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. 27. Portolano di Giovanni Benedetto, su pergamena, colla data del 1543; in-4, 20 ff. £ 900.

Eseguito probabilmente per Arthur de Cossé, di cui figura sulla prima pagina lo stemma. In principio al ms. una carta del mondo piegata, misurante 675+440 mm., porta le iniziali G. B. e la data 1543. Tali iniziali furono da H. Harrisse identificate con quelle di Giovanni Benedetto. Si conoscono di questo cartografo le firme ch'egli appose ad alcune ricevute, che suonano cosí: « Jean-Marie dit Benedict, du pays de Siennois, expert en cosmographie ».

N.o 28. Portolano di Baptista Agnese, 18 ff. su pergamena, sec. XVI (ca. 1550). Legatura antica veneziana in marocchino con impressioni in oro e 4 fermagli in argento. £1300.

Il cartografo genovese Battista Agnese è conosciuto per 60 0 70 portolani che si conservano in biblioteche pubbliche. Alcuni sono firmati e datati (le date corrono fra il 1536 e 1 1564), altri come il presente no. L'evidenza

che il qui descritto portolano sia di B. Agnese è tale da non consentire alcun dubbio. Fu acquistato a Roma nel 1826 per la somma di 22 scudi. Salvo la bussola della copertina posteriore, mancante, questo ricco e magnifico portolano é assolutamente completo. N.o 29. Theocriti, Hesiodi etc. Opera graece. Venetiis, Aldus Manutius, 1495, in-fol. Legatura antica in pergamena. £ 260.

Benché a stampa, figura in questo lotto della vendita per la miniatura che adorna la prima pagina, forse di mano del Dürer o almeno di uno dei suoi discepoli. Fece parte della biblioteca del celebre Pirkheimer, amico del Dürer; questi disegnò pel Pirkheimer un ex-libris che figura in questo volume e decorò parecchi libri di lui con disegni originali. Quando la biblioteca del Pikheimer, circa cento anni dopo la sua morte, andò dispersa, 16 volumi di essa passarono all'Overbeck di Leida. Il volume qui descritto fece probabilmente parte di quel lotto.

N.o 30. Aristoteles lat, cum commentis Averrois. Venetiis, Andreas de Asola, 1483, 2 vol. gr. in-fol. Stampato su pergamena. £ 2900. Rarissima edizione, splendida per impressione, inchiostro, e pergamena; non se ne conoscono che due o tre altri esemplari. Sulla prima pagina di ciascun volume è una bellissima miniatura, eseguita probabilmente da un artista di scuole ferrarese, del più puro rinascimento italiano. Nella prima è rappresentato Averroe che spiega Aristotele; la decorazione consiste in gemme, amorini, animali ecc. L'altra miniatura raffigura sette filosofi sopra un balcone; sulla balaustrata del medesimo è seduta una scimia. Si contano inoltre 30 iniziali istoriate e miniate.

NOTIZIE

Il nuovo organico delle Biblioteche governative italiane. Alla Camera italiana è stato presentato, fino dal mese scorso, un disegno di legge che modifica radicalmente la sistemazione organica del personale delle Biblioteche governative italiane disegno da lungo tempo atteso, invocato.

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È noto che il vecchio regolamento organico distingue gli addetti alle biblioteche in quattro categorie: quella dei Bibliotecari divisa in cinque classi; quella dei sottobibliotecari

divisa pure in cinque classi; la terza degli ordinatori-distributori in sei classi, e la quarta degli uscieri distinta in quattro classi. Gli stipendi erano (e sono fino ad ora!) oltremodo modesti, tali da impedire che persone di buona volontà e cultura potessero adire alle Biblioteche o in esse dedicare amorosamente e intensamente la loro opera.

Il nuovo progetto migliora, e di molto, le condizioni degli impiegati e funzionari e risponde a un concetto più logico ed organico. Il personale delle Biblioteche, col nuovo progetto, è diviso in quattro categorie: la prima comprende i Bibliotecari e i Bibliotecari direttori, con funzioni di concetto e direttive; la seconda i Ragionieri-economi colle funzioni della contabilità e dell'economato (una categoria esigua e che poteva anche sopprimersi, senza danno certo per la maggior parte delle Biblioteche, anzi con una maggiore speditezza nello svolgimento delle funzioni di questi istituti); la terza degli Assistenti e Coadiutori colle funzioni di distribuzione, ordinamento e lavori accessori; la quarta dei Custodi e Custodi capi con funzioni di servizio. Oltre queste quattro categorie, colle rispettive suddivisioni, restano i Commessi e i Fattorini che sono pagati a ore, e hanno altre limitazioni, che non sono e non possono essere inclusi nel personale di ruolo.

Gli stipendi, come dicevamo, sono molto aumentati i Bibliotecari vanno da L. 5500 a 'L. 9600 in trenta anni; i Bibliotecari direttori da L. So00 a L. 12,200 in 18 anni; i Ragionierieconomi da L. 4000 a 7000 in 28 anni; gli Assistenti da L. 3000 a L. 5000 in 28 anni; i Coadiutori da L. 4500 a L. 6500 in 20 anni; i Custodi da L. 2000 a L. 3500 in 20 anni e i Custodi capi da L. 3000 a L. 4000 in 15 anni. Siamo ancora lontani dalle condizioni delle Biblioteche in molti, anzi in quasi tutti gli altri Stati d'Europa, oltre che d'America; ma ora gli stipendi possono dirsi, se non adeguati, discreti.

La parte più nuova del disegno di legge è la creazione delle Soprintendenze bibliogra fiche, alla stessa guisa che si fece per i monumenti e scavi. Esse sono dodici, e cioè: per il Piemonte e la Liguria (sede a Torino); per la Lombardia (sede a Milano); per il Veneto (sede a Venezia); per l'Emilia (sede a Bologna); per la Toscana (sede a Firenze); per le Marche e l'Umbria (sede provvisoria a Firenze); per il Lazio (sede a Roma); per gli Abruzzi e Molise (sede provvisoria a Roma); per la Campania e Calabria (sede a Napoli); per le Puglie e Basilicata (sede provvisoria a Napoli); per la Sicilia (sede a Palermo); per la Sardegna (sede a Cagliari). Ai Soprintendenti è data una indennità di L. 2000 annue. Le loro funzioni sono largamente elencate nella Relazione che il Ministro Baccelli fa precedere al Disegno di legge corrispondono in sostanza a quelle dei Soprintendenti degli Archivi di Stato e degli Uffici dei Monumenti.

Trattasi ora di un progetto, che potrà avere delle modificazioni: alcune sarebbero tosto da suggerirsi. Comunque, anche cosi come è formulato, il progetto è degno di lode, ed è da augurarsi che quanto prima possa essere definitivamente approvato.

Su di esso, quando sarà convertito in legge, torneremo e ci intratterremo a lungo.

La Biblioteca dell'Istituto germanico in Roma. Intorno a questa nota e ricca Biblioteca, alle sue vicende, e alle questioni alle quali in questi giorni ha dato luogo, discorre il Resto del Carlino, in un garbato articoletto che riproduciamo:

« Una bella questione giuridica, dice lo scrittore dell'articoletto, si dibatte tra il Governo italiano e il Governo tedesco per la biblioteca dell'Istituto storico e archeologico germanico. In questo Istituto gli studiosi di Germania avevano raccolto non solo quanto riguarda l'arte antica, ma quanto anche riguarda la storia medioevale e moderna d'Italia. Le antichità dei singoli Comuni italiani non si potevano studiare esaurientemente se non in questa biblioteca. Occorre riconoscere che il Governo tedesco apriva con molta liberalità il suo Istituto agli studiosi italiani. I nostri storici si sono giovati della magnifica organizzazione tedesca tutte le volte che hanno voluto.

<< Durante la guerra il nostro Governo non solo espropriò all'Austria il palazzo Venezia

e alla Germania il palazzo Caffarelli, ma mise anche in casse la biblioteca dell'Istituto germanico e la raccolse a Castel Sant'Angelo sotto la custodia di un valent'uomo, il dottor De Gregori. La tesi dei reggitori le Belle Arti era che l'Italia dovesse espropriare questi libri come aveva espropriato quegli edifici. Se non che altra cosa è un bene immobile e altra è un bene mobile. Da alcuni giorni il direttore dell'Istituto germanico, professor Delbrück, è a Roma e domanda al nostro Governo la restituzione della preziosissima biblioteca. Egli osserva in primo luogo che non abbiamo nessun diritto di appropriarci di una ricchezza mobile della Germania; in secondo luogo che questa biblioteca può considerarsi come un'opera dell'ingegno, come un organismo artistico e rientra per ciò nella categoria dei beni che secondo il trattato di Versailles non possono essere confiscati. A Parigi infatti fu discusso se si doveva o non si doveva rifarsi sulle cose dell'arte e di coltura tedesche dei danni sofferti dal patrimonio artistico dell' Intesa, e si decise per il no.

<< Per parte nostra noi crediamo che la biblioteca debba essere restituita: è frutto del lavoro e dell'ingegno di alcune organizzazioni di studiosi tedeschi, e ai tedeschi va lasciata. È dovere dell'Italia, degli studiosi italiani, radunare una biblioteca e organizzare un Istituto che superi questo della Germania. Ma ci dorrebbe se non fosse rispettata l'opera degli studiosi tedeschi, perché abbiamo un grande rispetto della proprietà dell' ingegno.

« Del resto crediamo che il Governo riconoscerà giusti gli argomenti del prof. Delbrück. Infatti una nota di risposta al Direttore dell' Istituto germanico dice che la biblioteca fu presa in custodia dall'Italia e solo perciò fu messa in casse e trasportata a Castel Sant'Angelo.

Una relazione sulle Biblioteche del Belgio. Non vogliamo parlare dell'incendio della Biblioteca di Lovanio e di quella di Lilla in Francia, per i quali sono andati distrutti tesori di inestimabile valore. Accenniamo qui ad una relazione scritta per il Zentralblatt da F. Milkau, direttore della Biblioteca di Breslavia, che fu incaricato nel 1915, dal suo Governo di una mis sione per visitare e riferire sulle Biblioteche del Belgio e del nord della Francia. A parte le speciali conclusioni cui arriva l'autore sulle condizioni dipendenti dalla guerra e sulla responsabilità dei danni recati alle biblioteche, si trovano nell'accurato lavoro del Milkau interessanti informazioni, specie quelle che si riferiscono alla condizione delle piccole biblioteche, condizioni che a dir vero non differiscono molto dalle nostre. Il Milkau mette in rilievo la facilità e cordialità delle comunicazioni nelle biblioteche belghe, l'accrescimento della suppellettile col contributo di tutti, la cura che ogni città pone a completare le raccolte che si riferiscono ad argomenti locali, intesi nel senso più largo. Purtroppo nota che anche nel Belgio, come da noi, il trattamento fatto ai bibliotecari e a coloro che danno le loro cure amorose ai libri sono molto modeste....

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Le Biblioteche pubbliche dell' Ecuador. Il piccolo Stato dell'America Centrale ha raggiunto, per rispetto alle pubbliche Biblioteche e alla loro consultazione, un grado di civiltà che può destare invidia nei nostri paesi. La piccola Repubblica ha 40 Biblioteche che funzionano egregiamente. Quito ha cinque biblioteche: la Nazionale, la Comunale, quella dell' Università e di due altri enti; Guayaquil ha quattro biblioteche quella Comunale, dell' Università, e di due enti. Hanno due biblioteche le città di Ibarra, Latacunga, Loja, Riobamba; ne hanno una infine le altre borgate o cittadine di Alausi. Ambato, Babahoyo, Bahia, Cayambe, Catarama, Celica, Chone, Chimbo, Cuenca, Daule, Esmeraldas, Guaranda, Machala, Machachi, Otavalo, Puebloviejo, Portoviejo, Santa Elena, Tabacundo, Tulcan, Vinces, Zaruma.

La libreria musicale della contessa Sofia Coronini Fagan. In un bel volume della Ditta Bertieri e Vanzetti di Milano il libraio-antiquario T. De Marinis dà notizie diffuse delle principali librerie salvate a Gorizia e nel Goriziano all'atto della conquista fatta dall'esercito italiano nel settembre del 1919. Più diffusamente si occupa il De Marinis della libreria musicale (assai cospicua e ad ogni modo interessante per la letteratura musicale della prima metà

del sec. XIX, anche tenendo conto del parere diverso di altri studiosi di musica) della contessa Coronini, della quale riassume le notizie biografiche. I volumi, che salgono al n. di 263, sono particolareggiatamente descritti e illustrati: alcune pubblicazioni, specialmente quelle del teatro di Pietroburgo, sono molto interessanti. Il contributo poi è tanto più importante perché la maggior parte delle pubblicazioni non è contenuta dal ricchissimo catalogo del Gaspari. In fine al volume sono riprodotte finemente alcune tavole portanti le maggiori rarità e le figurazioni più interessanti della graziosa raccolta.

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Una grande Biblioteca a Damasco. Il Governo di Damasco ha deliberato di istituire un Museo archeologico ed una grande Biblioteca. E siccome i Turchi avevano trasportato a Costantinopoli tutte le antichità della Siria riempiendo i loro musei, il Governo locale fece un rapporto alla Conferenza della pace in cui chiede la restituzione alla Siria delle sue antichità, come il Belgio ottenne dalla Germania la restituzione dei suoi oggetti antichi, Nel rapporto in parola sono menzionati la maggior parte di detti oggetti.

Per l'istituzione della Biblioteca furono destinati ottomila napoleoni. In un avviso agli abitanti si fa sapere a chi avesse libri nuovi o vecchi da vendere, di rivolgersi alla Commissione apposita.

Avvenuta, come

accennammo

Vendita a Londra dell'archivio Medici-Tornaquinci. altra volta, la transazione tra il Governo italiano e la Ditta Christie e C. di Londra, che aveva già pubblicato un ampio catalogo delle cose esulate da Firenze tra cui molte carte medicee, ed effettuata la consegna dei documenti che interessavano l'Italia, la Ditta venditrice ha proceduto alla ristampa del catalogo, al quale furono apportate le debite modificazioni, e alla vendita della preziosa suppellettile. La vendita ebbe luogo in Londra nei giorni dal 26 al 29 maggio 1919. Tra gli acquirenti vanno soprattutto notati Gordon Selfridge, che da solo prese piú della metà delle carte, Stow, Witt, Sotheran, Quaritch, Maggs; vengono poi Rambaldi, Spagnuoli, Shoebridge, Martin, Harding, Amor, Manning, Peris, Giusippi, Rolson, Hastic, Rastelli. L'asta fruttò in tutto la somma di L. sterline 3225.6.5, che, data l'importanza dell'archivio, non è parsa esagerata.

Riordinamento della Biblioteca Vaticana.

Il cardinale Gasquez, bibliotecario della Chiesa romana, ha annunziato di avere ultimato il programma di lavori speciali, che egli si era proposto quando gli fu conferita l'alta carica dal Pontefice attuale. Quando egli accettò la suprema direzione della biblioteca e degli archivi vaticani, poco più di un anno fa, trovò una considerevole collezione di carte e documenti di molte specie, che non erano mai stati inventariati. L'incartamento era costituito dai documenti ritornati un secolo fa da Parigi, dove erano stati trasportati da Napoleone I quando s'era impadronito degli archivi della Santa Sede. Nulla sinora era stato fatto per riordinare tali carte, tra le quali si trovano documenti di grande valore storico.

Sotto la direzione del cardinale Gasquez, si è proceduto alla classificazione che appunto adesso è stata ultimata. Il lungo ed intelligente lavoro ha portato un contributo prezioso alla storia. Sono state trovate, fra l'altro, dodici grandi scatole di documenti diplomatici concernenti le relazioni tra l'Inghilterra e la Santa Sede dal secolo XV al 1845.

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Sul Cod. ms. 28 dell'Accademia delle scienze di Torino. In una delle passate dispense demmo notizia della descrizione ed elencazione che ha fatto recentemente il Patetta dei manoscritti della R. Accademia delle scienze di Torino. Su uno di tali manoscritti, contenente le Facezie di Poggio, due Declamazioni del Salutati ed altro, torna ora il prof. Remigio Sabbadini, competentissimo intorno ai codici umanistici. Egli riesce a dar notizie sullo scrittore del codice, un tale Dolobella, e reca nuove informazioni sul nome abraso di una certa lettera del 1457 identificandolo in Giacomo Becchetti di Monza, che insegnò a Genova e fece parte poi della cancelleria viscontea.

Miniature e codici miniati a Lodi. Il bibliotecario Agnelli pubblica nel suo « Archivio storico per la città e i comuni del circondario di Lodi », una breve sommaria descrizione dei codici pergamenacei miniati di gran pregio che furono consegnati alla Sovraintendenza delle Gallerie per le province lombarde in Milano per essere conservati nella eventualità di incursioni aeree nemiche, e che ora ritorneranno alla loro antica sede. Trattasi di un breviario splendido, di cinque salteri tutti in pergamena con figure e miniature, e di cinque molto interessanti Antifonari. L'Agnelli si ferma più specialmente a descrivere e ad elencare le miniature che si trovano nel Breviario, nel quale ve ne ha sette a tutta pagina con bordure di fiorami, altre pagine miniate e moltissime lettere iniziali con splendide rappresentazioni artistiche. Quello datoci è un elenco un po' nudo: varrebbe forse la pena che un intendente d'arte li esaminasse e descrivesse diffusamente, ed a ciò offriremmo volentieri le colonne di questa Rivista.

Autografi del Leopardi. La preziosa collezione degli autografi di Giacomo Leopardi, che Antonio Ranieri donò alla Biblioteca nazionale di Napoli, fu nota specialmente per la pubblicazione che nel 1889 fece C. Antona Traversi dell' inventario dell'eredità Ranieri. Ma quel catalogo che era augurato dalla Commissione che esaminò i detti manoscritti, non venne mai fuori. Ottima cosa pertanto ha fatto il Bibliotecario dottor Mariano Fava a darne una descrizione nel << Bollettino del Bibliofilo ». La descrizione è ampia e compiuta; certo più che sufficiente a comprendere la contenenza e l'importanza della splendida raccolta.

Concorso per una "Storia di Ravenna,, in occasione del VI centenario dantesco. - In occasione delle feste che si celebreranno in Ravenna per il VI centenario dalla morte di Dante, il Consiglio d'Amministrazione della Cassa di Risparmio di quella città, sulla proposta del suo presidente on. Luigi Rava, ha, con alto pensiero e con vantaggio certo per gli studiosi, bandito un concorso per una « Storia di Ravenna, dalle origini al 1860 » alle seguenti condizioni: 1) La memoria dovrà essere di facile e piacevole lettura, pur conservando in ogni sua

parte dignità di forma letteraria ed autorità di sicura erudizione storica ;

2) La memoria, originale ed inedita, non dovrà, nella stampa (in-8), superare le 500 pagine e dovrà pervenire, nitidamente dattilografata, al « Presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna », in piego raccomandato, non oltre il 30 marzo 1921;

3) Ciascuna memoria dovrà venire contrassegnata con un motto, che sarà ripetuto sopra una busta suggellata, contenente nome, cognome ed indirizzo dell'autore ;

4) Una commissione di cinque membri scelti dalla Presidenza della Cassa di Risparmio di Ravenna tra persone di nota competenza, esaminerà le memorie presentate ed assegnerà: Un primo premio di L. 7000, ed un secondo premio di L. 3000;

5) La memoria giudicata migliore diventerà proprietà della Cassa di Risparmio di Ravenna, che si riserva il diritto ed assume l'obbligo di pubblicarla, rilasciandone 100 copie all'autore.

Esempio degno di essere imitato!

Una Scuola romana di storia pontificia. L'Associazione « Giordano Bruno » si è fatta iniziatrice di una scuola di storia pontificia, il cui programma a grandi linee sarà il seguente : a) genesi e sviluppo del papato che ingrandisce a spese del sentimento unitario e nazionale della nostra Patria;

b) funzione del papato nel mondo medioevale e moderno ;

c) i più grandi episodi della storia pontificia, specialmente in relazione a Roma e all'Italia (eresie, guelfismo, inquisizione, persecuzioni, gesuiti, ecc.);

d) incapacità del papato a vivere senza l'appoggio diretto o indiretto dello straniero; e) opera del Vaticano durante il Risorgimento e dopo;

) le più significative figure dei pontefici, da quelli di Marozia a quelli di Avignone ; da Alessandro Borgia a Clemente VIII, il carnefice di Bruno; dai nepotisti a Pio IX e Benedetto XV);

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