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DECIMO GIUNIO GIOVENALE

NON

ON ha alcun fondamento l' opinione di coloro, che dicono esser nato nella Spagna questo celebre Poeta Latino. Lo stesso Niccolò Antonio nella sua Biblioteca Spagnuola antica lib. 1. cap. 18. ne riconosce l'errore. Giovenale nacque verso la metà del I. Secolo in Aquino, città posta nella Terra di lavoro. Egli stesso nella Sat. 3. v. 319. riconosce la detta città per sua patria. Esiste di questo poeta una vita anticamente scritta, da taluni a Svetonio attribuita, da altri a Probo. La medesima non è del tutto esatta, ed in molti articoli è smentita dai versi dello stesso poeta. Una cotale inesattezza ha dato occasione a molti errori meritevoli di correzione, specialmente circa le diverse epoche della di lui vita. Lo che han giá fatto il Salmasio, Giusto Lipsio, e Dodwello sebbene con qualche discordanza fra loro.

Giovenale recossi in Roma nella prima sua giovinezza, ove attese a studiare, ed impiegò la metá della sua vita nell'esercizio della Declamazione. Non prìa dell' età di anni 40. cominciò a scriver satire, alle quali trasportavalo il suo genio naturalmente impetuoso ed intollerante. Nella prima da lui composta prese di mira il pantomimo Paride, che vivea al principio dell' Impero di Domiziano, o sia nell' anno 81. del I. Secolo. Per altri 40. anni non pubblicò alcuna satira. Imperciocchè quando ei le recitò pubblicamente, fu esiliato, essendo di circa 80. anni; la qual cosa accadde nell'anno 119. o ne'principj del 120. che era il IV. di Adriano. Han taluni creduto che questo Paride sia quello stesso che menò tanto orgoglio sotto Nerone, e che per di lui vendetta e livore, il nostro poeta fosse stato esiliato. Ma come può ciò esser vero, se allora nè Domiziano vivea, nè il mentovato di lui favorito ed orgoglioso istrione? Crediam piuttosto ch' egli fu dell'esiglio punito, per aver sotto il nome di Paride adombrato la corruzione de' costumi già allora inoltrata. Ma eccone una dimostrazione anche più evidente e testuale.

Giovenale nella Sat 4. v. 37. e 155. parla di Domiziano come de' tempi passati. Dippiù nella Sat. 6. v. 410. fa menzione de' tremuoti, che dalla storia sappiamo essere avvenuti ne' tempi di Trajano. Finalmente nella Sat. 13. v. 16. egli dice passati 60. anni dopo il consolato di Fontejo Capitone, che fu nell'anno 59. e III. di Adriano. Ciò dimostra che l'esiglio di

che eran

Gio

Giovenale avvenne nell'anno 119. o 120. Al che si aggiunge, che nella Sat. 15. v. 27. composta in tempo della sua relegazione narra un fatto di fresco accaduto nella città di Copta in Egitto, essendo Console Giunio; e questi fu Console appunto nell'anno 119. Si oppone, che nelle Satire si narrano alcune cose come presenti, quando è certo essere accadute in tempo assai anteriore, com'è per esempio ciò che dice dell'applauso che facevasi in Roma alla Tebaide di Stazio. Si risponde, che Giovenale nel pubblicare le Satire v'inserì eziandio que' versi, che vivente Domiziano avea giá scritti molti anni indietro. La detta Sat. 15. si vuole che sia stata l'ultima da lui scritta in Egitto; giacchè il frammento della XVIa. Sulle prerogative dello Stato militare, la quale è l'ultima della raccolta che abbiamo, comunemente si vuole esser non sua, ma di altro autore.

L'Imperatore però colorì di onorevole aspetto il di lui esiglio cioè di un impiego militare, e del comando di alcune truppe nella Pentapoli, sulle frontiere dell'Egitto e della Libia. Colà in pochissimo tempo l'esule illustre mori di disagio e di noja, verosimilmente nell'anno 120. dell' Era Cristiana. Altri pretendono, che dopo la morte di Adriano sia ritornato in Roma, e che quivi scrisse alcune delle sue Satire. G. Lips. Epist. quaest. 4. lib. 20. Se così è, invano si meravigliano taluni del silenzio che Quintiliano serba sul conto di Giovenale, e l'attribuiscono ad invidia, o malvoglienza. Se Quintiliano visse, fiorì, e scrisse sotto l'impero di Domiziano, come potea far menzione di Giovenale che pubblicò le sue Satire regnando Adriano?

Circa il merito delle poesie di Giovenale, vario è stato il giudizio de'dotti. G. Lipsio Epist. quaest. lib. 2. cap. 9. e Giulio Cesare Scaligero Poetic. lib. 6. cap. 6. ne furono grandi ammiratori, e quasi lo antepongono nel Satirico a Persio e ad Orazio. Ma il P. Tapin Refl. sur la poet. p. 2. §. 2. sostiene la prelazione da darsi alla grazia e delicatezza di Orazio, e non all' impetuosa ed iraconda declamazione di Giovenale. Tutti i sapienti scrittori insegnano, che la Satira deve naturalmente, e con buona grazia deridere i vizj ; per cui è necessario adoperare un verseggiar semplice ed andante, non disgiunto da una naturale, e non ricercata eleganza. Nel che il Poeta Venosino vince di molto Persio e Giovenale. Ma quando nella Satira si amano versi armoniosi, amare invettive, e bruscherie iraconde, si troverà allora il Satirico di Aquino al di sopra dello stesso Cigno di Venosa.

11 Ch. Gio: Batista Cappelli ha rinchiuso in un distico il paral

1

lelo

lelo de Triumviri della Satira, cioè di Orazio, Persio, e Giovenale: Acrior est Aulus, florentior est Juvenalis,

Plus Venusina sapit seria Musa jocis.

Persio aggiunse ad un carattere violento ed atrabilare un gusto troppo inoltrato di uno stile soverchiamente conciso. Giammai egli espresse con quattro parole, ciò che con tre potea dire. Tutte le sue Satire, eccettuate la sesta, e la seconda, sono altrettanti piccioli drammi. Ordinariamente due interlocutori entrano in iscena; e nel prosieguo del dialogo nuove persone intervengono. Questa successione di dialoghi, non marcati da alcun segno nel testo; un nemho di metafore ardite, di comparazioni improntate da tutte le arti; una spessezza di transizioni non avvertite; l'impiego frequente di lunghe parentesi, e di espressioni prese nella più famigliare intelligenza; ecco ciò che rende oltre modo oscuro un antico Satirico, la di cui lingua quando anche ci fosse naturale, pur ci darebbe dell' imbarazzo per bene e speditamente intenderlo. Con questo stile costantemente misterioso, e per dir così, enigmatico, Persio con una incoercibile ardenza si scaglia contro il vizio ed il vizioso. Imperterrito riprende la dissolutezza di Natta, e del figlio di Messala, l'avarizia di Vettidio, l'ignoranza di Pedio, le criminose brigherie di Stajo. Benchè covertamente, egli non risparmiò lo stesso Nerone; ed in ciò fu egli ben più fortunato di Lucano, il quale anche per meno fu condannato a morte; cioè per aver solo detto, che quando Nerone sarebbe al rango degli Dei, il di lui astro guarderebbe di lato la città di Roma. L' Imperatore ch' era guercio, prese ciò per un oltraggio, e fecelo subito morire.

Orazio con somma sagacità e gusto, ma con minore energia di Giovenale, sembra che amò piuttosto di piacere, che di correggere. Egli è vero che la sanguinolenta rivoluzione, che spense la libertà Romana, non avea ancora avuto il tempo di avvilire interamente i cuori; e che i costumi non erano ancora così depravati, come lo furono dopo Tiberio, Caligola, e Nerone. Il politico Ottavio seminava di fiori le strade che lo menavano al Sommo Impero. Le belle arti della Grecia traspiantate intorno al Campidoglio, fiorivano sotto i di lui auspicj. La rimembranza delle discordie civili faceva adorare l'autore di quella calma novella. Ciascuno si congratulava di non aver più a temere di ritrovarsi l'indomane inscritto sulle tavole di proscrizione. Già i Romani in sicurezza obbliavano all' ombra degli allori de' loro antenati, or nell'Anfiteatro, ed or nel Circo, que' dritti de'quali i loro maggiori erano stati così gelosi per quasi otto secoli. Orazio divenuto in

Roma

Roma così buon cortigiano, com'era stato cattivo soldato alla battaglia di Filippi, illuminato dal proprio interesse, impiegò tutta la finezza, le grazie, e la coltura del suo spirito per formare coi suoi versi un lungo trattato dell'arte di goder del presente, senza riguardo ai mali che minacciavano la posterità. Stimato dall'Imperatore, favorito da Mecenate, caro a Virgilio, il quale anche pria di lui avea apoteosizzato il più fortunato de' Triumviri, volle tirar partito dello stato presente delle cose, senza giammai spingere la Satira fino a scuotere il credito di coloro, de' quali egli ambiva i suífragj. Più filosofo che Poeta seppe profittare finanche de' vizj del secolo; ed amando più a capitolare che a combattere, contò per amici, e per ammiratori quegli stessi, de' quali egli satireggiava le opinioni e la condotta.

Giovenale cominciò la sua carriera dove Orazio avea finito la sua: cioè a dire ch' egli fece per la morale ed i costumi ciò che Orazio avea fatto per la decenza e pel buon gusto. Questi si contentò di spargere delicatamente del ridicolo sul vizio; Giovenale più coraggioso ed ardito, più naturale che manierato, volle confondere i viziosi e consternarli, fin che il vizio si abolisse. Lodevole, ma inutile impresa! Egli scrivea in un secolo nel quale tutte le leggi della Natura erano impunemente violate, e l'amor della patria col sovvenire di Regolo e di Catone, era spento del tutto nel cuore de' suoi concittadini. Lo stesso Senato che altra volta era sembrato agli stranieri un concistoro di Dei, era ura gregge d'uomini abbrutiti d'ogni sorte di corruzione, e di vizio, e che avean più bisogno del carnefice che del Censore. Non più quel Collegio augusto si congregava per deliberare sulla guerra di AntioCo di Mitridate, o di Annibale: Si giunse fino a prostituirlo, nel convocarlo a decidere, se l'enorme Rombo pescato nell' Adriatico, e regalato al Supremo Pontefice, che pur era Domiziano, dovesse servirsegli in lesso, o in salsa piccante. Eppure tutta la serietà fu adoperata in questa deliberazione,

Tamquam de Cattis aliquid, torvisque Sicambris. Ecco in quai miseri tempi Giovenale scrisse. Coraggioso ed ardito impugna l'arma della Satira, e percorrendo dal trono al tugurio, carica e ferisce indistintamente chiunque si è allontanato dal sentiero della virtù. Austero ed impetuoso, ma sempre conseguente ne'suoi principj, sembra un fulmine che ronfa, stride, ed abbatte; e la sua voce non forma che animate invettive condite di fiele e di amarezza. Tutto in lui è grave, tutto è imponente; e se ride talvolta, la sua risa è ancor più formidabile della sua collera. Domenico Maruscelli.

A

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