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STORIA DEGLI ITALIANI

TOMO IV.

STORIA

DEGLI ITALIANI

PER

CESARE CANTÙ

TOMO IV.

Seconda Edizione.

TORINO

L'UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE

Via B. V. degli Angeli, N. 4, casa Pomba.

MDCCCLVIII.

HARVARD COLLEGE LIBRARY H. NELSON GAY

RISORGIMENTO COLLECTION

COOLIDGE FUND

1931

19

LIBRO DECIMOQUINTO.

CAPITOLO CLXIII.

L'Alberoni. Elisabetta Farnese. Le successioni di Parma,
Toscana, Austria.

Quasi prosopopee di quella politica barcollante in intrighi, senz'idea elevata né stabile morale, ci si presentano al limitare di quest'età due figure italiane, Elisabetta di Parma e Giuseppe Alberoni.

Quest'ultimo, nato a Piacenza da un ortolano, cresciuto cuciniere, buffone, 1664 negoziante, diè ricetto al romanziere francese Campistron, svaligiato mentre qui viaggiava; onde, allorchè il maresciallo Vendôme, destinato alla spedizione d'Italia, cercava d'un segretario che sapesse qualcosa di francese, Campistron gli propose l'Alberoni. Altri racconta che, dovendo il vescovo di San Donnino trattare a Parma con esso Vendôme, tolse seco l'Alberoni perchè balbettava francese; e che questo, avendo trovato quel cinico alla bassa sedia ove consumava buona parte della mattina, invece d'offendersi dell'indecenza, imitolla, col che andò a versi al maresciallo, che se lo tolse a servigio. Sono le solite storielle con cui un'aristocrazia di bassa lega crede oltraggiar coloro che s'innalzano co' proprj meriti.

Le vittorie del Vendôme assicurarono il trono di Spagna a Filippo V, it quale, bisognoso sempre di chi ne dirigesse i consigli e ne chetasse la coscienza dopo vedovo dell'amabile e intrepida Luigia di Savoja, s'era affidato alla vecchia e astuta principessa Orsini. Nelle costei grazie s'insinuò l'Alberoni, e per suo interposto nel favore di Filippo, che lo nominò conte e inviato alla Corte di Parma.

Quivi ducavano i Farnesi; e Ranuccio II, che perdette Castro e Ronci-1646 glione, ebbe per favorito un Gaufrido, al quale poi fece mozzar la testa, indi un Giuseppino valente musico. Francesco succedutogli vide lo Stato sovverso 1694 dalla miserabile guerra di Successione, sposò la vedova di suo fratello Odoardo e non ebbe figli, talchè unica di loro stirpe rimaneva Elisabetta, nata da esso Odoardo. L'Alberoni divisò collocarla con Filippo V, onde la dipinse alla Orsini come «una dabbene lombarda, impastata di butirro e formaggio, la quale non avrebbe mosso un dito che a senno di lei, sarebbe venuta in Ispagna colle leggi che la principessa le prescrivesse » (1); e la Orsini credendo nella riconoscenza, la propose a Filippo V. Conchiuse le nozze, l'Italiana varcò i Pirenei, e la Orsini le andò incontro; ma che? Elisabetta la fece prendere, e coi puri abitì che aveva indosso gettare in una carrozza, e nello stridor del dicembre portare fuori

(f) Annotazioni dell'Alberoni alla propria vita.

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