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TURCHINÈTO, add. Turchiniccio ; Azzúr

riccio.

TURCHINON, add. Azzuolo, Aggiunto di

Colore turchino buio.

TURCIMÁN, 8. m. è voce ant. che s' incontra nel poemetto sulla guerra de' Nicolotti e Castellani e detta nel significato naturale di Turcimanno o Interprete, come nel seguente esempio : QUESTA (percossa ) SARA EL TURCIMAN, Questa sarà il turcimanno, che vuol dire, Questa sia l'interprete delle intenzioni mie di replicartene delle altre.

TURCO, s. m. Turco.

VESTIARIO TURCO, Vestiario turchesco, Ch'è alla foggia ed all' uso de' Turchi. MAZZEMO UN TURCO, V. MAZZAR. TURGAR, verbo ant. (probabilmente corrotto dal lat. Turbo, as) Rabbruscarsi o Rabbruzzarsi e dicesi del tempo No VEDÈ CH'EL TEMPO TURGA? Non vedete che il tempo si rabbrusca o rabbruzza.

Detto metaf. Non vedete che la marisna è turbata o gonfiata? Quando si vede uno in collera o pieno di mal talento. TURIBOLO. V. TORIBOLO. TURLÒN, 8. m. Voce antica del dialetto veneto, che vuol dire Cupola del Campanile. Nel Dizionario delle Voci barbariche di Du-Cange dicesi Turrile che si spiega Campanarii pyramis.

TURLULŮ, add. Chiurlo; Allocco, Uo

no balordo, Babbaccio; Babbeo; Baciocco; Tordo; Cuccio; Cucciolo; Tondo di pelo ; Materiale.

TURO, Maniera plebea usata a Chioggia, che vuol dire Va via; Va alla buon' ora; Vatti con Dio; Togliti a me dinanzi. TUTÈLA, s. f. Tutela; Tutoria e Tuto

reria.

ESSER MESSO SOTO TUTELA, Esser messo ne' pupilli, cioè Sotto la cura di chi che sia per cattiva amministrazione.

ANDAR FORA DE TUTELA, Uscir di donzellina; Saltar la granata, Uscir della direzione altrui.

TUTISSIMO, Tutto tutto o Tututto così accorciato per secondar la fretta della pronuncia, ed ha la forza del Superlativo. TUTO, add. Tutto.

TUTO AFATO, Tutto tutto o Tututto.
TUTO È BON, V. BON.

TUTO IN T'UNA VOLTA, Tutto ad un tratto; Di colpo ; A un colpo.

TUTO LU, E tutto lui maniato, vale Somigliantissimo. V. SPU.

TUTO PER L'ONESTO, V. ONESTO.
TUT' AL PIÙ, Al più; Al più al più.
DAR A TUTO, V. Dar.

DIRSE DE TUTO, V. Dir.

L'È TUTO, Essere il tullo, cioè Aver tutto il potere e l'autorità.

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U

UA

U. Lettera dell' alfabeto, che talora è vocale e talora consonante, e sempre di genere mascolino. Un u vocale.

UA, s. f. Uva, la cui pianta è detta da Linneo Vitis vinifera.

U▲ BIANCA, Uva bianca o albana.
UA CALABRIA, Zibibbo.

UA CANDIOTA O DE CANDIA, Sorta d'uva bianca, comunissima in Venezia, probabilmente portataci dall'isola di Candia, ora fatta indigena anche del nostro clima; ed è probabilmente la Vitis laciniosa di Linneo, che ha le foglie molto laciniate, detta da altro Autore Vitis cretica alba laciniatis foliis chiamata ital. Uva e Vite d'Egitto o di Gerusalemme.

UA CENERENTA, Lividella, Di color livido, che ha lo stesso sapore della marzemina.

UA CORBINA, Corbina, Uva nera e bonissima a far vino.

UA GARGANEGA, Uva garganega, Uva nera e bianca, serbabile oltre tutte le altre. U▲ IN COMPOSTA, Uva acconcia, cioè Accomodata con acquavite.

U▲ LUGIADEGA, Uva lugliatica o lugliola; Uva tenera, squaccherata, cioè di poca consistenza, la primaticcia che si matura in luglio.

UA MARZEMINA, Uva marzemina o marzomina e marzimina.

UA MOSCATA, Uva moscatella.

UA NEGRERA, Uva mostaia; Morone nero; Mostaia.

U▲ OSELINA, Lambrusca; Abrostine; Uvizzolo ; Raverusto.

UA PASSA, Uva passula o passa o passerina o di Corinto, Uva nera piccolissima, che si secca al sole e ci vien di Levante.

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UET

MARZÌR, L'uva muffa ed ammezza o ammezzisce.

L'UA SCOMENZA A VAREZAR, L'uva invaia o invaiola, Si fa nera e vale Si matura.

L'UA PER TEGNIRLA BISOGNA DESTACARLA CHE NO LA SIA NÈ GARBA NÈ TROPO FA

TA, Le uve le quali conservar vogliamo, si voglion cogliere senza guastarle, che non sieno per acerbezza aspre, nè per maturezza magagnate.

UA GRESPINA, s. f. Uva spina, Frutto conosciutissimo d' un arboscello fruticoso detto Crespino, che i Botanici chiamano Ribes Uva spina, V. CRESPIN.

UDIENZA, 8. f. Udienza ; Auditorio e Uditorio Avèr bella e grande udienza, vale Avere molti ascoltatori.

NO DAR UDIENZA A UNO, Maniera fam. Non ascoltare; Non dare ascolto, vale nel signif. vernacolo, Non dar retta, Non abbadare, Dar l'udienza che fa il Papa ai furfanti No GHE DE UDIENZA, Non gli abbadate; Non gli date retta. UDITOR, 8. m. Uditore o Auditore, Quegli che ascolta.

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UDITOR MILITAR, chiamasi Auditore quell'Uffiziale che ne' corpi militari è destinato a giudicare in prima istanza. Nel sistema Austriaco v' hanno l' Auditore Capitano; l'Auditore Stabale, che vale Maggiore; e l'Auditore Generale. Il Capitano equivale ad un Consigliere di prima istanza, lo Stabale a un Consigliere d'appello, e il Generale ad un Consigliere Aulico.

UDITOR DE ROTA, Auditore di Rota, Uno de' dodici Prelati di varie nazioni, che formano in Roma sotto del Pontefice un Tribunale supremo per decidere le liti. Anche la Repubblica Veneta aveva diritto di nominarne uno, che si mantenne sino all' abdicazione del Governo. L'ultimo Auditore Veneto fu Monsig. Giovanni Priuli 3.zo di S. Gervasio e Protasio. UDÒR, V. ODOR.

UÈTA, 8. f. detta anche AMARANTO, Fitolacca; Uva turca o Sanguinella, Pianta originaria d'America, ora comune nelle nostre campagne, la quale produce in grappoli alcune bacche lisce, piene di sugo, che tigne la carta in porporino poco durevole, e serve ancora a tingere in rosso le confet

UMI

ture e cose simili. Linneo la chiama Phytholacca decandra.

UFIZIAL. V. OFIZIAL.

UFIZIANTE, 8. m. Voce introdottasi nelle Segreterie dopo il Governo Austriaco; è come a dire Uffiziale, cioè Persona d' uffizio, Impiegato subalterno.

UGENIO, Eugenio, Nome proprio di uomo. UGNOLAR, v. Scempiare; Sdoppiare, contrario di Addoppiare. UGNOLO, add. Scempio, contrario di Doppio; e dicesi anche a quel Fiore che ha un solo ordine di petali.

CANTAR MESSA IN UGNOLO, vuol dire Cantarla senza l'assistenza del Diacono e del Suddiacono, ma con quella soltanto di un Cherico, detto più comunemente ZAGO O SOTOZAGO.

ULCERETA, s. f. Ulcerazioncella. ULIAR, v. o anche OLIARE, Voci ant. Dare l'olio santo.

ULTIMADA, s. f. Ultimazione.

DAR UN' ULTIMADA A L'AFAR, Ultimar un affare, cioè Terminare, Compiere, Recar al fine.

ULTIMAMENTE, avv. Non ha guari; In questi ultimi trascorsi giorni - SON STA ULTIMAMENTE A PADOA, Ha pochissimi giorni ch' io fui a Padova. ULTIMATORIO, add. T. For. Ultimo; Estremo; Definitivo.

ATI ULTIMATORI, Atti finali, cioè Che sono gli ultimi della causa. ULTIMAZIÓN, s. f. Finimento; Compi

mento.

VEGNIR A L'ULTIMAZIÓN, Ultimare, Dar l'ultima mano, Toccar della fine. ULTRONEO, add. Voce latina, e vale Volontario; Spontaneo.

UMANAMENTE, avv. Possibilmente - F▲RÒ UMANAMENTE QUEL CHE podarò, Farò il mio possibile, Farò tutto quello che starà nel mio arbitrio, nel mio potere. UMANIZARSE, v. Ammansarsi, Farsi mansueto, Addimesticarsi, Addolcirsi; e dicesi delle Bestie ed anche delle Persone. Si dice pure Ammunsirsi. UMIDÈTO, add. Umidetto; Umidiccio; Mollicello; Molliccio, Alquanto umido e molle.

Detto ancora per Soppasso, Tra passo e fresco, Mezzo asciutto.

UMIDIO, V. INUMIDIO. UMIDO, s. m. Umidezza; Umidità; Umido; Umidore.

UMIDO DE LE VIVANDE, Intinto, sust. La parte umida delle vivande nella quale si può intignere (TOCHIAR). UMILIAR, v. Umiliare; Riumiliare, Render umile.

UMILIAR, dicesi ancora per Presenture; Sottoporre; Sottomettere un memoriale o simile ad alto personaggio.

Umiliarsi e Dibussursi, vale Divenir umile, Abbassarsi BISOGNA UMILIARSE, Abbassati e acconciati, per dire, Pur che tu acconci i fatti tuoi non ti curar di abbassarti e umiliarti.

UMOR, s. m. Umore, Materia umida, liquida.

UMOR DE LE PIANTE, Mucillaggine; Fecula e Glutine. Nello stato naturale questa❘ sostanza dicesi Albume.

UMOR DE LA TERA, Uligine, Voce latina e vale Umore che ammollisce la terra; quindi si dice Campo o Prato Uliginoso.

Umore, si dice altresì la Disposizione naturale o accidentale del temperamento e dello spirito, il Genio o l' Inclinazione. Esser di buon o mal umore TROVAR QUALCUN IN BON UMOR, Trovar alcuno in buona luna, in buona tempera, V. BISBETICO CHI XE D'UN Umor e chi de l'aLTRO, Come i polli d' un mercato un buono, un cat

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A UNA, Insieme; Unitamente METER A UNA O A UN, Mettere in una o ad una o ad uno; Recare in uno, Metter insieme NO PODER STAR a una o a un, Non poter tenersi insieme o in sè, vale Non potersi te. nere unito, collegato ANDAR A UNA, Andare a una o ad una, Andare insieme; ovvero Concordemente, D' accordo. UNALTRI, dicono molti idioti, forse per essere espressione più ovvia di NUALTRI, che comunemente si dice per Noi: benchè alcuni civilizzando in certo modo la maniera volgare, dicano NOI ALTRI.

UNALTRI O NOI ALTRI SEMO SIE IN FAMEGIA, Noi siamo sei in famiglia; ovv. La famiglia nostra è composta di sei persone. UNDESE, Undici, Nome numerale decimo o Undicesimo, Quantità numerata di undici.

Un

UNDESONZE, add. D'undicionce; Fatto a straccio; Bozzo; Sterpone; Nato senza licenza; Bastardo; Non è di peso, Detto per aggiunto a Persona che non è nata di legittimo matrimonio. UNGUENTO, s. m. Unguento.

UNGUENTO SPUÌN O BOCHIN, Unguento bocchino, Voce fiorentina. Così chiamasi scherzevolmente lo sputo, e suol dirsi a chi si lamenti per un male di poco momento, e tale che sarebbe sanabile anche colla semplice applicazione dello sputo. UNIFORME, 8. in. (Voce Francese) Divisa, Abito o vestimento militare di foggia e di colore distinto, per isceverare i tuoi dai soldati degli altri, e quelli d' una milizia dall' altra.

GRAN UNIFORME, Gran divisa; e così la Mezza divisa pegli Ufficiali superiori e subalterni.

UNIO, add. Unito.

UNUCO, s. m. Eunuco, Quegli al quale sono state recise le parti genitali, come ve n' ha fra gli Orientali, e ce n'era anco fra noi altra volta.

URAGAN, 8. m. Uracano, Vento fortissimo e procelloso che mena grandi rovine. V. SIÓN.

URCI E BURCI, detto per Agg. a Uomo, Bagnato e cimato; Bambino da Ravenna; Fantino; Maliziato; Volpone, Grande astuto. Corbacchione da Campanile, Uomo che non si lascia aggirare. Fagnone, dicesi d'un Astuto che si finge semplice. V. SAVERLA LONGA, in SAVER. URLADA, s. f. Urlamento, L'atto d'urla

re

Urlio, dicesi allo Strepito o Romore che si fa nell' urlare, e si dice comun. di Quello di molte persone, che favellando insieme rompono altrui il capo colle strida.

URLADA, nel linguaggio fam. si dice anche per Gridata DAR UN URLADA, Far una gridata; Gridare; Taroccare.

Vale non meno fam. per Piunto; Grido. URLAR, v. Urlare; Urlare come un cane, come lupo, forte, fieramente.

URLAR COME UN MANZO, Mugg hiare come un bue.

L'UBLA CHE PAR CH'EL SE SBREGA, Stiaccia come un picchio, Grida. URTA — AVÈR IN URTA, Avere in urta qualcheduno, modo basso, Voler male ad alcuno. Aver in uggia o a uggia, ha il medesimo sign.

TOR IN URTA QUALCÙN, Torre o Torsio Prender in urto o in urta alcuno. URTÀDA, 8. f. Urtata; Urto; Urtamento ; Urtatura; Urtone; Spinta o Pinta; Coz30, L'atto dell' urtar o dello spingere. URTADA, detto fig. Gridata; Contesa; Dissensione DARSE UN' URTAva, Urtarsi;

Cozzarsi insieme, V. URTARSE. URTADOR, 8. m. Voce che suona Sollecitatore o Impulsore; intendiamo con questo nome un Mezzano, ma propriam. Quello che, frammettendosi negli affari altrui sotto apparenza di sostenere il vantaggio d'una delle Parti, non cerca in sostanza che il proprio. Sotto questo senso v'appartengono Bindolo o Bindolone, cioè Colui che aggira altrui, che usa bindolerie; Arrotino, Uomo interessato che cerca in ogni cosa il suo vantaggio, Impigliatore o Impacciatore, Imbroglione; Sorbone, Uomo cupo che, tutto intento ai proprii vantaggi, procura segretamente o accortamente di conseguirli. URTANTE, add. - COSSA URTANTE, Slomacosa; Rivoltante; Che disgusta, che spia ce, che muove a sdegno, a bile. URTAR, v. Urtare TORNAR A URTÁR, Riurtare Punzecchiare; Frugure cul gomito, Urtare, Stimolare.

URTAR A LA PRIMA O URTAR DRENTO, Apporsi, vale Indovinare.

URTAR CON CHI GA I CORNI PIÙ LONGHI DEI TOI, V. COZZAR.

URTAR IN TE LA BARCA DEL CAI, Dar ne! bargello; Battere il culo in un cavicchio, Capitar male, Far cattivo incontro.

Urtarse in quaALCÙN PER STRADA, Abbat tersi; Avvenirsi; Incontrarsi.

URTARSE CON QUALCÙN, Cozzare insieme. Si dice di quelli che vengono in dissensione; il che anche dicesi Urtare. URTO, s. m. V. URTADA.

DAR URTO A QUALCOSSA, Dare impuls. eccitamento, stimolo, motivo, cagione: Incitare; Eccitare; Stimolare; Provo

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USEBIO, Eusebio, Nome proprio di Uomo, ma fra noi disusato.

USMA, s. f. Usta, che significa Passata, Sito, ch'è Quell' odore o Quegli effluvii lasciati dalle Fiere dove passano, i quali, penetrando nell' odorato de' cani da caccia, destan in essi una grandissima ansietà di ritrovarle Fiuto, dicesi al sentimento dell' odorato.

ESSER SU L'USMA, Esser in sulla fatta o in sulla Eraccia o per la buona, parlandosi di Came che insegue le fiere, e vale Esser sulla via opportuna di trovarle. CAN DE BONA USMA, Cane sentacchio o sentacchio-so, che braccheggia, che fruta. TROVAR USMA, dicesi per simil. Trovar

a lentone a caso o a casaccio. CONOSSER UNO A USMA, Conoscerlo a futo.

AVÈR UN FIÀ DE USMA, detto fig. Aver | USUBRUTO, avv. che altri dicono A usuqualche sentore o fummo o traccia o lume BRUTO, Storpiatura delle parole latine Ex d'alcuna cosa. abrupto. V. ESabruto.

USMÀDA, s. f. Fiuto, L'atto del fiutare. USMADIÑA, 8. f. Fiutatina, Piccolo' fiuto, Leggero odoramento. USMÅR, v. Aormare, voce de' Cacciatori, vale Cercar la fiera seguendone le orme: dicesi anchè Braccare e Braccheggiare, V. BRACHIZAR.

USMARIN, V. OSMARIN.

USO, s. m. Uso; Usanza, Consuetudine.
MANCANZA D'uso, Non uso.

L'ABUSO FA USO, Uso fa legge; Uso si converte in natura, valgono, La consuetudine acquista forza di legge; ovv. Gli abiti hanno tanta forza in noi, che difficilmente si vincono.

ROBA DA USO, Roba usativa, Che si può

usare.

NO FAR MOLTO USO D'UNA COSSA, Non far troppo guasto d'una cosa o Non farne guasto, Non se ne servire, Non curarsene.

ADATARSE A L'USO DEL PAESE, Paese che vai, usa che trovi, Adattati all'usanza del paese in cui ti trovi.

USSIDA, 8. f. Uscita; Escita, Per quello che si spende, ch'esce di scarsella. V. INSIDA. USSIER, s. m. Usciere, Uffiziale ministeriale che v'era presso alle Corti ed alle Magistrature giudiziarie del cessato Governo italiano; il qual Usciere era destinato all' intimazione degli atti. Ora quest' uffizio è sostenuto da' Cursori.

CAPO DEI USSIERI, Mastrusciere o Maestro Usciere.

USTINARSE, V. OSTINARSE. USUALMENTE, avv. Usatamente; Per uso; Per usanza; Solitamente.

PORTAR UN ABITO USUALMENTE, Portarlo ogni giorno, tutti i giorni.

USURAR, v. Usureggiare, Fare usura, Dare o Prestare ad usura.

USURARO) s. m. Usuraio; Usurario; UUSURÈR) suriere, Quello che dà o pre

sta ad usura.

USURPO, s. m. Usurpamento; Usurpazione.

UTE e Uri, avv. È propr. la voce Ut latina, che ci è rimasta nell'uso del dialetto, e vale Come.

UTE O UTI MI; UTE O UTI LU, Come io; Com'egli o lui; ovvero Quanto a me; Quanto a lui.

UTENSILI, s. m. Utensili, Strumenti, arnesi, e mobili, che servono ad uso delle case, e delle officine.

UTIA, s. f. Uccellare; Frasconaia; Boschetto, Ristretto di piante salvatiche con certo ordine, per uso di pigliare alla pania gli uccelli, ed in particolare i tordi. Dicesi anche TORDERA.

UT PLURIMUM, Maniera latina che usavasi fin nel secolo XVI nel nostro dialetto nel vero suo significato, Com'è il più delle volte. Questa maniera ci è riportata nelle lettere del Calmo.

UTUNÀL, add. Autunnale, D'autunno. UTUNO, s. m. Autunno, Stagione dell'an

no.

UZZAR, Aizzare; Aissare; Inizzare e Adizzare, Incitar il cane a mordere, che dicesi anche Instigare e Ammettere.

UZZAR QUALCÙN, Adizzare, detto metaf. vale Provocare, Irritare, Eccitare. UZZARSE, Provocarsi; Bisticciarsi; Instigarsi; Garrire; Proverbiarsi, Offendersi scambievolmente.

V

VAC

VA, Vada, cioè Vada la scommessa, Scommettiamo; Giuochiamo.

VACA, 8. f. Vacca; Buessa, La femmina del Bue.

Detto per agg. a Donna, Giovenca o Giumenta, Si dice per ingiuria.

Detto per agg. a Uomo, Vigliacco ; Vile: Poltrone, V. CRAVA.

Vacca, dicesi ai Bachi da seta che intristiti per malattia non lavorano.

AZIÓN DA VACA, Azione fatta vigliaccamente, da vigliacco, da codardo.

GRASSO COME UNA VACA, Parer un carnovale, dicesi popolarmente di Persona grassa e grossa. V. PORCHERA.

ANDAR DRENTO PER EL BO E VEGNIR FORA PER LA VACA, V. Bo. VACANZA, 8. f. Vacanza o Vacazione, Giornale di riposo.

Vacanze si chiamavano ai tempi del Governo Veneto quelle, che secondo la costituzione erano permesse tanto d'estate che d'autunno, nelle quali cessavano dalle loro occupazioni ordinarie i Magistrati civili. Supplivano rispettivamente pei Magistrati gli Avvogadori del Comune e il Collegio de' Signori di notte al civile; e le cause in appello restavano sospese. Le Ferie si concedevano ai tempi di Pasqua e di Natale.

ESSERGHE VACANZA D'UN IMPIEGO, Vacare un impiego, un uffizio, Esser cioè senza possessore.

TOBSE VACANZA DA SO POSTA, Inforcare la scuola o Far forca alla scuola, vale Prender la vacanza da per sè, senza licenza o ordine del Maestro. VACARIA, s. f. Cascina, Luogo dove si tengono e pasturano le vacche, onde si fa il burro ed il cacio.

LA XE UNA VACARIA, detto fig. Ella è una disonestà, oscenità, lordume, lordura, sporcizia, nefandità, cioè Cosa contraria all' onestà. VACARO. V. VACHER.

VACAZZA, s. f. Amoscine, Specie di Susina, la cui pianta è conosciuta sotto il nome di Prunum Damascenum.

VACHEMÒRE ( coll' o aperto) s. f. Vacca e Incotto, Que' lividori o incotti che vengono talora alle Donue nelle cosce, quando tengono il verno il caldanino sotto la

VAC

gonnella, e nelle gambe di coloro che scaldandosi le avvicinano troppo al fuoco. V. ZARIESE.

VACHER O VACARO, S. m. Mundriale o Mandriano e Guardamandrie. Custode della mandria. Vaccaro, chiamasi il Guardiano delle vacche Vaccara, dicesi alla Femmina. VACHERA (coll' e aperto ) s. f. Basoffione: Pentolone, Uomo assai grasso e pinguissimo. V. PORCHERA. VACHÈTA, s. f. Vacchetta; Vaccarella; Bestia vaccina d' un anno intiero.

Detto per Agg. d'ingiuria a Femmina, Vaccherella; Vaccuccia.

VACHÈTA, 8. m. Abbecedario, Libro che, disposto con ordine alfabetico, serviva negli Archivii sotto i Veneti all'uso di rinvenire le carte occorrenti.

Vacchetta, dicevasi anche ad un libro, in cui si registravano le spese giornaliere.

VACINA, 8. f. Vaccina, Voce dell' uso. Specie di Miasma che si estrae da certe pustule morbose, che vengono specialmente alle mammelle delle Vacche in alcuni paesi, e di cui ci serviamo per la vaccinazione, per preservar le persone dal vaiuolo naturale.

VACINAR, v. Vaccinare, T. dell' uso, e vale Innestar il vaiuolo di vacca, Far la vaccinazione.

VACINAZION, s. f. Vaccinazione, verbale di Vaccinare. Operazione chirurgica che si eseguisce per lo più sulle braccia, introducendo subcutaneamente il miasma vaccino nelle persone, che non hanno avuto il vaiuolo naturale, per preservarle da tale malattia pericolosa. VACON, detto per Agg. a Uomo, Vigliac

cone; Poltrone; Vile; Codardo. VA CO VA, Maniera fam. V. in ANDAR. VACUO, add. Vacuo, V. VoDo.

Vacui, in T. Forense del cessato Governo Veneto, si chiamavano le giornate nelle quali arringavansi le cause dinanzi ai Consigli di quaranta, che a motivo della grave loro importanza o diramazione, non potevano essere definite in una giornata sola, ma doveva esserlo in più giorni; quindi dicevansi Vacui perchè appunto quei giorni rimanevano vacanti per i terzi con

VAG

sigli ordinarii. Causa de vacui, dicevasi quindi ad una Causa simile. VADA, s. m. Voce che sembra corrotta da VADO, Presente del verbo Andare, usato per Strada, Cammino, Sentiere.

ANDAR FORA DEL VADA, Uscir del seminalo, detto fig. Uscir di tema o del sogget to che si ha fra mano; Uscir di squadra, Uscir de' termini. Annestare in sul seeco; Dire di secco in secco vuol dire, Per mancanza di materia entrare in discorsi diversi dai primi e fuori di proposito. Sbalestrare, detta fig. vale Non dar nel segno proposto in favellando di che che sia.

FORA DEL VADA, Fuor di proposito ; Fuor di luogo ; Fuori di strada -I NUMERI XE FORA DEL VADA, I numeri sono spostati.

COSSA CHE XE FORA DEL VADA, Cosa assurda o sperticata, Fuori del ragionevole.

NO LA XE MINGA UNA COSA FORA DEL VADA, Non è fuor di ragione o di probabilità, e vale È anzi probabile o verisimile.

VADA e anche VAGA, sono poi l'imperativo del verbo Andare - VAGA O VADA EL RESTO, Facciamo del resto, T. de' Giuochi d'invito e vale Giuocar tutto quel danaro che uno ha davanti.

VADA CHE VU NO SE CAPACE DE FAR STA COSSA, Scommettiamo che voi non siete capace di far questo; ovv. Giuochiamo che tu non sei cece di far questo.

DE MANCO NO VADA, vuol dire Accelle la disfida.

VADIMONIO, s. m. Vadimonio, T. Fo rense del cessato Governo Veneto, dal barbarico Vadimonium, che significa Pegno o Garanzia. Decreto civile, con cui ad istanza della Moglie si autenticava il legale fondamento della sua dote sui beni del Marito vivente. Dicevasi anche Assicurazione di dote. Quest' atto spettava al Magistrato del Proprio. V. PROPRIO. VAGABONDAGIO, s. m. Vagabondità, Il vagabondare e lo Stato del Vagabondo. Nella traduzione del Codice criminale italiano dicevasi Vagabondaggio. VAGABONDÀR, v. Vagabondare, Andar attorno errando e senza saper ben dove, Fare il vagabondo; Andar a zonzo ; Andar a girone, o ronda.

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