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Bayerische Staatsbibliothek

München

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Prima d'ogni altra cosa prego l'amorevole lettore di recarsi

di nuovo nella memoria le Avvertenze da me poste in fronte al primo volume di questa mia continuazione della Storia della Città di Parma, e sovra tutto di non dimenticare ch' io mi sono proposto di scrivere le presenti Memorie in modo circostanziato e minuto per le ragioni dichiarate in quelle Avvertenze. Non ispregevoli furono giudicate tali ragioni da uomini assai prestanti in fatto di storie patrie, e dovetti convincermi che da sola cortesia, o da desiderio di parlare a piacimento mio non mosse il loro giudizio, poichè essi confermarono il mio opinare con iscritture loro proprie dettate a guida di principii conformi a quelli ch'io seguo; ed è omai fatta universale in Europa la persuasione che le narrazioni de' fatti municipali debbono essere tutt'altre, ragguagliato ogni cosa, da quelle che da una prudente economia, per così esprimermi, si richiede nelle Storie de' grandi Stati, e nelle universali. Non sono molti lustri che si gridava la croce addosso a' particolareggiati racconti del Poggiali nelle sue Memorie Istoriche della Città di Piacenza (1); e queste sono ora avidamente ricerche, e già fatte rare in Italia eziandio non che nelle altre dotte contrade Europee. Nelle quali si vanno ognidi con grandi cure pubblicando e le cronache, e gli statuti, e qualunque altro ricordo scritto o scolpito da cui i rispettivi Storici cavar possano ampj materiali alla compilazione delle memorie di ciascun paese. E non istimo opera vana il por mente a tutte le cose predette, chi voglia apparecchiar le risposte a quegli onniscioli di più Italiane città i quali avidissimi di tutte romanzesche minutaglie, come toccai altrove, con iscandalo de' veraci sapienti hanno a scherno i racconti particolareg

(1) Ivi impresse in 12 grossi volumi in-4.°

giati degli avvenimenti della loro patria e delle gesta de' loro più segnalati concittadini. A piena bocca magnificando costoro tutto quanto viene da terra oltramontana od oltramarina, persino le inezie, ignari de' fatti domestici, nè manco toccata avendo la soglia delle storie patrie, le quali con enorme fatica già si diedero, o vanno uscendo alla luce, ora si argomentano di menomarne la pubblica riconoscenza col buccinar ne' ridotti e ne' circoli non esser elleno che pure traduzioni di cronache antiche, o di documenti rinvergati ne' pubblici e ne' privati archivj (); or vanno vociferando della grande antica inopia d'ingegni compatrioti. Mal ne incolga a chi è straniero nella sua patria! Quale affetto può egli avere alla prosperità, all' onore di lei e di chi le nacque in grembo? Dalla iniqua accusa di questa supposta inopia ho procacciato, e procaccerò sinchè fiato mi rimanga, di liberare, secondo il potere e l'opportunità, la patria sì nel rispetto letterario, sì in qualunque altro.

Ho continuato a parlar delle leggi poichè, la Dio mercè, viviamo in tempi in cui si è riconosciuta la connessione ch' elleno han colla storia, connessione cui l'immortale Vico avea trovato forse prima di ogni altro ora fa più di un secolo.

(1) Prescindo dalle cronache, nel servirsi delle quali dee lo storico camminare col calzar del piombo; ma quanto ai documenti autentici che si traggono dagli archivj io chieggo a codesti saputelli da qual altra miglior fonte si possano cavare i materiali di qualsivoglia storia se non da questi (sussidiati talvolta dai marmi e dai bronzi scritti)? E quand' anche si trasporti puramente tradotto alcuno di tali documenti au tentici in qualsivoglia istoria sarà questo per avventura cosa men conveniente del recare volgarizzato un passo di Tucidide, o di Livio per autenticar racconti antichissimi? Non offrono anzi, essi documenti, guarentia di veracità assai maggiore di quella de'narratori de'fatti Greci o Romani spesso commisti al favoloso? Sieno dunque grazie immortali a tutti coloro che pubblicano con diligenza o separatamente, o per entro alle

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loro Storie di tal fatta documenti. Un grande ingegno italiano, in parlando ora fa pochi anni della raccolta di questo genere che con tanto senno si fa in Piemonte, ad un proposito somigliante al mio conchiuse in questa sentenza:,, Quel,, ques esprits dédaigneux semblent, il est vrai, prendre en pitié les hommes ,, qui se vouent à un si rude métier. ,, A leurs plaisanteries on peut répondre par l'exemple de Leibnitz qui, ,, certes, ne manquait ni d'esprit ni d' intelligence, et qui ne trouva pas ,, au-dessous de sa dignité de se faire l'éditeur d'une collection de chartes ,, et de documens historiques,,. Al che io aggiugnerò: Guardate ora, o saccentelli, quanta lode e riconoscenza Europea si acquista la Società di dotti Toscani, che va divolgando l'eccellente suo Archivio Storico Italiano, ossia Raccolta di opere e documenti finora inediti, ecc.

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V

Ho continuato ad interserire ne' miei racconti le notizie statistiche che servono a chiarire la condizione de' tempi, a mostrare il progresso o il decremento della civiltà.

Ho continuato altresì a parlare delle cose attinenti a religione si perchè parecchi de' fatti che la sguardano hanno un vincolo palese o celato colle civili, sì perchè non è stato adempito che in parte (1) il difetto a cui accennai nella f. vi degli Avvertimenti premessi al primo volume.

Nè ho taciuto delle spettanti alle arti graziose ogniqualvolta me n'è venuto il destro, siccome feci nel secolo precedente. Ho qualche fiata parlato di fatti pertinenti a tempi più antichi di quelli intorno a cui mi travaglio o perchè la materia ne porgeva alcuno addentellato, o perchè, affatto sconosciuti, parvemi sconvenevol cosa il lasciarli più lungamente nell'obblio.

Ho parlato secondo verità delle grandi nostre famiglie istoriche; i discendenti delle quali (dico di quelle che ne hanno ancora a questi dì) stanno troppo al di sopra de'volgari pregiudizii per richiamarsi ch'io non piacentiere abbia posti in aperto anche i falli de' loro antichi.

Non avendo io assunte qui le parti di genealogista, mi si vorrà perdonare se per diffalta di autentici documenti non ho potuto talvolta verificare rispetto a' nomi battesimali, se un Giovanni, od un Antonio, per cagion d' esempio, che viveva nel 1402 sia quel desso, di cui parlo 30, o 40 anni appresso. Chieggo scusa a'viventi scrittori de' quali mi è paruto dover emendare alcuna meno esatta asserzione in cui furono tratti o da false guide, o dal non essere in condizione da poter verificare gli avvenimenti nostrali da loro raccontati. Non fanciullesca vanità di appuntarli; ma debito d' uffizio mi vi obbligò; nè ciò scema punto la bella rinomanza che li circonda. A null' altro io miro che a porre in sicuro, quanto posso, i racconti che sguardano la nostra patria, ed a non meritar taccia di falsatore di ciò che mi avvenne di attingere a fonti genuine.

(1) Dico in parte perchè il ch, signor Canonico Giovanni Allodi dopo avere tralasciata la sua Storia della Chiesa di Parma, che incominciò ad uscire nel 1839, ha con laudabile intendimento

assai ampliata ed emendata la sua Serie
Cronol. de'Vescovi, ecc.; e l'ha ripubbli-
cata solo in quest'esso anno, ed in tem-
po in cui era già impressa la maggior
parte di questo mio presente volume.

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