18. Tolser essi congedo; e manifesto Quinci gli araldi al suon di trombe fero, Ch' essere all' arme apparecchiato, e presto Dee colla nuova luce ogni guerriero. Così in parte al ristoro, e in parte questo Giorno si diede all' opre, ed al pensiero, Sin che fe' nuova tregua alla fatica La cheta notte del riposo amica.
19. Ancor dubbia l' aurora, ed immaturo Nell' oriente il parto era del giorno; Nè i terreni fendea l' aratro duro, Nè fea il pastore a i prati anco ritorno. Stava tra i rami ogni augellin sicuro, E in selva non s'udia latrato, o corno, Quando a cantar la mattutina tromba (ba. Comincia all'arme; all'arme il ciel rimbom- 20. All' arme, all' arme subito ripiglia · Il grido universal di cento schiere. Sorge il forte Goffredo, e già non piglia La gran corazza usata, o le schiniere: Ne veste un' altra, ed un pedon somiglia In arme speditissime, e leggiere; Ed indosso avea già l'agevol pondo, Quando gli sovraggiunse il buon Raimondo. 21. Questi, veggendo armato in cotal modo Il Capitano, il suo pensier comprese : Ov' è, gli disse, il grave usbergo, e sodo? Ov'è, Signor, l' altro ferrato arnese? Perchè sei parte inerme? Io già non lodo, Che vada con sì debili difese.
Or da tai segni in te ben argomento, Che sei di gloria ad umil meta intento.
22. Deh che ricerchi tu? privata palma Di salitor di mura? Altri le saglia, Ed esponga men degna ed util alma (Rischio debito a lui) nella battaglia : Tu riprendi, Signor, l' usata salma, E di te stesso a nostro pro ti caglia. L'anima tua, mente del Campo, e vita, Cautamente, per Dio, sia custodita. 23. Qui tace; ed ei risponde: Or ti sia noto, Che quando in Chiaromonte il grande Urba- Questa spada mi cinse, e me devoto (no Fe' Cavalier l' onnipotente mano, Tacitamente a Dio promisi in voto Non pur l'opera qui di Capitano, Ma d'impiegarvi ancor, quando che fosse, Qual privato guerrier, P arme, e le posse. 24. Dunque, poscia che fian contra i nemici Tutte le genti mie mosse, e disposte, E che appieno adempito avrò gli ufficj, Che son dovuti al Principe dell' oste, Ben è ragion (nè tu, credo, il disdici) Ch'alle mura pugnando anch'io m'accoste, E la fede promessa al Cielo osservi : Egli mi custodisca, e mi conservi. 25. Così concluse; e i cavalier Francesi Seguir l'esempio, e i duo minor Buglioni. Gli altri Principi ancor men gravi arnesi Parte vestiro, e si mostrar pedoni. Ma i Pagani frattanto erano ascesi Là, dove a i sette gelidi Trioni Si volge, e piega all' occidente il muro Che nel più facil sito è men sicuro;
26. Però ch'altronde la Città non teme Dall'assalto nemico offesa alcuna. Quivi non pur l'empio Tiranno insieme Il forte volgo, e gli assoldati aduna; Ma chiama ancora alle fatiche estreme Fanciulli, e vecchi l' ultima fortuna; E van questi portando a i più gagliardi Calce, e zolfo, e bitume, e sassi, e dardi; 27. E di macchine,e d'arme han pieno innante Tutto quel muro, a cui soggiace il piano : E quinci in forma d' orrido gigante
Dalla cintola in su sorge
il Soldano; Quindi tra' merli il minaccioso Argante Torreggia, e discoperto è di lontano; E in sulla torre altissima angolare Sovra tutti Clorinda eccelsa appare. 28. A costei la faretra, e '1 grave incarco. Dell' acute quadrella al tergo pende. Ella già nelle mani ha preso l'arco, E già lo stral v' ha sulla corda, e 'l tende; E, desiosa di ferire, al varco
La bella arciera i suoi nemici attende. Tal già credean la vergine di Delo Tra l' alte nubi saettar dal Cielo.
29. Scorre più sotto il Re canuto a piede Dall' una all' altra porta; e 'n sulle mura Ciò, che prima ordinò, cauto rivede, Ei difensor conforta, e rassicura : E qui gente rinforza, e là provvede Di maggior copia d'arme, e 'l tutto cura. Ma se ne van l'afflitte madri al tempio A ripregar Nume bugiardo, ed empio:
30. Deh! spezza tu del predator Francese L'asta, Signor, colla man giusta, e forte; E lui, che tanto il tuo gran nome offese, Abbatti, e spargi sotto l' alte porte. Così dicean; nè fur le voci intese Laggiù tra 'l pianto dell' eterna morte. Or, mentre la Città s'appresta, e prega, Le genti, e l'arme il pio Buglion dispiega. 31. Tragge egli fuor l' esercito pedone Con molta provvidenza, e con bell' arte, E contra il muro, ch' assalir dispone, Obliquamente in duo lati il comparte. Le baliste per dritto in mezzo pone, E gli altri ordigni orribili di Marte, Onde in guisa di fulmini si lancia Ver le merlate cime or sasso, or lancia. 32. E mette in guardia i cavalier de' fanti Da tergo, e manda intorno i corridori. Dà il segno poi della battaglia, e tanti I sagittarj sono e i frombatori, E l'arme delle macchine volanti, Che scemano fra i merli i difensori. Altri v'è morto, e 'l loco altri abbandona: Già men folta del muro è la corona.
33 La gente Franca impetuosa, e ratta, Allor quanto più puote, affretta i passi : E parte scudo a sendo insieme adatta, E di quelli un coperchio al fassi; E parte sotto macchine s' appiatta, Che fan riparo al grandinar de' sassi; Ed arrivando al fosso, il cupo, e 'l vano Cercano empirne, ed adeguarlo al piano.
34. Non era il fosso di palustre limo, (Che nol consente il loco) o d'acqua molle, Ònde l'empiano, ancor che largo ed imo, Le pietre, i sassi, e gli alberi, e le zolle. L'audacissimo Adrasto intanto il primo Scopre la testa, ed una scala estolle; E nol ritien dura gragnuola, o pioggia Di fervidi bitumi, e su vi poggia. 35. Vedeasi in alto il fier Elvezio asceso Mezzo l'aereo calle aver fornito, Segno a mille saette, e non offeso D'alcuna sì, che fermi il corso ardito; Quando un sasso ritondo, e di gran peso, Veloce, come di bombarda uscito, Nell' elmo il coglie, e il risospinge a basso; E 'l colpo vien dal lanciator Circasso. 36. Non è mortal, ma grave il colpo, e 'l salto Sì ch' ei stordisce, e giace immobil pondo. Argante allor in suon feroce, ed alto: Caduto è il primo, or chi verrà secondo? Che non uscite a manifesto assalto, Appiattati guerrier, s' io non m'ascondo? Non gioveranvi le caverne estrane; Ma vi morrete come belve in tane.
37. Cosi dice egli; e per suo dir non cessa La gente occulta; e tra i ripari cavi, E sotto gli alti scudi unita e spessa Le saette sostiene, e i pesi gravi. Già l' ariete alla muraglia appressa Macchine grandi, e smisurate travi,... Ch' han testa di monton ferrata, e dura: Temon le porte il cozzo, e l' alte mura.
« IndietroContinua » |