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STORIA DEGLI ITALIANI

II.

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C26

√.2

LIBRO QUARTO

UNIV. OF CAL FORMA

CAPITOLO XXX.

Augusto. Sistema imperiale,

Cesare Ottaviano, onorato del nome di Augusto quasi ad indicare

cosa più che mortale (1), sprovisto di virtù guerresche era prevalso in tempo che la guerra parea tutto; e con ducentomila armati tenendo in freno cenventi milioni di sudditi e quattro milioni di cittadini romani, potè imporre al mondo quel riposo, che la repubblica aveva incessantemente sovvertito.

Giovi ancora ripetere che, nella politica antica, fondata sopra l'originaria disuguaglianza degli uomini, i diritti civili, i politici e nemmanco i naturali non si comunicavano che ai membri della società, cioè erano privilegio. Alla società romana appartenevano in origine i soli patrizî, che in aspetto sacerdotale e guerresco unendo il lituo etrusco e la lancia sabina, dal colle Palatino e Quirinale dominavano sopra un'altra popolazione plebea, spoglia di tutti i diritti ma capace di tutti ottenerli. E di fatti colla perseveranza questa plebe viene a galla, ottiene il magistrato proprio de' tribuni, e da quel punto la sua lotta si fa più evidente nello scopo, più decisa ne' mezzi; ben presto partecipa alle magistrature dei nobili, e alle loro prerogative personali e civili; al fine costituisce con essi un solo

comune.

Allora le contese fra patrizi e plebei prendono aspetto di contesa fra possidenti e no; il grosso della popolazione, scontento di servire a tanti tirannelli, stringeasi attorno a capi ambiziosi, coi quali piantava momentanee tirannidi e un despotismo permanente. Alle lotte di Roma implicavansi gli Italiani, che, o non avendoli o solo a misura, pretendeano i diritti di quella città, al cui ingrandimento aveano contribuito oro e sangue.

Cantù, St. degli Ital.-11.806719

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