig. Affunnursi, Prendersi a petto che che sia, Accendersi per che che sia. SCALMANELA, 8. f. Fummea, Vapori al

capo.

CHE SCALMANELE, Locuz. fam. Che impeli! Che trasporti! Che accendimenti!

Presto ghe SALTA SU LE SCALMANÈLE, Preslo s'accende o s'adira; L'ira lo accende subitamente. V. SALTAR.

SCALMATO, 8. m. T. de' Veterinarii, Scalmatura, Quel flusso che dai Medici è detto

Passione ce'iaca o sia Escrezione di mate

rie bianche, quasi chilose. Dicesi anche Morbo scalmuto; e vi vanno soggetti il Bue ed il Cavallo.

SCALO, s. m. V. SCALADA.

SCALO DEL SQUERO, V. SQUERO. Scalo, T. Mar. Luogo fatto a pendio, per cui si sale o si sende senza scaglioni.

Dicesi anche di P.ù travi disposte in guisa da potervi far voltolar sopra le botti che si sbarcano.

NAVE SUL SCALO, Nave del'o scalo o scavo, s'intende Quella che nɔn è ancora messa in mare ed è tuttavia nel luogo dov'è stata fabbricata.

STRAMAZZI DEL SCALO, V. STRAMAZZO. PORTAR EL SCALO, T. de' Costruttori navali, Fure i paruli, vale Disporli, adattarli al luogo loro per poter varare la nave. SCALOGNE, s. f. Scalogne o Cipolle malig, Specie di Cipolla detta da' Botanici Allium ascalonicum, che nella figura assomiglia all'aglio novello.

SCALON, s. m. Scalone, Scala grande.

Scaleu, d.cesi ad un Ordine di gradi avanti alle Chiese o ad altro edifizio. V. SCALINADA.

SCALON, dicesi per Scala aperta o Scala du Chiesa, Queila ch'è composta di due scale che si aprono e chiudono.

SCALON, detto in T. d' Agric. Broncone, Quel palo che sostenta la vite. V. Palo. SCALONCIN, s. m. Sculone, Scala a piuoli, larga nella sua estremità e stretta nella cima, cou uu rampante movibile al di dietro che le serve di appoggio. Di essa se ne servono per arrivare ad accender i fanali, a scapezzar alberi in campagna etc. A Firenze dicono SCALEO.

SCALPESTRA, add. Scalpestrato o Scapestrato, Dissoluto, Licenzioso. SCALTRIO, add. Scaltrito o Callerito, Dicesi di Uomo fatto astuto e sagace.

SCALTBIO detto per agg. a Vivande, Rosolalo. V. SCALTRIR. SCALTRIR, V. Scaltrire, Di rozzo ed inesperto far altrui astuto e sagace.

SCALTRIR EL ROSTO o altri cibi, Rosolare, Dare alle vivande per forza di fuoco quella crosta che tende al rosso. SCALZACAN, add. (colla z aspra) Scalzacane; Scalzagatto; Pellapiedi; Sbricio; Mascalzone; Guidone, Uomo vile ed abbietto. Vi corrispondono Rastiapavimenti ; Spolveramura; Spulcialetti; Galuppo Tritone e Bruco, Uomo male in ordine, mal vestito e poverissimo. SCALZADA, 8. f. (colla z aspra) Calcio, Percossa che si dà col piede.

TIBAR DE LE SCALZAE, V. SCALZAR. SCALZADINA, 8s. f. (co!la z aspra) dim. di SCALZADA, in signif. di Dispettuccio. V. MA

LAGRAZIA.

SCALZAR, V. DESCALZAR.

Scalciare o Scalcheggiare vale Tirar de'calci

SCALZO, V. DESCALZO.

SCAMBIAR, v. Scambiare, Cambiar monete.

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SCAMBIAR SPESSo, Scambiettare. SCAMBIAR DE CASA, Tramutarsi, Cambiar abitazione.

SCAMBIAR LE CARTE IN MAN.O I PUTEI IN CONA, Scambiar le carte in mano, che è il Voler con sagacità far pigliar a uno una cosa in cambio d'un'altra. V. VOLTAR.

SE LA XE CUSSÌ, SCAMBIÈME EL NOME. Se l'è così dite ch' io non son desso; ovvero tignimi, vale La cosa non è così. Specie di annegazione o giuramento.

CHI NO LA GHE PIASE SE LA SCAMBIA, A chi non piace la sputi, cioè Dovete soffrirla in pace.

SCAMBIAR, in T. ant. dicevasi per Replicare - SCAMBIAR UN'ALTRA BOTA, Replicare il colpo. SCAMBIÈTO, 8. m. Scambietto, Spessa mutazione.

Dare un ganghero o un gangherello, dicesi delle Lepri, cioè Di quella volta che fan le Lepri per uscir di gola ai cani; e per simil. Il dar volta addietro, il tornare addietro.

FAR DEI SCAMBIETI, Far delle rivolture o delle gherminelle e de' giuochi di mano ; Far delle furberie, delle truffe.

FAR DEI SCAMBIETI AL BALO, Scambiettare; Fure scambietti; Far desaliscendi, Delle mutazioni nel ballo, cioè certo salto che si fa in ballando. SCAMBIO, s. m. Scambio o Cambio, Ba

ratto.

ANDAR IN SCAMBIO DE UNO, Andare in iscambio o in persona di uno, cioè In luogo suo, in sua vece.

TOR IN ISCAMBIO UNA COSA, Cog'iere o Pigliare in cambio, Pigliar una persona o Prendere a cambio, una cosa per l'altra

Prenderia a barallo, a permuta. SCAMOFIA, 8. f. e per lo più SCAMOFIE in plur. Smorfie; Lezii: Smancerie; Altuzzi; Leziosaggini; Smagi, Maniere o Atti affettati. Cacherie, Modi stomachevoli nel trattare. V. MERDA.

Civetterie si chiamano i vezzi e gli atti delle donne civette. SCAMOFIEZZO, lo stesso che SCANOPIA. SCAMOFIOSA, add. Smorfosa; Schizzinosa; Monu schifa 'l poco; Mona onesta da Campi; Cascante di vezzi e di smancerie: Le putono i fiori del melarancio. SCAMOFIOSO, add. Lezioso; Schizzinoso; Attoso, Cacheroso; Feccioso; Alteggevole. V. SMORFIOSO.

SCAMONÈA, 8. f. Voce qui comunemente conosciuta dall' epoca in cui cominciò l' uso della medicina purgativa di LEROд. Nome d'una pianta indígena della Siria, detta da'Sistem. Convolvulus Scammònia, e italianamente Scamonèa d'aleppo, la cui gomma resina entra nella composizione della

detta medicina. V. GIALAPA, TOBBITTI e SIENA.

Trovo nelle Instituzioni botaniche di Targioni, che il sugo d' un' altra piauta detta italian. Topi, da' Sistem. Periploca græca e da'Francesi Scammonée de Montpellier ou Italienne, è stato adoperato per purgaute in luogo della Scamonea d'Aleppo.

La Scumonea detta comunemente di Smirne, che si vende in commercio, non ha il credito ed è assai meno costosa di quella d'Aleppo, colla quale pero talvolta maliziosamente confondesi.

SCAMPADA, s. m. Fuggita; Fuga, Repente partita.

DAR UNA SCAMPADA, V. SCAMPAR. SCAMPAIZZO, add. Fuggitivo; Fuggitio; Fuggiticcio, Colui che si rese fuggiasco dalla galera o prigione, o da altro luogo di

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basso che dicesi di Chi è sforzato dalla necessità. V. MOSSA.

SCAMPAR FORA EL VIN DA LA BOTA, V. BOTA. SCAMPAR LA VOGIA, Perder la voglia; Uscire il ruzzo dal corpo.

SCAMPAR LA PAZIENZA, V. PACIENZA,

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CO XE SCAMPA I BO SERAR LA STALA, V. Bo. L'È SCAMPÀ PIÙ del Diavolo, Fuggì via a precipizio Detto per allusione ad una cattiva persona, Esser fuggito più che la malerba, cioè Ognuno lo fugge più del maJanno, ovv. come se fosse peggio dell'ortica.

SCAMPA SCAMPA! Alla lurgu sgabelli, modo basso, dicesi del Levar di mezzo ogni impedimento, Allontanarsi dai pericoli.

DA QUESTA NO SE GHE POL SCAMPAR, A queslo fiasco si ha da bere, Maniera fig. cioè Da questo passo non si può fuggire. SCAMPO, s. m. Scansamento; Schivamento; Sfuggimento; Evitazione.

Scampo, dieesi per Sutterfugio, cioè Modo di scampare, da uscir di pericolo o d'impegno.

NO GHE XE SCAMPо, Non v' ha di mezzo; Siamo stretti tra l'uscio e il muro, Non si può uscirne; L'argomento convince Non v'è risposta Non v'è scampo; Non v' è schermo, cioè Non v'è salvezza o falute."

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TUTI SCAMPI, Maniera fam. Tutte scuppatoie; Tutti sutterfugi, cioè Scuse affettate. V. ENDEGOLO.

SCAMPO, dicesi da noi ancora per Fuga, ma intendesi di chi fugge dalle mani della giustizia. Fuga dalle carceri.

SCAMPO, s. m. T. de' Pesc. a Chioggia dicesi SCAMPA, ma per lo più in plur. SCAMPI. Specie di Granchio marino a coda lunga, detto da Linneo Cancer Norvegicus. La sua coda è un commestibile ricercato.

SCAMPO SALVADEGO, dicono i Pescatori ad un' altra specie di Granchio di mare a coda lunga, classificato da Linneo col nome Cancer Strigosus; di cui non fassi alcun uso. SCAMPON DE SCAMPON, detto avv. Fuggiascamente; Alla sfuggita; Alla sfuggiasca.

CHIAPAR DE SCAMPON, lo stesso che CHIAPAR IN SCANSO, V. CHIAPAR. SCANA, add. detto per agg. a Uomo, vale Arso o Abbruciato di danari. V. SPIANTA. IMPIEGO SCANÀ, Impiego o Uffizio a mal tempo, vale Meschino, di scarsissimi utili. ABITO SCANA, V. ABITI. SCANACONFÈTI, s. m. e per lo più Muso DA SCANACONFÈTI, dicesi per ingiuria o notteggio a qualche giovane di mala figura o mal vestito o maghero o che abbia l' apparenza d'affamato.

Probabilmente questa voce in origine sarà stata detta di qualche Fattorino goloso, che iniziato nel negozio d'un Confettiere avrà dato di quando in quando de' ceffoni ai vasi de'confetti. Ora secondo l'opinione dell'Autore, vi sono analoghi i seguenti dettati.

Scanapane o Mangiapane e Mangiafagiuoli, che vuol dire Disutilaccio e buono solo a mangiare Ceffo da manigoldo o da impiccato; Viso cagnazzo o da Fariseo;

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lampanato; Maghero come la quaresima o l'anno della fame.

SCANAFOSSO s. m. T. Agr. Scolatoio, Scolo d'acque in campagna.

SCANAFOSSO, dicesi anche ad una Sorta di biroccio stretto di carro, ed appropriato a viaggiare per istrade anguste. SCANALUZZO, V. SCANARUZZO. SCANÀR, v. Scannare; Syozzare.

SCANAR I SCUELOTI, T. de Bottegai, Dar ceffoni, Portar via i danari del padrone, Rubacchiare, vale Rubar di quando in quando. V. SCANASCUELOTI. SCANARUZZO, s. m. Strozza; Gorgozzule, Canna della gola.

TIRAR EL SCANARUZZO, V. CANAOLE. SCANASCUELOTI, s. m. Di costoro dicono i Toscani Fur le fiche alla cassetta, Quando i Cassieri de' mercanti spendono in uso proprio i danari che hanno in consegna. V. SCA

NAR.

SCANCÀNICO add. (Forse dal greco Canchanos, arido, può esser disceso CANCANICO, scambiato poi in SCANCANICO) T. Famigl. Scriato o Screato, quasi Non creato, venuto a stento, debole, di poca carne, magro, macilente. Vi corrispondono Afato; Afaticcio; Afatuccio; Sparulino; Tristanzuolo; Male impastato ; Male ammanilo.

Segrenna, (Voce latina che vale Una morte) dicesi a Persona magra, sparuta e di non buon colore. Gli Aretini dicono Nece fem. per ischerno e compassione a chi che sia che abbia cattiva cera o sia mal in essere di sanità o sia magro secco e smunto. Diciamo in fatti anche noi di una persona sparuta, EL PAR UN MORTO.

Parere il cadavere di Mona Checca, modo basso, vale Esser afflitto da fame, da freddo o da altro stento.

AMOR SCANCANICO, detto metaf. vuol dire Amore vano o da poco o debole o mal corrisposto.

SCANCARIATO, lo stesso che SCANCANIco, V.

SCANCELADA, 8. f. Scancellatura; Scancellazione; Cancellatura, Il cancellare e La cosa scancellata.

DAR UNA SCANCELADA, Cancellare. SCANCELAR, v. Cancellare o Scancellare, Dar di penna; Cassare la scrittura con colpi di penna o fregandola. V. CASSAR.

COSSA CHE NO SE SCANCELA, Qui detto fig Cosa indelebile, Che non si può cancellare. SCANCÈLO, 8. m. (coll'e aperta) Scancello o Cancello, Arnese per lo più di legno, che ad uso di tenervi scritture o simili.

SCANCELO DA NODArt, Scrittoio o Studio, Il luogo dove i pubblici Notai hanno il loro uffizio per uso di scrivere.

Scannello, più comunemente si prende per una certa Cassetta quadra, da capo più alta che da piè, per uso di scrivervi sopra comodamente, e per riporvi entro le scritture ed altre cose minute e gelose. SCANCIA O SCANzia, 8. f. Scanceria, Pal

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chetto d'assi sopra il quale si pongono i piatti in ordine nelle cucine.

SCANZIA DE LIBRI, Scancia o Scanzia e Scafale o Ciscranno, Arnese di legno che ha varie capacità e spartimenti, ne' quali si ordinano e si pongono i libri ed altro simile. SCANDAGIADA, 8. f. - DAR. UNA SCANDAGIADA lo stesso che SCANDAgiår. V. SCANDAGIAR v. Scandagliare e Scandigliare o Piombinare, Gittar lo scandaglio, Operazione che si fa in mare per saper la profondità di un dato sito.

SCANDAGIAR UN AFAR, detto fig. Scandagliare,cioè Calcolare esattamente, esaminare per la minuta.

SCANDAGIAR UNO, detto fig. Interrogar uno destrumente, a fin di scoprir terreno o com'egli la pensi. Lo tenterò. V. TAMISAR. SCANDAGIO, s. m. Scandaglio o Piombino di scandaglio e Sagola, Pezzo di piombo fatto a piramide, che legato ad una sagola divisa e segnata a passo, si getta in mare per riscontrare il suo fondo e la sua qualiSugola si chiama una Funicella incatramata Pussa è Misura per i cavi e manovre lunga sei piedi.

-

SCANDAGIO CHE FA TRATA, Draia, Nome d'una corda, con cui si cerca un'ancora perduta in fondo al mare.

Scandaglio, detto fig. vale per Calcolo, Sperimento.

SCANDALIZZAR, Scandalezzare; Scandaleggiare e Scandalizzare.

No VE SCANDALIZZÈ SE ME TROVE IN STA CASA, Non guardate ch'io sia in questa casa, cioè Non facciate mal giudizio. SCANDELA, 8. f. (coll' e larga) Scandella, detta anche Orzo Galatico o di Galizia e Orzo selvatico o Orzola, Specie di biada, detta da' Sistematici Hordeum distichum o distichon, Pianta differente dall'Orzo volgare, ma che coltivasi come quello e pegli stessi usi.

SCANDESSENZA, 8. f. Escandescenza o Escandescenzia e Scandescenza, Ira subitana, ed atti o parole di chi dà in ismanie per gran corruccio.

ANDAR IN SCADESCENZA, Andare in escandescenza, cioè montare in gran collera.

Dicesi Escandescente a Quello che dà in escandescenza.

SCANDOLA, 8. f. T. de' Costruttori navali, Pallela o Pallelaturu, che a Napoli dicesi Puella, L'unione nella costruzione di due tavole o altri legnami, per fare incastri reciproci nell'estremità dell'una e dell'altra a maggiore stabilità.

SCANELA, add. Accanalato; Scanalato e Striato, Dicesi di quel Lavoro a colonne ch'è intagliato a canali. Accannellato vuol dire Bucato a guisa di bucciolo di canna. SCANELADURA, 8. f. Scanalatura; Scanellatura e Stria. SCANELAR, v. Scanalare; Accanalare; Striare, Incavar a guisa di canale — Accannellare, Incavare a guisa di bucciolo di canna. V. SCANELÀ.

SCANO, s. m. Scanno o Banco di rena.

Basso fondo arenoso marino, pericoloso alla navigazione.

SCANSADORI, Titolo ch' era dato sotto il Governo Veneto ad una Magistratura di tre Senatori, detta in origine Provveditori Regolatori sopra la scansazione e regolazione delle spese superflue, ma che volgarmente chiamavasi Magistrato de'Scansadori; al quale era attribuita singolarmente la sopratendenza ai Santi Monti di pietà dello Stato.

SCANSAR, v. Scansare o Cansare, Evitare, Sfuggire.

SCANSAR CON FURBERIA, Eludere, Ingannare con destrezza; e quindi Elusione.

SCANSAR LE DIFICOLTÀ, Andar largo o lesto o destro a canti; Girar largo a'canti; Volgere o Voltar largo.

SCANSO A SCANSO, dicesi da noi comunemente per A scansamento, Ad evitazione, A risparmio.

CHIAPAR IN SCANSO, V. CHIAPAR.

MINCHIONAR DE SCANSO, V. MINCHIONÅR. SCANTINAMENTO, s. m. Traballamento; Vucillumento. V. SCANTINAR.

SCANTINAR, v. Traballare; Barcolare; Tentennare; Balenare, L'ondeggiare che fa chi non può sostenersi in piede per debolezza o per altra cagione. E dicesi eziand.o delle cose che mal posano e non istanno ferme su'sostegni loro. E quindi Traballio ; Tentennio o Tentennamento e Barcollamento, il Moto di ciò che tentenna o vacilla o minaccia di cadere.

Barcollare; Ondeggiare; Tracollare; Balenare, Non potere star fermo in piede, come fa il naviglio sull'acqua : proprio de 'Vecchi, de' convalescenti e degli ubbriachi. Onde Andar barcollando o barcol lon e.

SCANTINAR, detto fig. Vacillare; Vagillare; Ondeggiare; Titubare; Stare in tentenne; Far la ninna nanna, Essere irresoluto, incostante, ambiguo, dubbioso Errare; Fallire; Svariare, Non istar fermo in un proposito.

SCANTINAR I DENTI, Crollare; Ballare e Traballare, Quando i denti non istanno fermi e mostrano di voler uscire dalla loro cassa, Un dente mi balla o mi traballa o mi crolla. Ho un denle smosso, vacillante.

SCANTINAR UN PERO A UN CAVALO, Crocchiare o Chiocciare, Dicesi de' ferri de' cavalli quando son presso ad essere schiodati.

SCANTINAR IN TEL MANEGO, detto fig. Aver il cervello a oriuoli, vale Esser volubile, stravagante e girellaio. Può anche dirsi Aver gli oriuoli sconcertati o gli strumenti scordati.

SCANTINAR DEI MERCANTI, detto fig. Balenare, Essere in pericolo di fallire. V. BALAR SU LA CORDA, in Balir.

SCANTINAR SU LA RELIGION, Vacillare in fede.

SCANTINAR DA Un color a l'alTRO, Digradare un colore dall'altro.

No LA SCANTINA GNENTE DA QUEL ALTRA, Non decadere; Non esser dissimile dall'altra, Non far differenza. V. Decader.

NON LA SCANTINA GNENTE GNAncora, Non da fin' ora alcun segno; Non dà indizio; Non si muove; Non si rimuove dal proposito; Non s'altera. V. LASSARSE DA L'osso in LASSAR.

SCANTONA, add. Scantonato; Smussato; Smusso, Che ha i canti tagliati. SCANTONADA, 8. f. Smusso, v. Tagliamento dei cantoni.

SCANTONAR, v. Scantonare; Smussare; Tagliare il canto o l'angolo,

SCAPADA, 8. f. Dar una scapad▲, Far una gita o Dure una corsa, Piccolo viaggio.

In altro sign. Scatto, dicesi della Molla quand' essa scatta, cioè scappa dalla sua tenitura e pressione; ed è proprio per lo più dall'armi da fuoco o simili

SCAPADOR, add. detto a Cavallo, Veloce ; Corridore.

ETA SCAPADORA, Elà sdrucciolevole ; Adolescenza sdrucciolevole, cioè pericolosa, facile a cadere in fallo.

SCAPAR, v. Scappare, Fuggire, V. SCAMPAR e SCA POLÀR,

SCAPAR FORA CON QUALCOSSA, Scappar o Dire o Fare alcuna cusu, vale Lasciarsi andare a farla o a dirla quasi non volendo, o dopo esserne ritenuto.

SCAPAR DA LA BOCA, Sdrucciolar dalla bocca, s'intende di qualche parula o moto. SCAPAR LA PAZIENZA, Scappare la pazienza, la rabbia e simili.

Per lo scappare che fan le cose tese da quelle che ritengono, dicesi Scattare.

vaso

Per lo scappare il liquore o simiti dal che lo contiene, Schizzare o Trapelare. SCAPAR PER FORTUNA DA QUALCHE PERICOLO, Sfuggire; Scansare; Schifare; Evitare, Sortirne in bene, Liberarsi. SCAPATA, 8. f. T. nel sign. di Viaggetto, V. SCAPADA e SCAPATINA.

SCAPATINA, 8. f. Scappatina o Scappatella, dimin. di Scappata, nel sign. di Erroruccio, Piccolo fallo o mancanza.

SCAPATINA DE PAROLE, Scappatoia, Sutterfugio, Scusa affettata.

DAR UNA SCAPATÌNA IN CAMPAGNA, Far una giterella alla campagna; Far un viagget

to o una corsa.

SCAPELADA, 8. f. Cappellata; Scappellata; Sberrettata, Saluto fatto col cavarsi il cappello o la berretta.

FAR UNA SCAPELADA ▲ UNO, Scappellarsi ad uno; Fare una scappellata. SCAPIN, 8. m. Scarpino, Scarpa sottile.

SCAPIN DE LA SCARPA, Tomaio, La parte di sopra della scarpa. V. TomÈRA.

SCAPIN DA LACHÈ O DA BALARIN, Calcetto, Serta di scarpa leggera con sottil taccone e col calcagnino di cuoio, che s'usa per correre o ballare o giuocare di scherma.

SCAPIN DE LE CALZE, Scappino o Pedule, Quella parte della calza che calza il piè.

Rimèter i scapini a le calze, Rimpedulare, Rimetter il pedule delle calze.

SCAPIN DE LE MULE O DEI ZOCOLI, Guigia, La parte di sopra della pianella o dello zoccolo.

ANDAR IN SCAPIN, Andare in peduli, Andar colle sole calze senza scarpe.

TAGIO DE SCAPIN, T. de' Beccai, Sfaldatura di polso, Quella paletta che resta attaccata alla spalla dell'animale.

SCAPINANTE, s. m. Cursore, Quel basso Serveute ch'è destinato a fare le intimazioni degli ordini de' fribunali. Nel sign. vernacolo però SCAPINANTE, vale il Serveute del Cursore, quello cioè che da' Cursori per loro sollievo s' impiega a portar le notizie e le intimazioni. E questa voce deriva da SCAPINAR, Camminare.

SCAPINANTE, dicesi ancora per disprezzo d'altra persona che cammini tutto il nato di. E se Scapinare vuol dire Dar di gamba, Camminare in fretta, non sarebbe fuor di ragione il far un verbale e dire Scarpi

nante.

SCAPINAR, v. parlando delle calze che siano rotte nel pedule, dicesi Rimpedulare le calze. Parlando degli stivali, Scappinare o Riscappinare.

Detto per Camminare, Scarpinare; Calcugnare; Spulezzare; Sbiettare; Spacciare il terreno; Mettersi la via tra le gambe, Affrettare il cammino. V. SGAMBETAR.

SCAPINÈTO, s. m. Scarpettino e Scarpet-
tina, Scarpetta leggera.
SCAPOLAR, v. Scapolare; Liberarsi;
Scappare; Scampare ; Evadere.

Scapolarla neta, Uscirne pel rotto della cuffia ; Andarne nello o scapulo o libero; Evadere dal pericolo.

SCAPOLARLA O PORTABLA FORA, Scappolarla bella; Cavarne le ossa, Riaversi da una pericolosa malattia.

CHI SA CHE NOL LA SCAPOLA! Chi scampa d'un punto scampa di mille, Prov. che vale che Il male differito molte volte pel beneficio del tempo si seampa.

NOL LA POL SCAPOLAR, Non c'è modo di scapolarla.

SCAPOLAR LR BOTE (T. de' Bottai) Impostare, Quasi lo stesso che Imbastire, e vale Porre i primi cerchi alle botti, barili, tinozze e simili. Onde Botte o Tinozza impostata, dicesi Quella che non ha ancora che pochi cerchi. SCAPOLO, add. Scapolo e Scapola, Libero da soggezione.

Scapolo, dicesi per Libero, cioè Non ammogliato.

SCAPOLO DE GALIA, Fuggiasco; SfuggiaSCO. V. SCAMPAIZZO.

CAVALI SCAPOLI, Scapolo, si dice nell'uso a quel Cavallo che sciolto precede gli altri che tirano una carrozza. Scapoli, diciam parimente a due cavalli che sono regolati dalle redini tenute in mano da chi è sul cocchio.

SCAPONAR, V. CAPONAR. SCAPRICIARSE, V. DESCAPRICIARSE. SCAPULARIO, 8. m. Scapolare, Capuccio da Frate; ed anche Certa parte dell'abito di alcuni Religiosi.

SCAPUZIOL, (colla z aspra) s. m. T.

de' Fabbri, Monachetto, Ferro nel quale entra il saliscendo ed accavalcia per serrar l'uscio.

DAR UNA

SCAPUZZADA, V. SCAPUZZÒN SCAPUZZADA, V. SCAPUZZAR. SCAPUZZAR, v. Scapucciare; Inciampare; Intoppare, Metter in fallo il piede. Incespare o Incespicare, Avvilupparsi i piedi in cespugli.

SCAPUZZAR, parlandosi di Donne, Errare; Scappucciare una volta; Sciorre un tratlo bracchi; Fare una scappatella o delle scappatelle, V. Scapuzzo. SCAPUZZIN, Voce ant. che dicevasi per Cappuccino.

SCAPUZZO, 8. m. e nell'acer. SCAPUZZÒN, Scappuccio o Scappata, per met. dicesi di Error grave e poco considerato in fatto o in detto. Scappatella; Sboccatura, Pazziuola di prima gioventù.

FAR UN SCAPUZzzòn, Fure uno scappuccio; Sdrucciolare, Scappucciare, Fare un passo falso e dicesi delle cose morali. Fare una scappata, un arrosto; Fare un

marrone.

SCAPUZZO, detto in lingua furbesca, Camuffo o Murcio, termini parimente di gergo, e valgono Ladrone di strada. SCARABATOLO, s. m. Scarabutulo ● Carubatolo o Scaffale, e Scansia, Specie di Palchetto a più ordini uno sopra l'altro, che serve a riporvi chicchere, vasetti e altre cose gentili,

Scarabatola, si dice ad una foggia di Stipo o studiolo trasparente da una o più parti, dove a guardia di cristalli si conservano tutti i generi di minute miscee care e preziose.

SCARABAZZA, s. f. Sgualdrinaccia; Mandracchia; Brifalda; Ciccantona; Donna di partito, Puttana delle più sudicie. SCARABOCHIADA, 8. f. Schiccheratura;

bio.

Schiccheramento; Scarabocchio; Sgor

SCARABOCHIAR, v. Scarabocchiare ; Schiccherare; Scombiccherare, Scriver male e non pulitamente. V. SBRODOLÅR. Componicchiare, Scriver poco e male, o Comporre poco o a stento qualche opera di prosa o di poesia.

Arrocchiare, detto metaf. vale Far con poca considerazione o arte o che che sia. SCARABOCHIO, s. m. Scarabocchio, Il segno che rimane nello scarabocchiare e l'Atto dello scarabocchiare.

Abbozzaticcio, dicesi a Cosa male e non intieramente abbozzata.

SCARABUTO, s. m. Scorbuto, Malore che offende specialmente le viscere del corpo umano, che servono alla nutrizione.

REMEDIO CONTRo el scarabùto, Rimedio untiscorbutico.

SCABABUTO chiamano i Veterinarii per analogia una malattia del Bue, ed è una specie di eruzione cutanea nella bocca, in cui le gingive dell'animale sono enfiate e scalfitte.

SCARAMUZZAR, v. Scaramucciare e Ba

daluccare, T. Mil. II combattere che fa una parte dell'esercito fuori dell'ordinanza con una parte de' nemici. Quindi Far badalucco; Tenere a badalucco, valgono Scaramucciare leggermente. SCARANTO, 8. m. Tufo arenoso, Specie di Terreno arido misto colla rena. SCARANZIA, s. f. colla (z aspra) Scheranzia; Schinanzia; Squinunzia; Scremenzia; Sprimanzia; Angina, Infiammazione delle fauci e della laringe, che rende difficolta nel respirare e inghiottire. SCARAVASO, add. Voce fam. detta per agg. a uomo, e vale Brutto; Deforme. SCARAVAZO, 8. m. Scarafaggio, e Scarabone, Animaletto nero simile alla Blatta (SCHIAVO), che depone l'uova nello sterco di cavallo o di vacca. I Sistematici lo chiamano Scaraboeus Pilucurius. SCARBONAZZo, V. CarbonaZZO. SCARCAGIAR, v. Sornaccare; Sornacchiare; Infardare, valgono Imbrattare con isputi catarrosi Moccicare, Lasciarsi cadere i mocci dal naso

-

- Spurgare e Spurgarsi, Far forza colle fauci di trar fuori il catarro del petto. V. SPETORAR. SCARCAGIO, 8. m. Moccio, Escremento del naso.

Sornacchio; Farda; Farfallone; Spurgo, Sputo catarroso. V. SCATABO.

SCARCAGIO, detto per ischerzo a Fanciullo, Marmocchio Anche nel sign. di Scriatello; Mingherlino, V. CoGIONARIETO. SCARCAGIOSO, add. Sornucchioso, Agg. di Persona solita a sornacchiare, a far sornacchi.

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SCARCAVALO, 8. m. Scoppietto; Salterello, Pezzo di carta ripiegata e legata assai strettamente, nelle pieghe della quale sta rinchiusa polvere d'archibuso che accesa e scoppiando fa del romore Raganella, dicono i Razzai a Razzo matto o Salterello TRICCHITRACCHI, dicono i Siciliani a questo Scoppietto. Il Burchiello parlando dello scoppio delle castagne al fuoco, lo esprime col tric trache. SCARDÒBOLO, lo stesso che SCARCAGIO nel terzo signif. V.

SCARDOLA O SCARDOA, 8. f. Scardova ; Scardine e Scardòne, Pesce vilissimo d'acqua dolce ed è la Scardula degli antichi, per cui il nostro Nardo lo nominò Cyprinus Scardula. SCARGABARİL, 8. m. Scaricabarili, Giuoeo fanciullesco che vien da noi descritto alla Voce ZOGAR A SCARGABARIL, V. ZOGAR.

ZOGAR ▲ SCARGABARIL, detto fig. Fare o Giuocare a civetta, e vale Scaricarsi o gravarsi a vicenda, apporsela l'un l'altro. SCARGALASENO, ZOGAR A SCARGALASENO, V. ZOGAR.

SCARGAR, v. Scaricare; Discaricare, V.
DESCARGAR.

SCARGAROZZO, Voce fam. detta per agg. a
Fanciullo, lo stesso che SCAGozzo o Smer-
DOSO, V.
SCARLATÈA, V. Granio ScarlatEA.
SCARLATINA, 8. f. Scarlattino o Scarlat-

to, Panno lano rosso di nobilissima tintura, | SCARNIR, v. CORTÈLO DA SCarnir, V. Core ch'era una volta in grand' uso fra noi prima del 1797 ne'tabarri politi.

COLOR DE SCARLATINA, Color di scarlatto.

In altro sign. Scarlattina o Rosolia, dicesi ad una Sorta d'infermità che viene alla pelle, empiendola di macchie rosse con piccola elevazione e con febbre. SCARLATO, 8. m. (Forse, come pensano alcuni, dal lat. Galatum, di Galazia, provincia dell'Asia, ove ai tempi Romani raccoglievasi la grana migliore, da cui si cavava un rosso bellissimo che dicevasi Galato) V. SCARLATINA.

DEVENTAR UN SCARLATO, Dettato fam. e met. Arrossire o Arrossare, Venire rosso in viso per vergogna, che fu anche detto Farsi le gote come un peperone o Farsi il viso come un verzino, cioè come il color rosso del legno verzino.

SCARLETI, Voce fam. e furbesca, che vale Finzione; Falsità; Favola; Pastocchia, Ritrovato falso. Maschera, per Falsa apparenza. V. DEGOLA.

SCARMÈTO, V. SCARMOLIN.

SCARMIDA, 8. f. Tonditura; Tagliatura; Troncamento; Scarnumento, Diminuzione di che che sia.

SCARMIO, add. Divenuto scarno o Scarnito, cioè Magro, secco, asciutto, e dicesi di persona Scarnato, nel sign. di Diminuito o Scemato, dicesi di legno, pietra o simile.

SCARMİR, v. Scarnire, dicesi per simil. del Levar alquanto della superficie a che che sia, e vale Impiccolire, Assottigliare, Diminuire, Troncare, V. SCARNIR.

SCARMIPSE, Scarnarsi o Scarnirsi, vale Dimagrare, Estenuarsi, che anche dicesi Smagrare; Smagrire e Dimagrare, verbi neutri.

SCARMIRSE, V. SCHERMIRSE. SCARMO, add. Scarno e Scarnito o Scarnuto. vale Magro, che ha poca carne, secco, Scarso della persona Segaligno vale Di complessione adusta, Non atto a ingrassare, Secco, Asciutto e come di colore di segala.

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Scarico di collo o di gamba, dicesi del Cavallo o simile animale, che abbia il collo la gamba sottile, svelta.

DEVENTAR SCAR MO, V. SCARMIR. SCARMOLİN, add. Scarso, Di membra leggiadre ed agili, Anzi magro ehe no: contrario di Atticciato, di Traversato, di Massiccio.

Nelle voci italiane scoperte dal Padre Bergantiri, alla voce Scarnato, leggesi Scarmolino.

SCARNADA, 8. f. Scarnamento, Lo scar

nare.

SCARNEVALAR, v. lo stesso che CARNEVA LAR, V.

SCARNIFICAR, v. Scarnificare e Scarnire, Levar altrui la carne.

Detto fig. Spolpare altrui, vale Ridurlo senza polpe, cioò In miseria, Ridur sul lastrico.

Dicesi anche per Scarnare o Scarnire, cioè nel sign. di Impiccolire, Scemare.

TELO.

SCARO 8. m. detto più propr. da'Pescat. Gi

ROLA, Scaro, ed anche Sarago e Sargo Pesce di mare che si pasce d'erbe, ed è il solo Ruminante tra i pesci, conosciuto da Plinio col nome Scarus e detto da Lineo Sparus Sargus. Egli ha il corpo stiacciato ai lati come l'Orata; è di color livido rossastro a coda macchiata di nero; ed è pesce poco ricercato. La sua grandezza rade volte sorpassa il piede. I pescatori dell'Istria gli dicono SARGO. Leggesi però in Plinio, che questo pesce fosse originario del mare di Scarpanto, isola fra Candia e Rodi, e che ai tempi Romani sia stato portato sulle navi e seminato nel mare fra Ostia e la Campagoa, e che quindi siasi anche sino a noi propagato. Quando è salato in barili come le sardelle, si chiama SARACA. SCAROZZADA, s. f. Carrozzała o Cocchiata, Compagnia di persone, ch'è portata nella stessa carrozza.

SCAROZZARSE, v. Scarrozzare, verbo neutro, Far trottare in carrozza, Farsi portare in carrozza, ed anche Correre in car

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SCARPA GROSSA, Scarpettone, Scarpe che sono portate per lo più dai contadini. V. SCARPONA SCARPA GROSSA PAGA OGNI COSSA, Detto fig. I cenci o gli stracci vanno all'aria; Le mosche si posano sempre addosso ai cavalli magri, Prov. e vale che I men potenti sono i primi ad essere sottomessi.

SCARPE A TRABUCHÈLO, Scarpe a trabiccolo o a bertesca, Stranissima e pericolosa moda di scarpe che al tempo del nostro poeta Varotari, nel secolo XVII usavansi in Venezia, le quali avevano un calcagno di legno alto circa un palmo, onde non premeva per sostenersi che il calcagno stesso. Questa pazza moda vien da lui oriticata nella satira ottava co❜seguenti versi:

CHE VE PAR DE LE SCARPE A TRABUCHÈLO,
CHE PER CALCAGNO HA TANTO DE PANDOLO?
BELA INVENZIÓN DA SCAVEZZARSE EL COLO, ec.

ESSER CO UNA SCARPA E UN ZOCOLO, Detto

fam. Essere malissimo vestito, con abiti sconvenevoli ed incoerenti.

SCARPE CHE CALZA O CHE NO CALZA, V. CALZAR.

SENZA SCARPE IN PIE, V. PIE.

FARSE UN PEr de scarpe de fero e andÅR CENTO MIA LONTAN, Chi ha spago aggomitoli, e vale Chi è in peccato scampi.

I CALEGHERI Ga sempre le scARPE ROTE, I Calzolai fan come l'asino che porta il vino e beve l'acqua, Affaticarsi a pro d'altri.

NO AVER SCARPE IN PIÈ, Esser povero in canna, Povero affatto, Esser cenciosissi

mo.

NO ESSER DEGNO DE ZOLARGHE LE SCARPE, Non esser degno di sciogliere la coreggia del calzare ad uno, Detto fig. Non esser degno di star in compagnia di uno.

No SAVER QUANTI pie va in t' una scarpa, V. SAVER.

STIMAR UNO QUANTO LE SO SCARPE ROTE, Stimare uno quanto il cavolo a merenda. Non averlo in alcuna stima. SCARPA, s. f. o SCARPA DE LA MURA, Scarpu, dicesi a quel Pendio delle mura, che le fa sporgere in fuori più da piè che da capo — Imbasamento o Basamento chiamasi quel Sodo dell'edifizio che ricorre immediatamente fuor del terreno e gli serve di piedestallo e di base.

SCARPA DEL FOSSo o de l'àrzare, Scarpa d'un fosso o d'un argine.

SCARPA O SPONDA D'UNA STRADA, Banchina o Panchina, si dice in T. Idraulico a Queilo spazio di terra, ch'è tra le guide della strada e gli orli dei fossi laterali. SCARPELIN, 8. m. Scarpellino. V. TAGIA

PIERA.

SCARPELO, s. m. Scalpello e Scarpello, Strumento noto di ferro ad uso de' Tagliapietra. Asta si dice al Manico.

SCARPELO DA ONGIA, T. de' Maniscalchi, Incastro ed anche Curasnetta, Ferro con cui si tagliano le unghie ai cavalli.

SCARPELO DA CALAPAI, Calafato, dicesi anche lo Strumento di ferro fatto a guisa di Scarpello, con cui il Calafato batte col mezzo del maglio e fa entrar la stoppa nelle fissure della barca. V. CALAFATÅR.

SCARPELO PEDAN, V. PEDIN. SCARPÈLO, s. m. Nome che i nostri Cacciatori valligiani aggiungono all' Uccello detto SCARPOLARO, V.

SCARPENA, 8. f. (coll'e serrata) T. de'Pesc. Scorpena, Pesce di mare, detto già latin. Scorpoena, e da Linn. Scorpoena Porcus. Di questo pesce dei più conosciuti dagli Antichi, tante cose furono dette del suo uso o delle sue parti in fatto di Medicina, e sulla puntura delle sue spine, le quali presentemente non si confermano. La sua carne è stopposa, e vien usata nelle cucine deʼgrandi per far brodo.

SCARPENA D' ASPREO, O DE SA880 O DE NOVA INVENZIÒN, s. f. T. de' Pesc. Specie di Scorpena che il nostro Nardo intitolò Scorpoena bicolorata. Questo pesce di mare è raro, e si distingue dagli altri suoi congene

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