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VÀTELA CATA, Locuz. fam. Va a trovartela; Indovinala tu grillo, V. VALCERCA. VE, pronunciato stretto e in forza di sust. Un V consonante; ed è mascolino. VE, pronunziato stretto è Particella che corrisponde al Vi, e serve ad esprimere il terzo o quarto caso del pronome Voi; e si usa o davanti al verbo o affissa al verboVE PROMÈTO; VE VOGIO BEN, Vi prometto, vi voglio bene SE LE VE PIASE, Se vi piaccio no MI NO SO SE EL VE COGNOSSA, Non so se vi conosca VE LO FARÒ VEDER, Vel farò vedere; e così Vel farò chiaro, Ve lo intendo dimostrare; Se ve le volessi tutte contare ec.

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Ve, pronunziato aperto, corrisponde al Ve'accorciato di Vedi, ed è per noi un riempitivo del discorso, ma che dà qualche forza. - MI GHE VADO VE, lo ci vado ve, e vale lo ci vado certamente.

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Ve pur pronunziato aperto, è Interiezione di minaccia, che corrisponde al Væ dei Latini GRAMO TI VE! Guai a te; Misero le! MI NO VE, lo no, ve, Affermazione negativa come se si dicesse Guai a me. VE! ovvero O VE! parimente pronunziato aperto, To' e Tho voce accorciata da Togli, in forza d'interiezione, dinota meraviglia

O VE CHI VEDO! To' ch' io mi vedo! VECE (dal lat. Vice) Vece si dice di Persona o di cosa che sia in luogo d'altro.

FAR LA VECE O LE VECE DE UNO, Prendere o Tener la vece o le veci altrui, valgono Entrare e Stare in suo luogo, QUANMI SARÒ VIA, LA FARÀ LE MIE VECE, Quand' io sarò assente, ellu farà le mie veci, V. INVEce.

DO

VECHIA, s. f. (si proferisce come in toscano Vecia) Vecchia.

VECHIA BALOTA O CARAMPANA, Vecchiarda, Vecchia, ma si prende in cattivo sentimento. V. in Coco.

VECHIA RABINA, Vecchia rantolosa, arrovellata, arrabbiata.

VECHIA PELADA, Ha giocato al Pelacchiù, dicono a Lucca per significare una Donna pelata e calva per vecchiaia o per malattia. È passata per la via de' pelacani:

VECHIA RAPADA, Vecchia grinza o grima. VRCHIA PORCA, Vecchia Gabrina, Nome celebre di Donna vecchia e brutta presso l'Ariosto, passato in nome di disonore e di disprezzo ed usato dal Menzini e dal Fagiuoli, aggiuntavi, l'idea de' laidi costumi.

BRUTA VECHIA O VECHIA MARANTEGA, Befana; Ceffo di befana; Brutta scanfarda; Ancroia; Può andare per la fava alle tre ore; Vecchia grinzosa e brutta, sdentata, bavosa, tremola, stomachevole.

VECCHIA TIRADA SU, Vecchia ricardata, cioè Rinfronzita, Azzimata, Abbellita per comparir giovane.

VECHIA MA CHE FIGURA DA ZOVENE, Donna antica di tempo ma giovane di viso. Co LE VECHIE NON SE S'INTRICA MAI, Chi a vecchia s'accosta, a mala ventura saggrotta, cioè s' accosta.

SE LA VECHIA NO MORIVA, Maniera fam. Se il Nonno non moriva e' sarebbe vivo. Modo di dire che si usa con quelli che millantano che avrebbero fatto se non fosse loro mancato il modo. VECHIÀDA, 8. f. che per lo più si dice VECHIAE al plur. Rancidume; Cose vecchie o viete o ricantate, che hanno un palmo di barba, Cose cioè tante volte sentite e che ridette annoiano.

VECHIÈTÓ, s. m. ( si pronunzia come in toscano Vecieto) Vecchietto; Vecchiuccio; Vecchierello; Vecchicciuolo, Vecchio di piccola statura.

VECHIETO BRAVO, Vecchietto, dicesi di Vecchio vivace.

VECHIETO MINCHIÒN, Frannonnolo, Vecchiuccio scimunito, minchione.

EL XE VECHIETO EL MIO COCOLO, Egli è vecchiuzzo il mio vezzo.

ROBA VECHIETA, Vecchiccio. VECHİN ( pronunziato come in toscano Vecin) — SAVÈR DA VECHÌN, Saper di vieto cioè di Stantio, di rancio e di cattivo sapore per troppa vecchiezza. VECHINA, s. f. (si pronunzia come in toscano Vecina) Imbozzacchito ; Indozzato; Mezza sconciatura, Agg. d'Uomo che cresce a stento - Gallina mugellese, si dice di Chi mostra meno assai di quello che ha.

EL GA UN MUSO DA VECHINA, Ha del vecchiuccio nel viso; Ha un viso un po' antichetto.

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e accivettati internandosi nelle operazioni, più agevolmente v' impazzano che i giovani. Dicono i Siciliani, Se il giovane volesse e il vecchio potesse, non vi sarebbe cosa che non si facesse, prov. dinotante che fatti sono proprii de' giovani e i consigli de' vecchi.

VECHIO IMPERSUrio, V. IMPERSUTÌO. VECHIO MATO, Vecchio impazzato, Contrario di Assennato.

VECHIO PIATOLO8o, Vecchio chioccia, da Chioccia, gallina vecchia e spelata, che cova i pulcini come il malato cova il letto e si rammarica con voce chioccia.

VECHIO PIEN DE SCHINELE, V. SCHINELA. VECHIO PROSPEROSO, Ferrigno; Rubizzo; Prosperoso, Sano, V. SUTO.

VECHIO RABIN, Vecchio arrapinato; Arrovellato di vecchio; Arrovellataccio; Rantoloso; Arrabbiato; Vecchiardo. I vecchi sono come il vino che quanto più invecchia sente d'amaro.

VECHIO RIMBAMBIO O INSENSA, Imbarbogito; Barbogio; Rimbarbogito; Rimbambito.

VECHIO SCOREZON, Vecchio petardo, Che tira peti frequentemente. Bavoso coreggiero che puzza di sotto e di sopra.

VECHIO SIMUNITO, Frannonnolo, Vecchiaccio scimunito.

VECHIO TAGIA IN BONA LUNA, V. TAGIA. CARO VECHIO, Modo d' amicizia come se si dicesse Caro amico; Caro figlio, parlando con Persona confidente No, VECHIO, No amico; No mio caro.

EL PIÙ VECHIO DE TUTI, il Maggiornato, il Vecchiardo, Di età maggiore degli altri.

ESSER VECHIO, Essere alle ventitre ore, V. VEGNIR VECHIO.

GHE NE SA PIÙ I VECHI DEI ZOVENI, I tuo diavol è cattivo perchè egli è vecchio; e l'altro, Quando il tuo diavol nacque il mio andava rillo alla panca, valgono che gli uomini di età come esperti si possono difficilmente ingannare.

MATO DA CAENA QUEL VECHIO CHE S'INAMORA, Chi vecchio s'innamora, oltre ogni pena, gli convengono i ceppi e la ca

tena.

I VECHI XE BUTAI IN T'UN CANTON E STRAPAZZAI, Al cane che invecchia la volpe gli piscia addosso; ovvero Al leone che invecchia le lepri insultano, detto figur. I vecchi sono trascurati e derisi o insultati.

PARER PIÙ VECHIO DE QUEL CHE SE XE, Invecchiuzzire, che vale Intristire, Indozzare in guisa che si sembri più vecchio di quel che porta l' età.

PIÙ VECHIO D'UN SASSO O DE L'ANO DE LA FAME, Più antico del brodetlo; Ha più anni della Sibilla Cumana.

I VECHI GA DA STAR ALEGKI IN CONVERSAZION, Abbia il Giovane del senile e il Vecchio del giovanile, cioè La gioventù sempre vivace si temperi colla saviezza e il vecchio nella conversazione stia allegro.

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VECHIO, add. Vecchio, vale Antico, ch'è di più tempo avanti, contrario di Nuovo o di Moderno VECHIO COME CAGAR A BRAZZI, V. CAGAR.

NOVE VECHIE, V. Nova.

USI VECHI, Usanze invecchiate, Divenute vecchie. Errore invecchiato; Opinione invecchiata; Consentimento invecchiato di molti autori.

PENSAR A LA VECHIA, Preferire le vecchie usanze; Essere o Dichiararsi contrario alle cose moderne; Essere del taglio antico; Io vo' fare come faceva mio padre.

A TOLA NO SE VIEN MAI VECHI, V. TOLA. VECHIO DE MAR, V. FOCA. VEDELA (coll'e aperta) s. f. Vitella mongana, Vitella da latte, Vitellina; Vitelletta Latlonzo o Lattonzolo, Bestia

vaccina da un anno addietro, che dicesi anche Manzotta.

VEDELAME, 8. m. Bradume, Quantità di bradi. Bradi è Agg. di Bestiame vaccino non ancora domato. VEDELATO, s. m. Vitelletto, Ma intendesi molto nutrito.

VEDELETO, 8. m. Vilelletto; Vitellino. VEDELO (coll' e aperta) s. m. Vitello; Boc

cino.

VEDELO DA LATE, Vilella mongana Lattonzo o Lattonzolo si dice la bestia bovina che ha meno d' un anno Birracchio o Sopranno, Quella dopo l'anno Giovenco, il Toro giovine sino al quarto anno. V. SORÁN.

I VEDELI VA IN BECARIA PRIMA DE LE VACHE, E' ne va prima in beccheria gli agnelli che le pecore, si dice Quando muore prima il figliuolo del padre o della madre. VEDELO MARIN, V. FOCA.

CHI VARDA CARTELO NO MAGNA VEDĖLO, V. CARTELO.

Vitello, dicesi anche assolut. per Cuoio o Pelle di vitello.

VEDER, v. Vedere; Scorgere.

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VEDERGHE, Vederci, cioè Conoscere, Comprendere, Avere gli occhi nella collottola, Essere accortissimo I mucini hanno aperto gli occhi, Prov. che si dice di Chi non è facile a ingannarsi o lasciarsi ingannare; Sopravvedere.

VEDER IN BANDA, Vedere in iscorcio o per banda, Vedere in profilo.

Veder la luna IN TEL POZZO, V. Luna.

VEDER LA LUSE DEL SOL, detto figura. Romper la malia, Passata lunga disdetta, incontrarsi in qualche buona fortuna, Cominciar a veder chiaro o a ricomparir la fortuna.

VEDER I SORZI IN PIVIAL, Maniera scherzevole e fig. che vale Vegliare; Non poter chiuder occhio la notte.

NO VEDER DAL NASO A LA BOCA, Avere gli occhi di dietro; Non vedere o tirare da terza in là, Non aver buona vista; e figur. Non aver buona cognizione.

No veder L'ORA, L'ora mi si fa un anno o mille di ; L'ora mi par cento dì ; Andar matto di che che sia; Avere alcuna cosa fitta nelle ossa; Esserne o Andarne pazzo, Desiderare ardentemente.

NO VEDER PER ALTRI OCHI CHE PER I S01, Non veder lume per altri occhi che per quelli di lei; Non vedere avanti di lei; Nè più qua nè più là di lei; Non vedere alcuno a mezzo, Esserne innamorato o Volerle il meglio del mondo.

VEDER O FAR Veder le stele, V. STELA. VEDERSELA ME LA VEDO, Mi veggo in imbroglio, in pericolo; Temo; Preveggo una sventura o di restar soccombente· EL SE L'HA VISTA, Se ne accorse; Se ne addò; Ne pigliò pelo; Ne dubitò; Se n'è dato- ME L'HO vista, Mi vidi in pericolo; Mi conobbi o mi credetti in pericolo di cadere, o di sommergermi VEDERSELA SENZA SPECCHIO, Maniera figur. Comprendere chiaramente il pericolo proprio.

VEDER TORBIO, Vedere come per nebbia; Aver caligine di vista; Mi par di avere come un velo che mi appanna gli occhi: Il suo contrario è VEDER CHIARO, V. - Detto fig. V. GH'È DEL TORBIO, in TORBIO.

BISOGNA VEDER, Locuz. fam. Alla prova si scortica l'asino, Al cimento si conosce l'uomo.

CHI STA A VEDER NO GHE DOL LA TESTA, Chi sta a vedere non gli duole il capo, Prov. significante che Chi non ha proprio interesse nell' affare non se ne sente. Chi sta a vedere ha due parti o due tanti nel giuoco, e vale Ha il vantaggio di lasciar tentare agli altri le cose pericolose.

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LA XE UNA COSSA CHE LA VEDARIA ANCA UN ORBO, La vedrebbe un cieco o il mio bue o Cimabue che aveva gli occhi di panno; Se n'avvedrebbe Nanni cieco, La cosa è chiara.

LO VEDO E NO LO VEDO, Aver la bocca sulla bara, dicesi di Chi per vecchiezza o per malsania par che non possa andar molto in là.

No GHE VEDO BEN, Abbaglio, vale Non regge la mia vista al vedere distintamente le cose. Abbagliarsi, Perdere la vista per soverchio lume.

SE VEDE BEN CHE SE UN VILAN o simile, È si par bene che tu se' un villanzone, cioè Apparisce, È chiaro, È manifesto.

Vede più el Papa e la MasseRA, CHE EL PAPA SOLO, Vedono più quattrocchi che due, V. PAPA.

DAL VEDER AL NO VEDEB, Dal vedere al non vedere; In un attimo, Improvvisamente.

VOLERLA VEDER, Vederla fil filo, vale Trattar la cosa con rigore e guardare ogni minuzia VOGIO VEDERLA A COSTO DE MOBIR O A COSTO DE MI NO SO COSSA O A COSTO CHE ME VAGA LA TESTA, Volerla fil filo o per quanto la canna; Voler vederne quanto la gola; lo ne voglio veder quanto la canna, quanto io avrò fiato, quanto io viva, s' io non iscoppio, s'io non muoio, sin che non m' è tagliato il collo, Tutte espressioni del medesimo significato, usate da Chi essendo in collera, vuol esprimere ch'egli si picca di voler sostenere la sua ragione. VÈDER, s. m. Vedere; Vista.

FAR UN BELO O Bruto veder, Far un vedere bello o brutto, vale Avere bella o brutta apparenza, Far bella o brutta vista. VEDOA, s. f. Vedova; Scompagnata.

VEDOANZA, s. f. Vedovanza; Vedovaggio; Vedovezza.

VEDOELA, s. f. Vedovella; Vedovetta, Dimin.

VEDOÈLE (coll' e aperta) s. f. T. de' Fioristi, Vedovina o Vedovine, Fiorellino notissimo la cui pianta è detta da Lion. Scabiosa atro-purpurea. Il suo fiore è atropurpureo.

VEDOO, s. m. Vedovo; Scompagnato.

RESTA VEDOO, Vedovato; Invedovito. VEGIA (coll' e stretta) s. f. Vegghia; Veglia; Vegliamento; Vegghiamento; Vigilia, Il vegghiare, Non dormire.

Nondormire, che nel numero del più si dice I Nondormiri, vale Vigilia morbosa.

FAR LA VEGIA A UN MORTO, Vegghiare o Vegliare un morto, cioè Star desti la notte per far la guardia a un cadavere.

TRA LA VEGIA E 'L SONO, Sonnacchioni, Tra 'l sonno. Stare fra il dormiveglia. VEGIAR, v. Vegghiare o Vegliare, Non dormire la notte, Star desti.

VEGIAR FORA DE L'ORDINARIO PER FAR QUALCOSSA, Cavarsi il tempo dagli occhi, vale Soffrire il sonno, Non dormire per attendere a qualche lavoro.

VEGIAR I MORTI, Vegghiare un morto, Far la guardia à un cadavere; e quindi Vegghiator di morti, dicesi a Quello che li veglia; e Vegghiatrice, direbbesi alla femmina.

VEGLIÒN, s. f. Veglia,dicesi a una Raunata di gente per vegliare in ballando, cantando ec. per trattenimento della notte; ed in questo significato si dice Fare un festino o veglia; con questa differenza che per Veglia s'intende adunanza d'ogni sorte di persone, laddove Festino si dice solamente

di persone nobili – Veglia bandita, vale

Veglia a porta aperta, dove può andare ognuno; e Veglia formata, una Veglia vera e solenne con tutte le formalità.

VEGLIÒN, dicesi da alcuni per VIGLION, V. VEGNIR, v. Venire, per Giungere ad un luogo L'È VEGNÙO, È venuto; È giunto. VENIR DA CASA, V. CASA.

VEGNIR DA LE NUVOLE O DAL MONDO NOVO, O DA LA VILA, V. MONDONOVO.

VEGNIR EL GRIZZOLO O EL PELO D'OCA, V. GRIZZOLO PELO.

VEGNIR, Venire per Derivare, Procedere, Nascere. VIENLO DA COSTA DE RE? Maniera fam. che dicesi di taluno, il quale pretenda distinzioni incompetenti al suo stato o condizione.

VEGNIR BEN, Venire a bene; Venir su bene; Allignare, dicesi degli alberi e delle piante.

VRGNIR A CHIACOLE, Venire a parole, Contendere.

VEGNIR AL DE Soro. parlando di fortuna, Venire al di sotto, Cadere in basso stato, Venire a povertà.

VEGNIR A MORTE, Venire a morte, Morire.

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VEGNÌR A STENto, Imbozzacchire, Proprio delle piante e degli animali. VEGNIR, Venire, dicesi ancora per Riascire VEGNIR BENISSIMO UN AFAR, Succedere prosperamente; Riuscire; Avere o Venire la pasqua in domenica, Prov. che si usa Quando alcun fatto succeda acconciamente.

IN VEGNIR, Vegnente; Veniente; Prossimo a venire; Rigoglioso; Appariscente, Agg. a persona che va crescendo ed è sana. Vegnentoccio, Alquanto rigoglioso.

VEGNIR DA GNENTE, Misvenire, Venir mauco, Indozzare; Intristire, parlando di certi animali che non crescono per qualche indisposizione.

VEGNIR, Venire, dicesi anche per Diventare, Divenire EL XR VEGNÙO CRESCENDO

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VIESTU? Coll' interrogativo o VIENSTO? (dal lat. Venis tu) Vieni ?

VEGNÙA, 8. f. che suona Venuta, T. dei Pesc. intendiamo propr. quel Canaletto che fassi nelle paludi per approdar col battello al terren sodo.

VEGNUO, Venuto, add. da Venire. VEGRO coll' e chiusa (dal barb. Vegrus) add. Sodo, Agg. a Terreno e vale Incolto, Non lavorato, V. SVEGRAR. VELA (coll' e aperta) V. in VELO. VELA, s. f. Vela: i Pescatori dicono anche VELO, dal latino Velum. Ogni Vela di nave prende il nome dall'albero su cui è apparecchiata.

Vele dell'albero di mezzana: la prima è detta Vela di mezzana, cioè di tutt' altezza ma di mezzana larghezza; la seconda sovrapposta dicesi Contramezzana, Vela quadra e piccola di supplemento; la terza Belvedere; la quarta Contrappapafico di mezzana.

Vele dell' albero di maestra: la prima e più bassa dicesi Vela maestra o Artimone, Vela la più grande della nave; la seconda Vela di gabbia; la terza Pappafico di maestra; la quarta Contrappapafico di maestra.

Vela dell' albero di trinchetto: la prima dicesi Vela di trinchetto; la seconda Parrucchetto; la terza Pappafico di purrucchelto; la quarta Contrappapafico di trinchello.

VELA LATINA O VELA A TAGIO, Vela latina o Vela a taglio o Vela a orecchio di lepre; è di figura triangolare o a tre punte. Nel Mediterraneo è grandemente in uso; e le Galere non portano che vele di questa sorte. V. FIORIDÒr e Ventame.

VELA QUARA O QUADRA, Yela quadra, Di figura quadrangolare.

VELA TRINCHETINA- Dalla cima del Bompresso in quasi alla cima dell'albero di

Parrucchetto s' alzano due vele ; quella più vicina all'albero di trinchetto, dicesi Trinchettina; l'altra al di fuori Flocco.

VELA DE LE LANCHIE, Tarchia, Vela delle Lancie e d'altri bastimenti sottili come le Filughe; è di figura quadrata.

VELA O FLOCO DE FORTUNA, Cecarola, Vela o Pollaccone più piccolo del mezzo vento, di cui si fa uso allorchè il vento diviene eccessivo.

VELA O VELE IN BANDO O IN ABANDON, Vele non tesate.

Vele basse o Basse vele, si chiamano la Vela maestra, la mezzana e quella del trinchetto.

Vele de stragio, Vele di straglio, Vele triangolari e minori che si mettono agli stragli.

VELA A SACOLÈVA, lo stesso che Vela de LANCHIE. V.

ALTEZZA D'UNA VELA, Ghindata d'una vela, cioè tutto lo spazio per cui può essere alzata una vela. V. GHINDAR.

ANDAR A VELA O A VELO, Andare a vela; Veleggiare, Viaggiar con vento favorevole.

Calir le vele, Calare o Piegare le vele. V. TERZARIOL.

DAR LE VELE AL VENTO, Sciorinare, Sventare le vele; Sciogliere le vele al vento.

ESSER A LA VELA, Esser sulle mosse; Esser pronto a partire.

FAR VELA, Far vela o Collar la vela, valgono Spiegar le vele per far cammino - Far poche vele, dicono i Marinari il Tenere spiegate poche vele o per far poco cammino o per ragione del vento poco fre

SCO

FAR VELA CO UNA VISSIGA, Far vela con trinchetto a palo, Quando in tempo di burrasca si naviga con una sola veletta raccomandata ad una stuzza.

Guarnimento d' una vela, dicesi in Marineria quel Cavo ch'è cucito intorno alla vela per fortificarla, e si specifica con diversi nomi secondo la parte della vela a cui appartiene. V. INVERGADURA e GRATIVO.

Incavo d' una vela, si dice Il suo seno o la sua concavità in cui riceve il vento. ImpenÀr e Mainàr la vela, V. Impenir e MAINAR.

METER A SEGNO LE VELE, Orientar le vele, dicesi del disporle vantaggiosamente per ricevere il vento.

MURAR LE VELE, Murare le vele, dicesi dell' Assicurar í due lati delle vele alle due parti del vascello, col mezzo di due funi dette volgarmente Mure, quando il vento soffia di fianco.

SICURAR LA VELA, V. SICURAR.

SCURTAR LE VELE, Accorciare o Imbrogliare le vele, V. IMBROGIAR e Terzarioi. POGIAR LA VELA, V. POGIAR. Sforzar le vele, V. SFORZAR. Teli de le veLE, V. TELO e Ferzo. TIRAR SU LE VELB, Innalzar le vele; Spiegarle; Dispiegarle.

TOMBADA DE LA VELA, V. TOMBADA. VELÀCHIO, s. m. T. Mar. Piccola vela che

s' unisce, come i Coltellacei, per appendice ai maggiori. V. BONÈTE. VELADA, 8. f. (che a Milano si dice MARSINA) Giustacore e Giustacuore e Guardacuore, quasi juxta corpus, Abito proprio dell' uomo, che portasi sopra la camiciuola, che ha i quarti lunghi sino al ginocchio o poco più giù, che sta assettato alla vita e fassi ordinariamente di panno lano ed anche di seta o d'altra tela. Pare che la voce nostra vernacola derivi dal latino Velamen, Coprimento: essendo anche noto che l'antico Giustacore sostituitosi alla lunga vesta nazionale che qui portavasi anticamente all' uso greco, era molto più lungo e largo di quello che le mode ed il gusto lo abbiano col variar de' tempi ridotto. Nella Toscana, nel Romano, nel Modenese, nel Ferrarese e nel Mantovano ec. si dice comunemente Giustacore; per altro nelle Città colte d'Italia si chiama Abito, forse dal Francese Habit. Vedasi Giustacore nel Dizionario enciclopedico dell' Alberti.

PISTAGNA DE LA VELADA, V. PISTAGNA. QUARTI DE LA VELADA, Quarti o Falda o Faldata.

VELADA, in forza di sust. è anche voce antiq. e vale Cesta velata, cioè Coperta. VELÂDİN, s. m. dimin. di VELADA, Piccolo giustacore; Vestituccio; Abitino. VELADON, s. m. acer. di VELADA, Vestimento più lungo e largo del giustacore, che ha la forma a un di presso del Sopratodos, ma n'è più stretto, e si porta tanto sopra il giustacore, che in vece di esso. VELAR, v. Velare, Coprire.

VELAR I QUADRI, Lucidarei quadri, cioè Coprir le pitture per via di luce.

VELE (coll' e larga) - VELE QUA, Eccole qui. V. VELO.

VELÈN, 8. m. Veleno o Veneno, Sostanza mortifera.

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VELEN, Si dice ancora famil. nel sign. di Rabbia; Stizza GO UN VELÈN CHE NO POSSO PIÙ, Ho una stizza o una rabbia o un cruccio a cui non resisto.

LA GA UN VELÈN CONTRA DE MI CHE PAR IMPOSSIBILE, Ella ha un veleno o un odio rabbioso contro di me, che non si può credere.

VELENADA. V. INVELENADA. VELENAR, v. Avvelenare; Venenare; Attoscare, V. ToSSEGAR.

VELENAR QUALCUN, detto fig. Avvelenare, cioè Corrompere.

EL SPUZZA CH' el velena, V. Spuzzår e SMORBAR.

TUTI I SPASSI SE VELENA COI PENSIERI IN

TE LA TESTA, Il continuo pensier fa infastidiare ogni diletto: cioè Recare o Venir noia.

VELĖTA, s. f. Piccola vela, V. BONETE e VELACHIO.

VELÈTA, s. f. Veletto, Sorta d'abbigliamento fatto di velo, che portano le donne di qualità per coprirsi il capo ed il volto. VELETA (coll❜e stretta) s. f. detta anche ERBA DA PASSARINI, T. de' Pesc. Ulva ed

arche Lattuga marina, Pianta erbacea marina, che ha per carattere una fogliazione semplice, membranosa e molto espansa, cresputa e spiegata in varie maniere, somigliando alle foglie della Lattuga. Linneo la chiama Ulva lactuca. Se ne trova ne' bassi fondi marini, ma specialmente nella laguna; e se ne servono i pescatori per riporvi sopra il pesce, o anche per coprirlo ne' canestri affinchè si mantenga fresco: il che accostumando essi di fare singolarmente per le passere, fu detta in vernacolo ERBA DA PASSARINI. VELETON, 8. m. acer. di VELETA in signif. di Abbigliamento che cuopre il capo ed il volto delle donne, Gran velo. VELIER, s. m. Treviere, T. Mar. colui che lavora intorno alle vele, e che le visita ad ogni quarto di muta, per vedere se sieno in buono stato. VELINA, add. Velina, Voce dell'uso, dicesi per Agg. ad una Specie di carta finissima, liscia e senza impronta di filati o trecciuole, detta da' Francesi Papier velin.

VELIZAR, v. antiq. Veleggiare o Velificare, Andare a vela.

VELMA (coll'e aperta) s. f. Voce ant. Melma, Fanghi pantanosi, lo stesso che BARENA, V.

VELO (coll' e serrata) s. m. Velo, Tela finissima e rada, tessuta di seta cruda. VELO BROCA, Velo broccato VELO DAMASCA, Velo damascato QUANTITÀ DE VELI, Velame.

si detta da' Botanici Tagetes patula. I suoi fiori sono gialli ma senza odore. VELUDO e VELÙo, s. m. Velluto, Tessuto di seta ed anche di cotone, col pelo tagliato a guisa di panno.

VELUDO COL PELO, Velluto, a cui non è stato tagliato il pelo.

VENA, s. f. Vena, Vaso o canale del corpo animale che riporta il sangue daile parti al cuore - Arteria, dicesi prop. quel Vaso che porta il sangue dal cuore verso le estremità.

VENA D'AQUA, Vena o Pol'a o Scaturigine, Sorgente d'acqua continua.

VENA DE MINIERA, Vena o Filone. VENE DEI LEGNI O DE LE PIERE, Fibra o Vena, Que' segni che vanno serpendo nei legni e nelle pietre.

VENE, in T. de' Vetrai, Corde, essi chiamano Certi difetti del vetro a guisa di grosse fila.

VENA, s. f. Vena o Avena, Specie di biada uata da una Pianta annuale del medesimo nome, che da Linneo è detta Avena saliva. Il suo grano serve a nutrire i cavalli e molti volatili.

VENA, Venato, Agg. che si dà a Pietra od a Legno che sia segnato con quei segni che per simil. si chiamano Vene. VENARSE, v. Uscir spontaneo o Muoversi, Dicesi del Latte che per soprabbondanza, specialmente nelle donne puerpere, esce dalle mammelle, benchè non ispremuto. VENCÈGIA, s. f. T. Agr. Tralcio secco, Ramo di vite secco.

VELO DA Fior de farina, Staccio da fior VENCER (coll'e serrata) v. Vincere, V. di farina.

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VELUDÈR, s. m. Maestro di far velluti, L'artefice o il Tessitore di velluti. VELUDINI, 8. m. T. de' Fioristi, Amaranto vellutato o Fior velluto e Fiorvelluto, Fiore notissimo, annuale che si coltiva ne' giardini e ne' vasi, la cui pianta chiamasi in Botanica Amaranthus cruentus. I fiori formano spighe di rosso di sangue, che paiono barbate. VELUDINI ZALI, Fiore chiamato da Dodoneo Fiore Africano, prodotto da una Pianta che si coltiva anche fra noi ne'va

VINCER.

VENCHIO (coll' e stretta) s. m. T. de'Panierai, Vinco, Arboscello ch'è una specie di Salcio, delle vermene del quale, appellate pur Vinchi o Vimini, si fanno ceste, panieri, nasse, gabbie e simili arnesi. V. STROPA e BACHÈTA.

Vincastra o Vincustro e Scudiscio, Bacchetta, e per lo più si dice di Quelle det pastori. VENDARIGOLO. Idiotismo per REVENDI GOLO. V.

VENDE, Maniera ant. e vale Ve ne VENDE SUPLICO, Ve ne supplico; Ve ne prego.

VENDEMA, s. f. Vendemmia, Raccolta del-
l'uva dalle campagne ne' tempi autunnali,
per fare il vino.
VENDEMÀDA, s. f. Vendemmiamento e
Vendemmia, L'atto del vendemmiare.
VENDEMÀR, v. Vendemmiare.
VENDER, v. (che la plebe dice VENDE)
Vendere, e s'intende di Cose mobili, come
Carne, frutta, ec. TORNAR A VENDER,
Rivendere.

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VENDER DEI CAMPI O DE LE CASE, Alienare campi o case.

VENDER A BON MERCA, Vendere o Lasciar la roba a buon prezzo o a buon

mercato.

VENDER A L'INGROSSO OA LA GROSSA, Vendere indigrosso, V. INGROSSO.

VENDER A LA MENÙA, Vendere a minuto, a ritaglio.

VENDER A L'INCANTO, Vendere sotto l'asta o all' asla; Subastare; Vendere alla tromba o all'incanto, V. INCANTO O ASTA. VENDER A OCHIо, Vender a mạno, cioè

Senza pesare.

VENDER A PRONTI, Vendere pe' contanti • Dare pe' contanti.

VENDER A RESPIRO, Vendere o Dare pei lempi.

VENDER A STRAZZAMERCA, Vendere a offerta o per un pezzo di pane; Straziare la roba; Far gran mercato di che che sia.

VENDER A TEMPO, Il tempo vende merce o Temporale vende merce, Bisogna valersi dell'occasione che porge il tempo nel vender bene la mercanzia.

VENDER BALSAMO, detto metaf. Spacciarle grosse; Spacciare a credenza, Voler far credere quel che non è.

VENDER CARO, Vendere il sol di luglio, detto fig. vale Vender caro VENDI CARO E PESA GIUSTO, Vendimi caro e giusto mi misura.

VENDER COL FIOR IN RECHIA, Vender caro; Stare in sul tirato, Tenere in soverchio prezzo la mercanzia. Sopravvendere, vale Vender la cosa più ch'essa non vale. VENDER CHIACOLE O PENOCHI, Appaltare o Appaltar colle parole, Indur altrui con parole a far che che sia, Vender parole; Far chiacchiere Dare o Vender bossoletti o Vender vesciche per palle grosse, vale Dar buone parole e cattivi fatti.

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Vender i crediti, Tagliare la detta, È il vendere altrui le pretensioni dei crediti col perdervi qualche cosa.

VENDER IN ERBA, V. MAGNAR IN Erba, in MAGNAR.

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VENDER PER EL COSTO, Vender come s'è comperato; La vendo come l'ho compera; Gliela do pel costo Detto poi metaf. vale Non garantire la veracità d'una cosa che si dice. Io vendo la carota e l'ortolano.

VENDER UNA COSSA PER L'ALTRA, Vender vesciche per lanterne; Vender picchi per pappagali; Incarlocciare le vecce per pepe; Vendere per torta la fava; Dare o Vender bossoletti; Vender vesciche per palle grosse, valgono Ciurmare.

VENDER GATI IN SACO, V. GATO.

VENDER UNO IN GALIA, Maniera bassa fam. e fig. Rivendere uno, Vale Sopraffarlo, Sapend one più di lui. I fanciulletti di dieci anni rivenderebbono uno di cinquanta.

Si dice pure in modo basso, No so VENDUO IN GALIA, che significa Non sono forsato; Non sono vostro schiavo; Non sono obbligato a secondare i vostri capricci e simili.

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Qualunque cosa che si profferisca è di minor pregio che quando è ricercata.

ROBA DA VENDER, Roba venale o vendereccia, Che si vende o Ch'è in vendita.

Vender el sol D' AGOSTO, V. SOL. VENDERIGOLA, 8. f. Voce ant. usata nelle prose del nostro Calmo, che si dice ancora dagl' idioti. V. Revendigola. VENDÈTA, 8. f. Vendetta; Ricatto; Ri

scatto.

Vendetta di cent anni ha ancora i lattaiuoli, quasi si voglia dire ch'È giovane, Ch'è fatta in tempo.

Vendetta trasversale, si dice Quella che non è fatta a dirittura sulla persona offendente e per quella tal offesa.

FAR VENDETA DE TUTO EL SOo, Locuz. fam. e fig. Far lo spiano, detto pure fig. vale Consumare, Rifinire, Dilapidare tutte le sue sostanze.

VENDICAR, v. Vendicare o Vendicarsi, Far vendetta, Far bandiera di ricatto; Ricatlarsi o Riscattarsi o Riscuotersi. Rivendicarsi.

TORNARSK A VENDICAR,

VOLERSE VENDICAR, Aver la coda taccata di mal pelo; Legarsela o Allacciarsela a un dito; Mordersi il dito; Volerne una quattrinata con alcuno, Volersi sbizzarrire o scapriccire per vendicarsi di qualche sopruso ricevuto.

LASSA A DIO LA CUra de vendicarte, Siedi e gambetta e vedrai lua vendella, Esortando altrui a lasciar la vendetta dell'offesa a Domeneddio La più nobile

maniera di vendetta è il perdonare e il giovare al suo nemico. VENDICAZION, s. f. Lo stesso che VENDETA, Ma è idiotismo.

VENDIDOR, 8. m. Venditore.

VENDIPESSE, s. m. Pescivendolo, Colui che vende pesce a minuto, sia al banco stando fermo, sia girando per la Città. Dicesi anche PESCAòr, V.

VENDISTORIE, s. m. Storiaio, Colui che vende almanacchi o leggende, portando la sua mercanzia dinanzi in un cesto, sostenuto da una cigna che tiene al collo. VENDITA, 8. f. Vendita.

ROBA CHE NO Ga vendita, Roba che non si spaccia, che non ha spaccio o esito, Che fa i tarli in bottega, che non è vendibile.

Co I LAVORI XE FATI SE TROVA VENDITA, Lavoro fatto danari aspetta. VENDUO, add. Venduto; Derrate vendute; Privilegi venduti; Schiavi venduti e rivenduti.

BENI VENDÙI, Beni alienati.

ZENTE VENDUA PER BEZZI, Genle prezzolata; Dottori o Scrittori prezzolati. VENERE, 8. m. Venerdì, dal lat. dies Veneris, come giorno da' nostri antichi dedicato alla Dea Venere.

Venerdi grasso, dicesi l'ultimo del carnovale; a Verona si chiama Venerdìi gnocolare.

È in tanta osservanza presso a noi il di

giuno ne' Venerdì del mese di Marzo, ch'è balzato il prov. I VENERI DE MARZO ZUNA ANCA I OSEI DE BOSCO, cioè Nei venerdì di Marzo digiunano perfino gli uccelli del bosco; per far intendere che si deve inviolabilmente osservarlo.

VENEZIAN, da altri detto VINISSIAN, add. Veneziano o Viniziano, Abitante di Vene zia. Veneto, dicevasi una volta per Suddito Veneziano; ora direbbesi per Provinciale veneto o Delle provincie venete.

VENEZIAN NATO E Spo▲, Veneziano pretto e sputato, cioè Vero Veneziano, Che si conosce Veneziano, V. VENEZIANAZZO.

A LA VENEZIANA, Maniera avv. Alla veneziana; Venezianamente, All'usanza dei Veneziani.

FARSE VENEZIAN, Locuz. scherzevole fam. che si dice di quel Forestiere, il quale venuto per la prima volta a Venezia, sia per avventura caduto in acqua, ma poi uscitone in bene: quasi che abbia con ciò riportato il diploma di naturale Veneziano, essendo la Città fondata sull'acqua. VENEZIANARSE, v. Farsi o Divenir veneziano, Apprendere la lingua e gli usi di Venezia.

IN TRENT' ANI CH'EL STA ▲ VENEZIA EL S'HA VENEZIANA PULITO, In trenť anni di domicilio a Venezia s'è falto o è divenuto Veneziano.

VENEZIANAZZO, detto da altri VINISSIANASSO add. Veneziano prelto, direbbesi in via scherzevole di Quello, che non avvezzo ai costumi degli altri paesi e parlando il solo dialetto usato nella sua patria, esternasse poi nelle maniere e nel costume il carattere nazionale, il quale consiste in una certa schiettezza, scioltezza e affabilità naturale.

VENEZIANAZZO, potrebbe anche dirsi nel sign. di Veneziano rozzo, zolico, plebeo, sguaiato. V. BARCAROLAZZO. VENEZIÈSE, add. Voce scherzevole, lo stesso che VENEZIAN, Di Venezia o Veneziano. Fu pur detto Toscanese per Toscano. In egual modo potrebbesi dire, benchè per ischerzo, Padovanese, Vicenzese, TREVISESE per Padovano, Vicentino, Trevigiano, ecc.

VENIALITÀ, s. f. Peccatuzzo veniale, Fallo leggiero, Piccola colpa, Errore volontario di poco conto. V. MARÒN. VENIESIA

VENIEXIA

negia.

T. Ant. e vale Venezia o Vi

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