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sta libraria. Il ms. no 5 pagato 11,800 Lire sterline, cioè oltre un mezzo milione di Lire italiane, raggiunse il prezzo più alto che gli annali del commercio librario ricordino per un solo volume. È viva assai, com'è facile a comprendere, l'attesa per le vendite dei restanti settanta miss., sul cui resultato i nostri lettori saranno prontamente informati.

N.o 1. Missale Gallicanum. Manoscritto su pergamena del sec. XI (ca. 1060), in-fol. piccolo, 184 ff. con 40 miniature di cui II sono figure a piena pagina e 19 grandi iniziali. £1000.

È uno dei manoscritti più antichi che vanti la collezione, perfettamente conservato, salvo la mancanza di quattro fogli. Il sig. Weale a mezzo di ricerche ingegnose, poté attribuirne l'origine alla diocesi di Langres nella Francia settentrionale. L'assoluta mancanza di ori e l'impiego di colori smorti inducono ad avvicinare questo ms. al « Psalterium Gallicum » conservato nel British Museum (Arundel, LX) che, se scritto certamente in Inghilterra (probabilmente a Newminster), presenta invece miniature da attribuirsi a mano francese. Il ms. proviene dalla biblioteca del Conte di Ashburnham. (Appendix, n. XLIII).

N.o 2. Psalterium di Premy, presso Cambrai, Francia. Ms. su pergamena della fine del secolo XIII, in-4, 253 ff. con 7 miniature. Leg. in pelle del sec. XVI. £ 775. Appartenne a una religiosa del convento di S. Agostino di Premy. Eseguito al tempo di S. Luigi, Re di Francia, presenta notevoli affi nità colle celebri Horae di S. Luigi e con quelle di Isabella di Francia, conservate nella Biblioteca Nazionale di Parigi. Nei numerosi « Boutsde-ligne » ricorrono moltissime volte replicati, oltre ad altri, gli stemmi combinati di Francia e di Castiglia, che con ogni evidenza si riferiscono a S. Luigi e a Bianca di Castiglia, sua madre.

N.o 3. La Sainte Abbaye etc. Ms. in pergamena del sec. XIV (1300-1320), in fol. picc., 32 ff. con miniature. £ 4200. Nella sua originaria integrità il presente ms. comprendeva cinque trattati religiosi. Appartenne a Jacques d'Armagnac, duca di Nemours, che, come noto, fu appassionato rac

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coglitore di libri; passò di poi al conte di Bastard, e più tardi fu scomposto in più parti, una delle quali « La Somme le Roy» trovasi attualmente nel British Museum di Londra. Quella che costituisce il qui descritto ms. tratta particolarmente della vita monastica e proviene dalla vendita Didot (1895). Il dr. James che diede una descrizione accurata e dotta del ms. in questione, ne dà questo sintetico giudizio « Tre delle quattro miniature a piena pagina che sono contenute in questo volume sono dello stile piú sublime dell'arte francese. È difficile immaginare qualche cosa di più perfetto e di cosi finito come sono queste tre pagine. Oltre ad esse che non domandano altre parole, va notata la veramente magistrale esecuzione delle iniziali e della scrittura dei tre primi trattati. A loro confronto la esecuzione del 4o trattato fa un effetto meschino ». N.o 4. Breviario di Margherita di Bar (Verdun). Ms. in pergamena del sec. XIII (1290-1310), 358 ff., in-fol. piccolo.

È questi uno dei quattro importantissimi codici provenienti dalla famiglia dei De Bar di Metz, e più precisamente il 10 volume del terzo (il vol. 2o si conserva nella pubblica biblioteca di Verdun). Il più noto fra questi codici è il « Pontificale Metense », già posseduto dal signor Thomas Brooke e nel 1908 passato per suo dono in possesso di Thompson il quale lo donò, poco tempo dopo, al « Museum Fitzwilliam ». Il secondo codice (il « Rituale Metense» che trovasi nella biblioteca di Metz) è generalmente noto soltanto per fotografie. Egli acquistò il qui descritto volume a Parigi nel 1896. Contiene fra iniziali figurate, grotteschi, rappresentazioni bibliche etc., 741 illustrazioni. Gli stemmi che vi ricorrono sono identici a quelli che si trovano nel « Pontificale » di Metz, con questo vantaggio che, mentre là appaiono sbiaditi, qui si conservano intatti. Si l'uno che l'altro di questi codici appartennero a Reinhold de Bar, vescovo di Metz, e a Margherita de Bar, sorella di lui e badessa del convento di S. Mauro a Verdun. I fastigio della famiglia de Bar si riconosce a prima occhiata su questo volume pei moltissimi stemmi che lo fregiano, ove le insegne della famiglia (due pesci) si accollano con altre numerose reali e d'alta nobiltà. Se

condo il dr. James, la fattura di questo codice è anteriore a quella del citato Pontificale Metense.

N.o 5. Horae Johannae II, reginae Navarrae. Ms. su pergamena del sec. XIV (1336-1348), in-fol. picc., 271 ff., con 108 miniature di varia grandezza. £ 11800.

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Questo codice è il compagno di quello descritto al numero precedente, eseguito con ogni evidenza, nello stesso « atelier » e per la medesima occasione. Thompson lo ebbe da lord Ashburnham, due anni prima del suo acquisto delle « Horae di Talbot ». Delle sue vicende avanti che figurasse nella biblioteca Ashburnham, nulla è noto, salvo l'aver esso appartenuto nel 1610 al monastero di S. Willebrord a Epternach, nel Lussemburgo. Per una bizzarra coincidenza, dunque questi due mss. si trovano insieme, a distanza di secoli, in questa collezione. Nonostante la stretta parentela che

Descritto dal Delisle al n. X della sua « Notice de Douze Livres Royaux », e, con accurata analisi, nel catalogo Thompson (pagg. 151-183), per opera del sig. S. C. Cockereu. Notevoli nelle 12 pagine del calendario le curiose raffigurazioni del conflitto fra l'antica legge e la nuova, fra chiesa e sinagoga. Di questo ma-li unisce, la fattura di questo ms. è superiore noscritto non s'aveva da quasi tre secoli più a quella del precedentemente descritto. notizia, quando fu ritrovato in un convento di Parigi dal Peiresc, che riprodusse da esso la serie delle otto miniature delle « Heures de S. Louis », raffiguranti il detto Re e scene della sua vita. Da notare pure un ritratto del re Filippo VI di Valois e di Giovanna di Borgogna, sua moglie, inginocchiati entrambi innanzi alle reliquie della « Sainte Chapelle ». Il numero complessivo delle grandi miniature di questo ms., mirabili per la loro bellezza, è di 78.

N.o 6. Horae di Talbot. Ms. su pergamena del sec. XV, in-fol., 144 ff., con 26 miniature. £ 1050.

Descritto estesamente nel catalogo Didot, ove lo si vuole eseguito in Normandia, o almeno con sicurezza nel nord-ovest della Francia. Il valore delle miniature di questo ms. è vario. Offre speciale interesse per la biografia di John Talbot, primo conte di Shrewsbury. Questo celebre condottiere trucidato a Châtillon presso Bordeaux verso il 1453 da una banda di Bretoni aveva sposato in seconde nozze, intorno al 1433, Margherita Beauchamp; fondate ragioni inducono a credere che questo Libro d'ore fosse appunto eseguito per tale occasione. Di formato oblungo e agevolmente portatile, sembra che il ms. qui descritto fosse stato raccolto sul campo di battaglia; certo si è che ricomparve a distanza di quattro secoli in una bottega di Nantes, donde passò nella biblioteca di Amb. Firmin Didot.

N.o 7. Horae Margaretae Beauchamp. Ms. su pergamena del sec. XV (ca. 1430), in-4, 120 ff. con 31 miniature. £ 675.

N.o 8. Missale Carmelitanum Nantes. Ms. su pergamena del sec. XV (1445-1476), in-fol., 274 ff., con 91 miniature. £ 1400.

Di straordinaria importanza per la storia dei duchi di Brettagna, questo ms. appartenne senza dubbio ai Carmelitani di Nantes. Fece parte de' codici che la Biblioteca Hamilton aveva comprati per conto del Governo germanico e che furono poi rivenduti nel 1889. Si distingue dagli altri messali, tanto da costituire probabilmente un unicum, per le serie di ritratti che contiene, concernenti i duchi di Bretagna e loro famiglie, a cominciare da Giovanni IV (1345), fino a Francesco II, morto nel 1487. Una delle miniature si riferisce alla costruzione del su ricordato monastero carmelitano, del quale si sa che fu compiuto durante il regno di Giovanni IV. Vi si vede la costruzione già avviata: il superiore e il capomastro sorvegliano dalle finestre del convento stesso gli operai, i quali attendono alacremente al lavoro. Fra le 91 miniature che illu. strano questo ms., 12 si riferiscono a personaggi della casa ducale di Brettagna, ritraendo famiglie di duchi in gruppo. Particolare interessante le figure femminili portano ricamato sulle vesti l'intero loro stemma. Tre minia ture invece raffigurano scene importanti della vita del duca Giovanni V. Nella prima ve donsi Giovanni e il fratello di lui, proditoriamente catturati da Oliviero, conte di Penthèvre, chiusi in un castello della Brettagna. Vedesi poi il castello di Pevensey, dalle cui finestre guardano di fra le sbarre, Arturo di Richmond e sua madre imprigionati. Poiché Giovanni

aveva fatto voto di pagare, avverandosi la sua liberazione, tanto oro quanto egli pesava, lo si vede in atto d'esser pesato con vasellami d'oro di forme svariate. Altrove è dipinto mentre paga la rimanenza del suo voto con gioielli ch'egli trae da un vaso e porge a un abbate. Benché le miniature di questo ms. non siano un lavoro eccellentissimo, e presumibilmente della mano di qualche alluminatore della provincia, pure va notato il disegno estremamente realistico, brioso e non scevro di note argute. Altro esempio di episodi storici di questo genere, intercalati in un'opera religiosa non è noto. Certo qui lo si deve al fatto delle strette relazioni che intercorrevano tra la famiglia ducale e il monastero carmelitano. Del monastero stesso v'è poi un'altra raffigurazione nella grande scena della crocifissione; che si deve ritenere aggiunta dopo il 1471 (anno dello sposalizio del duca Francesco II con Margherita di Foix), e prima del 1476, data di nascita della celebre Anna, la quale era destinata, in seguito a matrimoni con due Re di Francia, a unire la Brettagna col reame di Francia.

N.o 9. Boethius; De consolatione philosophiae,

traduz. francese. Ms. in pergamena del sec. XV (1480), in-fol. picc., 158 ff., con 5 miniature. £ 900.

Bel ms. riccamente ed egregiamente ornato. Proviene dalla biblioteca Didot. N.o 10. Vie de Jésus-Christ, tome II. Ms. su pergamena del sec XVI (1500-1508), in-fol., 336 ff. con due miniature a mezza pagina e oltre 8o della larghezza d'una colonna. £ 800.

Il primo volume di questo ms. si conserva nel tesoro della cattedrale di Lione; il secondo qui descritto fu eseguito per Filippina de Gueldres che sposò nel 1485 Renato II, duca di Lorena. Le loro iniziali e lo stemma figuravano nel fregio della prima pagina. La data del ms. deve anteporsi di poco alla morte di Renato, avvenuta nel 1508. Non appena Filippina ebbe veduto il proprio figlio proclamato duca, si ritirò nel convento di Santa Chiara a Pont-à-Mousson, dove mori nel 1547.

N.o 11. Martyrologium etc. Ms. su pergamena

del sec. XIII, in-fol., 190 ff., con 2 ini

ziali miniate a grandezza di pagina e altre numerose di minori dimensioni. £ 1600. Eseguito verso la metà del sec. XII, e forse prima, per un convento dell' Italia meridionale che aveva per patrono S. Bartolomeo. È probabile che sia stato scritto al convento dei Benedettini di Monte Cassino. Le figure umane, in questo come nei numerosi mss. esistenti a Monte Cassino e nei pochi alla Vaticana e a Parigi, risentono l'origine bizantina; le iniziali invece fanno piuttosto pensare a un influsso irlandese o, quando meno, occidentale. Sgraziatamente mancano i fogli che contenevano le miniature. Scrittura ed iniziali sono però della miglior maniera. Salvo uno conservato alla Biblioteca Bodleiana, non è noto ch'esistano in Inghilterra o America altri codici di Montecassino.

N.o 12. Vita Christi etc., iconibus depicta. Manoscritto su pergamena della prima metà del sec. XIV. In-fol. picc., 20 ff., dipinti da' due lati, salvo il primo e l'ultimo che hanno un lato incollato alla legatura. £ 750. Questo volumetto non ha alcuna scrittura. Gli studiosi che lo esaminarono pronunciarono giudizi discordi sulla scuola cui attribuire le 38 miniature ch'esso contiene. La data è da porsi intorno al 1300. Noterebbesi qualche affinità di stile con i quadri del Duccio. N. 13. Biblia Bentivoglio. Ms. su pergamena del sec. XIV, in-fol. pícc., 558 ff., con 87 miniature. £ 675.

Il ricco colorito veneziano e gli ori spessi impiegati danno alle pagine di questo manoscritto un'apparenza assai vivace; anche la scrittura è notevole per la sua delicatezza. Or. namenti di stile più scadente, che vi furono aggiunti in epoca posteriore, sfigurano purtroppo alcune pagine del ms. Si presume che sia stato fatto per convento francescano, e sia quindi passato nella proprietà di un Bentivoglio. Si vedono gli stemmi di questa famiglia dipinti sopra altri che anteriormente vi figu

ravano.

N.o 14. Liber Trojanus. Ms. su pergamena del sec. XIV, in-fol. picc., 88 ff., con 176 miniature. £ 1225.

Raro e interessante codice. Codici illustrati italiani di contenuto profano sono, come

si sa, difficilmente reperibili. L'origine veneziana del qui descritto è comprovata da numerose istruzioni date all'alluminatore, scritte con inchiostro pallido, in dialetto veneto, che fortuitamente non furono radiate. Il signor N. E. Griffin che aveva esaminati molti manoscritti di quest'opera, asseri conoscerne due soli di data anteriore a questo, e uno solo miniato. N.o 15. Pontificale Andreae Calderini. Ms. su pergamena del sec. XIV (1378-1385), in-fol., 147 ff., con 78 miniature. £ 2000. Andrea Calderini fu vescovo di Ceneda dal 1378 al 1385. Il suo stemma fu coperto da quello di un altro vescovo, cui passò in seguito il ms. La decorazione offre qui un esempio magnifico dell'arte dell'Alta Italia; l'effetto ottenuto dalle figure e dal disegno abbondante e vigoroso è veramente superbo. La quantità d'iniziali disegnate graziosamente a penna, in rosso e azzurro, è straordinaria. La varietà grandissima dei modelli conferisce a questo ms. un valore unico.

N. 16. Secreta Sanctorum. Tesoro di Brunetto Latini etc. Manoscritto su pergamena dell'anno 1425, in-fol., 144 ff. con 53 miniature. £ 500.

Codice fiorentino scritto da Bartholomeo da Fighine. È miniata soltanto la parte che comprende il Tesoro di cui è dato qui un testo ridotto. Delle miniature, alcune sono con contorno, altre senza; i colori ne sono vivaci, gli ori usati con parsimonia e poco lucidi. N.o 17. Aristotelis et aliorum tractatus. Manoscritto in pergamena del sec. XV (ca. 1450), in-fol. picc., 64 ff., con 10 contorni. Legatura veneziana antica di stile semiorientale, cuoio nero con ornamenti a secco e punti in oro. £ 650.

Il ms. è decorato di 1o contorni, di cui sono motivo uccelli, fiori, fronde ecc., il tutto in tono « grisaille ». Vi figurano, trattati con delicatezza, colori azzurro-chiaro, verde e rosso-garofano, nonché punti d'oro. Non è noto alcun lavoro italiano in «grisaille » eseguito con altrettanta grazia e finezza di gusto. N.o 18. Petrarca. Sonetti e Triumphi. Ms. su pergamena del sec. XV (ca. 1470-1480), in-fol., con 7 miniature. £ 720.

Questo piccolo ms. è certamente fioren tino. Le sue 7 miniature sono del più bel tempo dell'arte italiana, e meritano d'essere paragonate con quelle del Sinibaldi (1476) che illustrano il più splendido dei codici petrarcheschi (Biblioteca Nazionale di Parigi). Dagli stemmi impressi sulla legatura si può desumere che il presente ms. abbia per qualche tempo appartenuto, nel sec. XVIII, a qualcuno della famiglia Albani di Bergamo. N.o 19. Cassiodori epistolarum libri XII. Ms. su pergamena del principio del sec. XVI (ca. 1510), in fol. Legatura del tempo, vitello con impressioni a secco e argento,

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N.o 20. Evangelia, latine, saeculi IX. Ms. su pergamena del sec. IX, in-fol., 204 ff. con miniature. £ 1775.

È il più antico dei codici della collezione Thompson. Fu probabilmente eseguito nel Monastero di S. Martino a Tours, verso la metà del sec. IX come si desume dallo stile della decorazione e dalla scrittura stessa, ch'è di una bella mano carolingia. I prologhi sono scritti da altra mano, con lettere onciali o semi-onciali. Le rubriche che precedono ogni Vangelo, sono a grandi lettere capitali in oro lucido su fondo purpureo e chiuse entro cornici ornate. Mancano sgraziatamente le prime parole del primo Vangelo. I tre Vangeli seguenti cominciano con splendide iniziali intrecciate; le parole sono in oro lucido e, per la maggior parte, a grandi lettere capitali. Particolarmente mirabili sono le grandi « I» dei Vangeli di Marco e di Giovanni. Anche il prologo di S. Girolamo comincia con una lettera «N» larga quanto il

testo. I « Canones Eusebii » sono contenuti in sei pagine; un foglio n'è mancante. Le volte che servono di cornice ai Canoni, le colonne d'oro o d'argento figurate, oppure imitanti marmo e capitelli lavorati; tuttociò produce un grande effetto ornamentale. Data la sua

antichità, lo stato di conservazione di questo ms. è notevole.

N.o 21. Beatus super Apocalypsim, Ms. su pergamena del sec. IX (894 ?), in-fol., 302 ff. £1000.

Di questo ms. è stata data un'ampia e dotta descrizione dal dr. James, donde si rileva ch'esso fu eseguito nel 894, in un convento nel nord della Spagna, dedicato a S. Michele, per ordine d'un abbate Vittorio. Si considera questo come l'esempio più antico di un « Beatus» dipinto in Ispagna. La sua alluminazione si somiglia per ogni riguardo a quella dei codiçi irlandesi press' a poco contemporanei. Tuttavia il disegno delle figure v'è meglio curato, mentre l'ornamentale resta al di sotto di quello che troviamo nei capilavori celtici dell'arte irlandese. Il colorito è barbaro; vi predomina quasi sempre il rosso e il giallo. Le figure accennano a influssi bizantini; gli archi a forma di ferro di cavallo indicano influsso saracinesco. È questo l'unico ms. spagnolo della collezione. Se non è il più antico per data, è il piú arcaico per stile e il più curioso quanto a colorito. Due sole fra le sue 90 miniature contengono oro, e anche esse scarsamente. N.o 22. Evangelistarium Graecum. Ms. su pergamena del sec. XII, in-fol., 378 ff. con 34 miniature. £ 3450.

Codice meravigliosamente conservato. Si vuole che sia stato esposto per 700 anni in una chiesa bizantina. Fece parte della biblioteca Hamilton Palace; venduto nel 1882 al Governo germanico, fu rivenduto insieme con altri codici a Londra nel 1889. Le figure di questo magnifico ms. possono suddividersi in tre categorie: a) grandi miniature a principio delle divisioni del testo; b) miniature a margine e senza fondo; c) miniature su fondo intercalate nel testo. Il loro numero totale ascende a 34. Le innumerevoli iniziali di for mato più piccolo sparse per il testo, s'assomigliano a smalti, e le piccole figure rappresentanti santi, profeti ecc., costituiscono un'illustrazione aggradevole e non comune. Quanto alla scrittura non si ricorda ms. bizantino piú bello. Il disegno ornamentale presenta talvolta un aspetto asiatico; presumesi che l'artista avesse avuto nell'occhio il colorito di arazzi e tappeti orientali.

La Bibliofilia, anno XXI, dispensa 1-3'

N.o 23. Manoscritto Persiano su carta orientale del sec. XV (1410), in-4, 438 ff. con 38 miniature. Legatura orientale in cuoio con impressioni in oro e a secco. £ 5000. Fu fatto per esser presentato in dono a Iskander, nipote di Timur, chiamato altrimenti Tamerlano. Nella descrizione datane nel 1900 da M. Kearney, come luogo d'origine se ne attribuisce Shiraz o Ispahan. Di opinione diversa è il dr. F. R. Martin, che passa come grande autorità in fatto di mss. miniati orientali, il quale cosi scrisse a Thompson: « Sono quasi sicuro che il suo bel ms. non fu fatto né a Shiraz, né a Ispahan. L'ornamentazione è dello stile autentico di Samarkand, ch'era allora il gran centro artistico persiano. Le pagine decorate del manoscritto sono le più interessanti perché offrono un grande contributo alla conoscenza che abbiamo di quel l'epoca, della quale non avevamo quasi altra testimonianza che i monumenti di Samarkand ». Questo codice compila in un solo volume 39 libri. La sua splendida scrittura, di caratteri estremamente minuscoli, è dovuta a due mani diverse. Oltre a 38 miniature di prim'ordine, contiene molte squisite ornamentazioni. Parecchie di queste trattano soggetti bibblici : Adamo ed Eva, l'arca di Noè, il sacrifizio di Abramo ecc.

N.o 24. Evangelia Gallica. Ms. su pergamena del sec. IX-X, in-fol. picc., 194 ff. £ 475.

Bello esempio di codice del sec. X, scritto da mano carolingia, con le tipiche iniziali dell'epoca, e con due miniature raffiguranti gli Evangelisti. Come esempi affini a questo possono essere citati: gli Evangelia dati da Ebon, arcivescovo di Reims, alla badia di Hastviller (Epernay), illustrati da Bastard; un ms. colle vite di S. Colombano e discepoli, passato dal monastero di Bobbio alla biblioteca di Torino, ove fu distrutto dall' incendio del 1904.

No. 25. William of Tyre. Ms. su pergamena del sec. XIII (1250-1260), in-fol., 211 ff. con 25 iniziali a figure miniate. £ 700.

È uno dei due mss. di cui si valse Paulin Paris per la sua opera su Guglielmo di Tiro pubblicata a Parigi nel 1879. Guglielmo (11301190) era francese e venne nominato patriarca di Tiro nel 1167. Il presente codice, ch'è un

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