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Proprietà letteraria

LIB. COM. LIBERMA

SEPTEMBER 1928

17656 2001

PROEMIO

N un tempo in cui, nella febbrile preoccupazione di affari e di piaceri, l'ordine materiale rovina gli affetti e le speranze; tutte le credenze si trovano scassinate dall'arroganza di sostituire la ragione individuale al senso comune; i nodi di famiglia pesano come catene; ciascuno prende per confine del mondo i limiti della propria vista; infiacchite le menti, depressi gli animi, fracidi i cuori; la perseveranza che dà vittoria alle grandi cause, vien confusa colla temerità che le inabissa; al bene nazionale si antepone sfibrata prudenza o vertiginosa ambizione; l'epidemica cascaggine d'un prestabilito malcontento pretende alle glorie dell'eroismo, e gl' infingardi schiamazzi del demolire disturbano la silenziosa persistenza del resistere e fondare..... qual cosa più importante dell'educazione? Un'educazione, io dico, che accordi tutti gli sforzi onde atteggiare la nuova generazione al miglior ordine sociale; diriga tutti alla moralità e ciascuno alle funzioni, cui è portato dal bisogno civile e dalla capacità propria; insegni ciò che importa conoscere, amare, praticare, avvivi la carità, rassodi la fede, persuada la tolleranza, dirizzando a un polo, che dalle tempeste annuvolato esser può, non spento, non sviato.

A tale educazione, nei pigri giorni della preparazione, si volsero costantemente i buoni, e il presente libro.

Noi, dopo tanti che in altre guise e da altra prospettiva delinearono la letteratura nazionale, ci proponemmo di far conoscere, specialmente ai giovani, gli autori, per mezzo delle

opere, in modo che non domandassimo atti di fede, ma coi giudizj offrissimo le loro motivazioni; in componimenti d'ogni maniera esibissimo l'applicazione dei precetti ricevuti a scuola: perchè intanto, collo scrivere più sodo, si acquisti un pensiero più maturo: s'abitui a ravvisare ogni quistione sotto l'aspetto vero e giusto a non separare le forme dai concetti, la bellezza dall'aggiustatezza: a giudicare col cuore anzichè cogli aridi pedanti, che sfogliano ogni fiore col pretesto di analizzarlo, e cogli arroganti che han soltanto voci di testa: insomma, colle nozioni del bello volemmo infondere l'intelletto del vero e il proposito del bene. Quanto l'aspirare disti dal saper eseguire, a nessuno forse più che a noi è toccato sentirlo.

Giudichiamo perniciose le antologie che mancano d'unità, assecondano la sciagurata propensione data dai giornali di una lettura frammentaria, non vivificata da un concetto, nè atta a formare un letterato, un pensatore, uno scrittore. Noi pure scegliemmo il meglio delle nazionali produzioni, ma come prova d'un assunto, come materiali d'un edifizio, come i fili di un velluto, del quale una tessitura apparirà a tutti, la vera non sarà avvertita se non da chi guardi di sotto.

Bene scrivere importa ben sentire, ben pensare, ben esprimere; laonde l'intelligenza nulla vale separata dalle leggi morali; non v'è scienza fuor di quella che conduce a virtù; bisogna istruirsi per divenir onesti uomini; bisogna investigare il bello, professare il vero per operar il bene.

Tal fu l'ideale di tutti i miei libri, e così di questo, destinato ai giovani che, compiti gli studj classici e i positivi, conoscono necessaria quella cultura, per cui il semplice borghese ben educato si sente non inferiore al milionario inerudito.

La letteratura che intende i proprj uffizj, coadjutrice efficace dell'incivilimento, svolge ed eleva la natura morale degli uomini, mentre li scuote ed alletta; nell'amministrativo accen

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