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l'arnese di ferro o d'altro metallo su cui si ravvolge il filo di cera detto MA. GIOL; e sonne di più maniere. L' Autore ritiene che la você MAGIOL derivi corrotta dal latino de' primi bassi tempi Malleolus: sapendosi per asserzione special mente di Nonnio scrittore del secolo VI.,. che Malleoli dicevansi da' Romani i Manipoli di Sparto o sia di Giunco marino coperti di pece, i quali accesi venivano. lanciati o contro le muraglie de' luoghi assediati o contro gli arieti. Veggasi il Du-Cange alla voce MALLEOLI.. MAGNAR.

MAGNAR SEMPRE BOCA CHE VUSTU, Mangiar sempre bocconi ghiotti, prelibati, distinti.

MALAGRAZIATA, add. dicesi fam. ad una Donna nello stesso sign, di MALAGRAzia che si dice per l'uomo. Vi corrispondono Sgraziata; Sgarbata; Smodata, e vagliono Di modi sgarbati, di male maniere OH CHE MALAGRAZIATA! O che sguaiata! O che sgraziata! MALA VALIO O MAL AVALIO, add. Voce ant. che ora si dice MALGUALIVO, V. MALANDRE, s. f. dicono i Maliscalchi ad una specie di malattia del Cavallo, la quale consiste in Esulcerazioni trasversafi dietro al ginocchio delle gambe an

teriori.

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MAL DE LA FORMIGA MAZZUCO

le estremità, stridore e forte clausura de'denti, schiuma alle labbra, battimento di fianchi, insensibilità alla sferza; talvolta suppurazione involontaria di fecce e di orina, e occhio stravolto ed immobile.

MAL DE LA FORMIGA, chiamasi da'Ve

terinarii un Male che talvolta si manifesta nel Cavallo, e sono Tumori esulcerati sul dorso; i cui sintomi sono piccole pustule che qua e là si spargono sul dorso, accompagnate da molto calore e da esulcerazioni con uscita di marcia. MAL DE LA MARE, dicono i Maliscalchi al Rilassamento della vagina d'ana Cavalla o d'una Vacca. I suoi sintomi caratteristici sono Un volume di carne tutta piena di rughe sortita dalla natura, che in poco tempo s'accresce pel concorso d'umori e per infiammazione. MAL DEL CERVO, detto FionĖTO, T. de' Maniscalchi, Tetano, voce Veterinaria. Malattia del Cavallo, i cui sintomi caratteristici sono Intirizzamento convulsivo di tutti i muscoli, polso duro, tensione de' fianchi e della coda, tremori sul collo e nella schiena, respirazione stentata, deglutizione impedita etc. MAL DEL CORNO O DEL GUIDALESCO, T. de Maniscalchi, Guidalesco, Ulcere o Pia-ga esteriore del Cavallo, profonda, sordida, con iscoprimento delle vertebre dorsali. Tutte le piaghe simili si dicono Guidaleschi

MAL DEL MARALDO, V. MARALDO. MAL DEL MARTELO, detto anche FoNGHETO, T. de Veterinarii, Anticuore, Malattia propria del Cavallo e del Bue, che consiste in un tumore al petto con forti battimenti al cuore, per cui cado

no a terra e se ne muoiono. MAL DEL ROSPO, dicono i Maliscalchi ad una Malattia del Cavallo, che i Veterinarii chiamano Afte della lingua: i cui segni caratteristici sono Il dosso i lombi della lingua sparsi di ulcerette bianche, per le quali l'animale stenta a mangiare e si lascia cadere il fieno di bocca. MAL DEL SANGUE, dicono i Veterinarii volgari alla Dissenteria maligna, di cui sono talvolta affetti il Cavallo ed il Bue.

MAL FONDUTO,chiamano i Maniscalchi
una Diarrea mucosa che viene talvolta
al Cavallo, i cui segni caratteristici so-
no Lo sterco meno denso del naturale o
mescolato di mucosità, per lo più ac-
compagnato da dolori, che si manifesta-
no per l'inquietezza dell'animale, e pel
pestare che fa co' piedi posteriori.
MAL MAZZÙCO, s. m. T. de' Maniscal-
chi, Letargia, Malattia del Cavallo e del
Bue che fa loro tenere la testa bassa, per
Io più appoggiata alla grippia, e li rende
insensibili agli stimoli del pungolo e del-
la frusta.

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MANTOANE e nel dimin. MANTOANELE, chiamano i moderni Tappezzieri una Specie di balza o fornitura quasi a foggia di festone, di cui essi guerniscono le tappezzerie ed anche i sofa.

MARAFON, s. m. T. de' Fabbri, Arpione o specie di Raffio. Stromento o Arnese fatto di lamina o di bastone di ferro, da una parte ricurvo e dall' altra diritto ed appuntato, della figura a un di pressod'un G, che si pianta nel muro o nel legno, e serve per sostenere che che sia. Su due di questi arpioni fitti l'uno all'altro orizzontalmente, sta ritenuta la mazza superiore delle tende che si fanno sportare fuori delle finestre per difendersi dal

sole.

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che il primo (il quale esprime un fatto impossibile in natura) sia stato detto scherzevolmente per l'equivoco delle voci consonanti SMARA e MARE, e che in vece di dire AVER LA SMARA, parlandosi di Donna, siasi detto AVER LA MARE cogli aggiunti sopraccennati. V. MAL DE LA MARE in MAL. MAGNÚCO.

OSSERVAZION MARGNUCA, Modo ant. che vale Osservazione giudiziosa, ma è detto per ironia. MARGOTAR.

MARGOTÀR LE VIDE, dicono i Contadini all'Operazione che fassi nel quarto anno dacchè è piantato e cresciuto il magliuolo (RASOLO) ed è Tagliarlo rasente a terra, perchè riproduca diversi rami e poter quindi scegliere e coltivar il migliore.

MARÌLI, s. f. T. volgare de' Fioristi, Amarilli o Amarillide, Fiore bellissimo per la bizzarra sua struttura e pel vivo colore cremisi, che viene in estate da una pianta bulbosa e perenne, detta da'Sistenatici Amaryllis formosissima. Ma convien riporla al coperto d'inverno per difenderla dal gelo.

MARTELO, Detto per Malattia del caval-
lo, V. MAL DEL MARTELO
nell' Appen-
dice.

MARTINA, s. f. detto in gergo (forse
dall' originario Marte) che vuol dire la
Spada.
MARZARIA.

MARZARIA IN FIOR, V. FIOR.
MASENADA.

UNA MASENADA D'IMBRIAGH!, Idiotismo di chi non sa dire MASNADA, Una masnada d'ubbriachi. MASENIN.

MASENIN DE STAMPARIA, Macinello, Legno tornito, fatto a foggia del Macinello da colori, che sta sul calamaio del torchio, il quale serve per mescolare l'inchiostro, perchè non si secchi. MASSACRO, s. m. Scempio; Strage; Mace llo. Ci avverte l'Abbate Alberti che qualche Autore si è servito di questa voce MASSACRO nel sign. Franzese di Scempio, Strage ec. ma che uno scrittore scrupoloso la schiverebbe. MAZEGNO, V. MASEGNA. MECANICO, s. m. Meccanico, si dice chi è Professore della scienza meccanica per la quale si misura la resistenza o momento de' pesi, e s' agevola il maneggiarli; e Colui che esercita arti meccaniche, a differenza delle arti liberali: Bravo o Mediocre o Cattivo artista meccanico. MECANICO, add. Meccanico, Vile, abbietto. Uomo meccanico s'intende D'intendimento corto o limitato, Uomo materiale, di poco ingegno.

ROBA MECANICA, Roba o Cosa meccanica, cioè Semplice, rozza, grossolana. MEDEGHETO.

MEDEGHETO, si dice fam. in sentimento opposto, ad an Medico di qualche ca

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MENDAR, v. detto in T. de' Doratori o METER MENDE, Mendare, essi intendono Rimettere dopo la doratura qualche pezzetto d'oro che manca, correggere i difetti della doratura,

MENDE, Maniera antica vernacola che usavasi ai tempi del Calmo per Me ne--MENDE DOGIO BEN GRAVISSIMAMENTE, Me ne duole o Dolmene grandemente DIO MENDE LIBBRI, Dio me ne liberi. MÈOLA.

CAFÈ CO LA MEOLA ( Caffè midolloso) si dice figur. per Caffe sustanzioso, saporoso, cioè Buono, perfetto DBMB UN CAFÈ CO LA MEOLA, S'intende dire Dalemi un caffe buono.

--

MERCORELA, s. f. T. degli Erbolai, Mercorella e Marcorella, Erba che nasce comunemente negli orti, detta da'Sistematici Mercurialis annua, la quale è creduta purgante e antivenerea, ma non è adoprata e con ragione, essendo congenere alla Mercorella perenne ch'è venefica, come osserva Targioni Tozzetti nelle sue Osservazioni botaniche, MERIDIANA, s. f. dicesi volgarmente alI' Orologio solare. V. RELOGIO. MESCOLOTO, s. m. è termine che a Burano danno le donne a'Cetriuoli ( Cucu• MBRI) maturi, grandi e giallastri ch'esse vendono gridando, O CHE MESCOLOTI, DONE, CHE MESCOLOTI! L'Autore è dell' avviso che questo termine sia zoticamente

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O BRAVO MI! O bravo me, Maniera famil. onde uno si loda o di aver indovinato che che sia; o suggerito un buon consiglio; o aver fatto qualche bella azione che meriti lode. MICIZIA, s. f. dice il volgo per Amicizia.

MICIZIA O AMICIZIA è anche Modo di saluto confidenziale del volgo, simile all'altro CARO LÀ, ed è come dire Amico; Caro amico ti saluto; ovv. VIVA L'amiCIZIA !

MIEL, s. m. Mele o Miele,

EL XE UN MIEL, Egli è un nettare, un miele, cioè Un cibo dolcissimo e gra

tissimo.

ESSER MERDA E MIEL, Lo stesso che Do ANEME B UN CORPO SOLO, V. ANEMA. MIEL ROSA, Mel rosato.

AVER EL MIBL SUI LAVRI E EL VELEN NEL CUOR, Avere o Portare il mele in bocca, il coltello o il rasoio a cintola, Prov. Dar buone parole e tristi fatti. MILIONARIO, s. m. o anche OMO MILIONARIO, sogliam dire, talvolta per esage razione, di Colui ch'è Ricco sfondato, che supponsi possessore d'un milione e più di danaro.

MIRTO, s. m. Mirto o Mortella o Mortine, detto da' Sistem. Myrtus communis. Albero fruticoso e sempre verde, che con altre due varietà chiamate Mortella

doppia e Mortellina, si coltivano nei giardini Sono tutte egualmente odorose, ma la prima come più volgare è adoprata per estrarne acqua odorosa. Le sue coccole si dicono Mirtilli; e gli antichi Romani se ne servivano per condimento dei cibi e particolarmente del Cignale. MÒCOLA, f. Voce di gergo, che vale Furto IN PRESUN PER LA MOCOLA, Carcerato per furto. MODEGAL

S.

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NABUCALE NASAMERDA

NABUCALE, s. f. dicono i Veterinarji

volgari ad una Malattia che soffrono i Buoi, la quale consiste in Dolori violenti di ventre. Gli effetti di questo morbo sono Agitazione, movimento de piedi posteriori, il guardarsi che fanno il fianco, il coricarsi di tratto in tratto, la perdita di ruminazione e la febbre. NANA.

LA NANA DE GERSERA, Lo stesso che LE VERZE DE GERSBRA, V. VERZE.

NARANZADA, s. f. (colla z aspra) Melaranciata, Colpo di melarancia. NASAMERDA, s. m. Fiutapitali, potrebbe dirsi per equivalente al nostro termine triviale, che intende un Medicastron

MONTAGNARA MORSEGÀR MONTAGNARA O MONTANERA, s. f. Montanina; Montanara o Montanella, sono add. e vagliono Abitante di montagua. MORAGIA, s. f. Emorragia del naso, cioè Sangue che viene in copia dal naso, Specie di malattia che alcuni soffrono. MORALIZAR, v. Moraleggiare o Moralizzare, Ridurre a moralità, cioè Trar dai fatti che si raccontano o avvengono, de' sentimenti morali o relativi al buon costume.

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vuol dire Prego Dio d'ingannarmi o che la mia predizione non abbia effetto.

LA POL BEN DIR D'AVÈR MOrsegà le teTE A SO MARE, Altra maniera famil, che suol dirsi di Femmina sventuratissima. MORSEÈTO ROVERSO, T. de' Magnani, Strumento di ferro di cui essi si servono per ismussare gli angoli ai pezzi di ferro, operazione a cui dicono SCANtonar. MUA, s. f. Muta, nel sign. di Scambio, Vicenda, dicevasi in T. del Governo Ve- ́ neto, all' alternare che facevano i Patrizi in alcune cariche dopo passata la conMUA tumacia prescritta dalla legge NOVA DE CAI, intendevasi la Rinnovazio ne de' Capi del Consiglio de' dieci o delle Quarantie. MUA VECHIA, Muta anteriore, che cioè aveva finito, ma che sarebbe ritornata.

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MULTA, s. f. Voce latina, Multa, Pena

in danaro.

MORBÈTO, s. m. o MAL DE LA MILZA,che
altri dicono MILZA MARZA, Termini vol-
gari che i Veterinarii chiamano Milza
carbonchiosa,Sorta di malattia del Bue,
il quale da piena salute passa ad un tre-
more eccessivo ed a cader morto a terra.
MORO, s. m. (coll'o stretto) Moro papi-
rifero o Moro della China, detto già da
Linn. Morus papyrifera, benchè poscia
da Persoon Broussonetia papyrifera. Al-
bero nativo della China, del Giappone e
dell'Isola d'Otaiti, che vive assai bene
anche nel nostro clima. Esso è stimabi-
MULTAR,
lissimo
multa.
la sua scorza, dalla quale gli
per
Otaitani formano tele col batterla sem-
MUSANA.
plicemente e col distendere le sue fibre
Dicesi ancora nel parlar fam. ad alen-
retiformi. I Cinesi e i Giapponesi se ne
GRAN MUSANA
no per Fortunatissimo
Glo e per corde ed anche per
CHE SE, Siete molto fortunato, Si dice
far carta, donde il nome Papirifero.
a Uno che al giuoco quasi sempre guà-
MORSEGAR.
dagna.

servono per

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zolo, un Medico da succiole e buono a
nulla.
NASAVENTO, Specie d'aggionto che das-
si talora per dileggio a uomo vanaglorio-
so. Vi corrispondono Pallon da vento;
Gonfiagote; Gonfianugoli.
NIOLO, s. m. e nel dim. NIOLETO, Spe-
cie di agg, che dicesi famil, dalle nostre
donne vezzi o per tenerezza,
ad un
per
Ragazzino, nel sign, di Piccolo ma vez-
zoso. Lo stesso che BAGARIN.
NOLO.

No SON MINGA TOLTO A NOLO,
Io non
sono vettureggiato, e intendiamo lo non
son animale da vettura, nè per conse-
guenza obbligato a sostenere tanta fatica.

QUELA SIORA FA NOLI, talvolta si dice
copertamente, Quella si dà a vettura o

MULTÀ, add. Multato, Sottoposto a

inulta.

v. Multare, Condannare a

MUSCHIO, s. m. Specie d'erba che italianam. dicesi Borracina e Borracino, e da' Sistem. Polytricum commune; e s'intende Quello che nasce ai pedali e su pegli alberi.

NOME NUTRIÈTO vettureggia, Fa copia di sè per prezzo: detto metaf

NOME.

GHE DIRIA EL SO NOME O EL NOME DE LE FESTE, Gli canterei la zolfa, cioè Meriterebbe ch'io lo sgridassi o strapazzassi; ovv. Lo sgriderei o Lo strapazzerei ; Gli direi l'orazione della bertuccia,

NONI, dicesi per vezzi in vece di Onorio,
nome proprio di uomo.
NOSA.

NOSA SBUSA, Si dice fig. per agg. a Uomo nel sigu. di Fallito; Spiantato, Di chi cioè non ha danari nè assegnamenti. NUTRIETO, add, dimin. di Nuraio, Incarnito o Rimpolpato anzi che no: dicesi di Persona, cioè Alquanto incarnito.

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Leggesi in una lettera del Calmo: SBPARANDOVE FINA... DAL MAZOR NUMERO DB VIVENTI IN OCEI DUCALI TERITORIO etc.

Questo non è che un latinismo arbitrario e faceto, in vece di in hocce ducali territorio, cioè a dire Separandovi dal maggior numero de' viventi in questo ducale dominio.

OCHIELA, s. f. e per lo più in plur. OCHIELE, Ucchiello o Occhiello, Quel piccolo pertugio che si fa nelle vestimenta, nel quale entra il bottone che l'affibbia. Più comunemente li chiamiamo BuSETA DEL BOTON, OCHIO.

PARLAR A QUATR'OCHI, V. PARLAR. OMBRA.

GNANCA PER OMBRA simile all' altra GNANCA PER IN SONIO, Maniera comunissima, Ne men per sogno o per ombra

NOL ME XE PASSA IN MENTE GNANCA

PER OMBRA, Nè men per sogno me l' ho. ricordato,

OMBRIZAR, v. Ombreggiare, T. de`Pittori, Dare il rilievo alle pitture colle ombre; Fare le ombre.

ONGÈLA, s. f. dicono i Maniscalchi ad una Malattia del Cavallo, che è un Rilassamento, talora inflammatorio, della membrana clinostante e detersiva; ed è un Tumore infiammatorio all'angolo grande o sia intorno all' occhio, con doTore al tatto e con lagrimazione. ONGIA.

ONGIE VETRIOLADE, dicono i Maniscalchi alle Unghie secche, squamose e fragili che ha talvolta il Cavallo, in cui si vedono molte screpolature e varii pertugi, e l'unghia cade a pezzetti, ONOREVOLE, add. Onorevole ed Onorifico, che reca onore. Posto o Carica onorevole.

ONOREVOLE, diciam pure nel sign. di Grandioso ovv. Più che bastante; Più che mediocre, Soprabbondante, quando parlasi di Utilità o Salario o simili-EL GA UN SALARIO ONOREVOLE, Egli ha un soldo più che conveniente.

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ORE MATE, Ore spostate, cioè Insolite, fuori della regola stabilita, ORDENE.

Talvolta famil. si dice EL XB A L'ORDENE, per dire Egli è ubbriaco. ORICOLA, s. f. T. de' Giardinieri, Sanicola o Orecchio d'orso, Pianta arborea che fiorisce nella primavera ed è coltivata ne' giardini per la vaghezza del suo fiorellino di corolla giallastra contornata da color di rubino, vellutato, che ha un piacevole odore. In sistema questa pianta si chiama Primula Auricula. ORSAR v. (colla s aspra ) dicesi il Levigare o pulire che fassi de' pavimenti di terrazzo col mezzo dello strumento detto.

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ORSO, V. Se Orso è detto lo strumento con cui si ripulisce, quale difficoltà l' ammettere il verbo Orsare come propriamente significativo di quella azione? Ma i Dizionarii fin'ora non ne fanno parola.

ORSO, s. m. Orso, chiamasi un istrumento usato da' terrazzai, che consiste in un pezzo di pietra viva pesante, attaccato. fortemente alla estremità d'un lungo legno che serve da manico; il qual pezzo di pietra menato e rimenato su i pavimenti di smalto o terrazzo, li pulisce e netta.

VARDA L'ORSO, dicesi talora per motteggio o disprezzo d'una Maschera male

assettata.

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OSPEALIERA, dicevasi ne' tempi Veneti in forza di sust. e talora per agg. a Quella giovane povera ch'era allevata e educata in alcuno degli Orfanotrofii della Città; e voleva dire Alunna o Allieva dell' Ospitale; Giovane o Fanciulla del l'Orfanotrofio.

OSPIZIO, s. m. detto anche OSPEAL, Ospipizio; Ospitale; Albergo, Luogo dove s'alloggiano forestieri senza pagamento o si dà ricovero a' poverelli per carità, OSSO.

OSSO E BUSO, Ossa e pelle si suol dire motteggiando di Donna maghera.

TUTO GA BL SO REMEDIO VIA CHE L'OSSO

DEL COLO, V. REMEDIO.

gros

OSSI DA MORTO, si chiama fra noi una Specie di pane condito con zucchero e burro ma ridotto alla forma benchè solana d'un osso di gamba umana, che si vende da Ciambellai OSTA, s. f. Ostessa e Osta, Albergatriceed anche La moglie dell' Oste. OSTINA O USTINA, add. Ostinato, Che sta troppo pertinacemente nel suo proposito, che anche dicesi Incaparbito; Inteschiato; Capone; Capaccio; Restio; Pertinace; Protervo..

Forbice o Forbici, dicesi di Chi è ostinato nel dir o fare ciò che gli è vietato. Tristo a quel Cavallo che tira contro lo sprone.

OSTINADINA O USTINADINA, s. f. Ostinatella, Piccola ostinata.. OSTO.

CHI VA A LOSTO PERDE EL POSTO, Prov. vulgatissimo che si dice specialmente tra fanciulli, credendo essi di giustificarsi qualora occupano il posto già occupato da un altro fin che questi l'abbandona per qualche sua faccenda.

OSTREGHERA, s. f. La Femmina o Moglie dell' Ostricaio, la quale secondo gli esempi di altre voci consimili così formate potrebbe dirsi Ostricaia. OTINTICA, dice il nostro volgo, ed AuTENTICA le persone colte, in forza di sust. al Certificato autentico Ecclesiastico che sta congiunto alla reliquia d' un corpo santo e fa fede della sua identità.

OVADA, s. f. si dice ancora per OVATA, V

PACA.

PACA PALAZZO

TOR SU DE LE PACHE, dicesi ancora metaf. nel sigu. di Far delle perdite; e tanto si può dire del Perdere al giuoco, quanto del Perdere in affari di commercio. PADOANADA, s. f. e nel plur. PADOANÀB, Patavinità o Padovanismo, T. Filologico, Proprietà o Idiotismo del linguaggio Padovano, di cui fu già censurato lo scrittore Tito Livio; e intendiamo non meno di alludere ai costumi e modi proprii dei Padovani.

Così si dice nel medesimo sentimento, VENEZIANADA, VISENTIVADA, TREVISANADA etc. e sempre in mala parte. PAELA.

CASCAR DA LA PAELA IN FOGO, V.GRAELA. PAÈNA, S. f. Altro nome che danno i MAniscalchi al GIAVARDO, V.

PAGA.

BRUSAR LA PAGA O EL PAGION, V. PA

GION.

PAGADEBITI, s. m. chiamasi da noi per ischerzo il Bastone: detto così dall'essere stato un creditore che domandava il suo ben bastonato. Quindi abbiamo il dettato PAGAR DE BASTONAE. V. BASTONADA. PAGAR.

CHI PAGA AVANTI TRATO GA EL SERVIZIO

MALFATO, Chi paga innanzi tratto è mal servito; e così per ordinario succede a Colui che mal cauto anticipando una parte della mercede all'Artefice prima che le fatture siano compiute, anzi talora nè nien cominciate, gli è poi forza tenersele anche malfatte, per non perdere il danaro anticipato.

PAGIA.

REDURSE SU LA PAGIA, V. REDUR. PAGIARINA, s. f. Voce agr. Barca, Specie di Pagliaio fatto in figura conica, sostenuto da un palo che i Toscani chiamano Stoeco. Altri lo dicono PIGNA.

PAGIAZZO.

PAGIAZZO DEL TERAZZO, PALAR.

V. TERAZZO.

PALAR EL GRAN, che altri dice SPAZZAR EL GRAN, Separare il grano dopo battuto sull aia dal vigliuolo: cioè separare con granata o con frasca dal monte del grano o biade, quelle spighe o baccelli che hanno sfuggito la trebbiatura, le quali spighe o baccelli si chiamano Vigliuo li. V. CAVEELE e ARCAR nell' Appendice. PALATINA, s. f. T. di Mascalzia, Lo stesso che LAMPEZZO, V.

PALAZZISTA, s. m. Palazzista, Nome che comprende Causidici e tutti quelli che hanno ministerio nel palazzo della ragione, cioè presso i Tribunali. PALAZZO, s. m. Palazzo e Palagio, Casa grande e magnifica.

per

Palazzo, dicesi anche Corte o luogo de' Tribunali.

la Casa di

PALAZZO ROTO O CHE CASCA, Palazzac

PALAZZON PAPAGÀ

cio, T. avvilitivo, Gran palazzo mezzo rovinato.

PALAZZÒN, s. m. Palazzone accr. di Pa. lazzo; e Palazzotto, Palazzo grande. PALMA, s. f. Palma e Palmizio, chiamasi l'Albero frequentatissimo e di grand'uso nell' Asia e nell' Affrica, che produce i datteri: Palma si dice anche alle frondi di esso. V. DATOLO.

Palme, chiamiamo que' Rami di fiori artificiali di varia sorte che intrecciati e disposti insieme si mettono ad ornamento degli altari.

PALMA DE LA MAN, Palma, si dice al Concavo delle mani, presa la similitudine dall'albero così detto che si spande e s'allarga AVER QUANTO SU LA PALMA DE LA MAN, vale Non aver nulla ; Non possedere alcuna cosa, perchè sulla mano nulla può esservi: cioè Essere miserabile.

PALMA DE L'OLIVO, Palmizio, Ramo di palma il quale si benedice la domenica dell' ulivo e dassi a' popoli per divo

zione.

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PALPARIN, si dice per agg. a Uomo in vece di PALPUGNON O SPALPUGNÒN, V. PACIENZA.

FAR DAR LA PACIENZA IN LE SCARTAE, Maniera ant, che vuol dire Far perdere la pazienza; Far rinnegar la pazienza. PAN.

PAN DA GATI, Chiamasi fam. una Specie di zuppa di pane affettato, ammollito coll' acqua bollente, e condito con olie, pepe, rosmarino e sale.

PAN DE CASA, detto metaf, s' intende Tutto ciò che si possiede in famiglia, pa▪ ragonato alle cose esterne, ma specialmente la Moglie: onde si dice proverb. EL PAN DE CASA STUFA, che significa La consuetudine rende talora increscevoli gli amplessi coniugali e mette appetito degli esterni.

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PAPALINA PARÒN

PAPALINA, s. f. e più comunemente ScuFIETA, chiamavasi da noi Quella specie di Berretta bianca di tela finissima, scendente con due appendici sopra gli orec chi, onde cuoprivasi il Doge Veneto quand'era vestito da principe e sopra cui mettevasi il corno ducale. Dicevasi PAPALINA dall' assomigliarsi alla berretta pur bianca usata dal Papa, la quale è conosciuta sotto il nome suo proprio di Camauro. Si pretende da qualche Storico delle cose Venete che questo distintivo sia stato conceduto dal Pontefice Alessandro III. nel 1177. ma altri ritengono che la tradizione sia falsa ed improbabile. V. GALOTA nel Dizionario. PARADA.

PARADA, dicono i nostri Barcaiuoli al Passaggio che fanno del canale tragittando alcun passeggiere da una sponda alHO FATO DO PARAB, Ho traghet tato due volte; Ho fatto due tragitti o tragetti.

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PARAGRANDINI, s. m. Termine di nuova stampa che si è però fatto comune fra noi, ed è il nome d'un Artifizio per cui pretendesi di preservar dalla grandine le campagne.

Piaccia a Dio che questa singolare invenzione tanto dimostrata e magnificata dagli avvisi sia in progresso di tempo cvronata dagli effetti che sin'ora non si sono però confermati, PARÈCHIO.

PARECHIO, dicono i Caffettieri all'Ammannimento che essi fanno d' una, di due o di più chicchere per dare il caffè o altro a chi lo chiede: dicendo quindi PARECHIO PER UNO, PER DO, PER QUATRO ec. PARECHIE O FE PARECHIO PER SIE, Ammannile per sei persone. PARIGLIA.

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Pariglia anche presso noi dicesi metaf. per Contraccambio. Diciamo Rendere la pariglia per Rendere il contraccambio, Corrispondere altrui coi medesimi modi tanto in bene che in male. PARISSENTE, add. Voce ant. Appariscente, detto per agg. a uomo, è vale Grande e di bella presenza, maestoso, di presenza signorile.

PARISSENZIA, s. f. Voce ant. che si scrive PARISENTIA, Appariscenza, Bella presenza e comparsa di persona. PARLAR.

PARLAR A QUATROCHI, Parlare a quattr' occhi, vale Da solo a solo. PARLATONA, s. f. Gran parlata o ra gionamento, e tanto s'intende Un bel discorso morale o una diceria erudita, quanto Un ragionamento lungo e noioso che chiamasi più propriamente Tiritera. Lunga e ricadiosa tiritera. PARÒN.

PARON, dicono i Secondini delle car ceri ed anche i Carcerati, per antono“ masia, al Capo custode di esse.

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