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DELLA CITTÀ

DI PARMA

CONTINUATA

DA ANGELO PEZZANA

TOMO TERZO

1449-1476.

PARMA

DALLA DUCALE TIPOGRAFIA

MDCCCXLVII.

Bayerische Staatsbibliothek

München

AVVERTIMENTI DELL' AUTORE

Nel chiudere gli Avvertimenti premessi al secondo tomo

della presente opera promisi di pubblicare nel terzo parecchie giunterelle tanto ai quattro divolgati dal mio predecessore P. Ireneo Affò, quanto al primo della mia Continuazione. Libero la promessa per rispetto a questo primo. Differisco a liberarla riguardo a' quattro dell' Affò si perchè il presente crescerebbe in troppa mole contro il desiderio di molti de' socii; si perchè la recente inaspettata scoperta dell'antico teatro, e l'altra ancor più recente della vera situazione dell'anfiteatro, per la vastità d'ambo questi edifizii, potrebbono allargar di tal fatta il concetto dello storico intorno l'importanza e l'ampiezza della nostra città, che, per dare un conveniente sviluppo ad esso concetto e satisfare per bel modo alle svariate opinioni suscitatesi ne' giudicanti intorno le così fatte scoperte, egli sarebbe posto in necessità di entrare in lunghi ragionari i quali a buone conchiusioni mal condurre potrebbonsi senza il precedente compimento delle escavazioni a pena incominciate d'essi antichissimi edifizii.

Nel presente volume ho come ne' precedenti inserite secondo che mi veniva in taglio alcune notizie letterarie (che mi erano sconosciute quando compilai gli ultimi tomi della nostra storia letteraria); imperocchè, nel modo stesso con che all'opinare del gran Montesquieu si chiariscono le leggi mediante la storia, e questa mediante le leggi, è sentenza di più sapienti che la letteratura e la storia si porgan lume a vicenda. E con tanto maggior animo il feci quanto le più di esse notizie hanno alcuna relazione colle cose civili. Di che procede essere soventi volte necessario il consultare la presente Storia continuata a chi delle cose letterarie nostrali antiche voglia conseguire più ampia contezza.

Quanto alle cose civili importa rinverdire nella memoria de' cortesi lettori che enormi lacune essi troveranno nell' Istoria

della città di Parma dell'Angeli, le quali ho procacciato di empire. Valga per tutte, in servigio di brevità, il notare ch'egli de' fatti succeduti tra noi, o a noi in qualche modo attinenti, dal cominciare dell'anno 1450 a tutto il 1476 speditamente si sbriga in sole cinque facce, comecchè in que' 27 anni presso che intero il regno di Francesco Sforza, e tutto quello di Galeazzo Maria suo tristo successore si comprendano (1),

Anche in questo volume dalla polvere di più secoli, sotto cui giacevano sepolti, ho risuscitati più nomi di nostri concittadini che non meritavano la morte a cui furono condannati, o per negligenza, o per qual si voglia altra cagione, da chi mi precedette. E tal fiata ho fatto ad un modo sì di cittadini, sì di reconditi avvenimenti di altre circostanti o lontane Italiche città, o di forestiere quando alcuna attinenza aveansi colla nostra.

Mercè la prestanza paleografica del mio benemerito cooperatore ho potuto più volte corroborare i miei racconti con molto importanti documenti di quasi disperata lettura, alcuni de'quali giovarono a chiarir dubbii, o correggere errori intorno alla Parmense tipografia del secolo XV. Alla quale ebbi altresì la buona ventura di poter aggiugnere alcuna stampa ignota a' miei predecessori. E questo posemi in necessità di ripubblicare nell' Appendice de' Documenti il Catalogo delle edizioni uscite in quel secolo da' torchi Parmensi; ma quanto più brevemente mi fu possibile, mandando il lettore, per le cose già dette in ampio modo, alle precedenti pubblicazioni di esso Catalogo.

All'accennato mio cooperatore Prof. Amadio Ronchini riferisco particolari grazie dell' opera sua. Già dissi com' egli sia uno de' più valenti e dotti nostri paleografi. La paleografia è salita, la Dio mercè, a' nostri tempi in grande onore, e sì degnamente ed utilmente vi è salita che or fa pochi anni uno de' più illustri intelletti italiani, in debito modo esaltando i grandi servigi ch'essa presta alla storia, chiudeva una sua scrittura con queste notabili parole: Quelques esprits dédaigneux semblent, il est vrai, prendre en pitié les hommes qui

(1) A questi 27 anni ho dato 371 pag. non compresi i rispettivi documenti del

l'Appendice. Auguro che il discreto lettore non maledica a tanto soprassello.

se vouent à un si rude métier. A leurs plaisanteries on peut répondre par l'exemple de Leibnitz qui, certes, ne manquait ni d'esprit ni d' intelligence, et qui ne trouva pas au-dessous de sa dignité de se faire l'éditeur d'une collection de chartes et de documents historiques (1),

E quanto a' minuti particolari a cui dissi altrove parermi necessario s'allarghi talora specialmente lo storico patrio, stantechè non infrequenti volte avviene che i minimi fatti prestin lume a' massimi, mi è caro il convalidare questo mio qualunque si sia parere con analoga sentenza che usciva da ultimo dalla penna di solenne storico vivente, vale a dire: la storia potersi abbassare a minute particolarità quando queste servono a rendere immagine fedele de' costumi dei popoli (2).

E le cose qui dette da ultimo sieno suggello che sganni certi moderni infarinati delle storie patrie, che vanno trombettando intorno intorno bastare all'istruzione de'popoli una rapidissima indicazione de' fatti più segnalati della respettiva città, non occorrere il riferirne i documenti, purchè si accenni con ogni brevità d'onde que' fatti furono cavati.

Prego il lettore di non imputare a me il troppo indugio all'uscita del presente volume da me compiuto or fa due anni.

Chiudo questi Avvertimenti coll' importante annunzio della scoperta di quella moneta che i Difensori della Parmigiana libertà decretarono a' sedici luglio del 1448, intorno alla esecuzione, all'impronta ed alla liberazione della quale il Padre Affò lascionne in grande dubbiezza con quelle parole che pubblicò a f. 96 e 97 della Zecca e moneta Parmigiana, le quali dicono: Già si erano preparati i necessarj ordigni, e già si era cominciato in qualche modo il travaglio, benchè

(1) G. Libri nel Journal des Savants, 1838, p. 624.

(2) Thiers, Hist. du Consulat, ecc., t. 5.o, pag. 123, ediz. di Paulin.

Questo autore, il quale racconta avvenimenti succeduti solo all' uscire del passato secolo, od al cominciar del presente, reca non solo gran numero di documenti a dimostrazione della nar

razion sua; ma non si fa scrupolo d'inserirli talvolta interi nel testo per acquistarle forza e credenza. Ora quanto più necessario non sarà a chi racconta fatti accaduti quattrocento anni fa, o presso, il recarne, quando il può, le prove o autentiche, o, in difetto di queste, quali gli è avvenuto di ritrovarle?

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