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Z. Vedi ZETA.

ZAC

ZA (colla z naturale) Già, Avv. di tempo, e valo Per lo passato.

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Za tempo; Za t&E MESI, Già tempo; Già tre mesi SIN ZA POCHI Zoant, Infino a pochi giorni sono-ZA CHE, Dappoichè - ZA CH'EL VOL Cussì, Da poi ch' ei vuol così. ZA (che va pronunziato colla z naturale e con inflessione sardonica) Eeh; Mediocremente; Così cost; Via via, Ex gr. La tal cosa come fu buona? Eeh, Mediocremente. V. GIA.

ZA, con inflessione aspra, dicevasi a' tempi veneti per sincope di Celenza — Za paròn, por CELENZA PAròn; Così Za madre, Za PADRE per Eccellenza madre; Eccellenza padre-Con STALA ZA PARÒN? Come sta di salute, Vostra Eccellenza padrone? V. DENZA.

ZABAGIÒN, 8. m. (colla z aspra) Zubaione; Zabaglione o Zambuione, voci Fíorentine. Specio di bevanda cordiale che si fa con uova, zucchero e vin generoso dibattuti iusieme al calore del fuoco. ZACHÈ (colla z dolce e l'e aperta) Ragaz zo servilure, che va d'ordinario vestito di giacchetta.

ZACO, 8. m. (z dolce) Voce ant. Giaco (detto da' Latini Lorica) Arme da dosso fatta di maglie di ferro concatenate insiete, di cui facevasi uso nelle guerre dei bassi secoli.

NO VOGIO STAR SEMPRE COL ZACO INDUSSO, Maniera fig. ant. che vuol dire, Non vo'star più sulle armi; Non vo'più restar in parata; Voglio dimetlerle.

ZACOLA (colla z aspra) s. f. Zacchera; Pillacchera, Schizzo del fango.

Per metaf. si dice nel sign. di Magagna: Vizio; Pecca, V. TACOLA.

ZACOLA DEL PUSO, Cocca, Quell'annodamento che si fa nel fuso perchè non iscatti quando si gira e si torce.

Zacole de Le PIRGORE, Caccole, Per lo sterco che rimane attaccato nell' uscire a' peli delle capre e alla lana delle pe

core .

NETAR DA LE ZACOLE. V. DEZZACOLIA. ZACOLÀ, V. INZACOLA.

ZAF

ZACOLETA, . f. Zaccheruzza: Zaccherella, Piccola zacchera. ZACOLON (colla z aspra) add. Zaccheroso, Pien di zacchere.

ZACOLONA, Girandola; Vagabonda; Girovaga, Agg. a Femmina ch'è sempre in giro.

ZAFAR, v. (colla z. aspra) è verbo ant. ma che si parla ancora in Murano, da Acciuffare o Ciuffare, che valgono propr. Prendore pel ciuffo, e si usa ancora nel sign. di Prendere o afferrar che che sia con qualche violenza. Sono quasi sinonimi Arruppare; Accaffare; Scaraffare; Arraffiare o Arraffare Pare non meno che Zaro sia verbale di ZAFAR.

Zaparse, Azzuffarsi, Venire a zuffa, Abbaruffarsi, contrastare, e non che degli ZAPARSE uomini si dice degli animali

PER EL ZUFO, direbbesi Acciuffarsi o Ciu ffarsi.

Zavia è preso anche in senso di Abbracciare ZAFIME ▲ BRAZZACOLO, Gittami il braccio in collu, cioè Abbracciami. ZAFARA, 8. f. T. de' Vetrai, Zaffera, Sorta di mistura di cui il cobalto è la base, e serve per tignere il vetro per lo più di turchino.

ZAFO (colla z aspra) s. m. Zaffo; Birro; Sbirro; Birroviere; Satellite, Il basso ministro esecutore che sotto la Repubblica Veneta serviva agli ordini de'tribunali giudiziarii e delle pubbliche finanze, e faceva gli arresti.

ZAFI DA TERA, dicevansi i Birri destinati al servigio interno della Città; Zafı da BARCA, Quelli che nelle Lagune giravano in barca per attendere agli oggetti di li

nanza.

Stradiere, dicesi a Colui che a'luoghi del Dazio ferma le robe per le quali dee pagarsi la gabella.

ZAFO DE PALAE, disse il nostro Calmo parlando del dio Marte, per dire Feroco, Impetuoso, Sbricco, Mariuolo. ZAFRAN O ZAFARAN (colla z dolce) s. m. Zafferano o Zaffarano, Filetti o Stigmi di color giallo che si trovano in numero di tre dentro al fiore d'una cipolla detta Croco o Gruogo domestico, dal nome sistema.

ZAL

tico Crocus sativus, V. ZaprANÒN • ASPÒRO.

ZAFRANA, add. Zafferanato, Unto di zaf

ferano.

ZAGHETO (colla z dolce) s. m. Cherichetto; Chericuzzo; e dicesi alle volte per disprezzo.

ZAGO (colia z dolce) s. m. Cherico o Chierico, Quegli che ha solo la tonsura o anche gli ordini minori — A Padova si chiamano ZACHI Que' giovanetti che servono alle messe nelle chiese.

DE PRETE DEVENTAR ZAGO, Di Messere diventar Sere; di Badessa Conversa; Far come San Grísante, di maestro la

voranie.

EL PRETE CHE PREGA PËR KL ZAGO, V. Рактк.

ZAGNUCO, V. ZANUCO.

ZAINA (colla z aspra ) s. f. Piuttellone · Concola; Culinella; Calinuccio, Piatto di terra con molto fondo.

UNA ZAINA O ZAINADA DE POLENTA, DE LA SAGNE ecc. Un piattellon di polenta; Una calinella.

ZAINO (colla z dolee) Zaino, add. Cavallo

baio, sauro o morello, il quale in nessuna parte del corpo abbia pelo o segno naturale di bianco. V. RABICAN. ZALASTRO (colla z dolce) add. Giallognolo; Gialloso; Giallogno e Gialligno, ed anche Giallastro. Propr. Giallo scolorito Falbo, dicesi a Mantello di cavallo.

Zalastro, dello ad un Uomo, che abbia il color della sua carne tendente al giallo per infezione de' polmoni, Impolminato. Giallo, dicesi ad uno per Pallido, Smorto. ZALETER (colla z dolce) a. m. Venditore di pan giallo, V. Zalkto. ZALETİN 8. m. e per lo più in plur. ZaLETINI (colla z dolce) Cibo meno volgare del ZALETO O ZALETI, fatto bensì di farina gialla, ma condito di butirro, ed è una specie di ghiottornia. I facitori di questo pane sono per lo più contadini friulant, che girano per la Città gridando ZALETİNI COL

BUTIRO CALDI.

ZALETO (coll'e serrata) add. Giallello; Gialliccio; Gialligno; Gialluccio; Rancia

to; Rancio; Dorè, Colore che s'accosta al | giallo.

ZALKTO, detto sustant. Pune giallo, ed è quello ch'è fatto con farina di formen

tone.

ZALETO, 8. m. Nome ornitologico, che dassi ad una specie di Beccafico, detto dal Professore Ranzani Sylvia Polyglotta, da Gmelin Motacilla Hippolais, e da Latham Sylvia Hippolais. E un uccelletto delle Riepi cho a questo parti si vede grassissimo verso la fine d'autunno; ch'è un po' più | piccolo del Beccafico canapino (CANEVELA) ed ha il contorno degli occhi e il di sotto del corpo giallo. Nella Toscana lo confondono col Beccafico

ZALEZZA, 8. f. Giallume; Giallezza, Co-
lor giallo, Citrinità.

ZALIZAR (colla z dolce) v. Gialleggiare,
Tendere al color giallo.

ZALO (colla z dolce) add. Giallo e nel su-
perl. Giallissimo, Color simile a quello del
fele o dell'oro.

ZALO COME UNA ZUCA, V. ZALASTRO.
ZALOLİN. V. ZALETO.

ZALTRO, Voce ant. V. ZALTRÒN.
ZALTRÒN (colla z aspra) add. Cialtrone;
Gaglioffo; Masculzone; Galeone; Ple-
beaccio, V. SCALZACAN Ciallrona, la
Femmina.

ZALTRONÀR, V. Inzaltkonar.

ZALÙA (colla z dolce) s. f. V. Literizia.
ZALÙME (colla z dolce) s. m. Giallume;
Giallezza; Giallore.

ZAMARÍA, Giovanni Maria, che comune-
mento scrivesi Giammaria, Nome proprio
di uomo.

SIDE ZARABIA BON STOMEGO, Pappatacci, si dice in nodo basso per agg, a Chi soffre cose vituperevoli e tace perchè mangia o ne cava il comodo. Buono stomaco, vale Di poro onore o Uno cui si possa dire liberamente il fatto suo.

Ston Zamaria FA CoGioni. Altra maniera bassa che si dico per agg. a Uomo nel sign. di Fagnone, che vuol dire Scaltro, astuto ma che s' infinge semplice; Gatta di Masino; Gatta morta; Gattone, V. MORGNON. ZAMARO, s. m. Voce bassa, che vale Vestito grave, Pesante, che fa caldo, e talvolta anche Cencioso.

ZAMARÚGOLE o Zimarugole (colla z dolco) s. I. T. de'Pesc. Strombi, Sorta di Conchiglia univalve di mare, detta da Lioneo Strombus pes-pelecani. Ha un corpo spirale, lateralmente ad una estremità dilatato; è comune, commestibile, ma vile. ZAMBATISTA (colla z dolee) Giovanni Battista o Giambatista. Nome proprio di

uonio.

ZAMBÈLA (colla z aspra o l' e aperta) s. f. Ciambella, e nel dim. Ciambelletta, Cibo di farina intrisa coll' uova e collo zucchero e burro; e ve n'ha di più sorte, talora in figura circolare.

ZAMBELAN. (colla z aspra), 8. m. Ciumberlano, Gentiluomo destinato al servigio di camera nelle Corti de' principi.

ZAMBÉLŐ, s. m. T. ant. Imbroglio; Intri-
go; Impiccio.

ZAMBERLUCO (colla z dolee) 8. m. Zum-
berlucco, Lunga e larga veste di panno,
che usavano i nostri vecchi per ripararsi
dal freddo, e che ora più non s'accostu-

ma.

ZAMBON (colla z dolce) 8. m. T. de'Cuo-
chi, dal Francese Jambon, Specie di Ma-
nicaretto fatto col prosciutto e assai gu-
stoso.

ZAMÒRO, 8. m. ed anche MORbeo e Citòv,
sono nomi che si danno da' Maniscalebi ad
una malattia del Cavallo e del Bue, la
quale consiste in uno scolo bianco dalle
narici, che diventa giallognolo e in pro-
gresso acre e forma erosioni. Questa è
malattia contagiosa fra la specie e dai Ve-
terinarii chiamasi Moccio contagioso.

Un male simile, pur chiamato Zamoro,
patiscono per infreddatura specialmente i
Cani barboni.

ZAMPA (colla z aspra) s. f. Zumpa: Bran-
ca; Rampa, Piè davanti all'animale qua-
drupede. V. ZATA.

ZAMPA, nel parlar fam. dicesi per Piede
maliatto, Piede grande (V. PRAZZO) ed an-
che per Mano, V. MAGNAFARA.

ZARPE DEI GAMBARI, Forbici o Muni, si dicono quelle degli Scorpioui, de' Granchi, de Gamberi e d'altri simili animali.

ZAMPA DE GALO, Pie d'uccellino, si chiamano le grinze che si fanno intorno agli occhi verso le tempie, quando l'età comincia a dar la volta.

ZAMPA DE GALO E PIE DE PAPAPIGASTRO, O
PALPASPILATRO. Parole insignificanti, ina
che si propongono per giuoco tra' fanciulli,
per la difficoltà che provano alcuni di pro-
nunziarle presto e spiccatamente.
ZAMPADA, 8. f. Zampata, Colpo di zampa.

DAR DE LE ZAMPAE, Zampare, Percuc-
tere colla zampa. V. SCALZADA,
ZAMPÈTO, 8. m, chiamano i Maniscalchi
Ja Stitichezza (così definita da Veterina-
rii), cui va talora soggetto il Buc per ec-
cessivo calore o per foraggi aridi. o nel
quale l'orina è scarsa ma frequente e il
ventre talora gli si gonfia.
ZAMPİN, (colla z aspra) 8. m. Zampino,
Piccola zampa.

Zampino, dicesi poi alla Pelle della
zampa del Porco, la quale è riempiuta di
salsiccia ed è cibo pregiato. specialmente
lo Zampino di Modena.

ZAN (colla z naturale) Sincope di Zuana.

che vale Giovanni, Nome proprio di Uo-
mo, con questa differenza che diciamo
ZAN quando vi va unito un secondo nome:
laddove per Giovanni diciamo Zuane; co-
me SAN ZAN DEGOLA, S. ZAN GRISOSTINO,
S. ZANIPOLO, ZAN PIERO, ZAN FRANCESCO.
V. ZAMBATISTA.

ZANADA (colla z dolce) s. f. Zahnala,
Comm.ediaccia, Rappresentazione teatrale
che riesca cattiva. V. ZANE.

Zanada, si dice ancora fam. per Baccel
leria: Caglioffuggine, Azione da scimunito.

ZANCA O ZANCheta de fero (colla z aspra) Contrafforte, Arnese di ferro che serve per maggior fortezza delle porte e fine

stre.

ZANCA DE LA BARCA, T. de' Barcaiuoli, Specie di Timone, che consiste in un re ino corto che si adatta con legatura all' infuori della poppa, e che serve all' uffizio di timone per guidare una piccola barca, che ne manchi.

ZANCA D'UN FIUME, V. VoltÅDA.

Zanca dei antiPORTI, Bilico, Pezzetto di ferro che si ferina sotto l'angolo delle imposte degli usci, per muoverle con facilita.

FAR ZANCA, Fur gomito o angulo, dicesi de Muri quando escono dalla loro dirittura. TEGNIR ZANCA A QUALCÙN, detto figural. Tener mano o Tener di mano con alcuna. Esser complice.

Zanche, Trampoli. Due bastoni lunghi. nel mezzo de' quali è confitto un legnetto. su cui posa il piede chi vuol passare acqua o fanghi senza innollarsi o infangarsi. ZANCANÈLA, 8. m. (colla z aspra) Voce scherzevole, per dire Mancino, s'appropria a uomo. V. ZANCO. ZANCO (colla z aspra) s. m. Mancino, dicesi Colui che adopera naturalmente la sinistra mano in cambio della destra.

ZANCO, add. riferito a nano o piede, Sinistro; Manco o Stanco; A mano stunca: A man sinistra.

ETUT' A UN TEMPO D'UNA PONTA SMAGIA EL ZANCO A SIER PENIN, CHE CO LA MORTE. El stete più D'UN MESE A FAR BATAGIA, Cosi leggesi nel poemetto sulla guerra tra i Nicolotti e i Castellani del 1521. Siccome non si sa conoscere qual parte del corpo umano esser possa sotto il termine di ZANco; così l'Autore interpretando questo passo, suppone che il ferito Penin fosse mancino, e cho quindi il Poeta siasi valuto di una figura faceta per dire Feri di punta il muncino Penin.

Il bravo amico dott. Daniele Manin è però d'opinione che siavi un errore di stampa e che in vece di ZANCO debba dire Zaco (Giaco) per farne uscire il senso chiarissimo, poichè si vede che il colpo SMAGLIA il giaco A SER PENIN; e questa opinione sembra anche all'Autore la più ragionevole. ZANCÒNI (colla z aspra) 8. m. Zangoni, T. Mar. Tutti i madieri d'angolo acuto, quali sono quelli situati dal madiero del dente sino alla ruota.

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ZANE (colla z dolce) s. m. (probabilın, dal lat. Sannio, onis, buffone, mutata la in z) Zanni. Propriam. Contadino Bergamaseo, introdotto poscia nelle commedie per buffone, che ora non è più in uso, ed al quale fu sostituito il Truffaldino. Onde il delto. PAR DA ZANE K DA BURATIN, Far da sunni, che vale Far tutto da se in servizio altrui - Servir di coppa e di mantello, si dice del Fare a uno ogni sorta di servitù, servirlo di tutto punto.

ZANFARDA (colla z dolce) s. A. Gufo o Almuzia e Almuzio, Sorta di pelliccia usata

dai Canonici in alcune Chiese collegiate e dai Sottocanonici nelle Cattedrali, cui 80gliono essi portare sul braccio sinistro per distintivo del loro grado, quando non sieno vestiti dell'abito prelatizio. ZANGOLA (colla z aspra) s. f. Seggetta; Predella; Sella, ma meglio Pitale; Cantaro, Vaso per deporvi gli escrementi, e l'arneso di legno portatile, per uso di scaricare il ventre.

ZANTESEMO (colla z aspra) V. CENTÈSE

но.

ZANÙCO (colla z dolce) s. m. Ghiado; Sido; Stridori di verno, Gran freddo.

El ZanÙco tira, Tira vento freddo. ZANZALARO (colla prima z dolce o l'altra aspra) s. m. 'T. de' Pesc. Specio di granchio marino a coda corta, detto da Linneo Cancer rostratus, il cui carattere specifico è l'avere il torace quasi cordiforme, coperto di lanuggine, e le mani lunghe e compresse: non è commestibile.

ZANZAR, v. ant. (colle zz aspre) Lo stesso GIANZAR, V.

ZANZARÈLE (colle zz aspre e l' e aperta) 8. f. Minestra d' uova, Sorta di minestra o sia di Zuppa falta con brodo misto con uova dibattute: non è in uso presso i Toscani, i quali accostumano a Pasqua in luogo d'essa il Brodetto.

ANDAR IN ZANZARELE O IN ZANZE, Spappolarsi, voce bassa, Non si tener bene insieme; e dicesi della Minestra d'uovo che non si rappiglia - SON O ME SENTO IN ZANzarele, Detto figur. Sono o Mi sento accasciato, cioè Rifinito, Indebolito. ZANZE (colle zz naturali) Detto per vezzi dalle nostre donne, sincopato e storpiato per Angela, Nome proprio di fanciullina.

UNA ZANZE, dicono i nostri fanciullial paléo quando gira velocemente, e di qui Enzanzin,

ZANZE (collo zz aspre ) dicesi sincopato per Zanzarèle, V.

ZANZE (colle zz aspre) T. ant. Ciancie; Bagattelle, Cose frivole e da nulla. ZAPA (colla z aspra) 8. f. (forse da zampa, per essere quasi simile ałło zampare de`quadrupedi) Zappa, Strumento noto di ferro col manico lungo di legno, che serve a lavorare la terra Marra, voce agron. dicesi Quello strumento a guisa di zappa col manico assai lungo, con cui si rade il terreno e se lo lavora poco addentro; e quindi Marreggiare, Lavorare colla marra. Marretta chiamasi la Marra piccola, e Marrone lo strumento simile alla Marra, ma più stretto e più lungo — Sarchio, dicesi una piccola Marra per uso di Sarchiare, ch'è ripulir dall' erbe selvatiche, tagliandole col sarchio.

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ZAPA DA PELATIERI, detta anche MISSIAnon, Bollero, T. de' Conciatori. Strumento di legno con manico lungo, che serve a temperar la calcina ne' calcinai,

Zapa da Murer, Marra, si dico a Quello strumento a guisa di zappa che adoperano i manovali a far la calcina.

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ZAPAR ADOSSO A QUALCÙN, Detto figur. Scalpitare alcuno, vale fig. Aver a vile, Spregiare NO LASSARSE ZAPÁR ADOSSO O SU I PIE DA NISSÙN, Non lasciarsi scalpitare o cavalcare; Non portar basto; Non purlare o tener groppa, Non voler sopportare sopruso o ingiuria.

ZAPAR DEL CAVALO, Razzare; Raspare; Zappare, si dice dello Zappare che fa il Cavallo colle zampe quasi razzolando.

EL ZAPÁR DEL SCALIN, Pedata, cioè La superficie su cui sta il piede salondo le scale.

Zapir el formentÒN o simile, Chisciare Sarchiare; Sarchiellare; Radere, Ripulire il grano turco o altro dall' erbe selvatiche, tagliandole col sarchio. Rincalzare; Mettervi attorno della terra per fortificarlo. ZAPAR LE VIDE, Rincalzare le viti, gli alberi.

ZAPAR SU I CALCAGNI DE QUALCUN, Calcagnare o Scalcagnare, dicesi Quando nell' andar dietro ad uno se li pone il piede su le caleagna.

GUARDA DOVE CHE TI ZAPI, Guarda dov zappi, cioè Dove metti il piede. Abbi l' occhio; Allento ai ma' passi.

NO SE CHE POL ZAPÁR SU I PIE, Gli puszano i fiori del melarancio, dicesi di Uno che pretende d'esser molto delicato in qualsivoglia genere di cose, v piuttosto che lo i di fatto.

Par ch'el zapa sui vovi, Sembra ch' ei calchi l'uova, si dice di Chi cammina troppo a bell'agio.

Saver da cue pÌR UNO ZAPA, Saper da qual piede uno zoppichi, cioò Qual sia l'inclinazione o i difetti d'alcuno.

Basar dove ch'el zapa, V. Basin. ZAPASSALDO, 8. m. Sputasenno; Spulatondo, Quegli che affetta di far l'uomo di importanza e non lo è.

ZAPATA, ®. f. (colla z aspra) o per lo più Zapitr in plur. Sandalo e Ciabatta, Specie di Calzare consistente in un puro suolo di cuoio, con una striscia di pelle per di 80pra, che lascia quasi nudo tutto il piede. Simile calzare è usato specialmente da’Cappuccini.

ZAPATOR, 8. m. Zappatore, Soldato par

ticolarmente addetto ai lavori della fortificazione.

Zappatore, chiamasi ancho quel Soldato scelto che precede il battaglione, armato d'ascia onde spianare la via. V. GUASTADOR. ZAPEGÅR, v. Calpestare o Calpistare, Pestare co' piedi.

ZAPĖTO (colla z aspra) 8. m. Bidente, Strumento di ferro con due denti a guisa di forca, e con un occhio o foro nella parte che unisce tali denti e punte, entro cui vien fermato un manico di legno per imbrandirlo e adoperarlo como la zappa.

Detto per piccola zappa, V. Zara, ZAPIN (colla z aspra) s. m. Abete, Albero.

V. ALBEO.

ZA POCO, a modo avv. Pooo fa; Poco pri ma; Teste; Non ha guari. ZAPOLI (colla z aspra) 8. m. T. de' Costruttori navali, Legname di riempilure, Sono que' pezzi di legno che s'introducono negli intervalli tra i membri delle navi per riempiere i vôti o rinforzarli.

ZAPÓN, 8. m. accr. di ZAPA, Zappone; Marra, Quello stromento che usano i Manovali per far la calcina Beccastrino, Sorta di zappa grossa o stretta che serve per cavar sassi.

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Dar un zaròn, Lo stesso che Dar una Zapada, Calpestare l'altrui piede col proprio. ZAPONAR, v.

pone.

Zapponare, Lavorar col zap

ZARA (colla z dolce) s. f. Giura; Orcio; Ur na, Vaso grande di terra cotta e inverni ciato al di dentro, per lo più da tener olio o acqua.

Zara chiamavasi poi un giuoco ch'era in uso anticamente in Venezia, cioè nel secolo XVII, e facevasi con tre dadi, Zara si diceva ai punti divietati da sette in giù • da quattordici in sù. Quindi il prov. ant. Dar in zara, Dare in mal punto; Cogliere in mal punto; Dar nel Burgello, Incorror male.

ZARABALDANA (colla z aspra) s. f. Ghiabaldana; Ghiabuldano, V. CHIABABALDANA, ZARABOTANA (colla z aspra) s. f. Cerbottana, Mazza lunga di legno perforata a canna, per cui a forza di fiato si spinge fuori colla bocca una palla di terra per tirar agli uccelli.

Cerbollana chiamasi pure uno stromento simile ma più piccolo e per lo più di latta, largo al principio e stretto in fine, per parlaro altrui pianamente all'orecchio; e di tale stromento si servono gli Astrologi sulle piazze. Quindi SAVER ONA COSSA PER ZARABOTANA VIA, Intendere o Supere una cosa di rimbalzo o per cerbottana: detto fig. vale Saperla indirettamente e intenderla per terza persona.

ZARANTO (colla z aspra) s. m. T. degli Uccell. Verdone o Verdello e Calenzuolo, Uccello detto da' Vicentini LÙGARO GROSSO, e nel Polesine Garziɛro: è grande quanto una passera, ed è detto Verdone dal color verdastro delle sue peune. Linneo lo cliiauna Loxia Chloris, V. FRIZARIN. ZARATAN (colla z aspra) 8. in. Ciarlalano; Ciurmante; Ciurmador; Ciurmatore; Cerrelano; Ciccanlone, Cuntambanco; Ceriuolo, Venditore d'impiastri e di chiacchiere Empirico, ditesi quel Medico che si serve della sola notizia dell'esperienza Cantoniere dicesi Colui che sta su pe'canti a spacciar frottole, ingredienti ec.

ZABATAN O ZAKLATAN, nel parlar fam. dicesi per Ciarlatore, e intendesi di Uno che oltre al ciarlare assai, dica delle bugie. In tal signif, vi corrispondono Frappatore; Giuntatore; Favoleggiatore. ZARATANADA, 8. f. Allo o Maniera di ciarlatano.

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ZARATANAR, v. Ciurmare, Dar da intendere una cosa per l'altra Incantare, figur. vale Sorprendere e quasi sbalordire per la maraviglia.

Detto ancora per Lusingare; Allettare. ZARATANARIA, 8. f. Ciarlataneria; Ciurmeria, Quegli atti e quei falsi cicalamenti che fanno i Ciurmadori; Inganno, Avvolgimento di parole, Impostura. ZARCEGNA O ZARZEGNA (collo zz aspre) 8. f. T. de'Cacciatori, Specie d'Anatra selvatica chiamata italianamente Cercedula maggiore, in Toscana ARZAGOLA MASCHIO da Linneo Anus Creca. Quest' uccello abbonda nelle nostre maremme, ove pigliasi collo schioppo ed è ottimo cibo. ZARDA 8. f. (colla z dolce) T. do' Maniscalchi, Specie di malattia nel cavallo, che consiste in una gonfiezza molle, indolente nel suo principio, appoggiata ad un tendine del piedo, che ingrandisce in seguito e fazoppicar l'animale. I Veterinarii la qualificano Tumore linfatico al di sotto della punta del garello.

ZARDIN (colla z dolce) s. m. Giardino, Luogo piantato ad alberi e fiori. Se contieue alberi ed ortaggi dicesi Verziere. V. OnTO O BROLO.

LOGO KIDOTO A ZARDIN, Terra giardinala.

Zardini o ZardinETI, T. Mar. Giardini e Bottiglie, Risalto di lavori di legno sopra i lati del di dentro del vascello dall'uDa e dall' altra parte Giardini chiainansi sul mare i Balconi o Balconate d'un vascello che sieno coperte.

FAR ZARDINI IN ZENER, Locuz. ant. che vale figur. Tentar l'impossibile, perchè il freddo è opposto alla fioritura delle piante.

CITA PIENA DE ZARDINI, Cillà aggiardinata, Copiosa di giardini. ZARDINĖTO, 8. m. Giardinetto, Piccolo giardino.

ZARDINIÈR, 8. m. Giardiniere o Giardi

naio.

ZARDINIERA, 8. f. Giardiniera, Moglie del Giardiniere o Donna che ha cura del giardino.

Giardiniera è poi nome che danno i nostri Legnaiuoli ad una specie di tavolo fatto a mezza luna che si tiene accosto al muro, il quale alcune volte è riempito di terra con entrovi piante rare; ed è suppellettile

di moda.

ZARETA (colla z dolce e l'e stretta) Orciel-
to; Orciuolo; Orciolino.
ZARÈSA O ZARiès▲ (colla z aspra) 8. f. Ci-
riegia; Ciregia o Ciliegia, Frutto notissi-
mo dell'albero Ciriegio o Ciliegio.

ZARESE AQUAROLE, Ciliegie acquaiuole, e sono le primaticce, Ciliege a grappoli, prodotte dal Prunus Cerasus fructu aquoso; Ciliegia maggese primaticcia.

ZARESE BIANCOLINE, Ciliegie bianche o biancone, di frutto rotondo bianco quasi dolce, tenero; il cui albero chiamasi Prunus Cerasus, Cerasa dulcia.

ZARESE DURAGIR, Ciliege duracine moraiole, che hanno un succo nero sanguineo, quasi dolce. L'albero che le produce è distinto col nome Prunus Cerasus duracena.

ZARESE MORACHIOTE DA PADOA, Ciliege moraiole, Di frutto oblungo nereggiante. Altra varietà del Prunus Cerasus.

ZABESE DE MONTE, Ciliege di montagna o selvatiche, Ciliege serotine, nere, dol cissime, il cui albero si chiama Prunus Cerasus sylvestris, V. MARASCHE, MAROSTEGANE, MARINELE e Vissole.

PECOLO O GAMBETa de le zarese, Grappu, Propriam. il Picciuolo della ciliegia. MAZZETO DE ZARIESE, Incannala.

L'amico zariesa, delto fam. Il compare, Dicesi ad alcuno per ischerzo, come per denotar un tale di cui s'è fatta antecedentemente parola. Talora dicesi ironicamente, e per allusione ad un Cattivo soggetto.

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SIA BENEDETO CHI HA FATO EL PECÒLO A LE ZARIESE, Lode a quel che fece il manico alle fusa, e vale Sia benedetto Iddio.

ZARIÈSE SENZA PECOLO, Detto furbesco, Vacca; Incolto, Lividori e Macchie che vengono alle Donne su le gambe e le cosce quando tengono al verno il fuoco sotto la gonnella.

ZARESÈR, s. m. Ciregio; Ciriegio e Ci

liegio, Albero notissimo e di varie specie che produce le ciriegie, detto da Linneo Prunus Cerasus.

ZARESER NANO, Cameceraso o Ciriegio nano, detto da Linn. Prunus Chamace

rasus.

LOGO PIEN DE ZARESERI, Ciregelo o Ciriegelo, Luogo dove son molti ciliegi. ZARFOGIA (colla z aspra) Trafoglioso, Di Trafoglio, Agg. di Campo seminato pieno di trifoglio. V. SPAGNARO. ZARFÒGIO, V. CERFOGIO. ZARLATÀN, V. ZARATÂN. ZARLATANÈLO, 8. m. Cantambanchino; e Cantambanchina la Femmina. ZARLATANÒN, B. m. Cerretanone. ZARPE (colla z aspra) s. f. Vinacce, Buece delle uve che restano dopo la pigiature. V. GRASPE.

ZARZÉGNA. V. ZARCÈGNA.

ZASCADUN, Voce ant. e trivialissima, Ciascuno e Ciascheduno.

ZASSER (colla z dolce) verbo antiq. che vedesi scritto ZASER nelle lettere del nostro Andrea Calıno, nel sign. di Giacere.

QUA ZASE EL BON PESCANTE BURATELO, Qui giace il buon pescalore Buratèlo. ZATA (colla z aspra) 8. f. Zampa, Piede di animal quadrupede, e più si dice d'altri animali ancora.

Zata davanti, Branca, Zampa davanti coll' ugne da ferire; o piè degli uccelli di rapina. V. ONGIA.

ZATE DEL SCARPION O DEI GRANZI, Forbici; Zanche e Chele. A quelle dei Granchii Naturalisti dicono anche Mani.

ZATE DEI CALAMARI O DEI FOLPI, Tentoni o Tentacoli.

DAR LA ZATA, Far santà, si dice dei Cani domestici e de' Bambini quando si fanno star in piedi.

Zalla, si dice poi ad una specie di Popone brizzolato e dipinto a serpe o colla buccia bernoccoluta.

CAPITAR IN TE LE ZATE O IN TE LE SGRINFE, Dar nel guanto, vale Capitare alle mani altrui o nell'altrui forze, che anche dicesi Dar nell' unghie d' alcuno.

MENAR LE ZATE, detto fam. Menar le mani, Percuotere.

ZATA (colla z aspra) s. f. Zatla o Zatlera e Fodero, Tavole o Legnami collegati insieme per poterli condur pe' Gumi a seconda.

Madiala, dicesi in T. Mar. a Quantità di alberi da nave rozzi, legati insieme in modo che possano esser condotti galleggiando giù per un fiume.

CIEVOLO DA ZATARA, V. CIEVOLO. ZATÁDA, s. f. Unghiala o Ugnata, Ferita che si fa coll' unghia: lo stesso che SCRAFADA, V.

ZATÁRA. Lo stesso che ZATA, V. ZATARE (colla z aspra) si chiama in Venezia quella lunga spiaggia o fondamenta nel Sestiere di Dorsoduro, ch'è posta a mezzodi di rimpetto all' isola della Giudecca: chiamasi anche FONDAMENTE DE LE

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guida pei fiumi i Foderi, cioè le Travate di legnami congiunti insieme. ZATIGLIONI, V. SANTIGLIONI.

ZATİNA (colla z aspra) 8. f. Zumpino, Piccola zampa.

ZAVAGIÁR (colla z dolce) v. Barullure o Bazzarrare, Cambiar cosa a cosa, Dare in baratto, ma dicesi in mala parte.

Chi baralla imbrutta e chi barulla ha rozze, Prov. che si dice, perciocchè trattandosi di bestiame sempre si cerca di barattare il disutile e quel che non si trova da vendero po' contanti; il cho sí dice ancho Bazzarrure.

E perchè chi cambia per lo più iuganna, Burulture s'usa metaf. per Fraudare, Jugannare.

ZAVACIAR, nel parlare domestico più comunemente si usa per Imbrogliare; Intrigare.

ZAYAGİN, 8. m. Buon procaccino, dicesi di Uno che s'ingegna per ogni modo di guadagnare, cioè di Uomo industrioso. V. SBLZZOLIN.

ZAVÁGIO (colla z dolce) s., m. Barallo e Bazzarro, Cambio d'una cosa con l'altra; Spocio di contratto, ma dicesi in mala parte e intendesi Contratto ingannevole.

Più comunemente dicesi per Imbroglio; Intrigo: Impiccio; Equivoco; Mistero Impiastro, detto metaf, vale Convenzione conclusa con imbroglio.

Quindi ZAVAGIO, intendesi talvolta per STOCO, V.

ZAVACIÓN, 8. m. Garbuglione; Intriganle, V. INGARBUGIÒN.

ZAVARIAMENTO, 8. m. (colla z aspra ) Farnelicamento; Farnetico; Farnetichez za; Vaneggiamento, Il farneticare o vaneggiare di alcuni per malattia.

Dicesi anche nel sign. di Errore; Sbaglio; Abbaglio; Inganno. ZAVARTAR (colla z aspra) v. Furnelicare; Vaneggiare o Vagellare, Errar colla mente, Dir coso fuor di proposito; ed è proprio di alcuni febbricitanti Folleggiare, Dire o Far coso vane o da fanciulli.

ZAVARIAR DA HATO FURIOSO, Freneticare; Delirare, Essere in delirio, o frenesia, ZAVARIAB DA MATO O DA VECHIO, Vaneggiare; Folleggiare; Scivecheggiare: Pargoleggiare Bamboleggiare, Dire o Far coso vano o da pazzo o da fanciullo: il che è proprio specialmente di alcuni vecchi.

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NO ZAVARIO MINGA, SAVEU, Maniera fam. Non erro; Non m'inganno mica, supele? ZAVARIBO? Vaneggiate? Impazzile; e vale V'ingannate d'assai.

L'AMALA CHE ZAVARIA EL MOK, L'ammalato vaneggiante muore, Detto metaf. o valo L'uomo che svaria nelle sue azioni o proposizioni, indica tristo fine. ZAVATA (colla z aspra) 8. f. Ciabatta, Scarpa vecchia e molto logora; e dicesi anche di Quelle scarpe all'apostolica, che usano i Frati scalzi. V. ZAPATA,

Scarpe a pianta o a cianta, si dicono Quando, mandata giù la parte di dietro della scarpa, si riducono alla foggia di pianelle. V. MOLA.

In altro signif. Ciarpa, si dice ad Arnese e per lo più di cosa vile e vecchia, straccio, bazzecola, che dicesi ancho Sferru, Y. INTRIGHI.

Scarpettaccia, direbbesi al peggior. di Scarpetta; e Scarpaccia al peggiorativo di Scarpa.

MENAR LA ZAVÁTA, Detto fam. e figur. Mettere il becco in molle, Cicalare assai.

STIMAR QUALCUN COME LE SO ZAVATE, Slimar uno quanto la lacca dello zoccolo o quanto un cavolo a merenda, Niente stimarlo.

ZAVATADA, 8. f. Pippionala, Cosa sciocca o scipita, Scioccheria; Gagliofferia; Gofferia.

Ciomperia, dicesi per Opera malfatta. ZAVATAE, Ciabatteria; Bazzicature, Cose di poco pregio. ZAVATAMENTO, s. m. Acciabbattamento, l'atto di far grossolanamente alcuna

cosa.

ZAVATAR O ZAVATAR SU, V. Acciabattare; Abborracciare; Arrocchiare; Acciarpare; Acciapinare; Racciabattare, Far cho cho sia alla grossa e senza diligenza; tolta la metaf, dal Ciabattino.

No BISOGNA ZAVATAR, MA ANDAR ADAGIO, UNA COSSA A LA VOLTA, V. COSSA.

ZAVATAR, dicesi anche per Racconciare, Racciabattare; Rinloppare; Rattoppare; Ruppezzare; Raggiustar grossolanamente le cose guaste o vecchie.

ZAVATAR IN PRESSA, Acciapinare o Acciappinare, Far con fretta menando lo maui.

ZAVATÈR. V. Zavatin.

ZAVATÈRA 0 Zavatina (colla z aspra) s. f. Femmina di Ciabattino, la quale per analogia di altri termini consimili, dee poter dirsi Ciabattina. ZAVATİN, 8. m. Ciabattino; Ciabattiere · Ciaba, Quel che racconcia le scarpe vecchie · Ciabattaio, dicesi Quel che traffica ciabalte.

ZAVATÒN, 8. m. Ciabattino; Ciaballiere; Ciarpone; Acciarpatore; Ciurpiere; Abborracciatore; Impigliatore, Quegli che lavora con prestezza ma senza diligenza. ZAVATON AL ZOGO, V. SCHIAPIN.

ZAVATON, nel parlare domestico, dicesi anche per imbroglione; Avviluppatore.

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ZAUTÀR, v. che usasi nel Contado verno Padova nel sign, del nostro ScHosein, V. ZAZZARA (colle zz aspre) 8. f. Zazzera, Capellatura degli uomini tenuta per lo più in sino alle spalle.

GRAN ZAZZERA, Zazzeraccia. ZAZZARİN, 8. m. Zazzerina o Zazzerino, Piccola zazzera.

Detto figur. valo Prete, detto così dalla zazzera che i Preti portano più o meno Junga.

ZAZZARÓN, 8. m. Zazzerone; Zuzzeruto, Che ha gran zazzera; e dicesi ancho Capellatura e Chioma per Tutti i capelli del capo.

ZECA (colla z aspra e l'e stretta) s. f. Zecca, Luogo dove si battono le monete. Maestro de ZECA, Zecchiere o Zecchiero, Il Direttore della Zecca.

SAZADOR DR Zxсa, Suggialore o Assuggalore, Quegli che fa l'assaggio dello inonete e delle paste monetabili, per conoscerne la lega.

MENDAOR O TORNIDOR DE Zeca, V. Man

DAÒR.

CUNIADOR O STAMPADOR, Ballinzecca ● Stampatore di zecca, Quegli cho batte la moneta cell'impronto.

Rafinador de Zeca, V. RapinadòR. INCISOR DE ZECA, V. Incisor. Provveditore agli ori ed argenti in Zevca. Tale era il titolo d'un Magistrato della Veneta Repubblica, che presiedeva alla custodia dei deposití d'oro e d'argento fatti da' particolari nella pubblica zecca.

Provveditore ai prò in Zecca, Era un altro Magistrato destinato a pagare gl'interessi annui a tutti i Capitalisti che tenevano danaro nella Zecca; cioè prestato al Governo ovvero depositato voloutariamenle per averne interesse.

El crede che mI GABIA LA ZRCA, Maniera fam. Ei pensa che qui vi sia la cava, cioè Che vi sieno ricchezze, e valo Non vo

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ZECHIN BUSPIO o de parla, V. Ruspio. ZEGIETO (coila z dolce) s. m. Giglietto; Giglietto, Piccolo Giglio. ZECIO (colla z dolce e l'e strelta) s. m. Giglio o Giglio biunco e Giglio di S. Antonio, Fiore conosciutissimo fatto a campana, che ha odoro narcotico, prodotto da radice bulbosa, detto da' Botanici Lilium candidum, il quale è pianta perenne, cho vedesi fiorita nel g'ugno.

ZEGIO ROSSO, Giglio russo u Gigli porcellani, Altra specie di giglio, che ha lo foglie sparse e le corolle fatte a campana, non pendenti; chiamasi da’Botanici Lilium bulbiferum.

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